Lectio divina di Mc 1, 12-15 – domenica 12.03.2000

1^ domenica di Quaresima

[12] Subito dopo lo Spirito lo sospinse energicamente (greco: ekbàllei, "gettare fuori") nel deserto [13] e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.

[14] Dopo che Giovanni fu consegnato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e dicendo: [15] "Il tempo (kairòs) è compiuto (lett. "è stato riempito") e il regno di Dio si è avvicinato; cambiate vita e fondatela sull'evangelo"

*Le parole sottolineate sono parole-chiave per la meditatio

Sono versetti carichi di reminiscenze bibliche, in cui si compendia la storia della salvezza. Si ripropongono l'incontro tra l'uomo e il serpente del Genesi, i quaranta giorni del diluvio, il deserto dell'Esodo poi riletto dal Deuteronomio e, infine, tutto il contenuto messianico della predicazione profetica che annunciava la pienezza dei tempi. Tutta la Scrittura trova compimento in Gesù di Nazareth.

Sono versetti in cui agisce, come soggetto primo, lo Spirito. La sua azione viene espressa con lo stesso verbo che indicherà l'espulsione dei demoni dagli indemoniati (Mc 1,34.39.43). E' un'azione energica, cui Gesù si sottopone docilmente come docilmente si sottoporrà alla croce. Fin dall'inizio del Vangelo di Marco Gesù è ubbidiente: ha appena ascoltato la voce del Padre nel Battesimo (1,11) e si lascia sospingere nel deserto perché comprende che soltanto fronteggiando la seduzione del mondo e vincendola potrà annunciare l'avvicinarsi nel Regno di Dio. Il suo legame col Padre e con lo Spirito è un legame di amorevole ubbidienza. Questo lo legittima come annunciatore del Regno.

"La Galilea diventa il luogo in cui Gesù incontra il mondo" (Radermakers). L'immersione di Gesù nella trama delle storie umane è preceduta dall'ascolto (v.11) e dal deserto (vv. 12-13). Ascolto, deserto, annuncio finiscono per costituire tappe (cicliche) di un itinerario paradigmatico, che scandisce la vita cristiana. La Parola sta all'origine di questo itinerario. Ma l'ascolto della Parola non può generare l'annuncio (kérigma), non può far esplodere l'evangelo, non può farsi invito alla conversione e alla fede se non si misura con la verità del proprio cuore. Il deserto è il luogo in cui ci si misura con le opzioni fondamentali dell'esistenza. I vangeli di Matteo e Luca saranno più prodighi di particolari riguardo la "questione" tra satana e Gesù. Marco si limita a poche notazioni, ma è interessante segnalare che la tentazione di Gesù non inizia alla fine dei quaranta giorni, ma dura per tutto il tempo della sua permanenza nel deserto: può rappresentare per noi "tutta la vita"?

Dal deserto al mondo. L'incontro con gli uomini, con le loro storie, con la fatica del loro vivere quotidiano, l'incontro con tutta l'umanità sofferente passata in rassegna dal Vangelo di Marco in queste domeniche del tempo ordinario (Mc 1,21-3,6) è reso possibile da un Gesù "esperto" (nel senso etimologico del termine, "messo alla prova") di umanità, soprattutto esperto di debolezza umana. Senza i vv.12-13 sarebbe difficile comprendere l'opzione radicale di Gesù a favore dell'uomo (cf. Mc 2,27).

Ho volutamente tradotto il "convertitevi e credete al Vangelo" - che risuonerà nella liturgia delle Ceneri - con il più letterale "cambiate vita e fondatela sull'Evangelo" perché fosse più evidente la forza del kairòs che è stato riempito (il passivo peplérotai segnala l'azione di Dio). La metànoia (cambiar vita) e la pistis (affidamento, fondazione su qualcos'altro) non sono pratiche ascetiche. Sono risposte ad una Pienezza. La Quaresima non può essere ascesi e ricerca di perfezione morale. La Quaresima ha a che fare con tutto ciò che costituisce risposta al protagonismo dello Spirito. Ha a che fare col nostro desiderio di ascoltare la Parola (Mc 1,11), con la nostra disponibilità a farci condurre nel deserto per esperire la nostra reale debolezza (Mc 1, 12-13), col movimento interiore della metànoia e dell'affidamento (Mc 1,15) che finiscono per spostare il baricentro della nostra esistenza e ricentrarlo su altri presupposti.

Brani di riferimento (oltre a quelli già citati) :

Commento su Mc 1,12-15