Antecedenti storici

   Gli antecedenti della Comunicazione Facilitata si possono rintracciare in alcuni lavori svolti nei primi anni settanta. Già negli anni sessanta, comunque, si ha notizia di due pediatri newyorkesi,
Goodwin e Goodwin, che si occuparono di più di 60 studenti con diagnosi di autismo alcuni dei quali erano in grado di digitare su uno strumento detto "la macchina per scrivere parlante". Nonostante sembrasse che alcuni ragazzi fossero riusciti a digitare messaggi pertinenti e finalizzati, dagli appunti non è tuttavia risultato se il braccio degli studenti fosse sostenuto in qualche modo. Sapere questo è importante ai fini del nostro studio, dato che, come vedremo, la Comunicazione Facilitata si distingue dalle altre forme di Comunicazione Aumentativa ed Alternativa proprio soprattutto per il fatto di fornire l'aiuto di un supporto fisico.
   Nel 1974 fu pubblicato un articolo da
Oppenheim nel quale si affermava che era stato possibile permettere ad alcuni studenti con autismo di scrivere, sostenendo loro la mano e riducendo gradualmente l'aiuto. Per il fatto che alcuni dei bambini, per scrivere, volessero che si toccasse loro il dito o qualche altra parte del corpo, come la testa, già da questi esperimenti ci si rese conto di come nella Comunicazione Facilitata sia importante il fattore contatto-presenza del "facilitatore". Si vedrà come anche tra chi è riuscito a scrivere senza nessun contatto col suo facilitatore non ci sia ancora mai stato nessuno in grado di produrre uno scritto senza averlo almeno seduto a fianco nelle immediate vicinanze.
   Circa dieci anni più tardi, nel 1985, i
coniugi Shawlow affermarono che Art, il loro figlio con autismo, poteva scrivere con un dispositivo elettronico di cui sarebbero venuti a conoscenza grazie ad uno studioso svedese. Nello stesso anno anche una coppia di genitori di Ottawa, gli Easthmam, riferirono d'essere riusciti ad insegnare al proprio figlio David a digitare. Entrambe le coppie affermarono comunque che ciò era possibile solo con il contatto rassicurante di una mano sul braccio o sulla spalla.


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