Lectio
divina di Gv 14,1-14 - domenica 28.04.2002
V
domenica di Pasqua
[1] «Non si turbi il vostro
cuore! Credete in Dio, credete anche in me! [2] Nella casa del Padre
mio vi sono molte dimore; se no, vi avrei forse detto che vado a prepararvi
un posto? [3] E quando sarò andato a prepararvi un posto, verrò di nuovo
e vi porterò vicino a me, di modo che dove sono io siate anche voi.
[4] E del luogo dove vado, voi conoscete la via». [5] Gli dice Tommaso:
«Signore, noi non sappiamo dove vai; come possiamo conoscerne la via?»
[6] Gli dice Gesù: «Sono io la via e la verità e la vita: nessuno viene
al Padre, se non attraverso di me. [7] Se voi foste arrivati a conoscermi,
cono-scereste anche il Padre. Ma da ora, voi cominciate a conoscerlo
e lo vedete». [8] Gli dice Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci
basta». [9] Gesù gli dice: «Ecco, sono con voi da così tanto tempo e
non sei ancora arrivato a conoscermi, Filippo! Chi vede me vede il Padre.
Come puoi dire: “Mostraci il Padre?” [10] Non credi che io sono nel
Padre e il Padre è in me? Le parole che vi ho detto non le dico da me
stesso; al contrario, è il Padre che, rimanendo in me, compie le sue
opere. [11] Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me. Almeno
credete a causa di queste opere. [12] Amen, amen, ve lo
dico: Chi crede in me farà anche lui le opere che io faccio e ne farà
anche di più grandi, perché io vado al Padre. [13] E tutto quello che
chiederete nel mio nome, io lo farò, di modo che il Padre sia glorificato
nel Figlio. [14] Se mi domanderete qualcosa nel mio nome, io lo farò. |
Come
è narrato frequentemente nell'AT (Gen 47,29-49,33; Gs 23; 1Re 2, 1-10; 1 Mac 2,
49.70), chi sa che la sua morte si avvicina si commiata dai figli, dai
discepoli, dalle persone vicine. Questo commiato prende in genere le forme di
un annuncio della propria morte, seguito da una serie di esortazioni,
prevalentemente all'amore e alla concordia.
Gesù
in questo brano si trova proprio in questa situazione: si sta separando dai
discepoli e sta cercando di fare capire loro che la sua prossima morte non sarà
la fine di tutto, ma l'inizio di una storia diversa, che prenderà le mosse
dall'immediato futuro e vedrà il compimento nel loro ricongiungimento finale
con Gesù. Questo "discorso di addio" di Gesù ai discepoli comincia dal
versetto 13, 33, subito dopo l'uscita di Giuda che sta per compiere il suo
tradimento, e si conclude alla fine del capitolo 14. Si tratta di una serie di
esortazioni e promesse, che riguardano allo stesso tempo la situazione in cui
si troveranno i discepoli dopo la ormai prossima morte di Gesù e la fine dei
tempi, quando avverrà il loro ricongiungimento.
E'
questa doppia ambientazione temporale, nel futuro post-pasquale della comunità
cristiana e alla fine dei tempi, a caratterizzare in modo evidente questo
brano, a partire dall'uso sapiente di tempi al presente e al futuro: Gesù
comincia con lo spiegare, in risposta a Pietro (13, 37), che va dove loro non
possono andare, a preparargli un posto per la fine dei tempi, ma tutto questo
si traduce in una serie di indicazioni sul loro futuro prossimo e sulla
"gestione" della sua assenza fisica. Egli capisce che questa loro
situazione creerà forte turbamento (tarassa,
in greco, lo stesso vocabolo usato per indicare quello di Gesù davanti alla
tomba di Lazzaro [11, 33] e davanti al tradimento di Giuda [13, 21]) e intende
rassicurarli (14, 1.27). Hanno bisogno di qualcosa su cui poggiare e questa può
essere solo la fede. Il verbo ebraico "credere" ha infatti una radice
che significa "essere stabile" (mantenuta in Amen, ripetuto due volte nel v. 12) e mostra come la fede
possa diventare per i discepoli la roccia su cui fondare tutto il resto. E' per
questo che l'esortazione a credere torna in questo brano più volte, creando una
vera e propria inclusione tra i vv. 1 e 11 che ripetono proprio questo
concetto.
Se
i discepoli, e tutta la comunità cristiana, riposano nella fiducia che Gesù li
condurrà al Padre, essendo insieme la Via per raggiungerlo (v. 6) e la stessa
meta, per la sua identità profonda con il Padre stesso (vv. 10-11), troveranno
sollievo la loro ansia e la loro aspirazione più profonda: quella di vedere il
volto di Dio. La richiesta che Filippo pone al v. 8 ("Signore, mostraci il
Padre e ci basta"), pur causando la reazione di Gesù, che deve ripetere quello
che già forse i discepoli avrebbero dovuto capire da soli, non è frutto di
superficialità. Quella domanda, che peraltro richiama quella posta da Mosè in
Es 33, 18, manifesta invece il desiderio che sta dentro il cuore di ogni uomo
di Dio, splendidamente espresso dal Salmo 42, che finalmente trova risposta
nella persona di Gesù.
Su
questo sarà costruita la futura comunità cristiana, che comincerà a muovere i
primi passi dopo la morte e resurrezione di Gesù: la fede in Lui, accompagnata
e arricchita dal dono dello Spirito Santo di cui si parlerà nel capitolo
successivo, che darà loro la forza di compiere le stesse opere del Signore
("…e anche di più grandi", v. 12). Queste opere non saranno in
effetti compiute dai discepoli, prendendo Gesù a modello, ma da Gesù stesso
("le opere che io faccio",
"quello che chiederete, io lo
farò"), affinché il Padre sia glorificato.
Le
opere di cui qui si parla non sono tanto i miracoli (come potrebbero essere
"più grandi" di quelli fatti da Gesù?), ma piuttosto l'annunzio della
salvezza e la testimonianza dell'amore, dentro e fuori le comunità cristiane,
che rende presente l'azione dello Spirito e compie il miracolo più grande:
trasformare i cuori induriti degli uomini in cuori di carne, capaci di
riconoscere nella ricerca di Dio il loro bisogno più profondo e desiderosi
quindi di vedere il volto di Dio (Sal 42).
Brani
di riferimento
Sulla via: Dt 1,30-33; 2, 1-2; 8, 2-10; Sal
25, 10; 77, 20; 128, 1; 147, 19-20; Bar 3, 13-14.37; Mc 8, 34; Mt 16, 24; Lc 9,
23; Eb 10, 20; At 9, 2; 18, 25; 24, 22
Sulla dimora presso Dio
nel NT; 2 Cor 5, 1; Eb 9, 24; 10, 19-21
Lectio divina Prima Alleanza (non ancora disponibile) da ora e per le prossime domeniche pasquali questa lectio sarà relativa ad una delle letture dell'antica alleanza lette durante la veglia di Pasqua |