FanFiction - Nel bisogno

 "NEL BISOGNO"
tradotta da Taty

Riassunto: Liz Parker è una ingenua studentessa diplomata che non ha mai avuto un fidanzato. Le sue amiche cercano di farle un favore per il suo 23esimo compleanno ed affittano un accompagnatore come suo appuntamento per la serata. Il resto… dovete leggerlo da voi!

Traduttrice: Taty

Titolo originale: In need

Autrice: CarenicoleIQ

Fonte: www.roswellfanatics.net

Capitolo 2 - Il giorno dopo

Max non riusciva a smettere di pensare a Liz Parker. Erano passate meno di 12 ore dal loro appuntamento. Meno di 12 ore da quando lui aveva condiviso con lei quell'incredibile bacio che avesse mai sperimentato. Come poteva concentrarsi su quello che il professore di biologia molecolare stava dicendo. Era veramente troppo. Questa era la ragione per la quale Max se ne stava seduto là, con un grande sorriso da ebete innamorato sul suo viso, mentre circa 30 studenti ed un professore leggermente annoiato lo stavano guardando. "Signor Evans... Signor Evans?" disse qualcuno ad alta voce, intervenendo nei pensieri felici di Max. "C… cosa?" disse Max, velocemente riacquistando l'attenzione. Avvertiva tutti gli sguardi su di lui e sentiva alcune risatine. Era stato beccato ed ora sentiva le sue orecchie diventare rosse. "Mi stavo giusto chiedendo se ci può raccontare quale parte della mia lezione trova così divertente? Sono sicuro che a tutti piacerebbe sapere cosa le ha messo quel sorriso sulla faccia." disse il professor Redder nel suo solito tono.
"Uh... Era la parte dove... Sa, la parte in cui lei parlava del... del uh..." la voce di Max si affievolì. "Era proprio quello che pensavo." rispose Redder con un sospiro irritato. Tornò indietro al diagramma e continuò a parlare con la sua voce monotona. Max cercò in qualche modo di rimanere attento alla lezione. Almeno sarebbe stato in grado di rispondere correttamente alle domande del Dr. Redder nel caso lo avesse chiamato di nuovo. Ma appena l'orologio suonò le 12, Max era già fuori dall'aula. Liz aveva menzionato proprio la sera prima, che solitamente lei non andava a pranzo prima dell'una. Questo gli dava un'ora di tempo per portare a termine il suo piano. Era un tempo sufficiente se si fosse sbrigato.

*****

Liz stava guardando la pila di dati di fronte a lei. Li stava inserendo da settimane ormai, e il compito stava diventando più lungo e molto meno interessante. A quella velocità sarebbe rimasta in laboratorio fino a mezzanotte, sempre che non fosse diventata cieca prima. A parte questo compito noioso, il vero problema era che non riusciva a concentrarsi. Aveva perso tutta la sua concentrazione. Ed era tutta colpa di un affascinante ed incredibilmente stupendo Max Evans. Non riusciva a smettere di pensare a lui. Lo aveva addirittura sognato la notte prima. Tutti i momenti fantastici del loro appuntamento si riaffacciavano alla sua mente. E le sue labbra... Liz era ancora in grado di sentire il modo in cui l'aveva baciata, così dolcemente. Il loro primo bacio era stato molto di più di come aveva immaginato. Tutto il suo corpo fremette al solo pensiero. "Liz... Liz... Terra a Liz Parker!" disse una voce portandola fuori dai suoi sogni ad occhi aperti. Liz alzò lo sguardo per trovare una studentessa davanti alla porta del suo ufficio. "Hey Karen, ti serve qualcosa?" chiese Liz, cercando di riconcentrare la sua attenzione. "Uhm... C'è una persona che vuole vederti. Dice che il suo nome è Max Evans. Marg, al tavolo delle informazioni, non gli vuole dire dove si trova il tuo ufficio fino a che non gli dai il tuo consenso. Potrei…" "Oh mio Dio!" strillò Liz "Max è qui? Oh... dì a Marg di fallo entrare. Io... oh Dio!" Liz era abbastanza agitata. Si alzò dalla scrivania facendo cadere la sedia perché si era alzata velocemente. Karen la guardava con occhi sbarrati. Liz era agitata ed eccitata. Non riusciva a crederci, Liz era sempre così calma e composta. Karen era molto curiosa riguardo a questo Max Evans che sembrava aver fatto sciogliere Liz. Un momento dopo Karen lo vide quando andò al banco delle informazioni. Per un momento rimase semplicemente lì a guardarlo. Non c'era da stupirsi che Liz avesse perso la testa, Max Evans era un vero Adone. Un romantico Adone. Liz Parker era davvero una ragazza fortunata.

Liz non poteva fare a meno di agitarsi mentre lo aspettava. Continuava a girare nel piccolo ufficio spostando alcune cose per dare alla stanza una certa apparenza di ordine. Sussultò appena sentì bussare alla porta. Aprì, alzò lo sguardo e il cuore le si fermò in petto alla vista di Max. Era ancora meglio con la luce del giorno, concluse Liz. E... in una mano teneva un bouquet di fiori e nell'altra un sacchetto di carta con del cibo. "Max..." disse sorridendo. Il sorriso di lui riflettè quello di lei. Per un secondo rimasero lì, sorridendosi a vicenda. E finalmente Max ritrovò la voce. "Volevo sorprenderti, così ho pensato che tu non avessi ancora mangiato e potremmo pranzare insieme. Io… io dovevo rivederti". "Davvero?" chiese Liz. Max annuì e fu ricompensato da un timido sorriso. Ancora una volta rimasero lì a guardarsi, senza che nessuno dei due si muovesse. Il suono di una porta che sbatteva lungo il corridoio li fece sussultare entrambe e Max entrò completamente nell'ufficio. Le offrì il bouquet di fiori con un'espressione contenta; lei lo prese con riconoscenza offrendogli un sorriso smagliante, poi si portò le rose bianche al viso per sentirne il profumo. Max la guardò, momentaneamente paralizzato alla sua vista. "Allora..." Max cominciò a parlare nello stesso momento in cui Liz stava per dire qualcosa. "Prima tu" disse Max. Liz si mordicchiò il labbro mentre sorrideva. "Stavo per dirti grazie. Le rose bianche sono i miei fiori preferiti. E… sono contenta che tu sia venuto perché io... stavo pensando a te prima" ammise con un lieve rossore sulle guance. "Sì... Anch'io… voglio dire, stavo anch'io pensando a te prima e..." Max si fermò e prese fiato prima di parlare nuovamente. "Hai fame? Non ero sicuro di cosa ti sarebbe piaciuto, così ho pensato che potremmo dividere un paio di cose." "Sono affamata. Dimmi cos'hai portato." E Max si mise al lavoro per preparare il loro picnic sulla scrivania di Liz.

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Karen, essendo la persona riservata che era, decise di ascoltare quello che Liz ed il suo Adone si stavano dicendo. Camminò casualmente davanti all'ufficio, cercando di captare qualcosa avvicinandosi alla porta che era rimasta socchiusa. Riusciva a sentire le risate provenire dall'interno della stanza, insieme ad una chiacchierata soffocata e ancora altre risate. Non riuscì a capire cosa i due si stessero dicendo, ma era ovvio che Max la stava facendo ridere. Lui era divertente, romantico, attraente... non aveva pensato che ci fossero ancora ragazzi così nel mondo. La sua curiosità ebbe la meglio su di lei e cercò di vedere cosa stava facendo la coppia. Li vide seduti uno di fronte all'altra, inclinandosi in avanti, entrambe parlando seriamente. Liz stava dicendo qualcosa e Max stava ascoltando con attenzione quando cominciò ad inclinarsi in avanti come Liz. Sentendosi un pochino come un guardone, Karen si allontanò velocemente, non volendo introdursi nel loro momento privato.

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Max non fu più capace di resistere. Liz stava ridendo e il suo viso era illuminato quando si inclinò verso di lui, estendendo un invito. Un invito a cui lui era più che felice di rispondere. Max alzò le sue mani, gentilmente incorniciando il suo viso e premette le sue labbra a quelle di Liz. Tutte le esitazioni sparirono quando Liz rispose ardentemente. Il bacio fu lento e calmo ed entrambe approfittarono dell'opportunità di conoscere il sapore e la sensazione dell'altro. Quando divenne necessario respirare, i due si allontanarono, entrambe respirando a fatica. Max inclinò la fronte contro quella di Liz, le dita di lui accarezzando gentilmente il viso di lei. "Guarda cosa mi fai." disse Max ridacchiando dolcemente. Liz si mordicchiò gentilmente il suo labbro, combattendo contro il desiderio di baciarlo ancora. Non vedeva cosa lui faceva a lei? "Max..." la voce di Liz lo supplicò dolcemente e le labbra di Max furono di nuovo sulle sue. Max fu molto riluttante nel dover lasciare l'ufficio 15 minuti più tardi. Sarebbe potuto rimanere lì tutto il giorno solo per baciarla e guardarla, ma sapeva che lei doveva lavorare. La sola consolazione per lui fu quella di accordarsi per andarla a prendere per un altro appuntamento quella stessa sera. Fu felice di concludere quel pranzo con un successo. Liz tornò a sedersi alla sua scrivania dopo che Max fu uscito e guardò la sedia vuota di fronte a lei. Non riuscì a trattenere un sospiro, che uscì dalle sue labbra. Non avrebbe voluto altro che Max fosse rimasto, ma c'era del lavoro da finire e lui sarebbe stato sicuramente una distrazione. Una fantastica distrazione.

****

Liz rimase al settimo cielo per tutto il giorno. Lasciò l'ufficio e tutte le sue carte molto presto per andarsi a preparare per il suo appuntamento con Max. Al suo arrivo all'appartamento, si incontrò per caso con Maria, anche lei appena tornata dal lavoro. "Allora Lizzie, cosa mi dici di me, te una pinta di Ben and Jerry e di una notte per sole ragazze? Voglio sentire tutto quello che è successo la scorsa notte. Dal modo in cui stai ancora sorridendo direi che andata bene." disse Maria con un sorriso luminoso. "Oh, Maria... lo sai che mi piacerebbe molto, ma ho già altri piani per stasera. Max mi sta venendo a prendere per portarmi da qualche parte." "Wow! Si muove in fretta il ragazzo. Ti ha chiamato al lavoro o qualcosa del genere?" Maria era oltre modo curiosa riguardo la notte precedente. Doveva essere stata davvero una bella serata. Non solo Max gli aveva restituito tutti i soldi, ma l'aveva già chiamata per un altro appuntamento. In realtà mi ha chiesto di uscire mentre stavamo pranzando insieme." disse Liz. "Pranzo?" "Sì" disse Liz con un sospiro sognante non appena i suoi pensieri tornarono indietro di alcune ore. "Max è venuto al laboratorio oggi e mi ha portato il pranzo e delle rose bianche. Abbiamo parlato e fatto dei piani per stasera." disse Liz, tralasciando i dettagli personali. Maria non era sicura su cosa dire e seguì Liz nella sua camera da letto mentre pensava ad alcune cose. Non riusciva davvero a credere che tutto questo stesse succedendo. Sapeva che Liz era stata colpita dalla freccia di cupido, le era stato chiaro dal primo sguardo alla faccia di Liz non appena vide Max. Non aveva realizzato quanto fosse penetrata profondamente quella freccia e come fosse lo stesso anche per Max. Era grandioso. Veramente. Lo era sul serio. Maria era totalmente elettrizzata per Liz. C'era solo un piccolo problema. Il lavoro di Max. Liz lo sapeva che lavoro faceva? Maria sospettava che l'amica non ne sapesse niente perché era certa che l'avrebbe disapprovato. Non solo, ma non poteva nemmeno immaginare che Liz rimanesse con lui se avesse continuato quel tipo di lavoro. Le cose non potevano certo procedere in questo modo. Maria concentrò nuovamente la sua attenzione su Liz. Doveva ammettere che la sua amica sembrava veramente felice. Praticamente stava scoppiando dall'eccitazione. Maria non ebbe il cuore di fare la guastafeste dicendole quelle cose di Max. Era da troppo tempo che non vedeva Liz sorridere a quel modo. "Cosa pensi Maria? Pensi che a Max piaccia la camicia rossa o quella verde?" chiese Liz, tenendo in mano le due scelte di fronte a sé. Maria guardò attentamente le due camicie, riflettendo sulla decisione, poi sorrise a Liz: "Beh... a Max probabilmente piaceranno entrambe solo perché tu le indosserai. Ma credo che dovresti indossare quella maglia color crema con il collo a V. Oh, e la tua gonna di cotone. E' casual ma non troppo. Dovrebbe essere perfetta per qualsiasi cosa Max abbia progettato per te." disse finalmente. Maria guardò Liz mentre prendeva gli abiti che le aveva suggerito dall'armadio. Voleva disperatamente che le cose andassero bene per lei e sperava che tutto questo non finisse malamente.

****

In un qualche modo il secondo appuntamento riuscì come il primo, forse dovuto dal fatto che la coppia passò un'ora a baciarsi nell'auto di Max verso la fine della serata. Nessuno dei due riusciva ad averne abbastanza dell'altro. Liz stava velocemente diventando una "drogata" di Max. Quando riuscì a dire questo a Max ridendo tra un bacio e l'altro, Max le assicurò che anche per lui era lo stesso nei suoi confronti. Lui l'accompagnò fino alla porta dell'appartamento e lì trascorse 10 minuti buoni a dirle buonanotte e a prometterle che l'avrebbe chiamata il giorno successivo. Erano passate tre settimane e le cose andavano sempre migliorando. Max e Liz trascorrevano insieme più tempo possibile. Max, a dispetto dei suoi pressanti problemi finanziari, aveva rinunciato a molti degli appuntamenti che gli erano stati offerti durante queste settimane. Non poteva sopportare il pensiero di non vedere Liz o di doversi torturare passando la serata con un'altra donna che assolutamente per lui non significava niente. Sapeva che doveva trovare un altro lavoro, nel frattempo era stato molto attento ad evitare l'argomento lavoro. Non aveva ancora detto niente a Liz al riguardo, era troppo difficile da spiegare. E più lui aspettava, più difficile sarebbe diventato.

Liz era in un perpetuo stato di beatitudine. Canticchiava costantemente canzoni d'amore. C'erano volte in cui iniziava a sorridere improvvisamente, solitamente pensava a qualcosa di dolce che Max aveva fatto. Maria ed Isabel avevano notato entrambe il cambiamento che Liz stava facendo visto che la sua relazione con Max stava continuando. Entrano entrambe felici per lei, ma preoccupate per come le cose sembrassero procedere veloci. Non riuscivano più a vederla, era sempre con Max. Tutte e due sentivano la mancanza della loro amica, che, invece, sembrava non notarlo.

Era venerdì, quasi quattro settimane dalla sera in cui Max e Liz si incontrarono per la prima volta. Liz era nel laboratorio e stava lavorando ad un progetto quando guardò l'orologio. Erano le tre. Velocemente lasciò qualsiasi cosa stesse facendo ed andò nel suo ufficio. Nei giorni in cui lei e Max non potevano incontrarsi per pranzo, lui era solito chiamarla.
Alle 3:05pm in punto, il telefono sulla scrivania di Liz squillò e rapidamente rispose non riuscendo a trattenere il sorriso che apparve sul suo viso. Anche solo sentire il suo respiro al telefono la rendeva felice. "Hey sexy." disse lei rispondendo alla chiamata. "Hey, tu, bellezza" rispose la voce dall'altro capo. Ci fu una pausa e la voce divenne scherzosa. "Senti... speravo di poter parlare con la mia ragazza. Pensi che potrebbe venire al telefono?" "Max..." disse Liz con un risolino. "Liz..." Liz sentì la pelle d'oca formarsi ed estendersi al suo corpo, sentendo il modo con cui lui aveva pronunciato il suo nome. Ci voleva veramente poco a Max per suscitare in lei una reazione. Facendo piccoli respiri, Liz cercò di concentrarsi sulle parole di Max e non solo al suono della sua voce. Parlarono per alcuni istanti della loro giornata e Max la sorprese cambiando improvvisamente argomento. "Allora… cosa stai indossando?" le chiese. Max riusciva a vedere la vampata di rossore avanzare lentamente sul corpo di Liz alla sua domanda. Avrebbe voluto essere là per vederlo di persona invece che immaginarselo solamente. "Max..." disse con un risolino nervoso. "Ti dirò cosa indosso io se lo fai anche tu" la stuzzicò un po' di più. "Inizia tu allora" controbattè Liz facendo ridere Max. "Una camicia blu sbottonata e un paio di pantaloni khaky. Oh e uh... boxer grigi" aggiunse allusivamente. "E' il tuo turno." le disse, di nuovo la sua voce normale. I pensieri di Max e di un paio di boxer grigi fecero per un attimo sviare Liz, ma rispose "Uhm... ok." Sapeva che le sue guance erano diventate rosa. "Io indosso una maglia rosa e dei pantaloni grigi." "E?" chiese Max. "E cosa?" "Non mi hai detto che biancheria c'è sotto la tua maglia" le disse. Questa volta quando lei pronunciò il suo nome, Max sentì stringersi il petto. Voleva davvero essere con lei… essere in grado di baciarla. "Vieni stasera!" disse Max improvvisamente. "Vuoi dire a casa tua?" chiese Liz, leggermente sorpresa dell'invito. "Si... io uh, io ti preparerò la cena e potremo guardare un film o… qualcosa" suggerì lui Liz era interessata al commento 'o qualcosa'. "Suona bene. A che ora vuoi… che venga?" chiese, parlando nervosamente. Non era ancora stata nell'appartamento di Max. "Che ne dici delle sei e mezza?" "Sicuro. Vuoi che porti qualcosa?" "Solo tu. E' tutto quello che voglio" le disse ed immaginò le guance di lei mentre diventavano di nuovo rosse. "Non vedo l'ora di vederti" disse Liz. "Anch'io" "Ciao Max." Liz riagganciò il telefono e fece un respiro profondo. Cena a casa di Max. Non era sicura di cosa pensare. Fin dove si sarebbero spinti? Fino a questo punto si erano solo baciati, Max non aveva provato a fare altro. Liz si ritrovò a sperare che quella sera le cose fossero cambiate. Lei era pronta per qualcosa di più.


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