Prime esperienze

   La Comunicazione Facilitata viene impiegata con questo nome per la prima volta in Australia all'inizio degli anni '70 da
Rosemary Crossley, un'insegnante del St. Nicholas Hospital, con 12 bambini con handicap fisici e mentali. Il metodo consiste nel sostenere fisicamente il braccio della persona così da permetterle di digitare su una tastiera o indicare su un foglio appropriato (la tavola alfabetica) parole e frasi, in maniera da consentirle di esprimere i propri pensieri anche nell'impossibilità di usare il linguaggio verbale o i gesti.
   Benché dalle osservazioni di Crossley sembrasse che i bambini da lei trattati fossero in possesso di abilità intellettuali normali o superiori, tali risultati non furono considerati convincenti dai suoi superiori, che non le consentirono di continuare il programma con bambini affetti da handicap grave.
   Nel 1985, comunque l'autrice, sperimentò la tecnica con alcuni bambini affetti da autismo, i quali, secondo le sue osservazioni, rivelarono inaspettate competenze linguistiche a dispetto dei diversi problemi che essi avevano invece nella sintassi e nell'uso corretto dei pronomi con il linguaggio verbale.
   Dopo essere stata definitivamente allontanata dall'ospedale, Crossley aprì nel 1986 a Melbourne il
DEAL, Centro per la Comunicazione (Dignity through Education and Language), di cui era coordinatrice del programma e il metodo iniziò a diffondersi.


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