Lectio divina di Mc 1, 12-15 – domenica 09.03.2003

1^ domenica di Quaresima

(Mt 4, 12-17; Lc 4, 14-15)

 

[12] Subito dopo lo Spirito lo sospinse energicamente nel deserto [13] e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.

[14] Dopo che Giovanni fu consegnato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e dicendo: [15] "Il tempo (kairòs) è compiuto e il regno di Dio si è avvicinato; convertitevi e credete al vangelo"

 

 

*Le parole sottolineate sono parole-chiave per la meditatio

 

Il brano di questa settimana è presente anche negli altri sinottici ma in Marco si caratterizza per una maggiore sinteticità. Il contesto immediatamente precedente e quello seguente sono costituiti da due momenti decisivi della storia di Gesù in mezzo agli uomini: la sua rivelazione nel battesimo come “Figlio di Dio” e l’inizio della sua attività in Galilea. Dopo il momento dell’ascolto della Parola del Padre e prima dell’annuncio della buona novella agli uomini è necessario il tempo del silenzio e del deserto, il tempo della lotta che vede assieme l’uomo e Dio.

Come nei racconti dei profeti veterotestamentari (cfr. 1 Re 18, 12; 2 Re, 2, 16) lo Spirito di Dio conduce con forza Gesù nel deserto (il verbo ekbàllei è lo stesso usato per “scacciare i demoni”, cfr. 1, 34. 39. 43; 3, 15. 22). E con la stessa umiltà con cui aveva ascoltato nel Battesimo, Gesù si lascia condurre, accetta la sua tentazione. Il deserto e i quaranta giorni che Gesù vi rimane sono carichi di echi biblici: il deserto come luogo della tentazione in cui l’uomo è solo con se stesso e i quaranta giorni il tempo della prova (cfr. Sal 95, 9-10; Es. 16, 35; Dt. 8, 2-4). Tuttavia, differentemente dagli altri sinottici, Marco non esplicita quali siano le tentazioni e non le pone alla fine dei quaranta giorni ma sottolinea come lo stare nel deserto e l’essere tentato siano una condizione continua. Dalla concisione con cui Marco tratteggia la relazione di Gesù con l’Accusatore, con colui che si oppone a Dio, si evince tutta l’intensità di una lotta permanente che non conosce sosta e che viene vissuta come momento di grazia.

Vincendo la tentazione, Gesù ristabilisce la pacificazione di tutta la creazione: le fiere non lo attaccano e gli angeli sono suoi compagni e lo servono, così si apre il tempo messianico (cfr. Is. 11, 6-8; Os. 2, 18) della creazione riconciliata che trova espressione nei versetti che contengono la proclamazione dell’evangelo: la compiutezza dei tempi e la vicinanza del regno. Questa proclamazione comporta una presa di coscienza da parte dell’uomo che è invitato ad operare un cambiamento radicale per accogliere il kairòs. Occorre cambiare mentalità per accettare l’azione che Dio sta compiendo in noi, per aderire alla buona novella.

Così come nel Battesimo Gesù aveva manifestato la sua scelta radicale in favore degli uomini, nel suo stare nel deserto abbraccia ancora una volta l’uomo nel momento della lotta spirituale, condividendola, lottando con lui, perché possa intraprendere un cammino di conversione.

 

Brani di riferimento:

·        Sul deserto: Dt 8, 2-5; Os 2,16

·        Sui quaranta giorni: Es 34,28; Nm 14,33-34; Dt 9,9.18; 1Re 19,8

·        Sulla tentazione di Gesù: Eb 2,18; 4,15

·        Sull'armonia della creazione: Is 11, 6-9; Sal 91, 11-13

·        Sulla pienezza dei tempi: Dn 7,22: Ez 7,12