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USA, RITORNO AL PASSATO

di Simonetta Cossu

da "Liberazione" del 11.08.02

Stati Uniti anno 2002, torna la segregazione razziale nelle scuole. E' quanto risulta da una accurata ricerca di alcuni studiosi della prestigiosa università di Harvard. Secondo il rapporto, i bambini afroamericani e quelli ispanici frequentano scuole dove i "contatti" con i coetanei bianchi sono sempre più rari. Sono passati quasi 50 anni dalla storica decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che, nel 1954, bandiva la segregazione razziale dalle scuole del paese. Un tempo che sembra passato invano e, anzi, adesso riemerge prepotente la divisione. Secondo lo studio, due i principali elementi che la determinano: la povertà e le politiche del governo. La situazione più drammatica si registra, anche qui la storia si ripete, negli stati del sud, proprio dove le lotte per i diritti civili sono state più accese. L'Harvard Civil Right Project, ha esaminato i dati forniti in 14 anni da 239 distretti scolastici. In base a questi ha costruito un particolare indice per determinare quante volte bambini neri sono entrati in contatto con coetanei bianchi. E i dati che emergono dovrebbero far preoccupare il ministro dell'Istruzione a Washigton. Uno dei casi di ritorno della segregazione portati ad esempio come tra i peggiori è quello nella Contea di Clayton, nello stato della Georgia, dove gli "incontri ravvicinati" tra neri e bianchi è passato da un 68% del 1986 ad un drammatico 23% nel 2000. Questo significa che in media in quella contea una classe è composta solo per un 23% da bianchi. La ricerca inoltre rivela che su 185 distretti scolastici presi in considerazione, solo in quattro l'integrazione tra bianchi e neri è aumentata, mentre per i bambini ispanici solo in 3. Al contrario, in ben 53 distretti l'isolamento dei bianchi nei confronti dei neri è aumentato. Secondo gli autori dello studio la gente è stata scoraggiata dalle politiche di integrazione, mentre questa è cruciale per l'educazione e prepara gli studenti a vivere in una società composta da diverse culture.

Diversi e divisi
Tutto questo accade in un paese, gli Stati Uniti, dove secondo l'ultimo censimento la società è sempre più multietnica e multirazziale. Ma queste diversità restano minoranze. Costrette a vivere in zone sempre più povere, dove i servizi scarseggiano, il circolo vizioso che alimenta la segregazione è scontato. A rendere tutto ancora più difficile anche una serie di decisioni della Corte suprema che ha depotenziato il processo di desegregazione, imposto per legge dopo gli anni '50, autorizzando standard più flessibili per quelle scuole dove il problema esisteva. Inoltre quegli istituti che cercano di avviare programmi di integrazione razziale oggi si vedono costretti a dover dimostrare che sono "di interesse primario nazionale", (e sono già molti i tribunali che non hanno riconosciuto l'integrazione come un interesse primario!) pena il taglio ai finanziamenti pubblici.

I buoni scuola di Bush
Appena eletto Bush promise una drastica riforma del sistema scolastico. Un sistema che secondo molti è vicino al collasso, dove la professione di insegnante è sempre meno conveniente visti i bassi salari, dove molte aule sono situate in palazzi fattiscenti. E Bush quella promessa l'ha mantenuta, ma la riforma proposta avrà effetti dirompenti proprio in considerazione del quadro descritto dagli studiosi di Harvard. In base al nuovo progetto di legge, infatti, quelle scuole che non raggiungono gli standard fissati per legge avranno tre anni di tempo e una manciata di dollari per mettersi in regola. Chi non ce la farà verrà cancellato. In cambio ai genitori di quei distretti verrà offerto un "buono" di 1.500 dollari per figlio per poterli mandare in una nuova scuola pubblica o privata. In attesa che la riforma federale diventi legge, è bastata la decisione della Corte suprema, che ha riconosciuto come costituzionalmente leggittimi i "buoni scuola", per dare il via libera ad una serie di leggi locali che autorizzano i singoli Stati ad elargire finanziamenti per quelle famiglie che optano per una scuola privata o religiosa. In pratica l'inizio della fine della scuola pubblica americana.



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