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LE CATENE DEL MONDO LIBERO

di Gianni Vattimo

da "La Stampa" del 2.12.02

Secondo alcuni dei «maggiori esperti italiani» di Aids, per la lotta contro il diffondersi dell’epidemia occorre un registro che elenchi tutte le persone sieropositive; verosimilmente, solo nel nostro paese. Che la proposta parli di un registro «criptato» - ma da chi, usato da chi e a quale scopo - non ci tranquillizza, anzi suscita ancora più gravi preoccupazioni e sospetti.

A che cosa servirebbe, infatti, che qualcuno, in qualche misteriosa centrale medico-poliziesca, sapesse chi è sieropositivo e chi no? Davvero i tanti incontri occasionali a rischio vedrebbero così miracolosamente ridotta la loro rischiosità? Allora sarebbe piuttosto decisivo marchiare a fuoco sulla fronte (perché anche un bacio può talvolta essere fatale) i sieropositivi, alla faccia di ogni segretezza. Servirebbe agli ospedali in caso di incidenti per sapere come trattare le vittime?

Ma i feriti di un incidente stradale potrebbero essere cittadini extracomunitari, non inclusi nei nostri misteriosi elenchi. E poi: la promessa criptatura fino a quando resisterebbe alla curiosità delle società di assicurazione, dei datori di lavoro attuali o potenziali, di altri soggetti non disinteressati?

Gli «esperti» che hanno avuto questa idea sembrano solo vittime della generale tendenza alla intensificazione del controllo sociale che si sta manifestando a causa (o con la scusa) della lotta al terrorismo.

Il quale raggiunge così molti dei suoi obiettivi: rendere impossibile la vita ai cittadini del mondo cosiddetto libero, obbligarli a un'esistenza che li punisca per la tracotanza con cui hanno oppresso, sfruttato, umiliato il mondo terzo o quarto che volevano civilizzare.

Non capiamo perché far saltare in aria una discoteca in Israele possa aiutare la causa dei popoli islamici; né in che modo bombardare l’Iraq ci libererebbe da Bin Laden.

Esattamente allo stesso modo non capiamo a che cosa servirebbe il nostro famoso registro dei sieropositivi. Tutto rientra solo dentro la stessa categoria di terrorismo, che appare sempre più come la sola a cui i governi si ispirano.

A meno che non si voglia considerare diversamente l'iniziativa dei ministeri della Salute e dell’Istruzione, che diffondono un opuscolo di consigli agli studenti in cui il solo metodo di prevenzione contro l’Aids viene indicato nella castità assoluta, mentre, a quanto ne sappiamo, ci si guarda bene dal parlare di profilattici.

Se piove, o se l'aria è inquinata, il solo consiglio che ci danno i responsabili del governo è di tapparci in casa; mascherine e ombrelli sarebbero contro le leggi di natura. Meglio aspettare, nel caso dell'Aids, l'«amore vero» (così l’opuscolo; ma controllando prima il registro?); o che il tempo cambi.






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