AMERICA ED EUROPA: LE DUE PUTTANE SI SPOSANO NEL SEGRETO DI PULCINELLA

L’Europa si rivela per quel che è, e l’America ama l’Italia europea perché è la sua più forte alleata dalla fine della IIa Guerra Mondiale

Di GIUSEPPE IANNOZZI

 

Ho parlato molto spesso contro l’America, l’America, l’America, un sogno che è un incubo nella realtà di oggi. Mi sono sempre dichiarato antiamericano, ma non è stato mai per moda. Sono fottutamente antiamericano, perché non posso amare un’America che ha inculato tutti quanti con il sorriso bastardo di Mister Mc Donald’s stuprando quanti nutrivano sogni di libertà.

America, non sei quella che Walt Whitman ha cantato.

America, non sei mai stata con Malcom X.

Tu, America, non hai mai avuto un sogno; chi ha osato sognare, tu, America, l’hai ucciso e hai scritto epitaffi da vendere all’opinione pubblica e ti sei arricchita. Sei marcia dentro perché le tue radici sono europee: forse ti fa male questa verità, ma ne dubito, perché la Statua della Libertà ha un cuore di pietra, un simbolo frigido che regala lo scolo e manganellate a volontà a chi ha delle idee da difendere.

America, IO ci piscio sopra la tua bandiera perché non hai mai avuto una bandiera: i poeti, i rivoluzionari, i negri, ti hanno dato la vita e tu, come tutto ringraziamento, li hai condannati a morte vestendo l’orbace e il colletto bianco dei preti. E hai venduto le loro biografie e li hai trasformati in martiri: ma chi si è battuto contro di te, non è mai stato un martire. America, vedi di cacciartelo nella testa: i martiri non esistono, esistono gli uomini che vengono assassinati, punto e basta.

America, fammi un favore: prenditelo nel culo e non mi venire a dire che sei una superpotenza mondiale! Hai sempre ucciso per diventare una bomba ad orologeria, un arsenale di bombe atomiche puntate sul mondo. Hai massacrato, condannato, perseguitato, stuprato, manganellato, sempre, sempre tutti. E oggi piangi gli indiani. E oggi piangi i poeti che più non ci sono. E oggi piangi lacrime di coccodrillo mentre nel Bronx non ci va neanche la tua fottuta polizia fascista: lì si ammazzano e quando il dramma si consuma, magari una tua pattuglia arriva come uno squadrone SS per raccogliere i cadaveri.

America, ti dico una cosa sola: ieri era Hitler il pazzo, oggi sei TU e TU hai influenzato quel pezzo di merda di Hitler e quell’altro figlio di puttana di Mussolini, ma anche quel nano di Napoleone che credeva di poter invadere la Russia, ma anche e ancora tanti altri che non sto a nominare perché proprio non ne vale la pena.

America, tu all’Europa hai regalato i tuoi ideali scritti sulla carta da culo usata ai pazzi di questo mondo. America, tu hai solo ideali di grandezza e l’Europa se li è bevuti tutti e ha fatto la sua storia condannandosi nella tua prigione storicamente nazista e fascista.

America, basta! Mi fai schifo. Se qualcuno parla male di te, si mobilita tutto il mondo per difenderti, il mondo di chi siede sulle poltrone del potere.

America, tu conosci bene le armi dell’inquisizione moderna: se qualcuno ti dà addosso, allora tu lo fai ammazzare come un cane. Sei vanitosa, vanitosa, vanitosa, solo vanitosa: sei tutto fumo e niente arrosto.

America, io amo Jack London, amo Allen Ginsberg, amo Jack Kerouac, amo Malcom X, amo Iceberg Slim, amo Walt Whitman, amo Papa Hemingway, amo tutti quelli che ti hanno descritta per quello che sei veramente: ma tu questi uomini, tu non li hai mai potuti soffrire. Li hai stretti alle corde in un modo o nell’altro, li hai ridotti alla solitudine confinandoli nei tuoi grandi spazi, li hai ammazzati con le tue mani e se non sei stata tu in prima persona, un tuo sgherro ha fatto il lavoro sporco.

America, ma non provi un po’ di vergogna? Perché non sostituisci le tue stelle e strisce con una bella LETTERA SCARLATTA? Se tu cambiassi la tua bandiera - cazzo! - ho paura che potrei amarti. Ma non lo farai mai, vero?

Bene, ora qualcuno si domanderà il motivo di questa mia sfuriata: e fa bene. Ultimamente, molti intellettuali italiani e non, hanno denunciato che noi si è antiamericani per moda: indubbiamente, molti personaggi si stanno dichiarando antiamericani perché è il costume di moda, e a seguire la moda di dirsi antiamericani è come asserire a chiare lettere che in realtà non si è contro l’America, bensì a favore di quanto essa dice e fa negli ambiti culturali, politici, religiosi e sociali. Di personaggi che per moda si dichiarano antiamericani, il panorama culturale (e dello spettacolo) è ricco: Giuliano Ferrara, Oriana Fallaci, Fiamma Nierenstein, Maria Giovanna Maglie, Gianni Riotta, Vittorio Feltri, ma anche Alberto Sordi e Paolo Villaggio oggi sono antiamericani convinti, per moda, chiaramente. Beh, tutte queste mezze tacche incartapecorite che vadano a prenderselo in quel posto: siete voi che foraggiate gli ideali razzisti dell’America dichiarandovi antiamericani per una questione bassamente volgare di moda.

Tuttavia molti, non sono inclini a seguire la moda e si dichiarano antiamericani perché non condividono gli ideali dell’America. Il territorio americano è molto vasto ed ha accolto tante culture e tante teste che hanno pensato con la loro propria testa, ma in un territorio tanto vasto non hanno trovato comunque salvezza alcuna: sono stati comunque perseguitati e condannati per la loro cultura, per la loro razza, per le loro idee, per tutto quello che rappresentavano con la loro vita sempre a rischio di essere spezzata, mutilata, segregata, inflazionata in un territorio vasto, troppo vasto davvero. Più ci si trova immersi in un grande spazio, più la prigione è piccola, un paradosso forse, ma così è.

Molti hanno lottano per una America che fosse una America reale, ma sono stati ringraziati alla maniera americana.

Come ho già avuto modo di evidenziare, l’America ha i suoi martiri: ma quelli che l’America, e il mondo intero, occidentale e orientale, apostrofa come martiri, in realtà sono stati uomini con la testa sulle spalle, poi, qualcuno ha pensato bene di assurgere il loro mito umano per trasformali in martiri nazionali e distribuire sul mercato capitalistico un numero irragionevole di biografie non autorizzate. Quando si fa di un uomo un martire, inizia il commercio dello spirito dell’uomo: l’America ci marcia con le storie dei martiri, e quando non sono troppo martiri per il mercato, l’America si prodiga a disegnarli addirittura come vittime dell’ingiustizia americana purché il pubblico si convinca che deve comprare biografie non autorizzate. Una volta, qualcuno disse qualcosa che suonava più o meno così: “Se io non conosco me stesso, come si può pretendere che qualcun altro possa conoscere la mia vita?” I grandi uomini non si sono mai detti in vita né martiri né vittime: si sono detti semplicemente uomini, ed essere uomini è un mestiere sociale difficilissimo, l’impegno più grande che la vita propone agli esseri umani. Ma gli esseri umani capaci di essere uomini, beh, io ne conosco veramente pochi: oggi la cultura, il mondo politico, pullula di lanzichenecchi e corrotti che osano dirsi uomini. Un vero uomo (una vera donna) non ha bisogno di essere ricordato come martire o vittima. I grandi uomini, quando gli è permesso di scrivere una biografia con la loro penna, la scrivono senza presunzione alcuna. E chi non scrive la sua biografia è perché al mondo ha lasciato le sue azioni, e magari già sa che pagherà con la vita per aver promosso ideali di libertà e di pace. E questo gli è sufficiente.

Recentemente il saggista Timothy Garton Ash ha evidenziato quanto segue:

 

In Europa si sta diffondendo una pericola tentazione: definire il vecchio continente in contrapposizione agli Stati Uniti. E’ una tentazione alimentata da intellettuali, politici e leader politici. E’ indispensabile porvi un argine. Il recente libro di Will Hutton ne dà un ottimo esempio. In The world we’re in sostiene che l’Europa e gli Stati Uniti siano due civiltà caratterizzate da valori distinti e diversi… Durante la guerra fredda, per l’Europa alleata degli Stati Uniti, l’Altro era il blocco sovietico, ma esisteva anche un diverso tipo di definizione nei confronti di un Altro virtuale simboleggiato da una storia continentale segnata da guerre e violenze. Dalla fine della guerra fredda, l’Europa non ha fatto che cercare un Altro nuovo. Ma l’Altro virtuale, quello dei conflitti nazionalistici e sanguinosi, sta scomparendo dalla memoria delle nuove generazioni. L’Europa diventa paradossalmente vittima dei suoi successi. Come ha dimostrato Silvio Berlusconi, ed è un episodio ormai noto, gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 hanno fatto rivivere la tentazione a vedere l’Altro nel mondo arabo-islamico: il che avrebbe conseguenze disastrose e assurde perché in Europa vivono ormai venti milioni di musulmani. Vi è quindi una unica strada che appare intellettualmente e politicamente rispettabile: dipingere gli Stati Uniti come l’Altro. Tentazione certamente non nuova a molti ambienti della sinistra europea continentale e della destra gollista, ma molte più forte oggi poiché l’Europa non ha più bisogno di protezioni contro l’Armata Rossa.

 

L’articolo è molto lungo, ma chi avesse voglia di leggerlo, può trovare il testo integrale sulla rivista Italianieuropei uscito in edicola il 26 giugno 2002. In definitiva, T. Garton Ash dice questo: il nemico non può essere l’America perché tra le due civiltà ci sono sicuramente più analogie che differenze, e aggiunge che senza il sostegno dell’iperpotenza americana l’Europa non ha molte speranze di instaurare un ordine liberale sul continente e generalizzare grazie a ciò la diffusione dei beni pubblici. Ed ancora aggiunge: l’iperpotenza americana ha bisogno di un partner… ciò di cui abbiamo bisogno non è un’Europa che si definisca contro qualcosa, ma che affermi la sua identità per quello a cui aspira. In definitiva: America & Europa devono sposarsi e l’America è una puttana che non è mai stata vergine, e l’Europa ha tanta ma tanta voglia di prostituirsi all’America (come se non lo avesse già fatto da tempo!): io la vedo così. Il fatto è questo: da quando gli americani ci hanno aiutato a castigare Mussolini e Hitler, l’Italia è diventata la concubina dell’America. L’Italia si è piegata a novanta gradi e tolto di mezzo quel pezzo di merda di Mussolini, ha dato via il culo alla famiglia Kennedy, a quella di Regan, ma anche a quella di Bush, insomma a tutti. L’Italia - please, guardatevi intorno! - è l’America, un microcosmo americano, un paesino che l’America ha colonizzato con Mister Mc Donald’s e Mister Microsoft, ma anche con l’FBI e con la CIA, ma anche con la Nato (Chi è il capo della nato? Diciamolo una volta per tutte: il caro vecchio-giovanissimo ignorante Bush. Questa è la verità. Fa male o no prenderlo in culo così?) Io il mio culo a Bush non lo presto, non gli permetterò né di ficcarmelo dentro né di pulirmi il culo: sono cose che posso fare tranquillamente da solo, nella mia privacy, nel cesso di casa mia e con la sola disposizione ad affrontare un bisogno strettamente e puramente del mio corpo.

Qualche tempo fa sul Daily Opinions ho evidenziato che l’Europa avrebbe intenzione di diventare la seconda superpotenza mondiale: non mi sono sbagliato… non del tutto. Adesso qualcuno ipotizza addirittura che sia intenzione dell’Europa diventare il braccio destro degli Stati Uniti. Io nutro un serio terrore, perché mi sono reso conto che è già accaduto: la cosa non è stata propagandata politicamente, ma di fatto l’Europa si è sposata agli Stati Uniti ed insieme vivono come due puttane. Allora, avrò ragione o no di dichiararmi antiamericano?

Dopo gli eventi dell’11 settembre 2001, i più si sono schierati con gli U.S.A., altri si sono detti antiamericani, ma come ho già evidenziato in realtà si sono dichiarati americani più degli americani stessi. L’11 settembre 2001 è stata una giornata tragica, ma l’America è riuscita a commercializzare persino questa tragedia umana: io ho perso il conto di quanti e quanti libri sono stati pubblicati in merito. Gore Vidal, in tutta fretta, subito ha scritto un libello e l’ha distribuito in tutto il mondo e, ovviamente, l’Italia ha presentato il libretto di Gore Vidal in libreria come una esclusiva mondiale. Ma chi è Gore Vidal? Un intellettuale americano che ha scritto, quando aveva un minimo di cervello, un grande libro: Statua di sale. Se non l’avete ancora letto, andate a leggervelo perché è davvero bello, ma per favore non considerate attendibile il Gore Vidal di oggi, perché è solo un vecchio rimbambito che ha sposato la causa del capitalismo facendo finta di essere uno spirito libero.

"Non è proprio come quella domenica mattina del 7 dicembre 1941?". La risposta è: no. E aggiunge: "…per quanto ne sappiamo ora".Quello che sappiamo ora”, prosegue Vidal in una sequela di argomentazioni serrate e pallidamente ironiche spesso al limite del paradosso, “è che la tragedia delle Torri Gemelle ha accelerato drammaticamente un processo già in corso negli Stati Uniti negli ultimi anni: le libertà individuali garantite dalla democrazia americana, il cui fondamento costituzionale risale al “Bill of Rights” del 1791, hanno cominciato ad essere disattese con sempre maggiore frequenza in nome della lotta al terrorismo e alla droga.” (E io mi chiedo: ma quando mai l’America ha affrontato seriamente il terrorismo e il problema della droga? MAI) Se uno ci vive troppo in America, anche se ha degli ideali, prima o poi, con la vecchiaia, con la debolezza che l’America soffia nello spirito di tutti, si finisce con il rinnegare gli ideali di gioventù, quelli veri, autentici, personali e rivoluzionari. Il fatto è che io sull’11 settembre 2001 non ho alcuna intenzione di farci su troppo casino: le mie parole finirebbero nel mucchio di quelli che ne hanno sparato già tante e tutte di parte, e alla fine verrebbero strumentalizzate. Quindi tutta la mia solidarietà a quanti sono morti l’11 settembre 2001, agli uomini, alle donne, ai bambini, all’umanità che in quel tragico giorno si è persa per sempre, ma nessuna solidarietà agli U.S.A. che hanno commercializzato la tragedia.

Beh, ma tu sei proprio un pezzo di merda cinico? Li sento già i cori di protesta che gridano contro di me. No, io non sono cinico né un pezzo di merda: io amo gli uomini, ma non amo l’America di oggi e neanche quella di ieri e neanche quella storica. Amo singoli uomini che sono nati nel continente Americano, quindi amo Jack London, amo Jack Kerouac, Papa Hemingway, Allen Ginsberg, Patti Smith, Malcom X e tanti altri e per me sono tutti uomini con le palle e non sono americani: è chiaro?

Sì, sono antiamericano: e allora? Lo sono a modo mio, con umile intelligenza, con l’intelligenza propria dell’uomo che guarda il mondo che lo circonda e si sforza di distinguere il falso dal vero. Se dovesse accadere che non ne sarò più capace, allora sputatemi in faccia: fatemi questo piacere. Io vi accuserò, ma voi dovrete continuare a sputare.

GIUSEPPE IANNOZZI


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