QUANDO SI E' QUALCUNO (1932)

E' il dramma interiore di un uomo anziano, poeta affermato, combattuto tra l'amore, che rende giovani e dona la vita, e la sua stessa vecchiaia che l'ha reso qualcuno, imprigionandolo in una figura precostituita, quasi statuaria.
Il protagonista, detto appunto Qualcuno, accoglie grazie all'amore un rinnovamento che lo porta alla rottura con cio' che era stato in precedenza.
Il poeta ora ha nuova voce, nuovi sentimenti da comunicare, una nuova personalità che esprime in un nuovo io con il nome di Delago. E proprio Delago si proporrà come idolo giovanile, promulgatore di una poesia nuova, rivoluzionaria e propriamente viva.
Ma la pressione del mondo esterno, conservatore, rinchiuso in etichette formali, incapace di comprendere il cambiamento, e la incapacità quasi fisica del protagonista di sentirsi effettivamente giovane, interrompono il processo di rinnovamento, facendolo ripiombare nella precedente condizione di uomo-statua.

Pirandello analizza ancora il dramma dell'uomo ridotto a ciò che appare esteriormente. Ci dice infatti Qualcuno: "Non s'ammettono più di me altre immagini. (...) -io non devo più muovermi dal concetto preciso, determinato in ogni minima parte, che si son fatti di me ...". (Atto I)
L'uomo è quindi costretto, immobilizzato quasi, nella sua maschera, intendendo con il termine "maschera" non solo le etichette che ognuno puo' avere indosso, ma anche tutto quel complesso di relazioni, di modi di fare (e di sembrare) che un uomo ha costruito con il mondo esterno, con gli altri, spesso basate sull'esteriorità.
Ma tutto ciò fa apparire Qualcuno come uomo-statua, un uomo che essendo costretto in un'esistenza che non è esistenza, è divenuto incapace di vivere, quasi di pensare,di amare e di soffrire, di comunicare.
Ed è interessante che sia proprio la figura del poeta il simbolo di questa incomunicabilità, cioè di colui che proprio della comunicazione dovrebbe essere quasi il celebrante, colui che dovrebbe essere simbolo di un rapporto profondo e vero.
Ma Qualcuno, forse per il suo stesso essere poeta, sicuramente spinto dall'amore, scopre l'ansia di rinnovamento, l'ansia di poter essere nuovamente vivo, libero, e di poter perciò comunicare.
E' un circolo in cui amore e vita, giovinezza e comunicazione si fondono e portano a un uomo nuovo che cerca di negare la propria maschera.
La via per uscire da un personaggio precostituito o, meglio, stereotipato, gli è quindi fornita da un intervento esterno, indipendente dalla sua volontà.
Qui Pirandello trasporta biograficamente il suo amore infelice per Marta Abba, e la sua esperienza, e la paura della vecchiaia. Per Pirandello (siamo nel 1932) la vecchiaia e' morte: lo dice chiaramente Qualcuno.
Sì, perchè dopo aver passato l'intera vita cercando di diventare appunto qualcuno, l'uomo non può più cancellare le maschere, le etichette, le relazioni che gli si sono attribuite. Ed è per questo che l'uomo anziano è "morto", perchè non ha più la possibilità di cambiare, di essere libero, di essere un qualcosa di fluido, prerogative queste della vita e della giovinezza.
I personaggi pirandelliani sono personaggi tra parentesi, sono personaggi costretti in qualcosa di solamente esteriore.
E in questo eterno contrasto tra ciò che è e ciò che non è, tra ciò che è profondamente reale e ciò che non lo è, tra verità e finzione, ancora una volta ci si accorge dell'impossibilità di comunicare.
("-Te lo immagini- NESSUNO- uno qualunque tra la folla, senza più addosso gli occhi della gente che non ti lasciano più vivere. (...) Con tanti specchi davanti quanti sono gli occhi che ti stanno a guardare. Passa il grand'uomo: e ti fissano -irrigiditi- e ti irrigidiscono -richiamandoti alla tua "celebrità"- STATUA.") (Atto I)
Gli occhi della gente, gli occhi degli altri, di tutti coloro che non sono lui, sono solo specchi. E se Qualcuno guarda per scoprire qualcosa, ritrova se stesso, in un'immagine neppure rielaborata, ma restituita, specchiata in toto.
Mancata comunicazione: niente viene messo in comune.
Ed è questo non comunicarsi, radicato in tutti, dalla famiglia alle persone più lontane (e sorprendentemente meno forte in queste ultime) che irrigidisce Qualcuno rendendolo nuovamente legato alla sua immagine esteriore, anzi all'immagine esteriore voluta dagli altri, non alla sua: statua, incomunicante e privo di vita.


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