Case di legno

L'uso del legno come materiale di costruzione di case e fienili ha caratterizzato l'intera area del Cadore per oltre due millenni.
Nel paese di Costalta piú di trenta edifici testimoniano l'antica tecnica costruttiva, che poteva contare sull'esperienza di alcuni maestri carpentieri, che trasmettevano le conoscenze specifiche a figli ed aiutanti, Oggetto di studio e di descrizione fin dai primi anni del Novecento, da parte di geografi e viaggiatori (si veda ad esempio O.Marinelli, I limiti altimetrici del Comelico, 1907), la casa di legno viene così descritta da Alessandro Cuccagna:
'Distinguiamo ne1la dimora tipica del Comelico, originariamente unitaria, due sottotipi:
a) una costruzione interamente in legno, di tronchi squadrati e incastrati agli spigoli (Blockbau), con in muratura solo un modesto zoccolo;
b) una costruzione parte in muratura e parte in legno sempre con la tecnica del Blockbau. In quest'ultimo caso la parte in muratura può limitarsi ad un seminterrato, adibito a cantina, che non copre mai la superficie dei piani superiori e che è comunissimo nelle costruzioni sorte in pendio; oppure può comprendere anche il retro del pianterreno, là dove la casa s'appoggia al declivio- o ancora può estendersi a tutto il pianterreno; infine, in qualche caso, può riguardare pure il primo piano dell'abitazione. Peccherebbe, a mio avviso, di superficialità chi considerasse indiscriminatamente il secondo sottotipo (al quale appartengono gran parte degli esempi sopravvissuti) come una variante recente del primo. Recente è senza dubbio la casa che estende la muratura al primo piano, mentre l'uso della pietra nel seminterrato e nella parte posteriore del pianterreno deve essere piuttosto antico, perché utile quando si tratta di costruzioni sorte in forte pendio e soprattutto su terreni filladici, ben poco permeabili e perciò particolarmente umidi.
Poiché la dimora sorge quasi sempre in pendio, l'ingresso dell'abitazione si trova comunemente a pianterreno e di fianco, sul lato meno esposto. E' questa, dell'ingresso a fianco, la soluzione tecnicamente più semplice, perché evita la costruzione di rampe o scale esterne. La porta immette in un corridoio, da quale si entra nella cucina, nel tinello (stua) e, in qualche caso, nella cantina.
La cucina sta di norma a monte dei corridoio, quindi a sinistra di chi entra. A valle del corridoio sta la stua, che negli esempi più puri è all'interno tutta rivestita di tavole lignee, piallate e verniciate. Essa è l'ambiente in cui, durante la cattiva stagione, si passa la maggior parte de1le ore e per il quale si sceglie l'angolo meglio esposto della casa. Era caratterizzata dalla presenza di una grande stufa a volta (forno). Là dove la casa è sorta su terreni pianeggianti o in debolissimo pendio, l'ingresso può essere al centro della facciata, sotto l'apice del tetto. In tali casi il corridoio corre parallelo ai lati lunghi dell'edificio. Sempre gli ambienti del pianterreno erano caratterizzati da finestre assai piccole, munite di inferriate. Una scala lignea interna porta ai piani superiori, che ripetono la pianta del pianterreno, ma ospitano per lo più stanze da letto, L'ampio sottotetto (sofita) è quasi sempre chiuso con tavole, tuttavia non mancano gli esempi di sottotetto aperto, che ci avvertono che forse nel passato era la chiusura ad essere eccezionale. Il tetto, a due spioventi molto ampi e debolmente inclinati, aveva la copertura in scandole. Solo in pochi esempi si riscontra un piccolo spiovente sulla facciata, che accenna al mezzo padiglione. Non frequente è l'abbaino (luminal), coperto da un tettuccio ad uno o due spioventi. La grondaia tipica è in legno (goma)."
Uno studio articolato e corredato di fotografie e planimetrie delle case di legno è contenuto nell'opera di Edoardo Gellner, Architettura rurale nelle Dolomiti Venete. Riferendosi a Costalta l'autore scrive: "Nel Comelico sono ancora conservati non pochi campioni della sedimentazione edilizia rurale più antica soprattutto a Costalta, case costruite (tranne il piano basale in muro) integralmente in legno, con la tecnica antichissima "a castello" (Blockbau). Una tecnica che impone cellule di pianta quadrata o vicino al quadrato e concede minime oscillazioni dimensionali, per la lunghezza standardizzata dei tronchi da squadrare, fissata fin dal taglio del legname da opera nei boschi".
Gellner ed i ricercatori che hanno documentato gli antichi edifici della Ladinia bellunese portano ad esempio alcune case di Costalta. "Di particolare interesse la casa più piccola, ad atrio centrale e due sole cellule abitative per piano; è bifamiliare e a tre livelli: al seminterrato murato le due cucine, poi le due stue e piu' su ancora le due camere, gli atri sono in comune ed il disimpegno verticale è per la scala interna. La casa è stata costruita negli anni 1848/49 ed ha la particolare caratteristica di una stufa ad alimentazione dall'alperto".
Gellner osserva cha a Costalta si è continuato a costruire in legno ben oltre gli anni del "Rifabbrico" degli altri paesi del Comelico.
''L'insistere nell'uso di un materiale da costruzione messo al bando troverebbe giustificazione nella stabilità precaria del suolo di Costalta: una casa in legno significa minor carico sul terreno e per di più eliminazione dei rischi di lesione."
Le considerazioni dell'architetto Gellner possono essere lette come un richiamo a ripensare le tecniche di costruzione anche per nuove abitazioni: perché non tornare alla tradizione delle case in travi di legno?


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"COSTALTA, UN PAESE DI LEGNO"