Lectio divina di Mc 1,14-20 – domenica 23.01.2000

3^ domenica tempo ordinario

[14] Dopo che Giovanni fu consegnato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e dicendo: [15] "Il momento (kairòs) è compiuto e il regno di Dio si è avvicinato; convertitevi e credete al vangelo".

[16] Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. [17] Gesù disse loro: "Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini". [18] E subito, lasciate le reti, lo seguirono. [19] Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti; [20] e subito li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, si allontanarono dietro a lui.

*Le parole sottolineate sono parole-chiave per la meditatio

Il brano contiene due momenti: il lieto annuncio con annesso invito alla risposta umana (vv. 14-15) e la chiamata dei primi discepoli (16-20). I due momenti vanno connessi dal vocabolo-chiave metanoéite ("convertitevi", "lasciatevi cambiare l'esistenza"). La narrazione di Marco è, come al solito, essenziale. Il contenuto del lieto annuncio consiste nell'iniziativa di Dio che, in Gesù di Nazareth, ha individuato il kairòs, il momento giusto per manifestarsi agli uomini, per avvicinarsi a loro, per chiamarli ad una nuova esistenza. Questa iniziativa di Dio non può lasciare l'uomo indifferente: essa esige un movimento interiore costituito da due ulteriori sottomovimenti: la conversione e la fede ("convertitevi e credete..."), come a sottolineare la stretta dipendenza del secondo movimento dal primo. Credere al lieto annuncio (evangelo), consegnare la propria vita nelle mani di un Altro, presuppone una capacità di "cambiare direzione", un’ attitudine a "lasciare" che connota il discepolato.

I vv. 14 e 15, in tal modo, costituiscono la premessa teologica e antropologica necessaria per comprendere il dinamismo (passare, venire, lasciare, seguire, andare oltre, allontanarsi sono i verbi che strutturano la narrazione) dei vv. 17-20. Quel che avviene è una vera e propria chiamata diretta. Gesù intercetta uomini che lavorano e li invita a dare una nuova interpretazione del loro stesso lavoro. Adesso possono "pescare uomini", se seguiranno Gesù. Tutto quello che hanno fatto nella loro vita, tutta la loro quotidianità potrebbe essere trasfigurata dall'incontro con il Pescatore per eccellenza. Simone e Andrea sono chiamati a condividere il destino di quell’uomo e a prolungare il compito che quell'uomo si è assunto: quello di coinvolgere gli altri uomini nel lieto annuncio. La Parola di quell'uomo li persuade "subito" (v.18): dall'ascolto all'obbedienza, alla separazione dalle loro reti, alla nuova vita il passo è brevissimo. Non è inopportuno constatare che sono stati chiamati insieme, che comunità erano nel lavoro e comunità saranno nella sequela.

La seconda coppia viene anch'essa colta nella quotidianità del lavoro, ma anche nella condivisione della quotidianità col padre. La loro separazione non avviene soltanto nei confronti del lavoro, ma anche nei confronti degli affetti familiari. Il loro rapporto col Padre è relativizzato dalla relazione con Gesù di Nazareth. Anche Giacomo e Giovanni sanno di rischiare, perché di quell'uomo non sanno nulla. Sanno ciò che lasciano, ma non sanno ciò che li aspetta. Ma la loro reattività alla Parola del Signore è stata immediata ed incondizionata.

Il discepolato, per l'evangelista, è questione radicale, che richiede una riconsiderazione seria di tutta la propria quotidianità ed un'attitudine al rischio che possono avere soltanto coloro che hanno veramente poco da perdere: i vari poveri, in ultima analisi. La Parola di questa settimana, infatti, costituisce un energico monito rivolto ad ogni tentazione idolatrica. Il Signore che "passa" lungo il mare, (che biblicamente assume spesso il significato di ostacolo, minaccia, turbamento, cfr. la vicenda di Israele nel Mar Rosso) ci “vede” e ci "chiama" mentre traffichiamo con il mondo, chiedendoci di prendere decisioni serie sulle priorità. Ci incoraggia la risposta che il Signore stesso diede alla domanda di Pietro, in Mc 10, 28-30: "Pietro allora gli disse: 'Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito'. Gesù gli rispose: `In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna`"

Brani di riferimento:

Ø Sulla chiamata: 1 Re, 19, 19-20; Is 50, 4-5; Gio 1, 1-16.

Ø Sul signifcato del “pescare uomini”: Ez 12,13; Ab 1,15-17; Mt 13, 47-50.

Ø Sul senso del “lasciare” e “seguire”: Lc 9, 57-62.

Ø Sul rapporto con le realtà del mondo: 1 Cor 7, 29-31. 2

Commento su Mc 1,14-20