| Home page | News Gennaio | News Febbraio | News Marzo | News Aprile | News Maggio | News Giugno | News Luglio | News Agosto | News Settembre | News Ottobre | News Novembre | Preghiera | Rendiconto 1999 | Faq | Forum | Comunità | Nel guado tra salute e speranza |

 

 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. Quotidianamente la cronaca registra fatti che si richiamano a gesti di follia. Secondo "Cristiani per servire" esiste un nesso logico tra questi gesti e la chiusura degli ex-manicomi?

 

Constatiamo ogni giorno con sgomento che, come in un campo di battaglia, cadono continuamente famiglie intere o singoli sotto i colpi mortali di menti malate e sconvolte, a cui le Istituzioni ancora oggi, dopo 22 anni dalla emanazione della legge 180 (legge Basaglia) che ha "ordinato" la chiusura degli ex-ospedali psichiatrici, non sanno dare un asilo sicuro ed opportune adeguate garanzie di accoglimento.

Il caso della madre di Albenga, in cura per disturbi psichici nell'ASL locale, che ha strangolato il proprio figlio (La Sicilia, 19/02/1999, p. 7); l'incendio di Venezia dove sono morte due ricoverate con il ferimento di altre quattro in una casa-famiglia gestita dalla USL 12 (SIR, 20/02/1999, SSCD 6273); l'omicidio del proprio padre a Ventimiglia - Latte da parte del figlio uscito dall'ospedale psichiatrico giudiziario da circa 3 anni (La Sicilia, 02/04/1999, p. 6); la RSA un lager nell'ex-manicomio con i degenti nudi ed imbottiti di psicofarmaci nel "Mandalari" di Messina (La Sicilia, 08/09/1999, p. 10), dimostrano una grave carenza di strutture alternative ed intermedie atte a far fronte all'esigenza dell'assistenza dei disabili mentali.

Così si creano due tipi di vittime: i malati, che non hanno alcuna colpa dei loro insani gesti ed i familiari, che secondo i casi possono essere anche amici, vicini di casa o cittadini comuni, inermi e succubi di quel provvedimento legislativo che credendo di trasferire in un "eden" gli sfortunati con sofferenze psichiche ha determinato, per mancanza di una programmazione di riorganizzazione dell'assistenza psichiatrica diligente e seria, caos, disagio, dilemmi angosciosi ed allucinanti, travagli fisici e morali a coloro che con la malattia convivono ed alle loro famiglie. Tutto ciò per la impossibilità nonché incapacità di gestire i propri congiunti ammalati, riducendo notevolmente la possibilità del singolo ammalato ad integrarsi nel mondo che lo circonda.

La famiglia italiana, in genere, è in pericolo anche se non direttamente coinvolta nel problema.

 

 

 

 

 

 

2. In presenza di queste situazioni dove mancano certezze, cosa propone l'Associazione?

 

Non ci stanchiamo di evidenziare il problema che è grave ed urgente.

Abbiamo la convinzione morale di contribuire affinché venga riconosciuto, perché palesemente negato, un sacrosanto diritto al cittadino debole e fragile (la Costituzione Italiana agli artt. 2 - 3 - 32 è molto chiara; così come la "Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo" delle Nazioni Unite, la "Convenzione Europea per la protezione dei diritti dell'uomo", il "Trattato di Amsterdam"). Questi documenti fissano precisi divieti di comportamento lesivi della persona umana ad ogni effetto globalmente riconosciuti nella sfera giuridico - personale di uomini.

Tenuto conto del marasma ch'è in atto, non si intravede miglior soluzione - anche per ragioni economiche di bilancio pubblico - che quella di vedere ristrutturati, ripuliti, ammodernizzati, rinnovati fino al 2010 (in attesa di vedere quelle plus-sventolate strutture intermedie ed alternative) gli ex-manicomi, dove l'aria, lo spazio, il verde, l'ossigeno consentivano una vivibilità ed una tutela che non potrà mai essere sostituita dalle chiacchiere o nella migliore delle ipotesi da "una gabbia dorata" dove il malato, il vero malato, si porta sempre dentro la propria croce.

Questo lo abbiamo proposto nella Petizione che abbiamo inoltrato ai due rami del Parlamento, al Governo ed al Parlamento Europeo.

Non è un ritorno indietro, come qualcuno vuole affermare.

Non si deve più tornare a quelle gestioni.

Non è azzardato dire, comunque, che lo scandalo dei "manicomi" non era nelle sole mura ... ma forse in chi le gestiva!

 

 

 

 

 

 

3. A questo punto cosa è lecito sperare?

La nostra speranza è che il Parlamento Italiano (ed Europeo) provvedano ad approvare una legge-quadro, una normativa che dia adeguata soluzione a tale ambito sanitario a tutela dei diritti dei malati e nell'interesse della collettività.

Una legislazione adeguata, efficace, chiara e categorica, libera da forme di burocratismo che ne svilisce l'applicazione. Il nostro appello continua ad elevarsi persistente e fiducioso perché non si può ignorare quella attenzione preferenziale per chi è più debole ed indifeso: fondamentale esigenza evangelica per noi cristiani, sentimento di autentica umanità per il comune cittadino.

Invitiamo i cittadini, le famiglie e, soprattutto, le Associazioni che vogliono seriamente ed autenticamente "difendere" gli ammalati, ad inviare sollecitazioni, suggerimenti e proposte alle Commissioni, per la Petizione:

n. 714 alla 12ª Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati - 00186 ROMA
n. 520 alla 12ª Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica - 00186 ROMA
n. 146/99 alla Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo L - 2929 LUXEMBURGO
alla Presidente del Parlamento Europeo Palais d'Europe 67006 STRASBURGO

 

 
 

 

 

 

4. La legge Basaglia ha posto fine all'istituzione manicomiale sanzionando che il malato di mente è un malato da curare e non da segregare e che il "manicomio" non è un luogo di cura ma un'istituzione totale da abbattere. Quali sono le valutazioni consequenziali considerate dall'Associazione "Cristiani per servire"?

Che il " manicomio " non sia stato un luogo di cura così com'era strutturato l'ospedale psichiatrico è ormai conosciuto da tutti.

E' necessario, però, valutare che non tutte le colpe devono essere addebitate a quelle "mura" dove le condizioni dei degenti non erano supportate da strutture e da servizi rispondenti alle loro necessità, ma da chi le gestiva!

Continue erano le violazioni alle normative ed ai diritti degli stessi perpetrate in maniera persistente. Pensiamo alle condizioni igienico - sanitarie alquanto precarie, pensiamo ai degenti legati ai letti di contenzione, alle camicie di forza, alle promiscuità, ai psicofarmaci specie "retard", all'uso ed abuso della terapia dell'elettroshock, della lobotomia ed a quanto ha "imperversato" in quei lunghi stanzoni o buie camerette dove vivevano molte persone ammassate ed in condizioni igieniche disumane.

Poi la legge 180, "ispirata" dal Prof. Franco Basaglia, vietò la costruzione di nuovi "manicomi" e decretò la progressiva chiusura di quelli esistenti, istituendo reparti di psichiatria all'interno degli ospedali generali, prevedendo ricoveri coatti solo per i casi eccezionali e per periodi minimi, previsti dalla legge (7 giorni), ed avviando i Servizi di Salute Mentale alternativi al "manicomio".

Una svolta storica nell'assistenza psichiatrica, cancellando l'attribuzione della pericolosità del "pazzo" e del suo internamento, con la convinzione del suo recupero sociale. Praticamente umanizzando la metodologia e sostituendo ad una gestione "violenta" fin qui perseguita quella più "confacente" a riconoscere al "soggetto malato" diritti umanitari.

Fino a quel momento si era verificato un fatto d'inciviltà, di repressione, di segregazione: un periodo nero della storia della medicina psichiatrica!

Ma c'è da domandarsi: perché nessuno ricerca le responsabilità di quelle drammatiche ed incivili situazioni? Perché nessuno, ancora oggi, interviene a far luce su quei periodi bui in cui vivevano, o vivono, questi "ultimi fra gli ultimi"?

In un momento in cui il problema della disabilità mentale è ritenuto esautorato dalle Istituzioni, perché nessuna voce si leva a difesa di questi "cenerentoli" della sanità che continuano ad essere ignorati?

Abbiamo sempre espresso perplessità sulla immediatezza della chiusura degli ex-ospedali psichiatrici, siano essi normali o giudiziari senza provvedere ad attuare adeguate strutture intermedie ed alternative limitandosi ad offrire soluzioni precarie in quasi tutte le Regioni (cfr. la nostra Petizione).

Infatti le Opere Caritative Cattoliche, private od altri Enti non specificatamente "attrezzati" hanno accolto parte dei dismittendi, alcuni sono rientrati nella famiglie d'origine, altri sono morti perché non sopportavano il loro nuovo status vivendi, mentre nelle altre famiglie sono rimasti quelli estromessi dalla legge basagliana.

A fronte dei tristi episodi che avvengono ogni giorno, o quasi, dettati da menti psichicamente instabili, è ormai evidente quanto sia delicata e pericolosa la sindrome delle turbe psichiche non solo nei già colpiti, ma aumentano a ritmo vertiginoso a livello sociale specie fra i giovani.

Ribadiamo quanto sempre affermiamo: finché le Istituzioni non offriranno e garantiranno strutture atte ed adatte alle diagnosi, alle cure, alle terapie, agli inserimenti sociali di questi "disgraziati della vita", fin quando non verranno riconosciuti di fatto i diritti loro spettanti, la nostra Associazione sarà in trincea per far valere a voce forte queste motivazioni e necessità che costituiscono una direttrice fondamentale rispondente a criteri di civiltà e di solidarietà. Abbiamo presentato in Parlamento una Petizione che invitiamo a "guardare" nel sito ed attendiamo da tutti, specie dalle Associazioni che difendono la categoria di questi non privilegiati, un gesto di solidarietà sociale ed un atto di carità cristiana nell'appoggiare quanto chiediamo, che è anche l'eco di una frastornata opinione pubblica, che vuol essere un avvio per realizzare concrete regole giuridiche da parte del legislatore, mentre lasciamo alla comunità scientifica la pertinenza ad offrire alle Istituzioni il loro contributo per la cura della salute mentale.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
5. Cosa sono le Residenze Sanitarie Assistenziali in cui possono trovare assistenza sanitaria i malati di mente?

La Residenza Sanitaria Assistenziale è il presidio sanitario extra ospedaliero inserito nella rete dipartimentale dei servizi socio-sanitari e di riabilitazione, nucleo operativo assistenziale per gli anziani, disabili e malati psichici.

Le prestazioni sanitarie dirette al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni psichiche, sono erogate dalla AUSL di appartenenza attraverso i propri servizi. Qualora quest'ultima non sia in grado direttamente di fornire il servizio, si può provvedere con istituti esistenti nella Regione in cui abita l'utente od anche in altri aventi i requisiti stabiliti dalla legge n. 833 art. 26.

La RSA fornisce prestazioni sanitarie (terapia fisica e prestazioni riabilitative) socioassistenziali (socializzazione) e sono ospitati presso la struttura anziani affetti da patologie neurologiche, psico organiche e necessitanti di trattamenti riabilitativi e continuativi non erogabili nelle residenze protette.

La richiesta di ammissione nella RSA da parte del medico deve precisare lo stato psichico del malato e l'impossibilità di garantire un'adeguata assistenza sanitaria domiciliare, com'è nel Progetto Obiettivo "Tutela della salute degli anziani" del 30/01/1992 (cfr. nel sito 'Suggerimenti e commenti').

 

 

Ringraziamo l'agenzia di stampa SIR per avere segnalato questo sito

| Home page | News Gennaio | News Febbraio | News Marzo | News Aprile | News Maggio | News Giugno | News Luglio | News Agosto | News Settembre | News Ottobre | News Novembre | Preghiera| Rendiconto 1999 | Faq | Forum | Comunità | Nel guado tra salute e speranza |