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*Le
parole sottolineate sono parole-chiave per la meditatio
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"Era vicina la Pasqua dei Giudei e
molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per
purificarsi". (Gv
11,55). Per celebrare la Pasqua, i giudei non dovevano essere contaminati.
Dovevano essere, come si direbbe oggi, in grazia di Dio. Con quest'intenzione
essi salivano a Gerusalemme alcuni giorni prima. Ma "tra quelli che erano
saliti per adorare durante la festa c'erano anche alcuni Greci" (12,20).
Si trattava verosimilmente di pagani che avevano un’esigenza religiosa orientata
verso il Dio giudaico ed erano nel contempo attratti dalla figura di Gesù di
Nazareth. E' un’attrazione probabilmente dovuta al "sentito dire",
visto che Gesù era reduce dal più grande dei suoi segni, la risurrezione di
Lazzaro (Gv 11,1-44).
Questo collegamento tra il Dio dei giudei e
Gesù di Nazareth, che si intravede nel cuore dei greci, induce Gesù a
considerare giunta la sua ora. L'ora di passare alla comunione col Padre e di
inaugurare quel tempo in cui saranno "beati quelli che pur non avendo
visto crederanno" (Gv 20,29b). I greci non vedranno infatti il Gesù
che desideravano vedere. Ne vedranno un altro. Vedranno l'Innalzato, secondo la
prospettiva già individuata domenica scorsa in Gv 3,14. Gesù infatti afferma
che è necessario il suo passaggio attraverso la morte affinché l’attrazione a
sé di tutti gli uomini possa avvenire non attraverso il “sentito dire” ma in
virtù della potenza redentiva del proprio sacrificio (12,33), che avrà come
frutto più grande l’ “onore” riservato dal Padre (v. 26).
In che cosa consiste questa
"attrazione"? Quali sono le modalità esistenziali attraverso cui ogni
uomo potrà entrare nella comunione con Gesù di Nazareth? In altri termini: in
quale "dove" (v. 26: “dove sono io, là sarà anche il mio
servo”) si situa Gesù?
Gesù fa provenire questa attrazione, che
invita il discepolo alla sequela, dalla glorificazione del Figlio dell'uomo,
che è resa qui con un’immagine cara al rabbinismo ebraico: la scomparsa sotto
terra del chicco di grano. Il chicco di grano deve morire per portar
frutto. Un’immagine che unisce
indissolubilmente morte e risurrezione e pone le premesse per la diffusione
universale dell’Evangelo (v. 32 “attirerò tutti a me”). Con la sua morte
e risurrezione, Gesù conquista tutti gli uomini, perché “..li fa uscire dalla
sfera di potere del nemico di Dio e reggitore del mondo, dalla sfera delle
tenebre e della morte” (Schnackenburg).
La risposta umana è un cambio radicale di
prospettive. Non si tratta di imitare Gesù, ma di “servire e seguire” (v.26).
Si tratta di considerare la propria esistenza non come spazio del protagonismo
dell'Io, bensì come "terra" in cui scomparire perché la Vita stessa
germogli. La glorificazione del Figlio dell'uomo, che è debolezza volontaria
di Gesù, schiude le porte al discepolato, che è debolezza di risposta.
La prospettiva che indica Gesù al discepolo è quella dell'abramico cambiare
luogo. Cambiare luogo è la sua
Pasqua, la sua reale purificazione.
La promessa è la comunione col Padre: il
Padre lo onorerà. Ma è futuro. La folla dei contemporanei di Gesù non poteva
percepire la voce del Padre, che risuona, per la prima volta nell’Evangelo
giovanneo, al v.28. Quella voce, che pure era venuta "per voi"
(v.30), continuava ad essere confusa con le molteplici altre voci
(simboleggiate dal "tuono" del v.29) che connotano l'esistenza
quotidiana degli uomini. La folla continua a rappresentare quella condizione
esistenziale "rumorosa", in cui l'opzione radicale per Gesù di
Nazareth stenta a farsi strada. La folla continua a rappresentare la condizione
esistenziale, ancor oggi, di ogni uomo che deve barcamenarsi tra le lusinghe
del "principe di questo mondo" (v.31) - che hanno a che fare con
l'assolutezza del proprio io e con la tentazione dell'autosalvezza - e la
possibilità concreta di farsi "attirare" da Colui che solo ha il
potere di rivelare ad ogni uomo il desiderio insopprimibile di intimità col
Padre.
I cc. 13-17
dell'Evangelo di Giovanni illustreranno le "pratiche" necessarie
perché questa attrazione diventi vita quotidiana.
Brani
di riferimento (oltre a quelli già citati) :