Il dialetto di Costalta,
che rientra nella grande famiglia del ladino dolomitico,
è stato studiato da illustri linguisti del passato,
come Graziadio Isaia Ascoli e Carlo Tagliavini,
ma ancora oggi è vivo!

Cominciamo con una citazione... curiosa:
"Nel dialetto si conservano qui parole arcaiche, sparite negli altri villaggi; forse questo attaccamento al passato, questa patriarcale semplicità dei paesani ha procurato a Costalta l'uguale destino di Cibiana per l'intero Cadore, di Cuneo per il Piemonte.
Ogni storiella che si racconta in Comelico, ogni scemenza è attribuita a quelli di Costalta i quali invece sono ben lontani dal meritarsi queste accuse di eccessiva semplicità"
(C. Tagliavini, Il dialetto del Comelico e Nuovi contributi alla conoscenza del dialetto del Comelico, 1926)
Ristampa anastatica a cura della Comunità Montana del Comelico e Sappada, 1988


Il dialetto oggi
"Il ladino del Comelico è vivo, perché parlato ancora dalla quasi totalità della popolazione. Ma rischia lo svuotamento di significato e l'inevitabile assorbimento nella lingua dominante. Questo pericolo è avvertito in Comelico, in particolare a Costalta, frazione del Comune di San Pietro, che rende visivamente l'idea di attaccamento alla montagna. Come gli abeti dei boschi vicini, le case sembrano affondare le radici, per non scivolare nel ripido pendio su cui il paese è disposto. Le vestigia del passato convivono con il nuovo: una trentina di case in legno, annerite dal sole, il lavatoio pubblico accanto alla vecchia fucina e, dislocati attorno al paese, a gruppi o isolati, decine di fienili. Le nuove generazioni sono cresciute accanto agli anziani: ne hanno raccolto le testimonianze, fissato i ricordi, mettendoli per iscritto e pubblicandoli. Tuttavia perché la cultura locale, di cui la lingua è strumento principale, non sia un pezzo d'antiquariato da collocare un giorno in un museo, a Costalta è maturata la proposta di non limitare la ricerca al passato, testimoniato dalla tradizione orale, ma di estenderla alla creazione di testi poetici, racconti, canzoni, che non guardino nostalgicamente al bel tempo andato, ma parlino dell'oggi: le situazioni di vita di questa terra, i sentimenti, le persone. Con la prospettiva di far ridiventare la lingua strumento vivo di un nuovo e coerente rapporto dell'uomo che vive in montagna con il suo ambiente".
(Da La voglia di restare di Lucio Eicher Clere, riportata in "BELLUNO-Viaggio intorno a una provincia - COMELICO", pubblicazione a cura dell'Amministrazione Provinciale di Belluno, Ed. Libreria Pilotto, Feltre)

Il Gruppo Musicale, nel 1989, ha curato la pubblicazione (di cui, sotto, riproduciamo la copertina), Racconti ladini, (in dialetto, con traduzione italiana a fronte), che ha per sottotitolo "Na söra d'inverno ze stua e etre storie in ladin dal Comelgo" (Una sera d'inverno nella stua e altre storie nel ladino del Comelico)


Racconti Ladini - a cura del Gruppo Musicale di Costalta - 1989

Trascriviamo parte della Presentazione (p.7 del volume):
"Senza alcuna pretenziosità, nel gran numero di pubblicazioni che ormai caratterizzano anche le culture locali, il Gruppo musicale di Costalta dà alle stampe i suoi racconti, scritti a più mani. E' un documento, come le precedenti edizioni di libretti e musicassette, che testimonia la vitalità della parlata ladina del Comelico, anche di fronte alla progressiva, pacifica invasione, soprattutto attraverso il mezzo televisivo, della lingua italiana. Ci siamo chiesti spesso che senso abbia oggi affermare l'originalità di un dialetto che, purse ricollegabile alla ladinia alpina, è parlato e compreso da circa 10.000 persone. Non è un quesito disarmante. Analogamente potremmo chiederci, e ce lo chiediamo, se la stessa lingua italiana non perda d'importanza nell'Europa senza frontiere e nella Terra divenuta un villaggio. Orientati verso un'apertura interculturale ampia, siamo però consci dell'indispensabilità di essere ben radicati nel proprio ambiente, nella fattispecie sui pendii della nostra valle, per potersi esprimere autenticamente e comprendere l'altrui autenticità, oltre l'effimero di tante proposte contemporanee. Il linguaggio familiare, o, come spesso lo abbiamo definito, il padre-dialetto, di cui conosciamo la quasi totalità dei termini, l'originalità dei modi di dire e dei proverbi, ci permette di esporre con più ricchezza e con maggiore profondità quanto siamo riusciti a pensare e vivere con idealità ed entusiasmo in questi anni. Gli spettacoli del Gruppo musicale, seguiti con simpatia e calore in Comelico ed anche fuori della valle, presentano, assieme alle canzoni, i racconti in dialogo. Da "Na söra d 'inverno ze stua" del 1984 a "Na casera in Visdende " del 1988, in questi racconti sono stati affrontati, con vicende vissute dai vari Tita, Tone, Bepo, Nina, Beta, Cia, diversi argomenti: dalla religiosità, ai contrasti generazionali, alla tutela dell'ambiente, ai momenti importanti della vita paesana, dove spicca, quasi in una leggenda vera, l'arrivo del Papa a Costalta..."

Riportiamo il racconto, in italiano,
"Il Papa a Costalta"
in altra pagina del sito


Recentemente (1996), il dialetto è stato oggetto della tesi di laurea
di Franca Casanova Fuga, La vitalità del dialetto comelicano di Costalta,
che è stata pubblicata nelle Edizioni del "Gruppo Musicale di Costalta" (luglio 1997),
col titolo Il dialetto ladino a Costalta di Comelico

Riportiamo l'Introduzione (p.7 del volume):
"Questo studio mira a dare un contributo alla conoscenza del dialetto di tipo ladino attraverso un'indagine condotta su un campione della popolazione di una borgata del Comelico Inferiore, la frazione di Costalta di Cadore, nel comune di San Pietro di Cadore. Nel corso degli anni gli studi storicosocio-linguistici hanno rilevato come il ladino abbia originato un complesso di micro-dialetti, a carattere locale, nei quali è comunque distinguibile il ceppo comune. Le varietà più o meno nettamente ladine sono limitate nel Veneto all'estremo settore nord-orientale della regione, cioè nei territori del Cadore e del Comelico, nel Livinallongo e nella Val Fiorentina. "Il comeliano, in particolare, pur nelle sue varietà risulta essere abbastanza compatto e rappresenterebbe un ramo dei dia]etti cadorini con caratteri linguistici più marcatamente ladini (più conservativi)." (Pellegrini, 1988). Anche a detta dell'Ascoli (1873), il dialetto comeliano sarebbe un'isola ladina poichè ad occidente il Cadorino centrale lo disgiunge dal ladino d'Oltrechiusa e ad oriente il tedesco di Sappada lo separa dal friulano.
In questa sede si cercherà di verificare il grado di vitalità del dialetto di Costalta, quindi di un'area specifica del dialetto comeliano, e l'influenza che l'italiano ha esercitato ed esercita tuttora su una società passata da un'economia povera, di tipo rurale, contraddistinta da un isolamento a volte anche marcato, ad una più "ricca", sviluppatasi negli ultimi decenni in tutto il Cadore, fondata prevalentemente sull'industria dell'occhiale..."

Nella seconda parte del libro
sono pubblicati i proverbi e i modi di dire di Costalta.

Se vuoi ascoltare alcuni "consigli dei costaltesi",
va' alla pagina
"Saggezza dei vecchi"


La vitalità del dialetto rivive nella traduzione,
effettuata da Giovanni De Bettin,
de "I Promessi Sposi" nel dialetto di Costalta.

Riproduciamo il frontespizio del volume, la Presentazione della Dott. ssa Emanuela Bisio
e , quale piccolo saggio, l'inizio del romanzo...

"Desidero presentare all'attenzione dei lettori, amanti della letteratura e di montagna (non vi sembri irriverente l'accostamento, in quanto entrambe sono elevazione e godimento dello spirito), questo volume in dialetto comelicese che, se non unico nel suo genere, certamente è originalissimo: la traduzione in lingua locale di un'opera valida sempre, "I Promessi Sposi", che non necessitano di parole di presentazione. Permettetemi di spenderne invece solo qualcuna per questa iniziativa meritoria del pittore De Bettin. Chi si è accostato a questi luoghi del Cadore con interesse e amore sa bene che la profonda conoscenza delle bellezze naturali non può prescindere dalle caratteristiche etnologiche, siano esse usanze, tradizioni o, meglio ancora, parlate dialettali. Questo volume viene ad essere proprio una celebrazione, non retorica ma argutissima, di uno di questi dialetti in particolare, quello costaltese, che presenta peraltro molte aderenze con i dialetti di tutta la zona; un volume che ha da dirvi qualcosa e che costituisce una rappresentazione fedele e assai vivace della realtà comelicese: viene ad essere pertanto un particolarissimo Fiore all'occhiello dell'8° Festival Nazionale del Fiore di Montagna"
(Dott. ssa Emanuela Bisio - 1983)

Ed ora... l'esordio:
Quel ramo del lago di Como...

"Cal ramo dal lago d Como giró dla bànda dal maddì, se slongia in trà dòi monte a pò viàada csì, in trà na strantöira e l autra conform al tarögn ch al céta; và inante csi par un bel pèzo, stà spézie d giò, noota ströinto, noota largo fin ch a un zört punto s ingròsa e torna a ciapà al nome dal fiume Ada. La zité d Lèco, la prinzipaal de ste teere iné vizin al ponte impiantó su le spònde de sto làgo. In c l òota ch iné sozduud i fàte ch sòn dòi par contà, sta zitaròla avée un castél gno che stadée un cmandante d soldàade spagnòi: ...braai òmin ch insignee al tòde e al fömne la... "féd dal bòn costume".- In trà una e l autra de ste tère, co s volée pasà ne n era autra maniöra ch föi fora tröis e bigozèere, sotà òtra clàapes o ciapà bùde da spacàse l giambe. -E dòoi par imbrunì. Da sta banda torna da spàso un pree, ch s à po savù ch iné al curato d un de sti pöide e ch al s ciàma don Abondio che s n al fòs pree, s podaraa di, un pöra cànn sot na mantelina".


Riportiamo, in altra pagina, un testo in ladino,
pubblicato sul "Gazzettino"
di Domenica, 17 Giugno 2001,
nella rubrica "CIANTON LADIN",
riguardante il commento di Giovanni De Bettin
al "Cantico delle creature" di S. Francesco,
"Al lamento dle creature"
La storia recente del paese comeliano
viene rievocata,
attraverso narrazioni in dialetto e in italiano,
nel volume di Giovanni e GianMario De Bettin

"n'ota iera..."
di cui si possono leggere alcuni brani:
I ane Trenta
Beneto e Simon
Al Papa a Costauta


Il dialetto di Costalta è stato valorizzato
nei racconti e nelle canzoni del
Gruppo Musicale
Riportiamo, in altra pagina, alcune
Preghiere in ladino
raccolte in un volumetto
dall'Union Ladina del Cadore de Medo,
dall'Union Ladina del Comelgo
e dall'Union Ladina d'Oltrechiusa.

Nel maggio 2002
il Gruppo Musicale di Costalta ha pubblicato il volume

"Onghene",
realizzato dai bambini della scuola elementare di Costalta
in collaborazione con le maestre
e con l'illustratore bellunese Dino Maraga.
Il volume contiene due storie illustrate
scritte in lingua ladina,
"Li onghene d Tambar" e "L'onghena d Visdende".


Nell'estate 2002
è stato pubblicato dal Gruppo Musicale il testo
"Pinochio ladin"
di Giovanni De Bettin,
che ha effettuato la versione in lingua ladina
del capolavoro di Carlo Collodi "Le avventure di Pinocchio".
Le illustrazioni riportate nel libro sono
di Alberto De Bettin, nipote di Giovanni.

"Buon segno: estate viva per i ladini"
è il titolo di un articolo steso in ladino da Lucio Eicher Clere
per il "Corriere delle Alpi" (13-8-2002)
nella pagina "Plata di ladins"

Lo studio del ladino
"entra", a buon diritto, nelle scuole di San Pietro di Cadore.
I progetti per l'anno scolastico 2002-2003
sono illustrati nell'articolo
"San Pietro, ecco la scuola a tre lingue"
(Italiano, tedesco e ladino nei programmi didattici:
è un caso unico nel bellunese).

Anche negli istituti comprensivi di tutto il Cadore si consolida
l'insegnamento della lingua e della cultura ereditate dagli antenati:
"Il ladino si fa largo fra i compiti di scuola"


L'òra dal "desmontié"
è il titolo di un articolo scritto in ladino da Lucio Eicher Clere
per il "Corriere delle Alpi"
nella pagina "Plata di ladins" (settembre 2002)


Il ladino
nelle Scuole Elementari di Costalta e Sappada
nell'anno scolastico 2002-2003...

(articolo in ladino, "Corriere delle Alpi", 11-4-2003)

I bimbi scoprono l'orgoglio della ladinità
("Corriere delle Alpi", 25-5-2003)

Ladino e plodar "in trasferta" a Tolmezzo
( "Corriere delle Alpi", 1-6-2003)

L'exposcuola parla anche in ladino
( "Il Gazzettino", 16-11-2003)

A Costauta la prima mösa
par ladin dal Comelgo

( articolo in ladino,"Corriere delle Alpi", 2-12-2003)
FOTO relative alla Messa Ladina

Le poesie in ladino (con versione italiana a lato)
scritte da autori costaltesi e pubblicate nel "Lunario 2005"


 La lingua della poesia ladina
delle Dolomiti bellunesi

(Saggio del prof. Adeodato Piazza Nicolai - Settembre 2004)

Le scuole del Comelico
e... il ladino

( articolo in ladino,"Il Gazzettino", 23-10-2005)
I ricorde dl aluvion dal 1966
( articolo in ladino,"Il Gazzettino", 30-10-2005)
Canzoni ladine
degli alunni di Auronzo, Costalta, Presenaio, Santo Stefano
MAGHE, STRIE...E ETRE CIANTADE
(Edizioni Gruppo Musicale di Costalta - Dicembre 2005)
Sportelli linguistici per custodire le radici culturali
("Il Gazzettino", 9-3-2007)
 
ARTICOLI in ladino
sono pubblicati nella sezione
"ACCADE A COSTALTA..."

MODI DI DIRE E PROVERBI DI COSTALTA
in ladino, con traduzione italiana e "significato"
(dal volume "Il dialetto ladino a Costalta di Comelico"
di Franca Casanova Fuga)

"Ladincantando",
rassegna di musica ladina bellunese contemporanea 2007

IL CD "CHE BEL CH INE' L COMELGO"
(edito dal Gruppo Musicale nel dic. 2007 - canzoni in ladino)


"Padre nostro" negato in ladino
("Il Gazzettino", 8-8-2008)

"Pinocchio" tradotto in ladino...
("Il Gazzettino", 2-12-2008)

Il ladino di Comelico Superiore
(dizionario Ladino-Italiano e Italiano-Ladino)
a cura del Gruppo Ricerche Culturali
di Comelico Superiore


Istituto Ladin de la Dolomites
(sito web dell'istituto provinciale bellunese di cultura ladina, costituito in applicazione delle norme statali di tutela delle minoranze linguistiche storiche, per la tutela delle tradizioni linguistiche e culturali delle locali popolazioni ladine. Al suo interno sono rappresentate le comunità ladine di 35 Comuni di Agordino, Cadore, Comelico e Zoldo...)

ASCOLTA...


I PROVERBI DELLE STAGIONI
nel ladino di Costalta
 


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