Questa sezione si propone di fare luce sulle origini del gioco, sulla sua reale età, sulla composizione dei primi set cinesi prima che il gioco fosse conosciuto in Occidente.
Ma per cominciare vediamo cosa significa "Mah Jong" e perché il gioco venne chiamato così.



IL NOME


In Occidente il gioco è conosciuto più comunemente come Mah Jong, ma di questo nome in passato sono state coniate numerosissime varianti ortografiche, tra le quali ricordiamo Mah-Jongg, Ma Jung, Ma Jong, Ma Jan, Ma-Ch'iau, Mah Chiang, Ma-Chiong, Ma Choh, Ma Cheuck, Maajok, Ma Jack, Mah Juck ed altre ancora. Esistono anche vari nomi alternativi (peraltro caduti tutti in disuso entro pochissimi anni): Baak-Ling, Ma-Ling, Le Ping, Lung-Chan, Ning Po, Pe Ling, Tung-Wah, Wah Chuck e soprattutto Pung Chow.
Sono state persino coniate delle perifrasi, quale il gioco cinese dei quattro venti per i frequenti riferimenti alle direzioni cardinali (indicate appunto come "vento di Est", "vento di Sud", ecc.), oppure il gioco delle mille intelligenze, e via dicendo con le definizioni più fantasiose.

La prima versione del nome occidentale, Mah-Jongg (col trattino e la doppia G finale), fu coniato e registrato come marchio di fabbrica nel 1920 dall'americano Joseph Park Babcock, il primo che importò questo gioco dalla Cina per commercializzarlo negli Stati Uniti. Dal Nordamerica, nel giro di qualche anno, sull'onda del successo si diffuse anche nel Nordeuropa, soprattutto in Gran Bretagna.


lastrina col marchio su una delle prime edizioni americane (1925 circa)
manuali americani delle ditte Parker Brothers (a sin.) e The Paraffine Companies
entrambi del 1923; quelli originali erano sempre rossi e alcune confezioni
riportavano con orgoglio:
"contiene il libretto rosso di istruzioni di Babcock".

Quasi da subito le varianti ortografiche dell'esotico nome cominciarono a moltiplicarsi, per mere ragioni legali. Infatti occorre ricordare che nei primi anni '20 negli Stati Uniti era esplosa letteralmente una "febbre" per questo nuovo gioco, rivelatosi subito un ottimo investimento commerciale.

manuale americano stampato
dalla ditta Milton Bradley, 1923
Babcock aveva fondato la ditta Mah-Jongg Sales Co., titolare unica del marchio , il cui uso veniva dato in concessione alle compagnie che versavano i diritti: sulle confezioni infatti compariva sempre il nome del produttore effettivo assieme a quello della ditta di Babcock.
La Parker Brothers (una delle maggiori case produttrici di giochi, che usava il marchio originale) consigliava nel manuale sin dalla pagina di apertura:

Evitate le imitazioni se volete giocare a MAH-JONGG.
Le imitazioni non sono, né potranno mai essere, "la stessa cosa".


Joseph Park Babcock

Per non incorrere nel plagio, la principale concorrente, la Milton Bradley (più famosa come MB), fu costretta a usare sulle proprie confezioni un nome scritto interamente in ideogrammi (la cui traduzione letterale è "set di tessere da Mah Jong", cfr. qui a sinistra) e a presentare il gioco con la perifrasi The Ancient Game Of China ("l'antico gioco cinese"), senza che nel manuale d'istruzioni comparisse mai in alcun punto il vero nome del gioco. In modo analogo, un'altra concorrente, la Piroxloid Products, chiamava le proprie edizioni The Ancient Game Of The Mandarins ("l'antico gioco dei mandarini").

L'apice del successo fu toccato nel 1923, e di quali proporzioni fossero le ripercussioni di questa nuova moda lo si evince da questo breve ma eloquente passaggio di un articolo di giornale dell'agosto di quell'anno. [ESPANDI / COMPRIMI IL TESTO]

« La fiera dell'alta società di New York, in Park Avenue, qualche mese fa aveva pubblicizzato che, per l'intera settimana, dodici cinesi avrebbero tenuto una dimostrazione del gioco. Al termine del primo giorno, i gentili cinesi erano a mani vuote - la loro provvista era esaurita e non poté essere rinnovata. Una fabbrica americana ha in archivio ordini inevasi da parte di oltre tremila negozianti da ogni stato dell'Unione. Ogni giorno dai dieci ai quindici acquirenti provenienti da città tanto distanti quanto Little Rock o San Antonio si affacciano al suo reparto vendite e rendono la congestione ancora maggiore. Una delle maggiori case di prodotti sportivi (sic!) ha inviato in Cina un suo uomo - non con una lettera di credito ma con un sacco d'oro - con l'ordine di acquistare ogni set del gioco su cui riesca a mettere le mani. Più di un grande magazzino ha inviato un suo acquirente in Cina con due o tre mesi di anticipo sul proprio piano di vendite, così da potersi procurare i set prima che giunga la folla. Infatti è in arrivo una grande ressa, e le strutture cinesi che dovrebbero provvedere al rifornimento delle scorte le hanno esaurite.»


Dalle pubblicità dell'epoca, comparse su quotidiani, riviste, ecc. (cfr. illustrazione più in basso), apprendiamo che la Parker Bros. offriva un'intera gamma di edizioni, che si diversificavano soprattutto per tipo di materiale e quindi anche per prezzo. Si partiva dalla confezione più economica destinata ai principianti, chiamata nuova edizione popolare, in legno chiaro e con i semi in tre colori distinti (prezzo 4 dollari), per salire di grado con l'edizione in legno d'acero (5 dollari), quella chiamata Country Club (12 dollari), la Tuxedo (15 dollari), la Newport (25 dollari), con prezioso mobiletto allegato. Erano tutte prodotte negli Stati Uniti.
Le edizioni più costose però, cioè quelle in osso e bambù, provenivano da filiali della ditta situate a Shanghai e comprendevano: l'edizione Pechino (30 dollari), la Shanghai Club (40 dollari), la Manchu (50 dollari), l'Ambassador (75 dollari) e l'edizione Imperatrice (da 100 dollari in sù).

Per tornare al nome del gioco, la sua deriva ortografica fu quindi un escamotage usato da molte altre ditte dell'epoca per produrre a loro volta il gioco senza dover pagare i diritti a Babcock e senza contravvenire all'esclusiva sul marchio.


manuale inglese del 1924;
qui il nome ha perso il
trattino centrale


manuale americano del 1925-30:
il nome ha perso una G
Anche le maggiori ditte nordeuropee, come la Gibson Games inglese, adottarono inizialmente il nome Mah Jongg, spesso omettendone il trattino forse per i soliti motivi legali; poi da questo lato dell'Atlantico finì col prevalere e consolidarsi la versione semplificata Mah Jong o Mahjong (con una sola G).

A prescindere dalle varianti ortografiche, il nome Mah Jong deriva da un vocabolo originale cinese. Ma qual è questo vocabolo, e soprattutto cosa significa?
Ufficialmente in Cina e a Taiwan, il gioco è detto 麻将 Ma Jiang, che tradotto letteralmente vuol dire "generale della canapa"; in realtà non è questo il vero significato: il gioco non ha alcuna relazione con i generali né tantomeno con la canapa.
Nel sud della Cina, però, si usa un nome leggermente diverso, 麻雀 , che nella lingua ufficiale è pronunciato Ma Chie, ma che in cantonese (il dialetto parlato in quei luoghi) suona all'incirca Ma Jök e il cui significato letterale è "passero della canapa", o "passeri della canapa", perché i sostantivi cinesi non distinguono la forma singolare da quella plurale. Comunque, indica una comune varietà di uccelli, il cui nome scientifico è Passer montanus (qui a sinistra).
Anche in questo caso dovremmo considerarlo un nome astratto; ma essendo il gioco più diffuso nel sud della Cina che in altre parti del paese, l'ortografia 麻雀 è storicamente quella più radicata. Infatti quella alternativa 麻将, pur essendo oggi la versione usata ufficialmente, fu probabilmente coniata in un secondo momento per avvicinarsi il più possibile al suono del nome in cantonese (Ma Jök).
Questo spiega anche perché in Occidente sulle confezioni, sui manuali, ecc. compare sempre e soltanto la versione cantonese, come mostrano le immagini in questa pagina. Tra l'altro, occorre tener presente che negli anni '20 il cinese si scriveva ancora da destra verso sinistra, per cui nelle prime edizioni gli ideogrammi del nome appaiono invertiti (雀麻).
I primi occidentali presero rapporti col gioco nel sud della Cina, nel triangolo Shanghai-Canton-Hong Kong, trasferendo quindi sulle loro edizioni - americane prima ed europee poi - i suddetti ideogrammi 麻 e 雀, usati in quei luoghi, anche se, ovviamente, lo fecero solo per dare un tocco di "esotismo" al gioco. Inoltre Babcock seppe costruire sul significato letterale di Ma Jök una serie di elementi di forte presa sul pubblico americano ed europeo, ma che in realtà tra i giocatori cinesi non hanno mai trovato alcun riscontro: ad esempio, che il rumore provocato dal mescolamento delle tessere sul tavolo da gioco richiamasse il cinguettio dei passeri, oppure che le quattro combinazioni richieste per completare la mano corrispondessero metaforicamente al corpo, ali e coda dell'uccello, e che la coppia finale ne ricordasse la testa (quest'ultima cominciò infatti ad essere soprannominata in Occidente "testa del passero").

Anche in Giappone si usa la stessa ortografia cantonese 麻雀, pronunciando il nome Maa Jan, che nell'idioma nazionale non ha alcun significato particolare: in pratica, si decise di mantenere il nome originale, modificandone leggermente la pronuncia per adattarla meglio ai fonemi della lingua nipponica. Tra l'altro, il giapponese ha maggiore affinità col cantonese che col cinese ufficiale (mandarino) moderno, per ragioni storico-linguistiche che però nulla hanno a che vedere con il Mah Jong e che quindi sarebbe del tutto superfluo approfondire in questa sede.

In Corea, invece, il gioco non è affatto diffuso quanto nei paesi vicini e prende il nome 마종 Ma Jong, come in Occidente, riprendendo il suono del nome originale, senza che però il nome abbia alcun significato nella lingua nazionale.

Tornando all'imprenditore americano Babcock, appare evidente che coniò il termine Mah-Jongg nel tentativo di imitare o di richiamare foneticamente il nome cinese del gioco.

Una trentina d'anni prima (1893), l'inglese Wilkinson, un diplomatico in servizio in Corea, ricercatore ed appassionato di giochi orientali, aveva descritto il Má Tséuk (la sua personale traslitterazione del cantonese 麻雀 Ma Jök). Ne aveva anche tratto un gioco di carte, basato sulle regole cinesi, per poi esportarlo in Occidente e commercializzarlo col nome di Kanhoo, riscuotendo però meno fortuna del Mah-Jongg di Babcock.

C'è anche da dire che Wilkinson, pur comprendendo l'esistenza di una relazione tra le tessere di questo gioco e le carte a semi monetari, di comune uso in Cina e nelle regioni che risentivano della sua influenza culturale, non operava ancora una netta distinzione tra il Mah Jong e il domino cinese, forse non avendo ben focalizzato la differenza tra i due tipi di gioco. Del resto, ancora negli anni '60 esistevano manuali d'istruzione che parlavano di Chinese Domino Game Of Mah Jong.

Un altro personaggio chiave in questa ricerca storica fu l'etnografo americano Stewart Culin. Entrato in contatto con Wilkinson, tra il 1889 e il 1925 pubblicò una serie di ricerche condotte sui passatempi tradizionali nei vari paesi dell'Estremo Oriente e Sudest Asiatico, compresi quelli diffusi tra gli immigrati orientali che sul finire del XIX secolo si erano trasferiti numerosi negli Stati Uniti. Uno dei suoi ultimi rapporti (1924), intitolato The Game of Ma-Jong, descrive tra l'altro la morfologia e i pezzi di alcuni set, ancora arcaici nella loro composizione, dei quali verrà detto più avanti.

ritaglio di giornale
americano del 1923



LE ORIGINI DEL GIOCO


Una leggenda da sfatare è che il Mah Jong sia "antichissimo" o "millenario", come erroneamente si legge da molte parti, un mito forse nato sulla scorta dei vecchi nomi del gioco di cui si è parlato in precedenza. Si narra anche che il passatempo sarebbe stato inventato nel V secolo aC per intrattenere la moglie e le concubine di un imperatore.
Nulla di tutto ciò corrisponde al vero. Infatti, sebbene non esistano fonti sicure che indicano una data precisa, le ricerche condotte dai "pionieri" occidentali Wilkinson e Culin, poi ampliate ed approfondite in epoche successive, portano a collocare la nascita del gioco quasi certamente verso la seconda metà del XIX secolo, in particolare attorno al 1860-1870.
A questi anni, infatti, risalgono i set cinesi più antichi di cui sia nota l'esistenza, e tutti provenienti dall'area attorno a Shanghai, in particolare dalle regioni di Jiangsu, Anhui e soprattutto Zhejiang. Anche le prime citazioni letterarie riferibili al gioco sono databili più o meno agli stessi anni.

Il Mah Jong, tuttavia, avrebbe davvero dei progenitori antichi: l'ipotesi attualmente più accreditata è che sia stato ispirato da un gioco di carte chiamato 馬吊 Ma Diao (letteralmente "cavallo appeso"), oggi estinto, che alcuni considerano una vera e propria variante arcaica del Mah Jong. I mazzi con cui veniva giocato il Ma Diao fanno parte del gruppo detto "carte a semi monetari", in uso da diversi secoli in Asia Centrale e in Estremo Oriente, descritti anch'essi nei lavori di Wilkinson e Culin, di cui esistono diverse varianti, alcune a tre semi e altre a quattro. Sono carte tutt'oggi usate in Cina e nel Sud-Est Asiatico per giochi le cui regole sono spesso molto simili a quelle del Mah Jong. Anche la struttura di questi mazzi (in particolare quella delle varietà a tre semi) e le loro illustrazioni sono facilmente assimilabili a quelle del Mah Jong.
Tra l'altro, esistono anche veri e propri mazzi di carte da Mah Jong (cfr. le illustrazioni in basso), sebbene più tradizionalmente vengano usate le tessere. Il motivo di tale preferenza, narra una versione un po' folkloristica ma che forse non si discosta troppo dal vero, si spiegherebbe col fatto che il gioco era praticato anche dai pescatori sulle barche; il vento spesso disturbava la partita, scompigliando le carte, mentre le tessere, più pesanti, permettevano di ovviare a questo problema.
Purtroppo a rendere la verità storica ancor più nebulosa è il fatto che in cinese le "carte da gioco" e le "tessere da gioco" vengono chiamate nello stesso modo, 牌 Pai, e quindi stabilire con certezza se nei riferimenti letterari (non certo numerosi!) si parli di carte o di tessere è sempre molto difficile.

Una delle ipotesi sulla paternità del gioco è che sia nato in una bottega artigiana di NingBo (poco sotto Shanghai, cfr. la cartina più in alto), come tentativo di trasferire i disegni delle carte da Ma Diao su tessere di avorio e bambù. Tra le teorie riguardanti l'attribuzione della paternità del gioco, una riguarda due fratelli artigiani. Un'altra invece riguarda un personaggio di nome Zheng Yue, o Chen Yumen secondo un'altra ortografia, che secondo alcune fonti era un generale, secondo altre un ministro e secondo altre ancora un magistrato.

Chi fosse interessato ad una discussione più approfondita sulle carte a semi monetari ed ad altri mazzi tradizionali cinesi può visitare la relativa sezione del mio sito .


in alto e a destra, due varietà di mazzi di carte da Mah Jong



LA DIFFUSIONE E L'EVOLUZIONE DEL MAH JONG NEL XX SECOLO


CINA, HONG KONG, TAIWAN
Nei primi anni del secolo il Mah Jong rimase circoscritto all'area attorno a Shanghai e per lo più alla città di Pechino. Poi verso il 1920 si ebbe una grande diffusione che portò il gioco a comparire un po' ovunque nel paese, al punto da renderlo il passatempo nazionale (sempre, comunque, nella sua forma d'azzardo). La variante classica, con inevitabili differenze da regione a regione legate alla grande estensione del territorio e alla mancanza di una codifica ufficiale, cominciò ad essere affiancata da una sua evoluzione moderna (oggi identificata nella variante nazionale di Hong Kong), introdotta soprattutto a livello dell'alta società, in contrapposizione alla prima, preferita dalle classi sociali medio-basse. Nella variante nuova comparve il principio per cui i giocatori, anzichè corrispondere l'un l'altro i rispettivi punteggi, pagavano solo il vincitore della mano.
Furono entrambe praticate fino alla metà degli anni '60, quando Mao Zhe Dong vietò il Mah Jong, come pure qualsiasi altro gioco d'azzardo, perchè ritenuti diseducativi. Viceversa a Taiwan, proclamatasi indipendente, la variante moderna subì un'ulteriore evoluzione che portò all'introduzione della mano non più di quattordici pezzi ma di sedici (variante Taiwan).
Tramontata la Rivoluzione Culturale maoista, sul finire degli anni '70 il gioco ricomparve anche nella Cina continentale (Repubblica Popolare Cinese), sebbene in forma non troppo ostentata, venendo tollerato, ma non incoraggiato, dal regime tutt'ora in carica.
Nel 1998 il comitato nazionale sportivo cinese ha elaborato un regolamento oggi riconosciuto come "variante cinese ufficiale", in cui il punteggio è basato in larga parte sull'assetto delle varie combinazioni (cfr. anche varianti), prevedendo a tal fine numerosissime situazioni particolari, anche molto intricate.


GIAPPONE
Il primo paese straniero in cui la passione per il nuovo gioco esplose prepotentemente fu il Giappone, dove il Mah Jong (Maa Jan, secondo la denominazione locale) sbarcò attorno al 1907; l'acme del successo però si ebbe solo nei primi anni '20. Il ritardo si spiega forse col fatto che allora la composizione del set si stava ancora stabilizzando (come si dirà nel prossimo paragrafo). Inizialmente, le regole erano quelle cinesi classiche.
La Seconda Guerra Mondiale, con lo scontro tra la Cina e il Giappone (1937-45), comportò la messa al bando del gioco nell'intero paese; poi, nel dopoguerra, la passione per il Maa Jan tornò in auge, comportando attorno al 1950 la costituzione dell'Associazione Giapponese da parte di un piccolo gruppo di entusiasti, il cui scopo era unificare le regole a livello nazionale: nacque la variante detta giapponese classica.
La rinascita dell'interesse spinse in seguito i giocatori a ricercare nuove formule che ravvivassero il gioco (che in Giappone è tipicamente praticato come gioco d'azzardo): oltre ad un certo numero di mani speciali, la variante moderna comportò l'introduzione delle due regole per cui è più famosa: il Riichi e le tessere bonus Dora (cfr. anche varianti).

Nel 2002 il Giappone ha ospitato la prima edizione del Campionato Mondiale di Mah Jong, organizzato anche col patrocinio della città cinese di Ningbo, adottando il nuovo regolamento ufficiale cinese.

manuale giapponese moderno



STATI UNITI E OCEANIA
Fu J.P.Babcock che attorno al 1922 importò il gioco negli Stati Uniti, introducendo l'uso di numeri arabi e di lettere su quasi tutti i pezzi e semplificando le regole che aveva appreso in Cina. Nella prima metà del decennio il gioco ebbe un enorme successo, al punto che venivano quotidianamente importate da Shanghai enormi quantità di set in osso e - cosa ancora più sorprendente - carichi altrettanto enormi di ossa bovine venivano inviati a Shanghai da Kansas City e da Chicago per essere convertiti in tessere da Mah Jong!
Quasi da subito i giocatori americani escogitarono nuove regole ed introdussero varie mani speciali, al punto che i produttori furono costretti a pubblicare numerose edizioni aggiornate e rivedute dei manuali d'istruzione, nel tentativo di seguire l'evoluzione nazionale del gioco, il quale tuttavia risultò ben presto snaturato da tale continua deriva. Forse per questo motivo l'interesse popolare cominciò a declinare nella seconda metà del decennio e, complice la Grande Depressione del 1929, per un decennio circa il gioco fu assai poco praticato.
Nel 1937 fu fondata la National Mah-Jongg League, nata allo scopo di fissare su carta le regole nazionali statunitensi, caratterizzate da un gran numero di combinazioni particolari; da allora, ogni anno, questa entità istituisce delle nuove mani speciali, di cui il regolamento nazionale è divenuto così ricco che anche i più esperti normalmente giocano tenendo aperta davanti a sé la lunga lista delle mani legalmente riconosciute.

Anche in Australia e in Nuova Zelanda, benché culturalmente più vicine ai modelli britannici, fu adottato lo schema di gioco americano, anche se in questi paesi non si raggiunse il grado di stravolgimento delle regole originali che si ebbe negli Stati Uniti. La variante nazionale australiana è infatti considerata una forma semplificata, che tiene conto solo di alcune mani speciali riconosciute dalla National Mah-Jongg League statunitense.
due edizioni di uno stesso manuale (degli anni '40 e anni '50):
nel volgere di un decennio si passò dalla 9ª edizione (a sinistra) alla 18ª!



GRAN BRETAGNA E RESTO D'EUROPA
Il Mah Jong comparve in Europa poco dopo la sua introduzione negli Stati Uniti, attorno al 1924. Il paese più coinvolto, per via della maggiore affinità culturale col Nordamerica e per scambi commerciali con l'Oriente, fu senz'altro la Gran Bretagna, dove si registrò un successo pari o quasi a quello nordamericanoe il gioco divenne ben presto così popolare da essere menzionato in un famoso romanzo giallo della scrittrice Agata Christie (L'assassinio di Roger Ackroyd, anche pubblicato col titolo alternativo Dalle nove alle dieci), del 1926.
Un certo interesse il gioco lo suscitò anche in Francia e in Germania, senza tuttavia che divampasse una vera e propria "febbre" del Mah Jong.
Viceversa, l'Europa meridionale culturalmente resistì all'introduzione di un gioco così esotico (sebbene verso la metà degli anni '20 in Italia la ditta Kofler, forse spinta dagli echi del clamore suscitato dal gioco in altri paesi, commercializzò un profumo chiamato proprio Mah Jong!). Solo in epoche molto più recenti, dagli anni '70 circa, si è registrata un'apertura verso questo gioco, inizialmente timida poi sempre maggiore.

Le regole adottate all'inizio in Gran Bretagna e altrove erano molto simili o quasi identiche a quelle proposte da Babcock; ma la vera differenza fu che da questo lato dell'Atlantico i giocatori apprezzarono l'essenza orientale del gioco, senza perciò volerla stravolgere: alcune varianti comparse in Gran Bretagna erano in realtà basate su varianti regionali cinesi, quindi paradossalmente riavvicinavano il gioco alle sue origini, anziché allontanarlo. Il risultato fu che l'interesse per il Mah Jong non declinò come negli Stati Uniti, ma rimase ancora vivo negli anni '30 e '40, con una inevitabile parentesi legata alla Seconda Guerra Mondiale, e in realtà non cadde mai nel dimenticatoio.
La nascita della British Mah Jong Association (peraltro non più esistente) portò alla formulazione di regole nazionali, ispirate più a quelle cinesi classiche che a quelle giocate altrove.
Altri regolamenti ufficiali nazionali sono basati sulle vecchie "regole europee": tra questi, quello tedesco, quello francese e, in misura minore, anche quello italiano.
Nel 2005 i Paesi Bassi hanno ospitato la prima edizione dei Campionato Europeo di Mah Jong.



LE COMPOSIZIONI ARCAICHE
i disegni in questo paragrafo sono ricostruzioni basate sulla descrizione dei pezzi arcaici da fonti letterarie e su veri esposti museali

I set da Mah Jong più antichi che si conoscano risalgono al periodo 1870-1910, e pur essendo costituiti sempre da 144 pezzi, differivano variamente da quelli attuali soprattutto nella composizione degli Onori.
Descritti da autori occidentali, a volte anche con disegni dei vari pezzi, ne vengono qui riportate le differenze rispetto ai set attualmente in uso.


1, 2 e 3 di Bambù
e in basso l'8

Culin descrisse minuziosamente un set che vide esposto nel museo della Long Island Historical Society di New York, risalente al 1870 circa, la cui composizione è ricostruita nello schema in basso a sinistra. Le tessere erano di osso sul davanti e di bambù sul retro, quindi molto simili a quelle che conosciamo oggi, ma un po' più piccole: lunghe 7/8 di pollice, larghe 5/8 di pollice e spesse 3/8 di pollice (circa 22 x 16 x 10 mm). I semi di Cerchi, Bambù e Ideogrammi erano analoghi a quelli standard, sebbene l'1 di Bambù non fosse raffigurato come un uccello, ma con un elemento grafico lungo e stretto ed un'estremità rotonda (cfr. il disegno a sinistra). Come spiegato anche nella sezione simboli, l'abitudine di raffigurare questo soggetto in forma di uccello deriva dalla somiglianza con l'analogo valore delle carte a semi monetari (da cui il Mah Jong ha avuto origine); l'1 di Bambù di questo set appariva essere un ibrido tra le due forme, quindi un segno che la trasformazione era ancora in atto. Inoltre in molte edizioni arcaiche i segni del seme di Bambù erano di forma ovale anzichè rettangolare, e nell'8 avevano una disposizione diversa da quella odierna (cfr. disegno a sinistra).
Inoltre questo set arcaico aveva un equivalente dei Draghi Rossi, cioè quattro pezzi con l'ideogramma ma di colore blu; erano poi presenti otto pezzi privi di alcun segno grafico, almeno quattro dei quali identificabili con i Draghi Bianchi.
Le Stagioni erano prive di allegorie, indicate solo dal rispettivo ideogramma di colore rosso (come qui in alto a destra). I Draghi Verdi mancavano, come pure i Fiori; questi pezzi erano rimpiazzati da otto diversi Regnanti, recanti due ideogrammi blu e rossi (qui in basso), di cui l'autore americano Culin cita i nomi in cantonese, riportati di seguito nell'ortografia moderna:
東王 Dung Wong ("Re dell'Est")
南王 Naam Wong ("Re del Sud")
北王 Bak Wong ("Re del Nord")
中王 Jung Wong ("Re del Centro")
天王 Tin Wong ("Re del Cielo")
地王 Dei Wong ("Re della Terra")
人王 Yan Wong ("Re delle Persone")
和王 Wo Wong ("Re della Pace o dell'Armonia")

Nel 1893 anche Wilkinson espose alla Fiera Mondiale di Chicago un set quasi identico a quello descritto sopra (schema a sinistra), che aveva solo i primi quattro Regnanti e mancava delle Stagioni, ma aveva quattro pezzi identici marcati Fa, cioè l'ideogramma del Drago Verde, del cui colore non c'e riscontro, ma è verosimile che anche questo pezzo fosse blu, o comunque di un colore generico. Wilkinson infatti commentò in una nota che « la colorazione [dei pezzi], sia essa rossa, verde o blu, è puramente ornamentale e nulla ha a che fare con lo svolgimento del gioco ».

Un'altra variante di cui Culin ha lasciato testimonianza riguardava un set da lui personalmente acquistato a Shanghai alla fine del 1909. Comprendeva i Semi, analoghi a quelli standard, compreso l'1 di Bambù a forma di uccello, i Venti e i Fiori; al posto delle Stagioni erano presenti le quattro Arti (Liuto, Tavola da gioco, Libri e Dipinto, cfr. tessere e simboli).
I Draghi erano solo due: Rosso e Verde, identificati dai consueti ideogrammi del rispettivo colore. Inoltre questo set prevedeva tre pezzi aggiuntivi, singoli, ciascuno raffigurante un diverso ideogramma circondato da una cornice: 文 Wen "civile", 武 Wu "militare" e 搃 Zong "capo, manager".


Una variante in auge nei primi del 1900 aveva il seme di Ideogrammi non identificato col segno Wan ( o ), come nelle altre edizioni, bensì con  Pin ("grado" oppure "merce").
Inoltre i Draghi Rossi erano marcati  Long ("drago") e quelli Verdi  Feng ("fenice"); quelli Bianchi non erano presenti. Infine, mancavano anche i Venti, al cui posto però erano quattro posizioni gerarchiche: 公 Gong ("Duca"), 侯 Hou ("Marchese"), 将 Jiang ("Generale") e 相 Xiang ("Primo Ministro").
I suddetti pezzi avevano tutti una cornice decorativa, forse per sottolineare il loro maggior valore.

Secondo l'interpetazione di Culin, quando fu ideato il Mah Jong le tessere di Cerchi, Bambù e Ideogrammi furono tratti dalle carte a semi monetari così com'erano, senza alcuna modifica, se non quella del nome del seme; viceversa Onori, Fiori, Stagioni e altri pezzi speciali furono liberamente introdotti, anche con una certa variabilità da set a set, spesso dietro specifica richiesta del committente. Infatti le combinazioni arcaiche descritte in precedenza sono soltanto alcune di quelle note; ad esempio, se ne vedono altre nel sito del museo giapponese Takeshobo, anche con soggetti diversi da quelli decritti in precedenza (cfr. la pagina dei link).

La composizione del Mah Jong si stabilizzò in quella attuale per numero di pezzi e per soggetti all'incirca tra il 1910 e il 1920, poco prima che il mondo occidentale scoprisse il gioco.



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