Nell'estate del 1729, il Conte e la sua gentile contessa
decisero di trascorrere la vacanza al mare per fare respirare
la buon'aria salmastra e marina alle loro quattro figlie "Ermenegilda,
Lavinia, Angelica e Gelsomina". Partirono con la carrozza,
dal loro castello in Molise e dopo tre giorni, a tarda sera
giunsero finalmente a Rimini.
Il mattino successivo, le ragazze curiose si prepararono in
tutta fretta. Abiti chiari e leggeri. La giornata si presentava
afosa e piena di sole. Non un filo d'aria, non si respirava.
Sognavano da anni di camminare in riva al mare. Via subito nella
carrozza per raggiungere il sospirato mare. I cavalli tiravano,
provocando un leggero spostamento d'aria e quindi un senso di
sollievo. La spiaggia s'iniziava ad intravedere da lontano,
ricca di montagnole di sabbia e fiori bianchi. Era arrivato
il momento, tutti scendevano dalla carrozza. Le figliole correvano
incuriosite avanti. OOH !!
Le loro esclamazioni erano dovute alla scoperta del colore del
mare "giallo-verdognolo". Più le ragazze si
avvicinavano e più lo spettacolo sembrava inverosimile.
Il mare appariva ai loro occhi come una marmellata d'arance
acerbe, spalmata su di una gigantesca fetta di pane. Il conte
e la sua consorte accorsero e rimasero sbalorditi. Per cercare
di capire chiamarono in loro aiuto un vecchio amico e grande
studioso della natura. Un po' d'attesa per lo studio del fenomeno
e finalmente l'esito. Il mare era ammalato. Dentro vi era la
"mucillagine". Problema di giorni e di tempo e quando
l'aria cambiava, il mare avrebbe assunto la sua consistenza
e il suo colorito naturali.
Le ragazze esultarono ma fino alla loro partenza, purtroppo
non cambiò nulla e quindi nessuno di loro poté
bagnare un dito nell'acqua del mare di Rimini, in quella tanto
"attesa" vacanza marina.
Yu Lili
Un giorno, era l'estate del 1729, mi svegliai con l'idea
di andare in spiaggia. Erano le h. 8,30, fuori c'era un sole
abbagliante. Da molti giorni era presente l'afa e non si respirava.
Dopo aver fatto colazione mi precipitai al mare. Mi attendeva
una brutta sorpresa. Il mare emanava un forte odore sgradevole
ed era coperto di una schiuma. Ma non era il velo bianco che
solitamente precede le onde. I pesci giacevano morti sulla battigia.
Il mare aveva una superficie verde-giallognola e melmosa. Tutto
ciò era orrendo. Molti esperti naturalisti furono chiamati
ad osservare ed esaminare il fenomeno. Le persone preoccupate,
ogni mattina si recavano sulla spiaggia per controllare lo stato
di salute dell'ammalato. Esso sembrava invaso da esseri strani.
Gli studiosi la definirono "l'invasione delle mucillagini".
Il fenomeno non era molto conosciuto e non era ancora stato
studiato.
Al porto tutti i pescatori si raccoglievano disperati, erano,
praticamente, senza un lavoro. Anche al largo i pesci boccheggiavano
o galleggiavano, morti.
Per molto tempo, quell'estate, il mare rimase prigioniero e
soffocato dalla mucillagine, fino a quando la pioggia liberò
tutti da questa disgrazia. L'aria divenne più fresca
e il mare ritornò ad essere come prima. La gente festeggiò.
Al porto, la festa si prolungò per diversi giorni.
Braga, Martini, Toni, Costa
Era tarda sera, faceva molto caldo, camminavo
sulla riva del mare per sentire la brezza ma ad ogni passo sprofondavo
nella sabbia bagnata e calda. La luna si rifletteva su tutta
la superficie dell'acqua. Il mare emanava una strana luce mentre
dolcemente si cullava. L'acqua era di un colore fosforescente.
Piccole onde s'infrangevano sulla riva lasciando una schiuma
che presto scompariva con leggeri scoppiettii.
Camminavo e la mia rotta era la vecchia scogliera dove, solitamente,
mi fermavo per pescare. L'acqua non era limpida e pura e non
si riusciva a vedere l'ombra di un pesce. Buttai giù
l'amo ma raccolsi solo cose viscide, alghe.
Cosa aveva il mio mare? Mi chiesi.
Cambiai rotta e mi avviai verso il molo. Vidi le imbarcazioni
tutte in fila, dondolare come altalene sballottate qua e là
dall'ondeggiare del mare.
Dove erano i pescatori?
Tutto sembrava morto e illuminato da una luce irreale emanata
dall'acqua. Il paesaggio era cambiato e mi faceva quasi paura.
Scappai per ritornare il mattino successivo. Era quasi l'alba
e sulla riva trovai tanto pesce, ma era morto. Corsi nel borgo
dei marinai. Passando per le case dei miei amici pescatori,
le luci erano ancora accese. Sui loro volti affranti si vedeva
la preoccupazione del pensiero di non poter pescare per lungo
tempo. Erano chiusi nelle loro case con la speranza di una salute
migliore del loro mare.
Il mio animo era triste come il loro.
La sera successiva molte persone sfilarono verso il porto. I
pescatori in processione invocavano l'aiuto dei santi. Ad un
tratto si alzò un forte vento e portò grossi nuvoloni.
Sopra le teste presto arrivò una grossa tempesta. La
processione si trasformò in una grande festa. Tutti bagnati,
come pulcini, esultarono, increduli. Il nostro mare era finalmente
salvo.
Oggi, ormai vecchio, nella mia memoria affiorano ancora i pensieri
di quella sera d'estate del 1729.
Curcio, Munari, Rossi
Ero al largo, nel mio peschereccio e per la prima volta
ho avuto veramente paura. Mentre guardavo all'orizzonte una
larga onda verde e schiumosa, intorno all'imbarcazione qualche
pesce morto galleggiava. Molti altri pesci, in branchi, affioravano,
boccheggiando. Prendevano aria in superficie e si rituffavano
in acqua in tutta fretta per riprendere la loro corsa. Sembrava
una vera fuga in massa dall'inseguimento di un nemico. Cercavano
un rifugio per liberarsi di qualcosa.
Ordinai di tirare su le reti per lasciare loro libero il passaggio.
Avvertivo l'arrivo di un pericolo. Intanto l'onda verde si avvicinava
e decisi di prendere la rotta del ritorno. Il solo pescato della
giornata, una cassetta di pesci morti e alghe viscide, verdastri
e maleodoranti, la "bromb". Il percorso era lungo
e man mano che il tempo passava il cielo diventava più
scuro. Affioravano le prime luci delle imbarcazioni. Anch'esse
si muovevano in direzione del porto. Ormai il buio era giunti
e l'acqua aveva assunto riflessi fosforescenti. Sembrava un
paesaggio lunare. All'arrivo al porto, moltissime persone erano
già sul molo che attendevano i pescherecci. La voce si
era già sparsa e sui loro volti si leggeva solo preoccupazione
e disperazione.
Quella calda e afosa estate del 1729 non passava mai. Il mare
restò per molto tempo prigioniero dell'invasione della
mucillagine fino a quando una brutta tempesta, durata per diversi
giorni ci liberò da questa disgrazia che aveva portato
solo miseria.
Canuti, Costa, Cavalli, Toni
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