FanFiction - Nel bisogno

 "NEL BISOGNO"
tradotta da Taty

Riassunto: Liz Parker è una ingenua studentessa diplomata che non ha mai avuto un fidanzato. Le sue amiche cercano di farle un favore per il suo 23esimo compleanno ed affittano un accompagnatore come suo appuntamento per la serata. Il resto… dovete leggerlo da voi!

Traduttrice: Taty

Titolo originale: In need

Autrice: CarenicoleIQ

Fonte: www.roswellfanatics.net

Capitolo 4

Liz aprì la porta dell'appartamento più piano possibile. Erano passate le sette del mattino ed era appena tornata dall'appartamento di Max. Si era tolta le scarpe e camminava scalza in punta di piedi per il soggiorno per raggiungere la sua stanza da letto. Stava quasi per raggiungere la porta quando udì una voce: "Elizabeth Parker." Si girò lentamente per ritrovarsi faccia a faccia con Maria, visibilmente scossa. "Oh… hey Maria. Cosa ci fai già alzata così presto di Sabato mattina?" chiese Liz cercando di essere naturale. Forse se avesse fatto la parte dell'innocente, Maria avrebbe lasciato correre, ma ovviamente… non funzionò. "Liz… dimmi che non sei appena tornata dall'appuntamento con Max!" disse Maria. Non aveva bisogno che Liz glielo dicesse; sapeva già che era così perché era andata a controllare la stanza di Liz tre volte durante la notte, ma la ragazza non era nel suo letto. "Maria… non capisco perché tu ne stia facendo un problema" disse Liz alzando le spalle. Tutto in un momento stava avendo dei problemi con l'atteggiamento di Maria. Non riusciva a capire come, un minuto prima, Maria avesse potuto comprarle della biancheria 'nel caso che', mettendole nella borsa anche un preservativo, e un minuto dopo… si comportasse come se fosse sua madre, agendo come se avesse appena commesso l'errore più grave di tutta la sua vita. Alzando gli occhi al cielo e rivolgendoli di nuovo alla sua amica, Liz decise di chiudere quella conversazione prima possibile. Si voltò e proseguì la sua strada verso la camera da letta. Aveva bisogno di farsi una doccia e doveva tornare in laboratorio per finire il lavoro che aveva lasciato in sospeso il giorno prima. Ma Maria era di tutt'altro avviso, non voleva che Liz le lasciasse intendere le cose e la seguì in camera da letto bombardandola immediatamente di domande. "Allora cos'è successo? L'avete fatto? E' stato bello? Ti ha fatto male? Hai passato tutta la notte con lui?" Liz si lasciò cadere sul letto con un sospiro, sapendo che Maria non l'avrebbe lasciata in pace fino a che non fosse riuscita a cavarle dalla bocca qualche informazione, informazioni che Liz non era ancora pronta a condividere. Era ancora tutto così nuovo e speciale per lei per dividerlo con qualcuno, anche se quel qualcuno era la sua migliore amica. "Beh…" alla fine cominciò a parlare, "… non è successo niente che riguardi il sesso. Questo risponde automaticamente a tutte le altre domande. Credo… sì, io sono andata là con l'idea che le cose sarebbero andate in quella direzione, ma non è quello che è successo. Lui si è fermato e mi ha detto che voleva rallentare le cose fino a che non ci fossimo conosciuti meglio. Ed aveva ragione. Per non dire quanto sia stato dolce e sorprendente e… non riesco a trovare altri aggettivi per descriverti tutto quello che è Max. Abbiamo solo parlato fino a che non ci siamo addormentati." Liz sorrise, aveva ancora il capogiro provocato dalla sensazione di essersi svegliata tra le sue braccia. Era stato incredibile. Aveva sempre sognato quel momento della sua vita ed era stato perfetto. Appena sveglio, Max l'aveva baciata per darle il buongiorno e le aveva preparato la colazione. Dopo l'aveva accompagnata fino alla macchina, dove si erano baciati e promessi che si sarebbero rivisti presto. Liz sapeva che se ancora non era innamorata di Max Evans, lo avrebbe fatto molto presto.

***

Kyle Valenti guardava, a bocca aperta, mentre il pallone da basket rimbalzava fuori dallo specchio del tabellone e fuori dal canestro. Max aveva mancato il colpo, e lui non mancava mai un tiro, era un ottimo giocatore di basket. C'era qualcosa che non andava. Max recuperò la palla e la lanciò al suo amico di lunga data, Kyle. Erano amici fin dal liceo, quando insieme giocavano a basket, a football e a baseball. Insieme avevano dominato il reparto di atletica del liceo. Poi, dopo il liceo, avevano ottenuto entrambe la borsa di studio per andare a giocare nella squadra dell'Università, e così avevano sempre mantenuto i contatti per anni. Kyle sapeva tutto di Max e della sua vita. Ora stava per sapere tutto su Max e la sua vita amorosa. "Allora... hai detto che lei è perfetta, eh?" chiese Kyle appena si posizionò per fare il suo tiro. Alzò le mani e tirò il pallone nel canestro e velocemente recuperò la palla e la passò a Max per fargli fare il suo tiro. Rimase a guardarlo mentre Max si preparava per tirare la palla, ma il ragazzo si fermò e guardò Klye con un largo sorriso. "Dire che è Perfetta rasenta solo la superficie, Kyle. Lei è intelligente e divertente e bellissima. Posso parlare con lei di qualsiasi cosa. Tutto viene così naturale quando sono con lei" disse Max. Ma quello era un sospiro? Kyle aveva appena sentito Max sospirare con… o santo cielo… il sospiro era legato alla contentezza. Quello era… un miracolo. Kyle guardò il sorriso di Max e comprese subito che il ragazzo si era completamente dimenticato di trovarsi nel bel mezzo di una partita di basket. Sì… il suo amico era innamorato. Il sorriso di Max, però, sparì e il ragazzò si rabbuiò e la cosa non passò inosservata. Kyle sapeva che c'era qualcosa che non andava. "Allora qual è il problema? Sembra che le cose vadano alla grande." disse Kyle avvicinandosi a Max. "Sei sicuro di volerne parlare? Potrebbe volerci un po' di tempo e sarebbe meglio che ci sedessimo." disse Max. Attraversarono il campo, afferrarono le bottiglie d'acqua che avevano con loro e si sedettero su di una panchina. Max fece un respiro profondo. "So di aver detto che con lei posso parlare di qualsiasi cosa. E mentre questa è una delle parti incredibili… è anche una parte del problema. Voglio dirle ogni cosa; dirle tutto dei miei genitori e delle fatture da pagare e… della mia pessima decisione, ma ho paura di perderla una volta messa al corrente di tutto" ammise. "Max, amico, ascolta. Se Liz è così grande come ragazza come dici, allora non le importerà di tutte queste cose. Anzi, sono sicuro che farà di tutto per aiutarti a venirne fuori. Ma questo non succederà finchè non le dici la verità. Cosa mi dici del lavoro?" Max scosse la testa vergognandosi. "Devo fare ancora tre appuntamenti e poi avrò finito. Deluca mi ha ricattato. Ma devo comunque dirlo a Liz, perché non ho fiducia in Sean. Lui è il cugino della ragazza che divide l'appartamento con Liz. E' per questo che io e Liz ci siamo incontrati, in primo luogo; Maria… la compagna di Liz, ha chiamato Sean e Sean ha dato quella serata a me. Sean era nel mio appartamento, ieri, quando Liz è arrivata e ho visto il modo con cui l'ha guardata. Non è un ragazzo piacevole e non mi importa cosa fa a me, l'importante è che stia alla larga da Liz." Max sospirò di nuovo. "Comunque, non lo rimpiangerò mai per un secondo. Se lo facessi, sarebbe come dire che rimpiango di aver conosciuto Liz. Quello che mi rincresce è di mentirle." "Dille la verità. Dille quanto ti importa di lei e di come ti dispiace di averglielo tenuto nascosto. Se non lo accetterà, allora forse lei non è la ragazza che credi che sia. Ma non lo saprai mai finchè non glielo dirai." Kyle aveva ragione. Anche se aveva una paura folle di perdere Liz, doveva rischiare se voleva che lei diventasse una parte permanente della sua vita.

***

"Allora, dov'è Isabel? Mi sembra di non averla vista da un paio di settimane!" commentò Liz. Lei e Maria stavano trascorrendo una serata tra ragazze, sedute sul divano a guardare un film e mangiando patatite ed altro. "Oh… lei è stata qui attorno, ma tu eri troppo impegnata con il tuo amante per accorgertene" la stuzzicò Maria. "Comunque, seriamente, sta dando di matto con i preparativi del matrimonio. Rimangono solo due mesi ed ha paura che qualcosa vada storto" spiegò Maria. Isabel era una perfezionista. Beh, in realtà non era la parola giusta; Isabel era una nazista in fatto di perfezionismo. Specialmente quando si era ritrovata ad avere a che fare con il matrimodio dei suoi sogni. Aveva pianificato perfettamente ogni cosa. Un minuto dopo che Alex le aveva fatto la proposta, Isabel aveva chiamato e prenotato la chiesa e la sala del ricevimento per una data che era esattamente un anno e due mesi più tardi. Aveva insistito dicendo che le sarebbe occorso tutto quel tempo per finalizzare ogni cosa, anche se aveva già pianificato tutto diversi anni prima. Ora si trattava di mettere tutto insieme. Liz aveva riso e preso in giro Isabel qualche volta, fino a che non aveva realizzato quanto ci volesse per fare un matrimonio. Avere un intero anno era stata una buona idea. Liz ora si stava chiedendo quanto tempo le sarebbe servito per il suo matrimonio con Max. Non appena fece questa riflessione, si fermò. Whoa. Da dove veniva fuori questo pensiero? Lei e Max erano insieme solo da un mese. Questo sì che era un bel salto, non è vero? Cercando di tralasciare i suoi pensieri, Liz riportò la sua attenzione a Maria. "Allora, ogni cosa sta prendendo forma per lei?" chiese. "Sì… e non l'ho mai vista turbata per qualcosa. Mi ha detto che dovremo tornare a riprovarci il vestito. Vuole che proviamo i nostri abiti mentre lei prova il suo, dice che vuole essere sicura che non distraiamo gli invitati con i nostri vestiti." Maria sbuffò "Come se questo fosse possibile." e Liz ridacchiò. I lori occhi tornarono allo schermo della TV proprio mentre cambiava la scena del film che stavano guardando. Il loro attore preferito si stava per togliere la maglietta e Maria stava cominciando ad agitarsi quando il campanello della porta suonò. Liz si alzò velocemente per andare ad aprire la porta e rimase felicemente sorpresa di trovare Max di fronte a lei. "Max…"disse, allungandosi per dargli un bacio di benvenuto. "Cosa ci fai qui?"chiese con un sorriso. "Pensavo uscissi con il tuo amico Kyle stasera." Lui riuscì solo a ricambiare con un mezzo sorriso. "Avevo bisogno di venire per parlarti di qualcosa…, qualcosa di importante." Liz diventò un po' nervosa ed esitante ed iniziò ad essere preoccupata. Qualcosa non andava. "Possiamo parlare nella mia stanza" disse Liz, consapevole degli sguardi di Maria. Max annuì e lasciò che Liz gli prendesse la mano per condurlo nella camera da letto. Il ragazzo salutò brevemente Maria prima che lui e Liz scomparissero nella camera della ragazza.

Max rimase, per un momento, in piedi sulla porta, guardando la stanza di Liz. Non era la prima volta che si trovava lì, ma sarebbe potuta essere l'ultima. Tornò a concentrare la sua attenzione su Liz che si era seduta ai piedi del letto continuando a guardarlo con un'espressione preoccupata sul viso. "Max… c'è qualcosa che non va?" chiese, la sua voce era calma. Liz sembrava così vulnerabile, seduta lì sul letto, che quasi Max perse i nervi. Lui non voleva ferirla e non voleva perderla. Sapeva che la sua vita sarebbe tornata ad essere quella di prima, noiosa e monotona e non voleva questo. Voleva sentirsi nel modo in cui si sentiva con Liz, come se tutto fosse nuovo ed eccitante. Max si sedette vicino a lei sul letto, prendendole la mano nella sua. Rimase in silenzio per un momento, si portò la mano di lei alla bocca e la baciò gentilmente. "Ci sono alcune cose di me che devo dirti, cose di cui è difficile parlare. Mi ci è voluto molto tempo per trovare il coraggio di farlo, quindi… ecco qui." Max si fermò e guardò Liz. Per un momento il suo cuore smise di battere nel vedere quanto amore, supporto ed incoraggiamento c'erano sul viso di Liz. Questo gli diede qualche speranza che forse tutto sarebbe finito per il meglio. Liz gli strinse la mano, spronandolo a parlare, e così Max cominciò. "Quando avevo… uhm, sedici anni, mia m-madre decise che non era felice della sua vita così com'era. Lei voleva viaggiare e vedere nuove cose; così ha lasciato me e mio padre a provvedere a noi stessi. E' stata dura all'inizio ed eravamo persi senza di lei. Chiamava di tanto in tanto per dirci di come le cose le andassero bene ora ed occasionalmente ci inviava qualche cartolina. Dopo un po' ho smesso di sentirmi ferito ed ho cominciato ad essere arrabbiato, e nonostante tutto mio padre era grandioso e di totale sostegno. Otteni la borsa di studio per andare a giocare all'UNM di Las Cruces (N.d.T. credo l'Università di Las Cruces) e così me ne andai dal college. Il primo anno da matricola andò bene, ma durante l'estate… scoprimmo che mio padre… mio padre aveva il cancro. Così decisi di lasciare l'università e di lavorare per aiutare a pagare le fatture. Mio padre riuscì a combattere contro il cancro per due anni, ma alla fine non ce la fece. Tre anni fa lui… è morto." La voce di Max cedette e dovette fermarsi per un secondo.
"Oh, Max… Dio, mi dispiace così tanto. Per tutto… Io..." Max poteva vedere le lacrime formarsi negli occhi di Liz e sentì un dolore acuto nel cuore nel vedere che lei soffriva per quello che la vita gli aveva riservato. Non intendeva renderla triste. "Liz, non è colpa tua. E' che la vita va così, qualche volta." Fece un respiro profondo, doveva continuare, non poteva fermarsi ora. "Dopo la morte di mio padre, rimasi molto sulle mie. Mia madre mi chiamava ancora di tanto in tanto, ma io ero talmente arrabbiato con lei che interruppi i contatti. Non ho più parlato con lei in tre anni, non so nemmeno più dove sia. Sapevo che mio padre voleva che io andassi avanti e così tornai a scuola, ma rimaneva il problema che dovevo trovare un modo per pagare i conti rimasti in sospeso con l'ospedale. Dovevo assolutamente trovare un lavoro e finire la scuola. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era che prima finivo la scuola, prima avrei trovato il denaro per pagare i conti ospedalieri." Max fece un respiro profondo e guardò Liz. "Devi capire che ero disperato e non pensavo chiaramente. Ho fatto il più grande errore della mia vita perché stavo cercando il modo più facile per venirne fuori." Liz capì il rimpianto che era chiaramente scritto sul viso di Max "Di cosa… di cosa si tratta Max? Puoi dirmelo." "Ho intrapreso un lavoro di cui non vado molto fiero, ma pagava bene e prima che me ne rendessi conto, le fatture venivano pagate e mi rimaneva anche il tempo per dedicarmi allo studio. Io…" Liz cominciò a preoccuparsi e si chiese se Max fosse coinvolto in qualcosa di illegale. Che si trattasse di droga? "Io ero… io sono… un accompagnatore. Prendo appuntamenti con le donne per denaro." disse finalmente. Per un secondo Liz era così sollevata che quasi si mise a ridere, questo non era illegale. Ma le ruote del suo cervello cominciarono a girare. Le implicazioni di ciò che Max aveva appena detto… e come includessero anche lei, iniziarono velocemente a prendere forma nella sua testa. "Oh... Mio Dio! E' per questo che mi hai portata fuori quella sera, non è così?" disse Liz, ritirando la sua mano come se si fosse scottata.
"No… cioè… sì… voglio dire che è così che è cominciata. Il cugino di Maria è il mio capo. Maria ha chiamato lui all'ultimo minuto ed io ho preso l'appuntamento. Ma quando ti ho vista… non potevo permettermi che si trattasse di lavoro. Non volevo che si trattasse di lavoro. Te lo giuro. Dio, Liz devi sapere che questo lavoro è il più grosso rimpianto della mia vita. Non sono io, non è quello che sono." Max la stava implorando di capirlo. Velocemente Liz si asciugò le lacrime che stavano scendendo. Lei voleva credere a Max… e lo fece, ma questo non faceva sparire il dolore che stava provando in quel momento. Dolore che proveniva dal fatto che Max le aveva mentito… e anche Maria le aveva mentito. "Max… Io uh, io ho bisogno di un po' di tempo" disse Liz. "Devo pensarci". Max annuì. " Ti capisco. Io… io volevo solo che tu sapessi tutta la verità. E ti aspetterò fino a quando non sarai pronta." Liz annuì, indicando di aver capito ciò che le lui le stava dicendo, e si voltò. Max la guardò, sentendosi sconfitto, poi si girò ed uscì dalla stanza. Non era sicuro di cosa aspettarsi e questo lo faceva soffrire perché non era sua intenzione ferire Liz.

Dopo che Max se n'era andato con un'aria sconfitta, come se avesse perso il suo migliore amico, Maria decise che ora toccava a lei svolgere il suo compito di migliore amica e si avviò per andare a controllare Liz. Bussò alla porta e quando non udì nessuna risposta, entrò lo stesso. Trovò Liz seduta sul letto che piangeva mentre teneva stretto a sé l'orsacchiotto che Max le aveva dato per il loro terzo appuntamento. "Lizzie?" chiese dolcemente. Liz alzò lo sguardo e quando vide Maria, i suoi occhi si riempirono di rabbia ed immediatamente si alzò dal letto. "Tu mi hai mentito!" disse, il dolore e la rabbia nella sua voce erano evidenti. "Cosa?" "Tu mi hai mentito. Il giorno del mio compleanno. Tu non mi avevi detto di aver assunto Max per portarmi fuori, che hai dovuto pagarlo per farmi dare un appuntamento." Immediatamente Maria si sentì in colpa. "Liz… ascolta, devi sapere che noi non avevamo previsto che le cose andassero come sono andate. Volevamo solo farti divertire per una sera. Non ci aspettavamo che il tuo appuntamento avvenisse con un Adone e non ci aspettavamo di certo che con un solo sguardo lui si innamorasse di te. Non avevamo previsto che anche tu ti innamorassi di lui. Lui… lui non ha neanche voluto prendere il denaro per l'appuntamento e so per certo che deve una percentuale all'agenzia per i lavori che svolge. Non avrei mai immaginato che andasse così. Volevo solo che tu iniziassi ad uscire e ho ficcato il naso ovunque… e adesso… e adesso…" Maria era in lacrime e Liz, in piedi di fronte a lei, la guardava. Maria era ovviamente dispiaciuta per quello che aveva fatto, ma non era quello a cui Liz stava pensando.
Max non aveva preso il denaro per l'appuntamento con lei. Max doveva pagare per essere uscito con lei. Per qualche ragione, le fu di sollievo averlo saputo. Liz calmò Maria ed ora erano in grado di parlare razionalmente della situazione. Maria lasciò che parlasse Liz, sapendo che il suo status di amica era già stato messo in dubbio una volta, quella sera. Non aveva bisogno di peggiorare ulteriormente le cose aprendo bocca e magari dicendo la cosa sbagliata. Mentre Liz continuava a parlare della situazione e a cercare di capire il punto di vista di Max, iniziò a realizzare quanto duro fosse stato per lui. E sì… era arrabbiata con lui per averle mentito, ma era più ferita che altro. Il suo orgoglio aveva preso un brutto scossone all'ammissione di Max perché c'era voluto un servizio di accompagnamento a pagamento per trovarle un appuntamento. Questo non faceva per niente bene alla sua auto stima. Liz indossò la maglietta di Max per andare a letto, e quando fu circondata dal suo profumo pensò a tutti i momenti incredibili che avevano condiviso. Sapeva che in quei momenti lui non era stato bugiardo. Aveva visto che lui non le stava nascondendo delle cose di proposito, e comunque lei non aveva mai insistito sul suo lavoro. Sospirò… poteva ancora sentire le sue labbra su di lei, essere toccata come nessuno aveva mai fatto prima. Con questi pensieri nella sua mente, Liz prese la sua decisione. Sapeva cosa doveva fare.

***

Max si agitò e si rigirò nel letto per tutta la notte, non riusciva a togliersi dalla testa lo sguardo ferito di Liz. Non voleva ferirla e invece lo aveva fatto, lui era stata la causa del suo dolore. Non era degno di lei e non avrebbe potuto incolparla se avesse deciso di non volerlo più vedere. Stava fissando il soffitto della sua camera, osservando il modo in cui le ombre lasciavano il posto al giorno, quando udì bussare alla porta dell'appartamento. Diede un'occhiata all'orologio e vide che mancava poco alle 6 del mattino. Indossò velocemente una maglietta e si avviò verso la porta. Quando aprì fu sorpreso di vedere una piccola figura dai capelli scuri che si intrufolò nella stanza. Liz. Riusciva solo a guardarla: indossava la sua maglietta e un paio di jeans ed aveva raccolto velocemente i suoi capelli in una coda. C'erano linee di stanchezza sotto i suoi occhi, ma lui non aveva mai visto niente di più bello in tutta la sua vita. Riusciva a stento a credere che lei si trovasse proprio lì, di fronte a lui. Liz sembrava così triste e seria, e questo non gli sembrava un buon segno. Tuttavia non gli importava, se questa era la fine, almeno aveva avuto la possibilità di rivederla un'ultima volta. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Liz: "Non dire nulla. Lasciami solo parlare" cominciò. "Devo dire tutto quello che ho dentro, poi potrai parlare. Io… io sono sconvolta dal fatto che tu mi abbia nascosto la verità. E' difficile costruire una relazione quando non c'è la completa onestà. Mi sono ritrovata a chiedermi se tutta la nostra relazione era reale ed onesta" Guardò Max e lui deglutì a fatica. Eccolo, il momento per cui lui stava cercando di preparsi era arrivato; era il momento del meritato rifiuto. Max non riusciva nemmeno a guardarla quando lei cominciò di nuovo a parlare. Non voleva guardarla in faccia mentre il suo cuore andava in pezzi davanti a lei. "Ho pensato a tutto questo per tutta la notte e ho realizzato che l'unica cosa onesta nella nostra relazione era… era il modo in cui ci sentivamo nello stare insieme. Il modo in cui ancora ci sentiamo." A queste parole Max la guardò in faccia. Lei non lo stava rifiutando, non gli stava dicendo di andare all'inferno, lei… lei si stava avvicinando a lui. Max fece un respiro profondo e dovette lottare contro il desiderio di baciarla. Liz lo guardò, i suoi occhi erano pieni di amore e comprensione "Non sono arrabbiata con te, Max. Mi sento ferita perché non mi hai detto subito la verità, ma capisco che era dura da dire e che la situazione era fuori dal tuo controllo. Hai fatto la cosa giusta dicendomi tutto, perché altrimenti le cose non sarebbero mai andate avanti finchè tu non l'avessi fatto. Il fatto è… che voglio stare con te e non m'importa dei tuori errori passati. Tutto quello di cui mi importa ora… è il nostro futuro." Max continuò a guardare il viso della donna che amava, se la tirò a sé stringendola. "Lo vuoi davvero?" chiese. Max non riusciva a credere che tutto questo stesse accadendo. Si era convinto di non meritare Liz o il suo perdono che non aveva osato immaginare che tutto si risolvesse in questa maniera. Liz annuì e si strinse ancora di più a Max. "Lo voglio davvero" sussurrò, e per dargli una maggiore prova, si alzò in punta di piedi e gli prese il viso tra le mani, se lo portò più vicino e lo baciò. Con con quel bacio lei riuscì a convogliare tutto… il suo perdono, la sua fiducia, la sua comprensione e la cosa più importante… il suo amore. Max percepì tutto quello che Liz gli stava dicendo baciandolo e ardentemente ricambiò con i suoi sentimenti attraverso il bacio. Quando furono obbligati a separarsi per il bisogno di aria, Max appoggiò la fronte contro quella di Liz, disponendo le sue mani sulla vita di lei. "Grazie…" le disse, mentre i suoi occhi cominciavano a bagnarsi "…per tutto". Liz scosse la testa: "No… grazie a te, per volermi così tanto da prendere questa decisione." Liz gli fece uno stupendo sorriso e lui non riuscì a trattenersi dal baciarla di nuovo.


Continua…


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