La Comunicazione Facilitata in Europa

   Nel 1990, una collaboratrice di Biklen, la logopedista
Shubert, illustrò il metodo ad un gruppo di genitori di bambini con autismo di Berlino, tra i quali si trovava anche Anne-Marie Sellin, madre di Birger, il ragazzo affetto da autismo che nel 1993 sarebbe diventato famoso pubblicando un libro sulla propria condizione, "Prigioniero di me stesso", una raccolta di numerosi testi che Birger scriveva ogni giorno grazie alla Comunicazione Facilitata dall'anno in cui fu iniziato all'utilizzo della tecnica.
   Grazie ai seminari che Anne-Marie Sellin tenne in seguito sulla Comunicazione Facilitata dal 1992, venne a conoscenza del metodo
Stork, psicoterapeuta e direttore della Poliklinik für Kinder und Jugendpsychotherapie der Technischen Universitat, di Monaco di Baviera, e dal 1993 anche in Germania cominciarono studi osservativi sui vari casi. "I casi documentati da Stork sono tormentati. Non accade affatto che l'accesso alla comunicazione venga vissuto con la gioia di una liberazione. La novità della scrittura è qualcosa di importante ma da tenere riservata a pochi e da non rivelare - chiedono alcuni dei soggetti di cui è data documentazione - ai genitori. Vi sono espressioni di aggressività e di coinvolgimento sessuale con l'educatrice".
   Vi sono esperienze di Comunicazione Facilitata di un certo interesse anche in Francia, dove
Vexiau svolge attività di terapia e ricerca presso il centro da lei stessa fondato, l'EPICEA (Insegnamento Pratico e Informazione sulla Comunicazione con il Bambino Autistico) a Suresnes. Dopo un'esperienza di trattamento con 170 soggetti, la Vexiau conclude che non bisognerebbe considerare gli individui con autismo come persone normali a cui mancherebbe solo la parola, dato che comunque la loro struttura è differente e la Comunicazione Facilitata non può cancellare la condizione autistica, ma può comunque aiutare a comprenderla meglio.


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