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Web master: Giovanna Maletesta

 

Surbo è un paese di antiche origini. Il primo nucleo dell'abitato sorse infatti in pieno Medioevo, quasi certamente per opera dei coloni dipendenti dalla grancia di San Giorgio, proprietà della Badia di Santa Maria di Cerrate.

E' opinione diffusa che il paese derivi il suo nome da "suburbium", sobborgo, ma tale interpretazione è sbagliata. Surbo è infatti toponimo bizantino. Esso deriva da "soùrbon", sorba, il frutto di una pianta in passato molto diffusa in queste contrade.

Il nome pare che sia stato trovato citato per la prima volta in una iscrizione del 1133; tale documento però oggi non esiste più. Diplomi ancora conservati che parlano del Casale di Surbo risalgono invece al 1881, al 1190, al 1193 e al 1197. Le successive notizie storiche relative al paese sono assai scarse e riguardano soprattutto i passaggi di proprietà dall'uno all'altro feudatario.

Il paese, dalla sua origine fino all'epoca della dominazione spagnola su tutto il Mezzogiorno, rimase pertinenza della città di Lecce, possedimento dapprima degli Altavilla poi dei Brienne, degli Enghien, degli Orsini del Balzo e infine, dal 1463, dei re aragonesi. A partire da questa data i Sindaci di Lecce furono feudatari di Surbo per circa 180 anni.

Intorno alla metà del XVII secolo, il paese fu staccato dalla giurisdizione di Lecce e ceduto in feudo ai Pepe, che lo tennero fino al 1750. In tale anno i Pepe vendettero Surbo ai Severino, i quali, nove anni dopo, rivendettero il feudo ai Romano che lo possedettero fino al 1806, anno in cui fu soppressa la feudalità. (Tratto da un libro di Daniele Capone)

 

Vincenzo Ampolo il poeta gentile di Surbo. 

Il suo pseudonimo, Caporal Obrus, che altro non è che il nome del paese, letto al contrario, tanto celebre fu ai suoi tempi.

Noè Scalinci cattedratico presso la facoltà di Medicina dell'Università di Napoli.

A lui, al suo illuminato magistero, la Società Oftalmologica Italiana volle rendere nel 1947 in Roma un doveroso omaggio con il ricordo di una medaglia.

 

Per quanto riguarda l'epopea risorgimentale, ben noti sono i nomi di Pietro Valzani (1775-1829) e Luigi Messa (1822-1890) sacerdoti entrambi eroici antesignani degli ideali di libertà ed unità.

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