Lectio
Divina di Lc 1, 1-4; 4, 14-21 domenica 21 gennaio 2001
[1]
Poiché molti misero mano a comporre una narrazione circa i fatti portati a
compimento tra noi, [2] come li hanno trasmessi a noi coloro
che, fin dall'inizio, furono testimoni oculari e ministri della parola, [3]
è parso bene anche a me, che ho fatto ricerche, dall'origine, su tutto,
accuratamente, scrivertene con ordine, o eccellente Teofilo, [4] affinché
tu conosca la solidità delle parole circa le quali sei stato istruito.
[14]
E Gesù ritornò, nella potenza dello Spirito, nella
Galilea; e una fama si sparse per tutta la regione a suo riguardo. [15] Ed
egli insegnava nelle loro sinagoghe, glorificato da tutti.
[16]
E venne a
Nazaret, dove era stato allevato, ed entrò secondo la sua abitudine nel giorno
dei sabati, nella sinagoga, e si levò per leggere. [17] E gli fu portato
il libro del profeta Isaia, e avendo srotolato il libro, trovò il luogo dove
era scritto: [18] "Lo Spirito del Signore è su di me; perciò mi
ha unto per annunciare la buona novella ai poveri, mi ha mandato
a proclamare la liberazione ai prigionieri e la vista ai ciechi, a
inviare gli oppressi alla liberazione, [19] a proclamare un anno
di grazia del Signore". [20] E arrotolato il libro, avendolo
reso al servo, si sedette. E gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su
di lui. [21] Ora cominciò a dire a loro: “Oggi si è adempiuto questo
scritto nei vostri orecchi”.
Quelle
sottolineate sono parole ed espressioni chiave per la meditatio.
Luca comincia la sua
narrazione-interpretazione della vita di Gesù con un prologo (1-4) costruito
nel più puro e raffinato stile ellenistico. Siamo già in questo modo
indirizzati fin dall'inizio verso uno dei temi a lui più cari: l'annuncio della
buona novella non è più limitato al popolo di Israele, ma anzi, essendo stato
da questo rifiutato, si estende al mondo dei pagani.
Il prologo ci dice anche
qualcos'altro di molto importante su Luca e sul contesto in cui egli scrive.
Luca non è uno dei discepoli, non ha mai conosciuto Gesù, forse non ha mai
frequentato direttamente gli stessi discepoli e allora ha subito il problema di
"fondare storicamente" i fatti di cui parla, di garantire se stesso
ed i suoi lettori da interpretazioni libere. Ha bisogno quindi di andare alle
fonti (testimoni oculari e ministri della parola), di fare ricerche accurate,
di inserirsi nel solco di una tradizione. Luca in questo è più vicino a
noi di quanto non lo siano tutti gli altri evangelisti, la cui conoscenza di
Gesù e dei fatti narrati era diretta, ed è quindi per noi una guida
indispensabile: ci invita a "stare" sempre con le fonti (per noi le
Sacre Scritture), a fondare la nostra fede sulla solidità della Parola e
a sentirci parte di una comunità ecclesiale più ampia, all'interno della quale
e con la quale cercare l'interpretazione più vera della storia della
Salvezza. Certamente questa attenzione e questo rigore non escludono e
non possono fare a meno dell'intervento dello Spirito Santo, come l'evangelista
dirà in altre occasioni (Lc 24, 48-19), ma non possono neanche mancare
(immaginando magari percorsi di fede che rimangano sganciati dall'amore per la
Parola).
Per Luca, che pure si
dilunga più degli altri evangelisti a narrare la giovinezza di Gesù, il suo
ministero comincia all'età di trent'anni (3, 23), con la vittoria sulle
tentazioni e con la predicazione in Galilea. E' questo il senso del giusto
accostamento fatto dal lezionario tra i primi quattro versetti del brano (il
prologo) ed il capitolo quarto, saltando tutta la narrazione della giovinezza
di Gesù e del ministero di Giovanni il Battista. Ognuno dei passaggi
"forti" di Gesù è accompagnato dalla presenza dello Spirito Santo (4,
1; 4, 14), come viene anche richiamato nel primo versetto della citazione di
Isaia (Is 61, 1-2 e Is 58, 6) che siamo spinti a mettere in collegamento con la
teofania del battesimo (3, 21-22).
L'insegnamento di Gesù nelle
sinagoghe (nelle loro sinagoghe dice Luca in 4, 15, quasi a prenderne le
distanze) è subito accompagnato da grande successo e fama. Questo riferimento
acquista particolare significato quando posto in relazione con l'esito della
predicazione di Gesù a Nazareth (4, 29), che si conclude con la cacciata dalla
città ed il tentativo di buttarlo giù dal precipizio: la fama e le lodi sono
passeggere per il vero testimone, come scopriranno molto presto a proprie spese
i discepoli di Gesù (At 6, 8-14; 8, 1-3).
E ciò nonostante il
"contenuto" dell'insegnamente di Gesù sia assolutamente festoso e liberante.
La lettura del brano di Isaia e l'intero episodio di Nazaret che Luca pone
all'inizio della predicazione di Gesù (le prime parole pronunciate da Gesù nel
vangelo di Luca sono proprio quelle del profeta Isaia) sono posti dagli altri
evangelisti molto più avanti (Mt 13, 54-58; Mc 6, 1-6). Questo spostamento è
chiaramente indicativo di un significato particolare, in qualche modo
"programmatico", che Luca vuole attribuire al brano: la vicenda
storica di Gesù non può essere vista in altro modo che come una vicenda di
liberazione, l'annuncio di un lieto messaggio che si fa carne, si compie
oggi nella persona stessa di Gesù. Dal confronto con il brano di
Isaia notiamo anche una significativa omissione: in quello veniva promulgato
un giorno di vendetta per il nostro Dio (Is 61, 2), che nella
citazione di Luca invece non è menzionato per lasciare posto solo al messaggio
di gioia e di liberazione, alla buona novella. Perché il compimento dell'opera
di liberazione si realizzi è essenziale l'ascolto (si è adempiuto questo
scritto nei vostri orecchi), che però non è da solo sufficiente,
come dimostra la risposta del popolo di Israele. E' necessario anche sentirsi poveri,
bisognosi di liberazione, consapevoli della propria cecità e desiderosi
di riacquistare la vista: se non ci poniamo in questa prospettiva non abbiamo
bisogno di Gesù, Egli non ha niente da dirci anche se le Sue parole dovessero
suscitare la nostra meraviglia e la nostra ammirazione passeggera (4, 22).
Riferimenti:
Ø Sul ministero della parola:
At 4,4; At 8,4; At 10,44; At 14,25; At 17,11; At 8,5.
Ø
Sul
tema dei poveri in Luca: Lc 1, 53; 6, 20-22; 6, 24 ss.; 7, 22; 8, 14; 12,
13-34; 14, 13.21.15-24; 16, 19-31.
Meditazione
su Lc 1,1-4; 4,14-21 Lectio
divina Neemia 8,2-4;5-6;8-10