Introduzione alla Lectio Divina su Lc 24, 46-53
domenica 23 maggio 2004 - Ascensione del Signore
[46]
E disse loro "Così sta scritto che il Cristo avrebbe patito e sarebbe
risorto dai morti il terzo giorno [47] e che nel suo nome sarebbe stata
predicata la conversione in vista della remissione dei peccati a tutte
le nazioni, cominciando da Gerusalemme. [48] Voi siete testimoni
di questo. [49] Ed ecco, io mando su di voi la promessa del Padre mio;
ma voi restate nella città, finché non sarete rivestiti di potenza
dall'alto". [50] Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate
le mani, li benedisse. [51] E avvenne che, mentre li benediceva, si
separò da loro ed era portato verso il cielo. [52] Ed essi, dopo essersi
prostrati davanti a lui, ritornarono a Gerusalemme con grande gioia;
[53] ed erano continuamente nel tempio a benedire Dio. |
Quelle sottolineate sono parole-chiave per
la meditatio.
Nei vangeli di
Marco e Matteo la narrazione dell'Ascensione segue quasi immediatamente la
scoperta del sepolcro vuoto da parte delle donne. Solo il vangelo di Luca, tra
i sinottici, si dilunga un pò di più, inserendo tra l'incontro delle donne con
l'angelo e le apparizioni di Gesù agli apostoli l'episodio dei discepoli di
Emmaus (24, 13-35).
Nella parte finale
del vangelo di Matteo Gesù, rivolgendosi agli apostoli, fa menzione del potere
ricevuto "su tutta la terra", li invita ad ammaestrare tutte le genti
e promette loro di rimanere con loro "tutti i giorni, fino alla fine dei
tempi" (Mt 28, 16-20). Marco invece, dopo avere appena accennato ad alcune
apparizioni di Gesù, riferisce del suo invito a predicare il vangelo,
promettendo la salvezza a coloro che crederanno in Lui ed indicando i segni
miracolosi che accompagneranno le loro azioni. In Mc 16, 20, infine, si dice che
i discepoli cominciano ad operare e che "il Signore operava insieme a
loro".
In entrambi questi
vangeli, quindi, il tema predominante nella fase conclusiva è quello della
continuità della presenza del Signore che, lungi dall'abbandonare gli Apostoli
alla sua morte, promette invece di rimanere per sempre con loro.
Luca introduce
invece una diversa prospettiva: il tema su cui maggiormente concentra la sua
attenzione, già a partire dall'episodio dei discepoli di Emmaus, è infatti
quello dell'intelligenza delle Scritture.
In Lc 24, 25-26, infatti, i viandanti incontrati da Gesù in cammino per il
villaggio di Emmaus vengono rimproverati per la loro "stoltezza" e
"lentezza di cuore" per non avere creduto alle parole dei Profeti.
Gesù quindi comincia a spiegare loro, "cominciando da Mosè e da tutti i
Profeti" (Lc 25, 26), tutto ciò che nelle Scritture "si riferiva a
lui". Il tema è quindi ripreso nell'apparizione agli undici, dove vengono
menzionati, oltre alla Legge e ai Profeti, anche i Salmi, che Luca utilizza molto,
anche negli Atti, come profezia della morte e risurrezione di Gesù.
Questo richiamo
all'intelligenza delle Scritture è probabilmente da mettere in relazione con la
discesa dello Spirito Santo, che solo Luca evidenzia, sottolineandola in misura
maggiore rispetto alla permanenza di Gesù su cui insistono invece Matteo e
Marco (Mt 28, 20 e Mc 16, 20). Solo Luca infatti fa riferimento al dono di
"quello che il Padre mio ha promesso" (la Pentecoste, cfr. At 2, 1-3)
e preannuncia che gli Apostoli saranno rivestiti di potenza dall'alto"
(24, 49).
L'azione dello
Spirito Santo pone infatti un problema serio, relativo alla sua
riconoscibilità, alla possibilità di distinguere quanto viene da esso da quelle
che sono le proiezioni o le decisioni degli uomini. La vera pietra di paragone
di tutto ciò può essere solo la Scrittura, che all'uomo che si pone in ascolto,
con il cuore più che con l'intelligenza pronto (24, 25), consente di
comprendere. In questa opera di discernimento delle Scritture ovviamente è Gesù
il nucleo fondante, in quanto la loro interpretazione ha senso solo alla luce
dei suoi insegnamenti, ma soprattutto della sua resurrezione, capace di
infondere una luce ed un significato nuovo all'esperienza umana del Figlio di
Dio e anche all'intera vicenda del popolo ebraico raccontata nel Primo
Testamento (Lc 24, 27).
Gli Apostoli, ma
poi tutti i cristiani, sulla base di questa comprensione, diventano testimoni e
annunziatori del perdono e della salvezza. L'insistenza di Luca sulla presenza
dello Spirito Santo di fatto conferisce un ruolo centrale all'azione degli
uomini, chiamati a discernere, comprendere, decidere e agire di conseguenza,
"sotto la guida dello Spirito" (il titolo di un testo di A. Loùf),
senza avere strade tracciate una volta per tutte o indicazioni sistematiche da
parte di Gesù. La vittoria sulla morte di Gesù è il vero grande insegnamento
consegnatoci, a partire dal quale è compito nostro individuare le forme
dell'agire nel mondo
L'annuncio che gli
Apostoli sono chiamati a dare è prima di tutto quello del perdono dei peccati e
della conversione. Perdono e conversione sono costantemente associati nel
vangelo di Lc, ma anche in Atti (2, 38; 3, 19; 5, 31; 10, 43; 13, 38-39; 26,
18), di solito facendo precedere la conversione al perdono. Non è sempre così,
però, come ad esempio in At 13, 38-39, dove l'annuncio della remissione dei
peccati precede la "giustificazione" per la Fede (un poi tanto caro a
Paolo). I due momenti non sono quindi necessariamente in successione, ma anzi è
proprio la remissione dei peccati a potere diventare a sua volta occasione di
conversione: la storia personale di ciascuno diventa storia di salvezza quando,
attraverso la testimonianza dei fratelli, l'azione dello Spirito e l'apertura
del cuore, si lascia spazio alla conversione e si accetta che le proprie ferite
siano curate dal Signore.
A quel punto rimane
spazio solo per la gioia e per la lode di Dio: Gerusalemme, il luogo in cui i
Profeti sono chiamati a morire (Lc 13, 33), diventa il luogo della festa ed il
punto di partenza di un annuncio di salvezza che è per tutte le genti. Il
Vangelo di Luca, che si era aperto con gli offici di Zaccaria nel tempio (1,
8), si conclude nuovamente nel tempio, dove rimanevano "sempre" gli
apostoli, con il cuore finalmente colmo di gioia.
Brani di
riferimento (a parte tutto il c.24 di Luca)
Ø In generale: i primi due capitoli del libro
degli Atti
Ø Sullo Spirito: 2Re 2,9-15; Mc 13,10; At
16,14
Ø Sulla testimonianza: At 3,13-19; 10,40-42;
26,23