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In onore dell'antifascista
Vincenzo De Waure

[Intervento incontro pubblico] [Dibattito Pubblico 1 Marzo 2001] [Intervento al presidio]

 

INTERVENTO DI MAURO BUONO, PORTAVOCE DEL COMITATO ANTIFASCISTA "VINCENZO DE WAURE", AL DIBATTITO PUBBLICO NEL LICEO SCIENTIFICO "COPERNICO", PARCO S.PAOLO, VIA CINTHIA, QUARTIERE FUORIGROTTA

NAPOLI, GIOVEDI' 1 MARZO 2001 ORE 11.

 

RINGRAZIAMENTI

Prima di cominciare il dibattito pubblico, rivolgo i ringraziamenti al preside del liceo scientifico "Copernico" e al Consiglio d'Istituto per aver concesso al Comitato Antifascista "Vincenzo De Waure" di riportare in questa scuola, dove Vincenzo studiava, i valori e la memoria dell'antifascismo e dell'antinazismo. Il grazie va esteso ai professori che nel Consiglio d'Istituto hanno voluto che questo evento si verificasse; un grazie poi agli studenti e alle studentesse presenti a questo importante avvenimento: alla fine degli interventi della presidenza, attendiamo i vostri chiarimenti, le vostre domande, i vostri suggerimenti. Ora presento alla platea la presidenza: sulla mia sinistra siederà il rappresentante dell'ANPI che interverrà subito dopo il portavoce del Comitato; seguirà l'intervento dell'Istituto Campano per la Resistenza; a sua conclusione vi sarà il penultimo intervento dello scugnizzo delle gloriose Quattro Giornate di Napoli, Vincenzo Leone; l'intervento finale prima dell'apertura del dibattito con la sala sarà fatto da Enrico De Waure, fratello di Vincenzo, rappresentante della famiglia De Waure presente in platea con in testa la signora Sara, cui va il saluto della presidenza. Subito dopo l'intervento del sottoscritto, si aprono le domande o gli interventi dal palco che devono essere comunicati sempre al portavoce che li regolerà di conseguenza. Visto che siamo totalmente autofinanziati, chi vorrà sottoscrivere per il Comitato lo potrà fare al banchetto dove si distribuisce il materiale; vi ringraziamo fin da ora per il vostro contributo. Ringrazio infine il Circolo "Enzo De Waure" del Partito della Rifondazione Comunista, la Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli del Partito Marxista-Leninista Italiano e il Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta" (di cui io sono portavoce) per avermi dato l'onore di fare l'intervento a nome del Comitato. 

Studentesse e studenti, insegnanti, antifasciste e antifascisti, forze politiche democratiche e progressiste intervenute in questo dibattito, il Comitato Antifascista "Vincenzo De Waure" apre ufficialmente la terza tappa del suo cammino per rendere vivi più che mai i valori dell'antifascismo e dell'antinazismo. Un percorso cominciato lo scorso 15 giugno 2000 quando il Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta" dedicò una bacheca a Vincenzo De Waure, lo studente di Ingegneria ucciso barbaramente nella notte tra il 20 e 21 gennaio 1972: prima picchiato, poi accoltellato ad un fianco e infine bruciato dai vigliacchi attentatori. La seconda tappa è stata la costituzione del Comitato avvenuta lo scorso 7 novembre e legittimata dall'importante e partecipato presidio del 1° dicembre fuori la facoltà di Ingegneria; lì gridammo che piazzale Tecchio dovesse diventare piazzale "Vincenzo De Waure". Oggi a 29 anni dalla scomparsa di Enzo siamo in questa scuola (dove Enzo studiò e si diplomò) a rilanciare una parola d'ordine ben precisa che è anche il titolo del primo documento-opuscolo del Comitato: "No alla pacificazione nazionale! Viva l'antifascismo". Difatti nel nostro paese assistiamo ad un attacco concentrico all'antifascismo e alla XII "Disposizione transitoria e finale" della nostra Costituzione relativa al divieto di riorganizzazione sotto qualsiasi forma, di partiti apertamente fascisti. L'attacco all'antifascismo portato avanti dai nuovi falsificatori della storia della Resistenza e dai gruppi neofascisti e neonazisti che o in doppio petto (come Alleanza Nazionale) o in camicia nera (come il Movimento Sociale Fiamma Tricolore dello stragista e terrorista nero Pino Rauti e del gruppo "Forza Nuova" degli ex-terroristi neri Fiore e Morsello) hanno cominciato l'opera di demolizione e cancellazione dalla memoria collettiva dell'antifascismo e della Resistenza, sotto la parola d'ordine lanciata dal presidente della Camera, Luciano Violante, "La guerra di Liberazione è stata soltanto una guerra civile fra italiani". Una presa di posizione agghiacciante che non fa luce su come sono andate effettivamente le cose in Italia dal 1943 in poi. Cominciamo dalla liberazione della nostra città, Napoli, Medaglia d'Oro della Resistenza, avvenuta nelle gloriose Quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943) che videro combattere strenuamente il popolo napoletano, con in testa i coraggiosi "scugnizzi" contro i nazifascisti mettendoli in fuga e facendo di Napoli la prima città liberata d'Europa. Gli immortali insegnamenti della Resistenza si sono tramandati di generazione in generazione: ricordiamo la grande rivolta del '60 contro il governo DC Tambroni, salito al potere assieme ai fascisti del Msi, che vide la sua punta più alta negli scontri di Genova; vanno menzionate anche le grande rivolte del '68 e del '77 dove le orde fasciste tentarono in tutti i modi di frenare, ostacolare e addirittura annientare, attraverso la pratica dello squadrismo, la grande rivolta del '68 dichiaratamente antifascista. Ricordiamo l'assalto orchestrato dagli allora deputati missini Almirante, già repubblichino e fucilatore di partigiani, e Caradonna alla facoltà di Lettere dell'università di Roma il 16 marzo 1968, e la devastazione nonché l'incendio della sede di corso Umberto dell'Università "Federico II" di Napoli il 24 gennaio 1969 ad opera della squadracce fasciste del Msi che emulavano l'incendio appiccato dai nazisti nel 1943. Stessa sorte toccò al quotidiano napoletano "Il Mattino", la cui redazione, nella notte tra il 30 e 31 dicembre 1972, fu devastata da un potente ordigno fatto esplodere per opera dei fascisti di Avanguardia Nazionale. A Napoli, nella lotta contro la belva fascista caddero sul selciato la giovane Iolanda Palladino e lo studente universitario Claudio Miccoli. Alla sterminata successione di attentati squadristi, e di tentativi di golpe, che imperversavano nel paese, ai aggiungono ben presto le stragi. 16 persone morte e 87 ferite nella strage di piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969: è l'inizio della strategia della tensione. Il 28 maggio 1974 a piazza della Loggia a Brescia esplode una bomba che uccide 8 persone e ne ferisce 102; sul treno Italicus, scoppia un'altra bomba (12 morti e 48 feriti); nella notte tra il 7-8 dicembre 1970 il principe nero Valerio Borghese tenta il colpo di stato: lo emulano tre anni dopo, nel 1973 i generali della "Rosa dei Venti" e nel 1974 Edgardo Sogno. Lo stragismo trova la punta più alta nella strage di Bologna dell'agosto del 1980: una bomba alla stazione miete ben 83 vittime e più di 200 feriti. Come si fanno a dimenticare queste morti innocenti? Come si fa, attraverso il vergognoso processo di pacificazione, a metter sullo stesso piano fascisti e antifascisti? La conseguenza di questo nero progetto, portato avanti da alte cariche dello stato, è il proliferare di gruppi neonazisti e neofascisti e una escalation di attentati di matrice nera che ha trovato nella bomba alla redazione de "Il Manifesto" da parte dei nazifascisti di "Forza Nuova", il momento più preoccupante e inquietante. Per ora. Vile, poi, è il tentativo della politica di scrivere la storia: è il caso di Francesco Storace, il gerarca-governatore della Regione Lazio, noto mazziere fascista e razzista, che vuole istituire una commissione di censura sui libri scolastici per poter riscrivere la storia ad uso e consumo dei fascisti e cancellare definitivamente dall'insegnamento scolastico la memoria collettiva della Resistenza e dell'antifascismo. Il 22 gennaio scorso il procuratore generale militare Vindicio Bonagura, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario, denunciava che per "ragioni di Stato" l'Italia ha nascosto e insabbiato per oltre 50 anni i processi su 695 stragi nazifasciste: un infame e ignobile scelta politica che ha impedito che fosse resa giustizia a ben 15mila vittime, tra uomini, donne e spesso anche vecchi e bambini, barbaramente trucidati dalla belva nazifascista tra il 1943 e il 1945. Il rigurgito nazifascista non è presente solo in Italia: oltre alla ripresa di gruppi dichiaratamente neonazisti in Germania, in Austria il neonazista Haider è addirittura il governatore di una regione, la Carinzia. La sua visita in Vaticano lo scorso dicembre difeso dalla "forze dell'ordine" di Bianco del governo Amato, ha prodotto una carica di violenza inaudita contro i coraggiosi antirazzisti e antifascisti romani che volevano pacificamente manifestare contro il piccolo Hitler austriaco in piazza S. Pietro. Anche questo ennesimo episodio di repressione, la dice lunga sul carattere politico che assumerà la seconda repubblica. Studentesse e studenti, insegnanti, antifascisti e antifasciste, forze politiche democratiche e progressiste intervenute in questo dibattito, alla luce di quanto detto in questo discorso, noi antifascisti e antinazisti napoletani riuniti nel Comitato Antifascista "Vincenzo De Waure" vi invitiamo a percorrere assieme un'esperienza politica che rilanci a Napoli, in Campania e nell'intero paese la lotta antifascista per sconfiggere per sempre i tentativi neri della cosiddetta "pacificazione nazionale", una teoria aberrante che vuole cancellare con un colpo di spugna il sangue versato dai gloriosi partigiani combattenti per la libertà e dare la patente di democraticità alla vecchie e nuove camice nere, da sempre aguzzini, fucilatori, torturatori, massacratori e traditori del popolo italiano. Prendete contatti con il Comitato venendoci a trovare ogni martedì presso la sede del Circolo "De Waure" del Partito della Rifondazione Comunista in via Coppola dei Lusitani (Fuorigrotta) alle ore 19. Il nostro recapito di posta elettronica è: comitatoantifascista@virgilio.it.

ONORE E GLORIA AI PARTIGIANI E ALLA RESISTENZA!

ONORE AL GIOVANE MARTIRE ANTIFASCISTA VINCENZO DE WAURE!

A MORTE IL FASCISMO E IL NAZISMO!

NO ALLA PACIFICAZIONE TRA FASCISTI E ANTIFASCISTI! VIVA L'ANTIFASCISMO!

ORGANIZZIAMO ASSIEME UNA GRANDE MANIFESTAIZONE A NAPOLI PER IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE DAL MOSTRO NAZIFASCISTA, IL 25 APRILE 2001!

Grazie

 

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