Samuele e la Comunicazione Facilitata


   Samuele ha iniziato con la Comunicazione Facilitata all'età di 3-4 anni, affrontandola in maniera graduale, tanto da rendere difficile l'esatta collocazione del suo inizio. Tanto per dire, sulla spalliera di legno del suo lettino sono disegnati a pennarello un "SI" e un "NO" per permettergli di rispondere alle domande fin dal risveglio del mattino: questa forma di comunicazione non si differenzia in nulla da quanto propongono i primi esercizi di Comunicazione Facilitata che Samuele ha poi incontrato quando ha iniziato con un vero e proprio programma di lavoro mediante la facilitazione con dei fogli che propongono esercizi come questo:

Possiedi un cane?
SI   NO
Ti piacerebbe averne uno?
SI   NO


   All'inizio furono degli esperti ad introdurre Samuele alla Comunicazione Facilitata, successivamente si affiancarono degli insegnanti di sostegno e la madre stessa che ora è diventata colei che il bambino preferisce come facilitatrice.
   I primi tentativi di scrittura mediante questa tecnica sono stati inevitabilmente all'insegna della difficoltà: Samuele aveva bisogno di numerosi incoraggiamenti e doveva essere sostenuto non solo al braccio e alla mano, ma alle volte perfino al dito stesso. Dopo non molti mesi, però, egli era in grado di puntare al tasto o all'obiettivo in maniera meno facilitata, fino ad oggi che, dopo quattro soli anni,
scrive semplicemente tenendogli una mano ferma sulla spalla.
   Come strumenti per la scrittura, Samuele usava all'inizio una semplice macchina da scrivere elettronica; ora fa uso del Canon Comunicator e, più spesso, di un normalissimo computer dotato del diffusissimo programma di videoscrittura Word (impostando magari una grandezza del carattere non inferiore a 14-15). La tastiera del computer è una normale tastiera non dotata di alcun elemento facilitatore particolare, come gli scudi o quant'altro.
   Questo che segue qui sotto è un esempio di un suo scritto mediante macchina da scrivere datato 6 marzo 1996, quando il bambino aveva quattro anni (il testo di Samuele è quello in corsivo, il resto è del facilitatore che dialoga con lui scrivendo egli stesso, oltre che parlando; sono riportati anche gli errori):

che cosa hai mangiato all'asilo che non dovevi mangiare?
CARNE E MINESTRA
E UNA BUGIA QUESTA SI O NO,,
NO
COSA NON DOVEVI MANGIARE,?
BISCOTTI
CHE SAPORE AVEVANO I BISCOTTI?
IL SAPORE DI CIOCCOLATO
CHI TI HA DATO I BISCOTTI?
LA CUOCA STEFANIA
mi hai raccontato un sacco di bugie si o no
si
perche cosa hai mangiato?
il pongo
co
cosa ti ha detto la maestra?
non si mangia il pongo samuele
hai mangiato solo il pongo che non dovevi mangiare,?
no
cosa hai mangiato?
i coloria spirito
lo sai che mi devi dire la verità?
si
perché dici le bugie?
io mi divertio
ma lo sai che devi scrivere anche con gli altri?
si
perché non vuoi scrivere?
non sono le perdì
non sono le persone giuste
cosa devono fare per farti scrivere?
la maestra deve indicare i bisogni di samuele i
di cosa hai bisogno?
di sicurezza
come te la devono dare?
come fai tu
io come faccio?
;indichi le parole con il,polso
cosa ti tengono gli altre?
il braccio
te lo tengono troppo in alto?
si
vuoi che ti tengano stretto il polso?
si
perché?
io lo sento megi
meglio


   Faccio notare come Samuele in questo scritto si esprima parlando di se stesso usando la prima persona singolare e non si riferisca a se stesso con la terza singolare o il proprio nome se non una sola volta. Quanto si nota qui, soprattutto nell'ultima parte, è il suo bisogno di essere rassicurato mediante un supporto fisico forte ed "avvolgente", d'altra parte eravamo agli inizi della sua esperienza con la Comunicazione Facilitata. Ricordo come ora egli scriva usando indipendentemente il braccio, tenendogli solo una mano ferma sulla spalla.
   Samuele predilige quanto riguarda i numeri e la matematica, affermando di aver imparato da solo a fare i calcoli semplicemente guardando il fratello che faceva i compiti per casa. Allo stesso modo riferisce che molte cose le impara dalla televisione, alla quale dedica una buona parte del pomeriggio, e dai libri che trova a casa. Riporto un dialogo in cui si parla di matematica (età di quattro anni):

CHI TI HA INSEGNATO A LEGGERE?
NESSUNO IO HO IMPARATO DA SOLO
IN CHE MODO?
IMPARANDO BENE AD ASCOLTARE [ANDREA] CHE FACEVA I COMPITI
COSA SONO I COMPITI?
GLI ESERCIZI CHE LA MAESTRA DAVA COSI HO IMPARATO
SAI FARE LE OPERAZIONI SI O NO?
SI
QUANTO FA 1+1?
2
4-3?
1
5+2?
7
10-8?
½
2
2x4?
8
8x2?
16
7x2?
14
10x10?
100
COME FAI A FARE I CONTI?
IO CONTO PIU  O MENO COME TE
COSA VUOI DIRE?
CHE IO MI VOGLIO NUMERARE I NUMERI NON SO COSA DIRE


   Come si può notare, Samuele ha eseguito una serie di calcoli in maniera del tutto esatta all'età di quattro anni, dando riscontro al fatto che i soggetti autistici prediligano la matematica. Da questi dialoghi emerge inoltre una buona capacità linguistica e di pensiero per un bambino di quattro anni.
   Passiamo ora ad uno scritto datato 7 settembre 2000, mediante la tastiera di un computer:

Di chi vuoi parlare oggi?
Di un ragazzo di difficile  carattere
Chi è questo ragazzo?
È Samuele
Ti riferisci a te stesso?
Si
Perche' hai un difficile carattere?
Io molte volte mi isolo e non riesco a fare molte  cose
Che cosa vorresti riuscire a fare?
Essere uguale agli  altri  bambini
Spiegati meglio
Fare discorsi su tutte le cose interessanti
Di quali cose vorresti parlare in maniera particolare?
Di  forme geometriche
Fammi un esempio
Esempio il paralelepipedo


   Il tema del desiderio di essere uguale agli altri bambini ricorre molto spesso negli scritti di Samuele, come pure quello di imparare a parlare. Da notare come in questo bambino di otto anni un argomento "interessante" del quale parlerebbe con gli altri bambini è quello delle "forme geometriche".
   Veniamo ora a un testo che mette in risalto come Samuele si affezioni alle persone conosciute e lo metta in crisi il fatto che se ne vadano e debbano arrivarne delle nuove, soprattutto per chi dovrà essere suo assistente o facilitatore:

Ti vorrei dire che forse Tiziana non verrà più al pomeriggio ma verrà Barbara.
Se  tiziana non viene io non arrivo a capire  che senso Abbia
Spiegati meglio.
E vero  che anche barbara mi vuole bene ma a me dover cambiare non va
Perché?
Voglio che tiziana  resti con me
Adesso vorrei sapere perche piangi?
Sono depresso
Cosa posso fare per farti stare meglio?
Per favore non farmi esprimere cio che  penso .



   Come ultimo testo, riporto quanto Samuele ha scritto proprio in questi giorni quando lo sono andata a trovare (8 marzo 2001):

Ti ricordi chi e' questa persona vicino a te?
si è antonella.
Perché stai piangendo'
IO NON HO VOGLIA .
COSA VUOI DIRE AD ANTONELLA?
PURTROPPO NON MI SENTOBENE. CIA9O




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