Echi di Costalta

ABBIAMO UN PRETE A COSTALTA!!!

"La Parrocchia, nel suo concetto soprannaturale, è una famiglia, il cui padre è Dio. Ogni famiglia ha un capo ed è composta di membri, ha la sua casa dove arde un focolare e dove essa tiene le sue riunioni." (Visdende, dicembre 1943).
La canonica di Costalta, testimone di tanti eventi storici, tra i quali le due visite del Santo Padre Giovanni Paolo II, dopo ventitré anni, di nuovo dà alloggio ad un sacerdote, il quale dal 4 maggio è stato mandato da S.E. Vescovo Vincenzo Savio per cura pastorale della popolazione di Costalta.
Quel prete sono io: Don Waldemar. Alcuni di voi mi conoscono già, perché l'anno scorso venivo a Costalta per preparare i ragazzi delle medie alla Cresima.
Per coloro che non mi conoscono ancora, voglio fare una breve presentazione.
Sono un sacerdote polacco, salesiano e da un anno lavoro nel Comelico. Dall'ottobre dell'anno scorso abitavo a S. Stefano e seguivo come cappellano le parrocchie di S. Stefano e di Costalissoio. Non sono il vostro parroco, lo è don Maurizio Doriguzzi, parroco di Campolongo, ma, per volontà del Signore e dei miei Superiori, ho il piacere di stare tra di voi e di accompagnarvi nel vostro cammino spirituale.
Dal '43 Costalta ha sempre avuto un parroco, ma per un periodo abbastanza lungo non aveva stabilmente un sacerdote nel paese. Malgrado questo, siete stati capaci di tenere viva la vostra fede e le espressioni della vostra fede. Vi siete dati da fare, non vi siete scoraggiati, avete preso in mano tante responsabilità. Ora che c'è un prete nel paese spero che non vi tirerete indietro e che con ottimismo cercherete la collaborazione, perché, come abbiamo detto all'inizio, siamo una famiglia e in una famiglia ci si aiuta. Mi sento vostro fratello che vuole mettere a disposizione di TUTTI le sue doti per un unico scopo: LA SALVEZZA DELLE ANIME A PERENNE GLORIA DI DIO.
Sull'immaginetta-ricordo della mia ordinazione sacerdotale, avvenuta ormai dieci anni fa, ho riportato le parole di S. Francesco: "Signore, fa' di me uno strumento della tua pace, del tuo Amore". Il mio sacerdozio ed anche il mio operare tra di voi voglio vivere proprio con questo spirito.
Sono cosciente dei miei limiti e delle mie mancanze. Forse il mio modo di fare non piacerà a tutti, è normale, perchè non è ancora nato uno che abbia accontentato tutti. Una cosa sola voglio dire: mai farò volontariamente una cosa per allontanare qualcuno dal Signore, per escludere qualcuno, per fare divisioni. Vi chiedo anche di avere pazienza, perché il vostro ambiente è per me nuovo. Finora ho sempre vissuto in città, ho lavorato negli oratori con tanti giovani. Ho bisogno di tempo per capirvi, conoscere meglio il vostro modo di pensare e di vedere il mondo e poi devo imparare il vostro dialetto per sentirmi davvero uno di famiglia.
Ancora una volta voglio ringraziarvi per l'accoglienza che mi avete fatto, per l'aiuto nel mettere la canonica a posto, per le pulizie che ogni settimana fanno diverse signore, per i soldi raccolti per comprare la lavatrice ed altre cose necessarie per la vita quotidiana.
Affido tutti voi e questo nostro camminare insieme a Maria Ausiliatrice, a S. Anna e a Don Bosco: siano loro i nostri protettori e le nostre guide sulla strada della santità. SANE.
d. Waldemar


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"ECHI DI COSTALTA - Ottobre 2003"

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