Le Fan Fiction di croweitalia

titolo:  Fortuna?
autrice: Stefania
e-mail: steviem@tin.it
data di edizione: 23 luglio 2001
argomento della storia: Un incontro con Russell Crowe
riassunto breve: ... un albergo, un pugno preso per sbaglio, un incontro... fortuito...
lettura vietata ai minori di anni: 18

 

Fortuna?

Avete mai provato la sensazione di essere guardate di nascosto, spiate?

Be’, quel giorno io avevo questa sensazione, ma capii subito che, chi mi guardava, chi mi spiava, era proprio lei, elegante e sensuale come sempre e, al tempo stesso ingannatrice: la FORTUNA!

Era il 14 Febbraio, mi trovavo a Roma poiché ero stata scelta per seguire un master sulle nuove tecniche internettiane dalla durata di una settimana.Avevo occupate solo quattro ore la mattina e poi tempo libero per visitare la grande capitale e approfittare per fare qualche spesuccia.Arrivai in albergo molto presto, all’incirca verso le sette. L’albergo era favoloso, elegante e raffinato, non troppo sofisticato, un albergo non adatto per le mie piccole e semplici tasche!!! Non mi preoccupai minimamente sapendo che quell’intera settimana mi era stata gentilmente offerta dal mio capo (EH!EH!EH!). Mi diressi immediatamente verso il rèceptionist e, visto che era già molto tardi, gli strappai le chiavi dalla mano, ringraziandolo, e corsi come un fulmine verso l’ascensore, fortunatamente libero. Arrivai all’ultimo piano. La mia chiave, piccola e dorata, aveva inciso sopra il numero 313, quindi mi misi subito a cercare. Arrivata davanti alla porta, che si trovava quasi alla fine del corridoio, notai subito una maestosa porta, diversa dalle altre, più elegante: era la suite. La fissai per circa dieci minuti pensando al suo interno, immaginandola arredata con molti divani di pelle e costosi tappeti persiani, con addirittura un piccolo caminetto sul quale era appeso un dipinto di non so quale autore. Sospirai dolcemente e quindi mi decisi ad entrare nella mia stanza. Cavolo, era troppo tardi, buttai le mie due valigie (mi piace portarmi dietro tutto il guardaroba) sul letto e corsi di nuovo giù, consegnai le chiavi e uscii fuori dell’albergo come una pazza invasata per cercare un taxi: bè, era proprio li, come se mi stesse aspettando, con addirittura la portiera aperta (fortuna?). Tornai in albergo verso le 18:00, tutto era andato liscio come l’olio e avevo fatto già amicizia con due ragazze che seguivano il mio stesso master e pernottavano nello stesso albergo. Mi invitarono a cena in un famoso ristorante di Roma e mangiammo veramente molto bene.

Tornate nuovamente in albergo, le salutai augurandole una buona notte e mi recai nella mia stanza. Quando le porte dell’ascensore si aprirono, sentii un gran vociare provenire dalla fine del corridoio, proprio dove si trovava la mia stanza. Questa volta non potei fissare la maestosa porta della Suite poiché la mia vista era ostacolata da tre enormi, immensi, giganteschi uomini vestiti di nero con una piccola auricolare che gli entrava nell’orecchio. Mi guardarono veramente male ed io, spaventata ma assolutamente insospettita, entrai zitta zitta nella mia stanzuccia. Rimasi come un ebete a pensare a quegli uomini, a chi stessero proteggendo, chi c’era dietro quella famosa ed elegante porta della suite? Ero molto stanca quindi decisi di pormi queste domande l’indomani. Mi spogliai, tolsi il trucco dal viso, mi diedi una lavatina e indossai il mio pigiamino preferito (non sembrava tanto un pigiama quanto una tutina per fare sport, un paio di short e un toppino molto stretto). Presi la mia borsa e, una volta entrata nel letto, tirai fuori la mia agenda; all’interno c’era una foto, molto rovinata ma ancora visibile che ritraeva il mio sogno proibito, forse il mio vero, unico sogno: RUSSELL. Fissai la foto per una ventina di minuti, e ogni minuto che passava, le mie mani diventavano sempre più fredde, e il mio cuore batteva incessantemente, all’impazzata. Quella sera avevo voglia di immaginarlo con una donna, con una delle tante, immaginarlo nudo, seduto su una vecchia sedia a dondolo, e questa donna sopra di lui che urlava e si dimenava e godeva, godeva fino allo sfinimento, e lui che la teneva ferma con le sue grandi e calde mani, accarezzandole i capezzoli… Mi eccitai, mi addormentai.

Un gran frastuono mi strappò dalle braccia di Morfeo. Saltai sul letto per il grande spavento: urla, tonfi, parolacce a non finire provenivano da fuori la mia stanza. Curiosa come non mai mi precipitai fuori e lì una scena agghiacciante ma, allo stesso tempo divertentissima: c’erano due donne e un uomo. La donna alla mia sinistra era una signora distinta (lo capii dal suo vestito non certo dalle parole che gli uscivano dalla bocca, sorprendenti). Appena mi girai alla mia destra vidi un’altra donna che indossava un paio di stivali neri laccati che le arrivavano fino sopra il ginocchio, un body di pelle nero con catene e due fessure tonde che permettevano la "fuoriuscita" di tette enormemente gigantesche, grandi e un flessibile frustino con manico rosso. E poi c’era l’uomo, sui sessanta, con addosso mini slip tigrati con chiusura a zip proprio sul gioiello di famiglia, legato alla donna con frustino da un guinzaglio a punte metalliche. Ragazzi, una scena cosi’è difficile dimenticarla ma, prima che me ne resi conto le due rivali erano passate dalle parole ai fatti; pugni, schiaffi, calci, insulti (la moglie che sorprende il proprio maritino a fare cose veramente strane con un’altra, che figata). Cercai di separare le due vipere ma, per mia gran fortuna, mi beccai un gran bel pugno sul naso. Portai le mani sul viso per il gran dolore e vidi sgorgare molto sangue quindi, coraggiosamente, svenni!!!

Mi svegliai dopo circa venti minuti, ma non ero più distesa sul costoso tappeto nel corridoio, neanche sul mio comodo letto singolo, ma in un grande letto a due piazze, con lenzuola di un colore veramente delicato. Non riuscivo a sollevare la testa poiché avevo sul mio sfortunato naso una borsa per il ghiaccio che mi aveva momentaneamente sedato il dolore. Fissavo il soffitto ma stranamente non pensavo a nulla. Sentii qualcuno avvicinarsi, non potevo guardare chi fosse, ero molto tranquilla, serena. Qualcuno mi strinse la mano, dolcemente, e mi sussurrò, in inglese, come mi sentissi; quella voce, quella fantastica voce mi penetrò dentro fino allo stomaco. L’avevo già sentita, non potevo sbagliarmi.Sopra di me comparve come per magia un viso, no, non un viso ma il suo viso, con la barba incolta che gli delineava le piccole labbra a cuore, occhi più azzurri del mare dei carabi, capelli lunghi fino quasi sopra le imponenti spalle, morbidi come quelli di un neonato. Riuscii miracolosamente a trattenere il vomito che sentivo salire molto velocemente dallo stomaco e risposi in un inglese alquanto ASSURDO: <<mi sento come se un treno merci, carico, mi avesse investito una ventina di volte >> Sorrise ed io sentii il ghiaccio sciogliersi sul mio viso, bollente per l’eccitazione. Mi tolse generosamente la borsa del ghiaccio dal naso e mi diede una mano ad alzarmi. Seduta sul letto mi resi conto che ero nella sua stanza anzi ero nella sua reggia: era la suite che avevo tanto ammirato dal di fuori. Ricollegai subito i tre uomini vestiti di nero che avevo visto poche ore prima; erano lì per proteggere lui, il mio eroe. Iniziò a parlarmi!! Panico totale. Mi spiegò com’ero finita nella sua camera, di come avesse sedato la rissa tra le due iene e come mi avesse preso in braccio, mentre io ero eroicamente caduta a terra per una giusta causa, e portato sul suo morbido letto e curata. Pensai… possibile che un pugno sul naso provochi tali allucinazioni? Non erano allucinazioni, lui era lì con me che mi guardava, mi parlava, mi sorrideva. Pensai nuovamente… Fortuna? Mi alzai dal letto e vidi che Russell era scalzo, portava una maglietta rossa e un paio di pantaloncini: era il suo pigiamino preferito? Mi chiese se volevo bere qualche cosa, se volevo fare una doccia per riprendermi dallo stordimento (dato dal pugno o da lui?). Optai per una doccia. Mi indicò il bagno ed io, con la faccia gonfia dalla stanchezza e dal cazzottone, lo ringraziai. Non chiusi a chiave, mi limitai ad accostare la porta; mi tolsi la "tutina"e mi buttai dentro il box doccia, senza aspettare che arrivasse un po’ d’acqua calda.Passarono penso dieci minuti ed io ero ancora lì dentro, con il viso sotto il getto, a sognare, a sognarlo. La porta del bagno si aprii lentamente e riuscii a scorgere, dietro i vetri opachi dal grande vapore, la sua figura. Era appoggiato alla porta, beveva, non so che cosa, e mi guardava, guardava il mio corpo nudo non ben delineato dai vetri appannati.

Io rimasi immobile, nuda: le gambe mi tremavano, la gola secca come la terra d’Africa, pensavo a tutto e a niente. Presi la mia decisione, anzi forse non pensai a cosa stessi facendo visto con quanta velocità aprii il box doccia.

Ci guardammo a lungo, mentre le gocce d’acqua rimaste sul mio corpo stavano ghiacciando. Mi guardava, mi scrutava, non rideva questa volta. All’improvviso il suo bicchiere cadde, frantumandosi in mille pezzi, e corse da me. Un bacio ci avvolse tra l’insinuante vapore non ancora dissolto, avvinghiati l’uno a l’altro come statue marmoree plasmate da mani calde ed esperte: il mio cuore si frantumò come il suo bicchiere...

L’acqua della doccia ci bagnò delicatamente, si spogliò, lo baciai nuovamente, ma questa volta sul petto, sui capezzoli, sulla pancia… chiuse gli occhi, estasiato. Mi prese in braccio e mi appoggiò al freddo vetro della doccia… ERA DENTRO DI ME!!!!! Nella doccia, sul letto, sul famoso divano in pelle, instancabili, esausti, felici. Mi svegliai accanto a lui, dormiva e io lo guardavo, non più nervosa ma triste. Tolsi il suo braccio dalle mie gambe senza svegliarlo, lo baciai e tolsi il disturbo. Passò la giornata, tornai in camera ma vidi che quei tre uomini in nero non c’erano più e sorrisi. Entrai, ero esausta. Il mio pigiamino preferito e a letto. Come mio solito fare presi la foto di Russell e chiusi gli occhi; quella sera avevo voglia di immaginarlo con una donna, non una delle tante...


 

Questo sito e' creato, mantenuto e gestito da lampedusa. Se hai bisogno di contattarmi, scrivimi all'indirizzo lampedusa@tin.it. Se hai delle informazioni da segnalarmi, contattami via email. Il sito e' online dal 21 febbraio 2001. Pagina creata il 23/07/2001 - aggiornata 19/04/2003