Russell Crowe sulle riviste italiane... e non

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La Repubblica, mercoledì, 23 gennaio 2002

Pagina 52 - Spettacoli

Globes australiani

Consegnati domenica a Los Angeles i premi della stampa estera che anticipano le statuette. Glamour e misure di sicurezza

SILVIA BIZIO

LOS ANGELES - Per capire l'atmosfera della Hollywood post-11 settembre siaspettava domenica 20 gennaio: mentre alla fine del 2001 gli Emmy Awards hanno bandito festeggiamenti e glamour, i Golden Globes, assegnati da 90 giornalisti stranieri residenti a Los Angeles, sono stati consegnati al Beverly Hilton all'insegna della solita mondanità, malgrado misure di sicurezza mai viste: macchine e limousine ispezionate, ogni camera d'albergo fiutata da cani antiesplosivo, metal detector per tutti gli ospiti da Sting a Cameron Diaz, impronte digitali sui pass dei giornalisti. Abiti lunghi, gioielli, scollature vertiginose e, nel caso dell'attrice Cynthia Garrett, perfino una bandiera americana drappeggiata intorno al corpo. Una cerimonia fastosa che di norma anticipa gli esiti dell'Oscar, e che vede ormai definirsi il gruppo di testa con Moulin Rouge e A Beautiful Mind che si sono assicurati il maggior numero di premi, compreso quello di miglior film nelle due categorie musicale/comico e dramma, e i migliori attori protagonisti, rispettivamente Nicole Kidman e Russell Crowe. Una serata all'insegna dell'Australia dunque grazie anche al regista di "Moulin Rouge" Baz Luhrmann, e alle attrici australiane Rachel Griffiths per la serie tv "Six Feet Under", e Judy David per la sua Judy Garland televisiva. Gli "Aussies" presenti in sala avrebbero potuto riempire da soli un intero tavolo. Cosa peraltro richiesta, come ha confidato ridendo la Kidman: «Ma non ce l'hanno permesso, avevano paura che avremmo fatto troppa confusione». Molti i film importanti rimasti a mani vuote: "Il signore degli anelli" "Ali", "L'uomo che non c'era" e "Artificial Intelligence". Sorprendente, perché non prevista, la vittoria del bosniaco No Man's Land di Denis Tanovic come film straniero, che ha surclassato il superfavorito della vigilia, il francese "Il favoloso mondo di Amélie" sostenuto dalla potente Miramax.

 

La Repubblica, mercoledì, 23 gennaio 2002

Pagina 52 - Spettacoli

RUSSELL CROWE

Il divo premiato per l'interpretazione di "Beautiful mind"

"Io, genio schizofrenico innamorato del set"

LOS ANGELES - L'anno scorso, furioso per aver perso il Globe per "Il gladiatore" a vantaggio di Tom Hanks e del suo "Cast Away", Russell Crowe, che aveva come al solito alzato un po' troppo il gomito, fece sparlare di sé apostrofando giornalisti in modo rude e venendo quasi alle mani con un paio di persone dopo la cerimonia dei Golden Globe. Quest'anno, appagato per la vittoria come miglior attore protagonista in A beautiful mind di Ron Howard (che, insieme al premio per l'attrice non protagonista Jennifer Connelly, si è aggiudicato pure il Globe come miglior film drammatico) ha parlato con grazia, sobrietà e sorrisi.
Ron Howard dice che lei è l'attore più professionale con cui abbia lavorato. Cos'ha di tanto speciale?
«Il fatto che mi alzo al mattino e mi presento sul set! (ride). Scherzo, credo sia stato colpito dallo sforzo per comprendere il personaggio di Nash, sul quale, malgrado sia ancora vivo, non c'è molto materiale. Conoscevamo alcuni episodi della sua vita, il genio, la follia, il premio Nobel, ma abbiamo dovuto riempire tante lacune per conto nostro. Non so cosa faccio di diverso dagli altri, ma quello che faccio mi piace molto, e quando lavoro a un progetto che mi affascina, con gente che mi piace, lascio che la mia vita ne venga completamente assorbita».
Pensa che il Golden Globe aiuterà il film?
«Sì, perché nonostante stia andando piuttosto bene al botteghino A beautiful mind è una storia molto speciale. Non a caso ci sono voluti i soldi di tre studi, Imagine, Universal e DreamWorks per fare un film su un matematico schizofrenico, un film straordinario ma assai difficile da spiegare al pubblico».
Cosa pensa degli altri film in lizza quest'anno?
«"Il signore degli anelli" è fantastico e "Moulin Rouge" ha ottenuto risultati impensabili: se mi avessero descritto il progetto avrei detto che nessuno avrebbe sborsa del denaro per andarlo a vedere, e invece Baz ha fatto il miracolo. E lo ha fatto con tutti i suoi film: ha preso Shakespeare e lo ha trasformato in una cosa che tutti gli adolescenti corrono a vedere! Baz non è solo un grande ambasciatore per il mio paese, ma anche un regista geniale e una persona ispirata».
È fiero dunque di questo successo dell'Australia?
«Altroché, mi fa sentire fortunato di essere australiano. Non voglio essere ridicolmente patriottico ma mi dà un grande piacere veder premiare i miei connazionali. Siamo molto lontani ma abbiamo tutta la tecnologia necessaria e cerchiamo di tenerci al passo con il resto del mondo».
Sta già pensando all'Oscar?
«No, sto pensando alla festa della DreamWorks e a un bicchiere di Jack Daniel's!». (s.b.)

 

Grazie a Paola per l'articolo de "La Repubblica"!
Dal quotidiano "Il Secolo XIX" di Genova del 23 gennaio 2002. Grazie Paola per l'invio della pagina!
Dal quotidiano "Il Secolo XIX" di Genova del 23 gennaio 2002. Grazie Paola per l'invio della pagina!
Dalla rivista "Metro" del 22 gennaio 2002. Grazie a Maddalena (e Paolo!^___^) per le scansioni!
Dalla rivista "Metro" del 22 gennaio 2002. Grazie a Maddalena (e Paolo!^___^) per le scansioni!
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