FanFiction - Nel bisogno

 "NEL BISOGNO"
tradotta da Taty

Riassunto: Liz Parker è una ingenua studentessa diplomata che non ha mai avuto un fidanzato. Le sue amiche cercano di farle un favore per il suo 23esimo compleanno ed affittano un accompagnatore come suo appuntamento per la serata. Il resto… dovete leggerlo da voi!

Traduttrice: Taty

Titolo originale: In need

Autrice: CarenicoleIQ

Fonte: www.roswellfanatics.net

Capitolo 7

Max e Liz tornarono entrambe ai loro tavoli e Sean era sempre più deciso a far funzionare il suo piano. Stava quasi per fingere di avere intravisto Max al tavolo con Tess quando Liz, "accidentalmente", catturò la sua attenzione e cominciò a fargli delle domande. Sean rimase così sorpreso dall'improvvisa attenzione della ragazza che non notò che Max e Tess stavano lasciando il ristorante. Se ne rese conto tardi, quando ormai sarebbe sembrato molto strano avvicinarsi a loro ormai all'uscita. Avrebbe dovuto aspettare di fare la sua mossa al club. Era determinato a far conoscere a Liz la verità su Max Evans e lo avrebbe fatto quella sera... e lui, Sean DeLuca, sarebbe stato lì per raccogliere i cocci del cuore spezzato di Liz.

**** 

Liz sapeva che l'unico modo per tenere a bada Sean era quello di distrarlo. Si sentì in colpa per non aver mantenuto la promessa fatta a Max, e nonostante odiasse quell'idea, era convinta nel cercare di tenere occupato Sean solo per far sì che quello che aveva in mente non andasse in porto. Ma non era sicura di potercela fare. Finita la cena, il gruppo si trasferì al Ricocco Theater. A parte tutto, anche la cattiva compagnia, Liz si rese conto che il posto le piaceva. Il locale era stato creato in un vecchio cinema, dove c'erano due sale. Una di quelle era ancora in funzione, solo che al posto delle classiche poltroncine, c'erano tavoli e sedie. Questa sala era anche dotata di altoparlanti ad ogni tavolo, in modo che se si voleva ascoltare il film era possibile farlo; diversamente bastava spegnere l'altoparlante. Era un'idea davvero carina. L'altra sala del vecchio cinema, invece, era stata trasformata in una pista da ballo. La musica suonava ad alto volume e la sala era stracolma di gente. A Liz sarebbe piaciuto stare lì con Max, poter ballare con lui, stringersi a lui... i suoi pensieri furono interrotti da Sean che stava dicendo di aver visto qualcuno che conosceva. Prima che Liz potesse capire cosa stava succedendo, fu trascinata al bar da Sean, che le aveva afferrato la mano. Liz non riuscì a dire a Sean di tenere giù le mani e mentre veniva trascinata via, cercò con lo sguardo Maria o Isabel, ma le due ragazze erano impegnate in altre cose per notarla. Come ci si poteva immaginare, il "qualcuno" che Sean aveva visto, altri non era che Max. Se solo Liz avesse potuto pensare chiaramente, avrebbe capito subito quello Sean stava facendo. Ma ora non poteva più fermarlo e fu presa dalla curiosità di vedere quello che sarebbe successo. Cosa aveva in mente di fare Sean?
"Max Evans... e l'adorabile Tess" disse Sean, facendo finta di essere sorpreso. "E' bello vedervi qui. Ma voi venite spesso da queste parti." continuò, implicando intenzionalmente il fatto che fosse una cosa che Max e Tess facevano di frequente. Ora i pezzi del puzzle cominciavano ad unirsi. Sean stava cercando di far apparire Max falso nei confronti di Liz. Liz non battè ciglio. "Posso capire il perchè veniate spesso qui. Questo posto è fantastico." commentò. Max dovette trattenere il sorriso nel vedere la faccia stupita di Sean nel sentire il commento di Liz. Sean si aspettava una reazione completamente diversa da Liz. La ragazza non sembrava nè sorpresa nè gelosa. "Ehm... Liz" disse, spostandosi per metterle un braccio attorno alla vita "Ma tu e Max non vi conoscete già?" Liz alzò gli occhi al cielo e velocemente evitò che Sean la sfiorasse. Non era un ragazzo molto intelligente. Era talmente ovvio quello che stava cercando di fare, che Liz non si sarebbe lasciata coinvolgere in quella situazione, non l'avrebbe permesso "Beh.. si. Possiamo dire che io e Max siamo amici". Max alzò le sopracciglia ed espresse con lo sguardo la sua domanda 'amici?' Liz vide il suo sguardo interrogativo e gli strizzò l'occhio. "Credevo tu avessi un ragazzo?" le chiese Sean, ormai confuso. Era sicuro che Liz fosse la ragazza di Max. Maria gli aveva detto che Liz non era disponibile. "E' per questo motivo che io e Max siamo amici" rispose Liz. Tecnicamente non era una bugia. Lei e Max erano davvero amici; lui era diventato il suo migliore amico. Ma Sean non aveva bisogno di sapere che c'era dell'altro nella loro "amicizia". Tess, che fino a quel momento era rimasta lì silenziosa, d'improvviso aprì bocca "Max, caro, ho sete. Vammi a prendere un drink" gli disse. Liz si meravigliò per il modo in cui Tess gli aveva ordinato di farlo. Non glielo aveva nemmeno chiesto gentilmente. Questo la faceva star male. Max non disse nulla... andò solo al bar a prendere il drink. "Sai, anch'io ho sete" disse Liz subito dopo che Max se ne fu andato. "Andrò a prendermi anch'io qualcosa da bere." E lasciò Sean con Tess e si mise a cercare Max. Lo trovò in fila davanti al bar, gli si avvicinò e sussurrò: "Vediamoci qui fra dieci minuti". Fu tutto quello che disse. Max annuì e prima che potesse girarsi a guardarla, lei era sparita. Tornò in fretta da Tess e le diede il suo drink. La donna stava ancora parlando con Sean, che sembrava completamente stordito da quello che gli stava dicendo, che a malapena sentirono Max dire che andava al bagno. Max tornò verso il bar. Anche se il locale era affollatissimo, notò subito Liz. Sorrise nel vederla in piedi, con la schiena appoggiata al muro, che si guardava attorno mentre lo aspettava. Stava per raggiungerla quando vide un ragazzo avvicinarsi a lei. Iniziò a parlarle, gesticolando con le mani, mentre Liz scuoteva la testa e tornava a guardarsi intorno per vedere Max. Il ragazzo stava diventando insistente, Liz gli aveva detto no già due volte, ma nonostante tutto non demordeva. Max guardò il ragazzo fare un passo in avanti verso Liz e fu proprio il momento che finalmente la raggiunse attraverso la folla.  "Ha detto NO grazie" disse Max, andandole a fianco e mettendole un braccio sulle spalle. "Scusa, amico, non sapevo che fosse con te" fu la risposta del ragazzo prima di andarsene. Liz si illuminò: "Mio eroe" disse con un sospiro. Max sorrise. "Ah... pensavo di essere solo un tuo amico." scherzò. "Max... l'ho solo detto perchè..." ma lui la interruppe appoggiando le sue labbra su quelle di Liz. Lei era come una droga per lui ed ora aveva bisogno della sua dose. Quando si allontanarono, entrambe si guardarono istintivamente attorno per cercare un posto un po' più appartato per continuare quello che avevano appena cominciato. Trovarono una porta aperta nelle vicinanze. All'interno, c'era una scala che conduceva alla sala di proiezione. Rimasero nel pianerottolo, sapendo benissimo che non avevano molto tempo. I loro baci erano appassionati ed affamati e dato il posto e il fatto che potevano essere sorpresi, tutto sembrava un po' pericoloso. Liz sentì uno strano brivido a quel pensiero. Il fattore pericolo sembrava stimolarli. Le mani di Liz si fecero strada all'interno della giacca di Max e presto le sue dita si ritrovarono a strattonare la camicia per farla uscire dai pantaloni. Voleva disperatamente sentire la sua pelle sotto le sue dita. Mentre Liz continuava a tirare la camicia, la bocca di Max vagava sulla pelle esposta del collo di Liz. Presto si ritrovarono contro la parete, le bocche di nuovo fuse insieme. Qualche forza sconosciuta stava apparentemente guidandoli perchè entrambe non avevano ancora perso il controllo. Mentre Max continuava a baciarla, la sua mano lasciò il territorio neutrale delle spalle, tracciando leggermente il profilo del collo e scendendo ulteriormente fino a sentire la curva del seno. Liz sospirò e si avvicinò di più, incoraggiandolo a muovere la mano dove entrambe volevano che fosse e Max cedette all'invito. Liz gemette al contatto mentre il piacevole dolore nella parte inferiore del suo corpo si intensificava. Liz spostò la gamba, mettendola attorno alla coscia di Max nel tentativo di portarlo sempre più vicino. 
Il bisogno che Max nutriva per Liz gli stava velocemente facendo perdere il controllo. Se non si fossero fermati subito l'avrebbe posseduta sulle scale e non era decisamente il posto adatto per il loro primo incontro intimo. Ma Max sembrava non riuscisse a fermarsi. La mano che non era sul seno stava accarezzando la gamba che si trovava sui suoi fianchi. Era eccitatissimo e il modo in cui Liz si strofinava contro di lui, gemeva e sospirava il suo nome peggiorava solo le cose. Il suono delle voci in cima alle scale, fu sufficiente per farli staccare. Max guardò il viso estasiato di Liz e dovette combattere per non fondere di nuovo le sue labbra con quelle di lei. Le sua labbra erano accese, le sue guance rosse, gli occhi illuminati dalla passione e i suoi bellissimi capelli erano in disordine. Max deglutì a fatica nel vedere il resto. Il petto si alzava e si abbassava rapidamente e poteva vedere i boccioli sodi dei seni attraverso l'abito. La sua gonna era arrotolata in alto sulle cosce, in modo quasi indecente. Buon Dio... lui aveva fatto questo. Fu investito da un'ondata di orgoglio maschile nell'essere stato la causa dell'eccitamento di Liz. "Devo tornare indietro" disse Max riluttante, la sua voce fioca mortificata. Avrebbe voluto rimanere e finire quello che avevano appena cominciato, ma sapeva che non era possibile. Avevano già rischiato molto. Liz annuì ma non fece una sola mossa. Voleva che Max rimanesse e continuasse a fare quello che le stava facendo, ma sapeva che non poteva e non voleva tentarlo. Lo aiutò a rimettersi a posto, riabbottonandogli la camicia e togliendogli il rossetto che gli aveva lasciato sulle labbra e sul collo.
"Verrai da me stanotte?" chiese Max e sentì le mani di Liz posizionarsi sul collo. Il suo tocco era ancora eccitante. 
Liz avrebbe voluto dire di si, ma aveva ancora in mente il suo piano per Sabato. Sapeva che se fosse andata da lui, avrebbero rovinato tutto. E anche se desiderava Max disperatamente, era convinta che quel momento sarebbe stato memorabile e speciale per entrambe. "Io... lo vorrei tanto, ma non posso" gli disse. Liz non voleva guardarlo perchè sapeva che avrebbe visto la delusione sul suo volto. Ma, allo stesso tempo, non poteva non guardarlo. Cercò velocemente di placare quella delusione: "Ci vedremo Sabato e ti prometto che sarà fantastico." L'espressione di Max cambiò, ma non nel modo sperato da Liz. "Liz... per Sabato, io credo che... dovrò lavorare e..." "No... Max l'hai promesso!" disse indietreggiando. "Lo so, tesoro, ma Sean ha detto che non gl'importa se avevo altri piani. Non mi ha dato scelta. Devo rimanere libero Sabato" Max cercò di spiegare che non aveva altre possibilità ma lo sguardo ferito di Liz non scomparve. "Bene" disse "potrò dare a qualcun'altro i biglietti." "No... Liz non farlo..." Liz non lo lasciò finire, era troppo delusa. "Dovresti tornare dal tuo vero appuntamento" gli disse e senza guardarsi indietro, se ne andò. Max rimase a guardarla andare via. Avrebbe voluto sbattere la testa contro il muro. Con la mente rivedeva come, qualche minuto prima, gli occhi di Liz fossero pieni di passione per lui e quanto fossero addolorati ora. Liz si sentì in colpa per essersene andata. Era imbronciata. Sapeva che era infantile e sapeva anche che non era colpa di Max, ma tutti i suoi piani erano ormai falliti. Avrebbe dovuto prepararsi meglio, sapeva che c'era questa possibilità. Ora doveva solo vedere come avrebbe superato anche quell'ostacolo.

*** 
Il giorno dopo Max chiamò Liz in ogni momento libero che aveva, ma non riuscì mai a parlarle. Lasciò almeno quattro messaggi nella segreteria del cellulare ed altri tre in quella a casa. In ogni messaggio si scusava profusamente e le prometteva che avrebbero sistemato le cosse. Le fece recapitare dei fiori, ma nonostante tutto, quando dovette cominciare il suo turno al bar, non l'aveva ancora sentita. Alle undici di quella sera, durante la pausa dal lavoro, Max la chiamò. Sapeva che era tardi, ma solitamente Liz era ancora sveglia. Maria rispose al telefono: "Mi dispiace Max... ehm, Liz è sotto la doccia in questo momento. Ha avuto una giornata pesante al lavoro e sta cercando di rilassarsi. Dovrai aspettare e parlarle domani." "Si... okay... ehm grazie Maria. Dille solo che ho chiamato per augurarle buonanotte." Con disappunto agganciò il telefono e tornò al lavoro. 

*** 

Liz guardò Maria chiudere la conversazione con Max, ed alzò interrogativamente il sopracciglio come a chiedere cosa volesse Max. "Liz, perchè non hai voluto parlargli? Era molto dispiaciuto! Cosa sta succedendo?" "Niente. Non avevo voglia di parlargli, tutto qui." disse Liz, cercando di minimizzare la cosa. Ora fu Maria ad alzare il sopracciglio: "Stai avendo dei ripensamenti riguardo a domani sera o cosa?" chiese Maria. "Perchè sarebbe del tutto inspiegabile che tu te la prendessi con Max." Liz scosse la testa: "Non sto avendo ripensamenti. E' che c'è stato un improvviso cambio di piano... grazie a Sean" borbottò Liz. Maria sapeva quello che Sean aveva fatto e ce l'aveva con suo cugino. Rimasero entrambe sedute in silenzio per un momento prima che Maria avesse un idea... "Hai detto che Max deve aspettare la chiamata di Sean, giusto?" chiese Maria. Liz annuì. "Bene. Ho un'idea..."

*** 

Quando Max si alzò Sabato mattina, la prima cosa che fece fu chiamare Liz. Non le aveva parlato da almeno 48 ore e per loro era un record. Fu Isabel, questa volta, a rispondere al telefono e gli disse che Liz e Maria sarebbero state fuori tutto il giorno. Così Max cercò di chiamarla al cellulare che squillò almeno 15 volte prima che Max riagganciasse. Era ovvio... Liz era ancora arrabbiata e non voleva dargli una possibilità per scusarsi. Deluso, si mise sul divano a guardare degli stupidi cartoni animati, sperando che potessero offuscare il dolore che sentiva in quel momento. Era ancora seduto lì verso mezzogiorno quando il telefono squillò. Max rispose immediatamente: "Pronto?" chiese impaziente, sperando finalmente di sentire la voce di Liz. "Evans... Noto che stavi aspettando con ansia la mia chiamata." disse la voce di Sean dall'altro capo. "Cosa vuoi?" disse Max; non era dell'umore giusto per giocare con Sean. "Ti ho chiamato per l'appuntamento di stasera. La Sig.ra Jenkins vorrebbe passare la serata con te. Vuole che l'accompagni a vedere "Cenerentola". Lo show comincia alle 7.30, quindi andrai a prenderla alle 6.45. Lo spettacolo finirà alla 10.30 così sarai libero presto." Sean smise di parlare e Max potè udire dei rumori di sottofondo e poi Sean dire "OK" e tornò a rivolgersi a lui: "Evans? Sei ancora lì?" chiese Sean. "Si." "Okay... ascolta. Questo è il terzo appuntamento che mi dovevi, quindi dopo stasera... sei libero. Non esisterai mai più per me. Afferrato?" "Certo!" Max non riusciva quasi a credere a quello che aveva sentito. Sean stava rinunciando. "Bene. Ti auguro una vita felice." e con questo Sean riagganciò. Mentre da una parte Max era sollevato, dall'altra si sentiva incredibilmente colpevole. Ovviamente una serata con la Sig.ra Jenkins non sarebbe stata una tortura come con Tess, ma doveva portarla al musical che Liz avrebbe voluto vedere insieme a lui. Sapeva già che questa notizia non sarebbe stata accolta con piacere.

Max continuò a cercare di parlare con Liz per il resto della giornata, ma ebbe fortuna. Alle 6.30 pm. lasciò l'appartamento indossando l'abito che aveva scelto con Liz. Sperava di fermarsi da lei dopo lo spettacolo. Liz doveva parlare con lui e finalmente Max le avrebbe detto che quella parte della sua vita era terminata. La Sig.ra Jenkins stava aspettando Max con il sorriso sul volto. Max andò alla porta e le offrì il braccio mentre si dirigevano al taxi che li stava aspettando. Max aveva scelto di non prendere l'auto di servizio quella sera, non voleva preoccuparsi di riportarla indietro e alla Sig.ra Jenkins sembrava non importare. Durante il tragitto verso il teatro, chiacchierarono amabilmente; la Sig.ra Jenkins chiese a Max come andavano gli studi. Lui la mise al corrente del suo nuovo lavoro al bar, mentre lei gli raccontò gli ultimi pettegolezzi sulle signore del suo club di carte. 

Il loro posti per lo spettacolo erano abbastanza buoni. Max non potè fare a meno di chiedersi dove lui e Liz si sarebbero seduti. "Questi posti sono molto buoni, non ti pare?" commentò la Sig.ra Jenkins. "Si, lo sono. Come ha fatto a trovare i biglietti?" chiese Max. Sapeva che Liz aveva fatto molti sforzi per trovarli. "Oh, beh... il Sig. Deluca mi ha chiamato questa mattina dicendomi che li aveva. Mi ha chiesto se li volevo e mi ha detto che tu saresti stato più che felice di accompagnarmi. Non potevo lasciarmi scappare questa occasione." Gli occhi dell'anziana donna si illuminarono poi lei gli fece l'occhiolino. Max pensò che era tutto molto strano, ma non ebbe l'opportunità di fare altre domande perchè le luci del teatro si spensero e lo spettacolo ebbe inizio. Mentre Max guardava il musical, si trovò a pensare a quale sarebbe stata la reazione di Liz se fosse stata lei a sedergli a fianco. Quando lo spettacolo finì, Max non potè fare a meno di sospirare tristemente; a Liz sarebbe piaciuto moltissimo quello spettacolo, pensò tra sè e sè. "Chi è Liz, caro?" chiese la Sig.ra Jenkins. Max sentì il volto arrossarsi. Aveva pensato ad alta voce. "Liz è la mia... lei è la mia ragazza." ammise. 
La Sig.ra Jenkins sorrise. "E' una ragazza fortunata. Dovresti essere con lei stasera e non con una vecchia signora come me." "Lei non è vecchia" disse Max con un sorriso. "E Liz è... beh, lei è arrabbiata con me in questo momento." "E te lo meriti?" chiese Max rise: "Probabilmente. E' abbastanza complicato da spiegare." "E' sempre complicato, caro. Lo è sempre. Dalle solo un po' di tempo e ti perdonerà" disse la Sig.ra Jenkins

Quando Max l'accompagnò alla porta, le diede il suo numero di telefono: "Mi chiami quando vuole giocare a carte qualche volta. Sarà divertente e non dovrà nemmeno pagarmi." le disse in tono scherzoso; poi le diede un bacio sulla guancia e le augurò una buonanotte. Quando ritornò al taxi, Max ripensò alle parole della Sig.ra Jenkins 'Dalle un po' di tempo...' Per quanto volesse raggiungere Liz il più presto possibile, si rese conto che doveva tenersi lontano fino a che non sarebbe stato più così sconvolto. Così diede all'autista l'indirizzo per portarlo al suo appartamento. 

Max rimase immobile davanti allo stabilimento per un momento, dopo che il taxi l'aveva lasciato davanti a casa sua. Non voleva entrare e rimanere da solo. Specialmente sapendo che Liz era ancora arrabbiata con lui. Con un sospiro, si avviò vero l'entrata. Quando finalmente raggiunse la porta del suo appartamento, fu sorpreso di trovarla aperta. Cautamente aprì la porta e rimase esterrefatto di fronte alla vista che gli apparve di fronte.




Continua…


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