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IL CRIMINE PIU' ORRENDO COMMESSO DALLA DESTRA EVERSIVA

di Saverio Ferrari

da "Liberazione" del 02.08.02

La strage di Bologna ha rappresentato il crimine più orrendo mai commesso in Italia dalla destra eversiva. Alle 10.25 del 2 agosto 1980, un sabato di grande esodo estivo, una potentissima esplosione distrusse un'intera ala della stazione di Bologna uccidendo 85 persone e ferendone 200. La bomba, composta da almeno 20 chili di una miscela devastante, proprio per causare il massimo dei danni possibili, era stata collocata nell'affollatissima sala d'aspetto di seconda classe, in una valigia abbandonata in un angolo, a ridosso di un muro portante. L'intento era quello di far crollare l'intero edificio. Tra le vittime anche 5 bambini, la più piccola Angela Fresu aveva solo 3 anni. I processi Per questa strage, dopo cinque processi (otto se si considerano anche quelli celebrati per "concorso" ad altri imputati), furono condannati all'ergastolo come autori materiali Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. A loro, il 9 marzo scorso, si è aggiunto Luigi Ciavardini, all'epoca ancora minorenne, condannato in appello a 30 anni per concorso in strage dal Tribunale dei minori di Bologna. Tutti e tre appartenevano ai Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), sigla che caratterizzò il terrorismo neofascista nella seconda metà degli anni '70, rendendosi protagonista di un numero impressionante di azioni: 104, tra omicidi e attentati, solo fra il 1978 e il 1980. Tra le vittime numerosi giovani militanti di sinistra (fra gli altri, Roberto Scialabba, Valerio Verbano e Ivo Zini), agenti di Polizia (Franco Straullu, Ciriaco Di Roma, Maurizio Arnesano, Franco Evangelista), "camerati" accusati di "tradimento" (Franceso Mangiameli, Luca Perucci, Pino De Luca, Marco Pizzarri) ed il giudice Mario Amato, assassinato a Roma il 23 giugno del 1980. Alla fine della loro "carriera" Francesca Mambro e Valerio Fioravanti collezioneranno rispettivamente 11 e 8 omicidi a testa, oltre la responsabilità per le 85 vittime della strage di Bologna. Si parlò, per definire il fenomeno dei Nar, di «spontaneismo armato» (piccoli gruppi indipendenti, privi di gerarchie e di centralizzazione) dimenticando come dietro a questa realtà si celassero in verità rapporti assai stretti con alcuni ambienti e soprattutto alcune vecchie figure di primo piano degli anni della "strategia della tensione", dagli "ordinovisti" Massimiliano Fachini e Paolo Signorelli, per finire alla "banda della Magliana" e a Licio Gelli. Uno "spontaneismo" molto pilotato e influenzabile. Le menzogne di Stato Solo due anni fa, in occasione dell'anniversario, molto rumore fece il discorso dell'allora Presidente del Consiglio Giuliano Amato che parlò delle «troppe connivenze, bugie e menzogne che venivano dall'interno dello Stato» ricordando gli innumerevoli "depistaggi". Parole che suscitarono molte polemiche. Alcuni dei numerosissimi tentativi di depistaggio, per lo più orchestrati dai vertici dei nostri servizi segreti, furono anche accertati da una sentenza. Così fu per il rinvenimento, nel gennaio dell'81, sul treno Taranto-Milano di un mitra Mab e di un quantitativo di esplosivo assai simile a quello utilizzato per la strage. Messa in scena volutamente organizzata da due alti ufficiali del Sismi (e della P2) Musumeci e Belmonte per indurre i magistrati ad imboccare un'ennesima falsa pista. Nel 1995 Musumeci e Belmonte, insieme a Licio Gelli, furono condannati definitivamente, rispettivamente a 7 e a 10 anni, per depistaggio. I Nar Si è soliti parlare, ancora oggi, di Bologna come di una strage con una verità giudiziaria insoddisfacente. Dalle carte processuali emerge certamente una ricostruzione parziale, ma ciò che è difficilmente contestabile è la responsabilità degli esecutori. La strage fu a lungo ricercata, preparata e più volte tentata dai Nar. Il 20 maggio 1980, due mesi e mezzo prima, a Roma, in piazza Indipendenza, venne collocata un'autobomba in occasione di un raduno nazionale degli Alpini. Per un difetto l'ordigno non deflagrò. Nella notte fra il 29 e il 30 luglio a Milano esplose in pieno centro, a ridosso di Palazzo Marino (sede del Consiglio Comunale), una Fiat 132 con 14 chili di polvere da mina tipo Anfo. Parti dell'autovettura finirono sui tetti circostanti. Solo per un miracolo non ci furono vittime. Successive dichiarazioni di ex-militanti della destra eversiva (Sergio Calore, Angelo Izzo e Paolo Aleandri) hanno consentito di ricostruire le responsabilità dei Nar in ambedue gli episodi. Non solo, la strage fu preannunciata. In un rapporto antecedente al 2 agosto, consegnato al Sisde, si parlò dei tentativi dei Nar di reperire ingenti quantitativi di esplosivo. Circolava l'idea di «celebrare la strage dell'Italicus». Diversi esponenti della destra terroristica, da Fachini a Luigi Ciavardini, si erano d'altro canto impegnati proprio nei giorni immediatamente precedenti alla strage ad avvisare amici e conoscenti affinché abbandonassero Bologna prima del 2 agosto (si preparava «qualcosa di grave»). A strage avvenuta circolò subito negli ambienti della destra eversiva (si veda la testimonianza di Walter Sordi e di altri) la notizia della responsabilità di Valerio Fioravanti. La teoria delle stragi Settori della destra eversiva, in quegli anni, teorizzavano ancora le stragi, in una sorta di continuità fra vecchi e nuovi gruppi terroristici. «Il terrorismo, sia indiscriminato che contro obiettivi ben individuati, e il suo potenziale (è stato definito l'aereo di bombardamento del popolo) può essere indicato per scatenare l'offensiva contro le forze del regime - poche decine di militanti, sparsi in piccoli gruppi, possono veramente imporre una svolta decisiva alla lotta rivoluzionaria». Così scriveva Mario Tuti ancora nel giugno del 1979 insieme a Nico Azzi, Francesco De Min, Marzorati ed altri, in un documento fatto poi ritrovare alla fine di agosto del 1980 in una cabina telefonica, proprio a Bologna. Quasi una rivendicazione. Tuti animava a quel tempo, insieme a Franco Freda, il bollettino dei detenuti dell'estrema destra. "Quex", questa la testata (ispirata ad un personaggio della mitologia nazista che incarnava la purezza ariana), divenne in quegli anni l'organo di esaltazione delle gesta dei Nar. Dietro le nuove generazioni terroristiche riaffiorava la vecchia linea della "guerra civile" tesa a forzare apparati e settori statali. Una parte della verità Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini sono stati ritenuti gli autori materiali della strage. Ma le sentenze con ogni probabilità disvelano solo una parte della verità. Come in altre stragi è rimasto ancora una volta nell'ombra il ruolo di altri. Per saperne di più bisognerebbe seguire il percorso dell'esplosivo contenente il micidiale T4, utilizzato nella seconda guerra mondiale dalle forze anglo-americane ed impiegato non solo a Bologna ma anche nelle stragi di Peteano (31 maggio 1972) e di Piazza della Loggia (28 Maggio 1974). Come in tutte le stragi fasciste il percorso delle bombe porta lontano. Forse troppo.






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