ROMAGNA MATTINA
STORIE DI MARE
Domenica 9/3/1997

Così viene ricordato il mitico 1929 in Romagna e nel film AMARCORD " L'AN DE' NIVON: 1929 ".
Se escludiamo l'era glaciale …. È la prima volta che a Rimini nevica in modo così abbondante. Un metro e novantacinque centimetri di neve.
La cronaca cittadina riporta che nel mese di febbraio < …. Il termometro ha segnato fin 18 gradi sotto zero…..>.
A Rimini si scavarono le gallerie per potersi muovere a piedi, mentre le basse acque di riva erano gelate parzialmente. Anche il porto canale venne ricoperto da una spessa crosta di ghiaccio e lo si poteva attraversare a piedi.
In quegli anni di grande miseria, le condizioni polari resero la fame ancora più pungente.
Qualche vecchio ancora ricorda come enorme fu lo stupore e la felicità quando un giorno, alle prime luci dell'alba, sentì qualcosa di duro sbattere nelle gambe nude. Quei ragazzi tornarono a casa con le "coffe" (ceste di vimini) piene di seppie congelate.
Eccezionale fu infatti la moria di canocchie e seppie.

 
Domenica 13/4/1997

Nell'aprile del 1934 al largo di Miramare, tre fratelli catturarono uno strano essere che venne messo sotto formalina ed esposto nelle fiere.
Il Corriere della Sera del 15/4/1934 titola < UN GRANDIOSO PESCE LUNA CATTURATO PRESSO RIMINI>.
Anche la Domenica del Corriere dedicò una pagina intera e una tavola a colori, disegnata dal famoso Beltrame, dove s'immortalava il momento periglioso della cattura del "QUASI UN MOSTRO".
L'eccezionale cattura avvenne qualche tempo prima.

 
Domenica 16/3/1997

Lo sviluppo turistico e l'eccezionale sviluppo urbanistico della costa romagnola (almeno nel Riminese), avvenuta nel dopoguerra, ha del tutto eliminato un paesaggio naturale, della spiaggia, che mutava continuamente.
Oggi ne rimane traccia solo nel Ravennate.

Cosa rimane almeno nel ricordo di chi in quell'ambiente è vissuto.


LA SPIAGGIA CANCELLATA DI DUNE E SORGENTI

Il riccionese Dante Tosi scriveva: <………………….>

Il riminese Ivo Gigli nel suo libro "la marina perduta". < ……….>

Altra testimonianza antica ce ne ha lasciata il generale Marsili che nel 1715 fu mandato in missione dal Papa per acquisire informazioni.
Il generale pontificio descrisse ………….. .

L'ingegnere Piccoli chiamato a Rimini per risolvere i problemi idrici, alla fine dell'800, parla di strati ghiaiosi ………………… .

Nell'immaginario popolare "è Sourcion" è stato fino alla metà del secolo un luogo naturale misterioso,

 
Domenica 2/3/1997

In quell'estate "particolarissima" si manifestò un'imponente comparsa di mucillagine, chiamata dai pescatori romagnoli "bromb".
L'esistenza di un vocabolario dialettale, che non ha un corrispettivo in italiano, fa pensare che il fenomeno non è assolutamente nuovo in Adriatico.
Indagini storico-naturalistiche hanno evidenziato che in questi ultimi due secoli si erano già manifestati tali fenomeni.


ESTATE 1729: LE MUCILLAGINI INFESTANO TUTTO L'ADRIATICO

Jano Planco, un attento naturalista studiò e scrisse tanto sull'Adriatico.

 
DA UNA RIELABORAZIONE DELL'ARTICOLO ALLA CREAZIONE DI PICCOLI RACCONTI
"LE MUCILLAGINI INFESTANO L'ADRIATICO"

Nell'estate del 1729, il Conte e la sua gentile contessa decisero di trascorrere la vacanza al mare per fare respirare la buon'aria salmastra e marina alle loro quattro figlie "Ermenegilda, Lavinia, Angelica e Gelsomina". Partirono con la carrozza, dal loro castello in Molise e dopo tre giorni, a tarda sera giunsero finalmente a Rimini.
Il mattino successivo, le ragazze curiose si prepararono in tutta fretta. Abiti chiari e leggeri. La giornata si presentava afosa e piena di sole. Non un filo d'aria, non si respirava. Sognavano da anni di camminare in riva al mare. Via subito nella carrozza per raggiungere il sospirato mare. I cavalli tiravano, provocando un leggero spostamento d'aria e quindi un senso di sollievo. La spiaggia s'iniziava ad intravedere da lontano, ricca di montagnole di sabbia e fiori bianchi. Era arrivato il momento, tutti scendevano dalla carrozza. Le figliole correvano incuriosite avanti. OOH !!
Le loro esclamazioni erano dovute alla scoperta del colore del mare "giallo-verdognolo". Più le ragazze si avvicinavano e più lo spettacolo sembrava inverosimile. Il mare appariva ai loro occhi come una marmellata d'arance acerbe, spalmata su di una gigantesca fetta di pane. Il conte e la sua consorte accorsero e rimasero sbalorditi. Per cercare di capire chiamarono in loro aiuto un vecchio amico e grande studioso della natura. Un po' d'attesa per lo studio del fenomeno e finalmente l'esito. Il mare era ammalato. Dentro vi era la "mucillagine". Problema di giorni e di tempo e quando l'aria cambiava, il mare avrebbe assunto la sua consistenza e il suo colorito naturali.
Le ragazze esultarono ma fino alla loro partenza, purtroppo non cambiò nulla e quindi nessuno di loro poté bagnare un dito nell'acqua del mare di Rimini, in quella tanto "attesa" vacanza marina.

Yu Lili

Un giorno, era l'estate del 1729, mi svegliai con l'idea di andare in spiaggia. Erano le h. 8,30, fuori c'era un sole abbagliante. Da molti giorni era presente l'afa e non si respirava. Dopo aver fatto colazione mi precipitai al mare. Mi attendeva una brutta sorpresa. Il mare emanava un forte odore sgradevole ed era coperto di una schiuma. Ma non era il velo bianco che solitamente precede le onde. I pesci giacevano morti sulla battigia. Il mare aveva una superficie verde-giallognola e melmosa. Tutto ciò era orrendo. Molti esperti naturalisti furono chiamati ad osservare ed esaminare il fenomeno. Le persone preoccupate, ogni mattina si recavano sulla spiaggia per controllare lo stato di salute dell'ammalato. Esso sembrava invaso da esseri strani. Gli studiosi la definirono "l'invasione delle mucillagini".
Il fenomeno non era molto conosciuto e non era ancora stato studiato.
Al porto tutti i pescatori si raccoglievano disperati, erano, praticamente, senza un lavoro. Anche al largo i pesci boccheggiavano o galleggiavano, morti.
Per molto tempo, quell'estate, il mare rimase prigioniero e soffocato dalla mucillagine, fino a quando la pioggia liberò tutti da questa disgrazia. L'aria divenne più fresca e il mare ritornò ad essere come prima. La gente festeggiò. Al porto, la festa si prolungò per diversi giorni.

Braga, Martini, Toni, Costa

Era tarda sera, faceva molto caldo, camminavo sulla riva del mare per sentire la brezza ma ad ogni passo sprofondavo nella sabbia bagnata e calda. La luna si rifletteva su tutta la superficie dell'acqua. Il mare emanava una strana luce mentre dolcemente si cullava. L'acqua era di un colore fosforescente. Piccole onde s'infrangevano sulla riva lasciando una schiuma che presto scompariva con leggeri scoppiettii.
Camminavo e la mia rotta era la vecchia scogliera dove, solitamente, mi fermavo per pescare. L'acqua non era limpida e pura e non si riusciva a vedere l'ombra di un pesce. Buttai giù l'amo ma raccolsi solo cose viscide, alghe.
Cosa aveva il mio mare? Mi chiesi.
Cambiai rotta e mi avviai verso il molo. Vidi le imbarcazioni tutte in fila, dondolare come altalene sballottate qua e là dall'ondeggiare del mare.
Dove erano i pescatori?
Tutto sembrava morto e illuminato da una luce irreale emanata dall'acqua. Il paesaggio era cambiato e mi faceva quasi paura. Scappai per ritornare il mattino successivo. Era quasi l'alba e sulla riva trovai tanto pesce, ma era morto. Corsi nel borgo dei marinai. Passando per le case dei miei amici pescatori, le luci erano ancora accese. Sui loro volti affranti si vedeva la preoccupazione del pensiero di non poter pescare per lungo tempo. Erano chiusi nelle loro case con la speranza di una salute migliore del loro mare.
Il mio animo era triste come il loro.
La sera successiva molte persone sfilarono verso il porto. I pescatori in processione invocavano l'aiuto dei santi. Ad un tratto si alzò un forte vento e portò grossi nuvoloni. Sopra le teste presto arrivò una grossa tempesta. La processione si trasformò in una grande festa. Tutti bagnati, come pulcini, esultarono, increduli. Il nostro mare era finalmente salvo.
Oggi, ormai vecchio, nella mia memoria affiorano ancora i pensieri di quella sera d'estate del 1729.

Curcio, Munari, Rossi

Ero al largo, nel mio peschereccio e per la prima volta ho avuto veramente paura. Mentre guardavo all'orizzonte una larga onda verde e schiumosa, intorno all'imbarcazione qualche pesce morto galleggiava. Molti altri pesci, in branchi, affioravano, boccheggiando. Prendevano aria in superficie e si rituffavano in acqua in tutta fretta per riprendere la loro corsa. Sembrava una vera fuga in massa dall'inseguimento di un nemico. Cercavano un rifugio per liberarsi di qualcosa.
Ordinai di tirare su le reti per lasciare loro libero il passaggio. Avvertivo l'arrivo di un pericolo. Intanto l'onda verde si avvicinava e decisi di prendere la rotta del ritorno. Il solo pescato della giornata, una cassetta di pesci morti e alghe viscide, verdastri e maleodoranti, la "bromb". Il percorso era lungo e man mano che il tempo passava il cielo diventava più scuro. Affioravano le prime luci delle imbarcazioni. Anch'esse si muovevano in direzione del porto. Ormai il buio era giunti e l'acqua aveva assunto riflessi fosforescenti. Sembrava un paesaggio lunare. All'arrivo al porto, moltissime persone erano già sul molo che attendevano i pescherecci. La voce si era già sparsa e sui loro volti si leggeva solo preoccupazione e disperazione.
Quella calda e afosa estate del 1729 non passava mai. Il mare restò per molto tempo prigioniero dell'invasione della mucillagine fino a quando una brutta tempesta, durata per diversi giorni ci liberò da questa disgrazia che aveva portato solo miseria.

Canuti, Costa, Cavalli, Toni