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COMISO E COMISANI





Ronna Mariannina

Da giovane dev'essere stata una bella donna, come s'intuisce da una vecchia fotografia scattata ai tempi della 1^ Guerra Mondiale.
Non fece mai nulla, però, per mettere in risalto la sua bellezza. Infatti i suoi abiti erano semplici e quasi sempre di colore scuro; inoltre portava capelli lisci, ravviati all'indietro e fermati sulla nuca. Mai un boccolo o un'onda o un tirabaci o una frangetta; l'unica sua civetteria, per qualche tempo, fu una scriminatura.

Quando aveva vicino uno dei suoi tanti nipoti ronna Mariannina si metteva a cuntari cunta, il cui protagonista era quasi sempre Giufà.
Questi racconti (sempre nuovi ed originali, dato che li inventava al momento) le permettevano di dare sfogo alla sua fantasia ed al suo grande senso dell'umorismo.

Ma la sua vera grandezza era la sua FEDE.
La chiesa, oltre che la domenica per la Santa Messa, non la frequentava molto. In casa, però, anche mentre faceva le faccende, passava gran parte del tempo a pregare, a bassa voce e ansimando per il suo suprasciatu.
E ogni giorno recitava almeno un Rosario, alla fine del quale così pregava per i morti: "ppi l'armuzza 'i mo figgiu Tatò
(che era morto ragazzo), ppi l'armuzza 'i mo pa', ppi l'armuzza 'i mo ma'...... e ppi ttutti l'armuzzi ro Priatuoriu".
Infine pregava per i vivi: "ppi mo maritu, ppe mo figgi, ppe mo niputi......e ppi tutti i figgi 'i mamma".

"Anche ora che avete raggiunto vostro figlio Tatò, cara ronna Mariannina, continuate a pregare il Creatore ppi tutti i figgi 'i mamma, affinché, sommersi come siamo dalle tante cose di questo mondo, possiamo avere la forza di sollevare gli occhi verso il Cielo".





Ronna Nica

Tutti quelli che la conoscevano la chiamavano ronna Nica; quasi nessuno, però, ne conosceva il nome di battesimo (forse Domenica o forse Nicolina).
La cosa straordinaria era che quel nome sembrava fatto apposta per lei: infatti era piccola e magra.

Dopo la morte del marito (era scapparu) e dell'unica figlia andò ad abitare da sola in un piccolo dammusu.
Campava con una modesta pensione, arrotondata di tanto in tanto, per l'interessamento di un vicino, da un sussidio del Comune.

Era umile, gentile, paziente e non si lamentava della sua condizione.
Inoltre era molto religiosa e quasi tutti i giorni, coperta sin dalla testa col suo scialluni nìviru, si recava per pregare nella vicina chiesa dell'Immacolata e spesso faceva la santa comunione.

A causa dell'età, dopo una breve malattia, durante la quale qualche vicina le portava qualcosa da mangiare, morì da sola nella sua piccola abitazione, in silenzio e senza dare fastidio a nessuno.

"A distanza di tanti anni, cara ronna Nica, c'è qualcuno che Vi ricorda per la vostra dignità, che tanto contrasta con la petulante insoddisfazione di chi molto ha e ancor di più vorrebbe avere".



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