Nel 1231 da Gregorio IX viene istituito il tribunale della Santa inquisizione dipendente direttamente da Roma che si occuperà di condannare, punire e correggere le eresie e gli eretici, cioè coloro che vengono colti in aperto dissenso con le dottrine della chiesa cattolica, questo anche a causa delle varie sette di matrice cristiana che sempre piú andavano diffondendosi e che spesso oltre a non seguire il dogma ecclesiastico in aperto contrasto con l'autorità spirituale, talvolta non riconoscevano neppure l'autorità del papa e della gerarchia. Tra le maglie dell'inquisizione oltre alle sette come i flagellanti, i valdesi, i dolciniani, i templari e per poco anche i francescani, finirono personaggi illustri come Giordano Bruno e Ian Hus entrambi bruciati sul rogo, Martin Lutero riuscí a salvarsi solo grazie alla sua abilità politica e alle condizioni favorevoli che ormai si erano create in Europa conro il predominio dell'autorità papale.

Solo il 5 dicembre del 1484 Innocenzo VIII promulga la bolla Summis desiderantes affectibus, con la conferma della caccia alle streghe e l'incarico a Heinrich Institor e Jakob Sprenger di "punire, incarcerare e correggere" le persone infette dal crimine della "perversione eretica", di svolgere con nuovo potere in Germania il ministero dell'inquisizione. A tal fine i due domenicani scrivono il Malleus maleficarum (Martello delle stregonerie) vero e proprio manuale dell'inquisitore in cui si spiegano i malefici operati dalle streghe, i mezzi per riconoscerli, i sistemi per interrogare e tutte le varie torture per estorcere le confessioni. La prima edizione del Malleus é dell'inverno 1486-87 a Strasburgo seguita da una segonda a Spira prima dell'aprile del 1487. Fino al 1669 seguono trentaquattro edizioni giungendo a piú di trentacinquemila copie, un successo editoriale immenso.

L' "Esodo" dice chiaro e tondo (22,17) che "non bisogna lasciare in vita neanche una strega". L'atto di parola si muta inesorabilmente in perversione eretica, limite della perversione teologica propugnata dagli inquisitori. L'inquisizione si distingue da un processo di lettura perchè tratta la dissidenza come un dissenso rispetto a un sistema, a una chiesa. La condizione della prova di stregoneria è quella di essere certa e indiscutibile. Perció il rischio di complicità è enorme: l'avvocato e il giudice badino soltanto a garantire la procedura dell'esecrazione. L'ordine civile, religioso, militare, istituzionale, in definitiva l'ordine pubblico, la civiltà stessa vengono diretti dagli inquisitori. Pertanto l'error, ma anche il dubbio sono perversioni eretiche. In tanta fede, il giudice non ha scampo: non puó permettersi una distreazione, un'omissione. Dal canto loro gli inquisitori, come taluni sessuologi contemporanei, non si occupano dell’atto sessuale, ma della sua pensabilità, della sua possibile inscrizione canonica. Il malleus è anche la traversata della fantasmatica maschile della società occidentale intorno all’atto sessuale. Ma gli inquisitori rivendicano un’azione fatta in nome della realtà, una realtà immobile che deve consentire di realizzare i fantasmi. Sotto il concetto, riaffermato ancor oggi dalla psichiatria, della pratica come observatio, che anzitutto osservanza. Ecco l’impensabilità del femminile, sorge allora il tentativo di produrre la stregoneria come violenza allo stato puro. Una misoginia senza pari viene messa all’opera nei termini estremi di un rilievo raccapricciante del femminile, anche fino a rendere impossibile il processo di femminilizzazione degli inquisitori e della società stessa. Costoro vedono nella donna e nel femminile il modello di una corruzione cosmica e aspirano alla generazione di uomini nuovi, alla creazione di un nuovo ordine. Tutto ciò che può essere femminilizzato e femminilizzante viene purificato dalle fiamme del rogo, non dimentichiamoci le centinaia di omosessuali che sui roghi. Tutto questo in nome di un delirio politico che vuole riaffermare l’istituto della chiesa e un nuovo ordine sociale.

Migliaia di donne verranno barbaramente torturate e uccise con i sistemi più atroci, e se probabilmente dietro ad alcune testimonianze si può vedere la pallida sopravvivenza di antichi culti agresti di adorazione della Grande Madre, la maggior parte delle malcapitate era del tutto ignara e del tutto ignorante rispetto a qualsiasi tipo di “stregoneria” come la potremmo intendere oggi. Moltissime “streghe” non erano niente altro che gente comune con qualche pallida nozione di erboristeria e che tramandava le sue conoscenze, alla peggio vi era qualche donna che praticava aborti o qualche malata di mente. Va detto che i pochi uomini, rispetto alle donne, che finivano sul rogo solitamente ci finivano più che in quanto praticanti piuttosto come conniventi della presunta strega, il maschilismo era infatti talmente forte che la connivenza del maschile con il demonio cioè con il male risultava difficile da concepire, gli uomini erano piuttosto eretici nel vero senso della parola e il loro errore da ricercarsi più che nella corruzione dell’atto sessuale col demonio, nella perversione del pensiero, di cui le donne erano praticamente ritenute incapaci.

Tutta l’Europa, cattolica e protestante, fu colpita dall’inquisizione, in particolare paesi come la Germania, l’Inghilterra e la Francia subirono il fenomeno con particolare intensità, ma l’inquisizione era naturalmente presente anche in Italia dove vive ed opera uno degli scrittori di un altro manuale degli inquisitori frate Francesco Maria Guaccio.

Si ignora dove nacque e dove morì, fu frate ambrosiano nella Parrocchia di Sant’Ambrogio ad Nemus in Milano e del convento di Santa Barbara sempre nella stessa città. A Milano fece a lungo parte del tribunale dell’inquisizione. Nel suo libro non vi è tanto il riflesso di una sua diretta esperienza quanto dei suoi studi sulla stregoneria.

Il “Compendium maleficarum” (compendio delle stregonerie) fu scritto nel 1608 per espresso desiderio della Curia milanese, che in lui riteneva di avere il suo specialista in materia. Né contrasta ciò l’ingenuità di alcune sue affermazioni, come accettare per vero che Lutero fosse nato dall’accoppiamento di una monaca col demonio. La disponibilità a dar credito al diavolo era a quell’epoca pressoché illimitata. Fino alla metà del seicento, streghe, esorcismi, processi, roghi rimbalzarono di paese in paese per poi placarsi alla vigilia del nuovo secolo e dei suoi lumi. Guaccio si ispirerà grandemente al Malleus e anche al testo “Disquisitiones magicae” di Martin del Rio, un gesuita spagnolo, testo pubblicato nel 1589 e che si distingue dall’altro per la sua moderazione, particolarmente nell’uso inesauribile della tortura. Guaccio manterrà una posizione intermedia fra i due testi.

Al di là degli “autori” dei manuali inquisitori è difficile a distanza di più di tre secoli cogliere le tensioni di un epoca. In Europa s’era diffusa una visione della vita da “autunno del medioevo” più che da età moderna, e non era dato di scorgere possibilità di superamento della crisi. La competizione tra il protestantesimo e il cattolicesimo e la competizione per la conquista del Nuovo Mondo e delle sue ricchezze avevano favorito l’instaurarsi di un clima che ammantava tutto di “religioso”, anche la competizione politica ed economica tra stati. Ogni azione era legittima se serviva ad intaccare la posizione degli avversari e a rivelare l’influsso demoniaco nelle loro azioni.

“La voce comune è poco meno che infallibile”, ammonivano gli antichi e moderni manuali. “Tu, giudice, metterai alla tortura colui che è considerato stregone, non lascerai mai vivere quella che fascina gli occhi. Troverai il diavolo nel segno della strega, perché come l’animale si mostra ai cibi, così il diavolo si mostra ai segni. Non permettere che la strega parli con il diavolo, ma interrogala subito dopo averla fatta arrestare. Comanda sia portata davanti a te senza che tocchi il suolo coi piedi. Non lasciarla mai sola, ordina sia rasa da capo a piedi, falle mutare le vesti, obbligala  ad entrare nella sala del giudizio voltando le spalle perché, se ti guarderà prima che tu possa fissarla, ti piegherà a compassione.”

Nel 1603, Vincenzo, duca di Mantova, prometteva un premio di cinquanta scudi per ogni strega assicurata alla giustizia. Come moneta corrente le antiche leggende su licantropi, vampiri e altre creature tenebrose, passavano da un paese all’altro e si arricchivano di colorazioni regionali.

In Italia la crisi della fine del cinquecento e l’inizio del seicento contribuisce a incrementare il ritorno ad antichi riti pagani. Le fonti di reddito delle classi disagiate diminuiscono, mentre il costo della vita aumenta, nelle campagne i contadini sono abbandonati a se stessi. L’ignoranza, causata dalla miseria, spinge molti verso la superstizione e la vita agiata è giudicata spesso come un dono di forze “pagane” cioè diaboliche. Scongiuri contro le carestie, formule esoteriche portate tra le vesti, che avrebbero dovuto favorire i raccolti, sono gli strumenti difensivi usati dai colpiti dalla sorte. I contadini vessati dalla crescente oppressione sapevano che non c’era speranza di sollievo neppure ricorrendo alla rivolta aperta. Scrive Kurt Seligmann: “Gli infelici non trovavano conforto se non nei sogni ed anelavano alle antiche deità che continuavano una vita occulta nei loro rifugi”. Non c’era più speranza nella fede dei padri e si confidava nelle potenze segrete che essa combatteva. Questo è anche lo spirito del testo scoperto da Leland “Aradia: il vangelo delle streghe”, la liberazione degli oppressi dagli oppressori, cioè dal clero e dalla ricca nobiltà.

Ma in un clima di oppressione tale persino i litigi tra donne alimentano il sospetto. Il processo di Nogaredo che si chiude con cinque sentenze di morte trae origine da futili motivi economici.

Tuttavia malgrado tutto ciò, sfugge sempre qualche anello fondamentale che spieghi perché mentre Cartesio elaborava il metodo, si innalzavano i roghi per le streghe. I casi di autosuggestione sono sempre possibili tuttavia è inquietante che superino limiti spaziali precisi e colpiscano intere comunità, ma non si deve andar molto lontano per vedere come nell’ideologia della morte propugnata dalla Germania hitleriana, appaiono motivi e toni sconcertanti almeno quanto quelli, che erano alla base della caccia alle streghe.

Di questi motivi e di queste ragioni sconcertanti della caccia alle streghe vorremmo dare un’idea nei brani che riporteremo qui di seguito sempre con una particolare attenzione a quanto avveniva in Italia.