SETTE POETI DEL PREMIO MONTALE
Roma 1996

(Ed. ALL'INSEGNA DEL PESCE D'ORO)
di Vanni Scheiwiller

Questa piccola antologia raccoglie una selezione dell'opera dei sette poeti scelti nella Sezione Inediti del Premio Eugenio Montale 1996 e vuole essere tanto un trampolino di lancio per giovani (e meno giovani) artisti, quanto uno specchio delle potenzialità della nuova poesia italiana.
In generale si tratta di una lettura piacevole in cui non e' troppo raro scoprire improvvise illuminazioni, anche se spesso isolate e non supportate da un'adeguata intelaiatura stilistica.
Tra tante opere con questa doppia valenza mi ha colpito particolarmente quella di Massimiliano Palmese che con il suo "Plaka, mistero diurno" risulta essere sicuramente la sorpresa più piacevole.
In un continuo dialogo tra l'autore e un tu indefinito che si nasconde nella natura dell'isola di Milo si può infatti sicuramente apprezzare un dettato incalzante, ritmico, in cui la poesia scivola in una musicalità avvolgente.
Pur se ripetitiva nella costruzione colpisce anche la poesia di Roberto Bartoli, fortemente evocativa, ricca di immagini suggestive e di tinte forti (la neve seppellisce/ il cadavere dei nostri corpi).
Sicuramente una poesia sanguigna, ma piacevole.
Incuriosisce anche Sabino Cassatella, se non altro per il rifiuto della società moderna snaturata -la società del neon - in favore di un rifugio nel passato, nella semplicità delle tradizioni e nella contemplazione del paesaggio.
Lo stile prosastico e molto semplice si apre con metafore e similitudini su immagini illuminanti (Sullo stradone a mezzogiorno/ si camminava/ protetti dalle colline/ e da un grumo di case/ che colava da un costone/ come una lacrima;/ un uomo galoppava tra la gente/ come un bimbo che gioca al cavaliere.).
Di minor rilievo gli autori restanti; involuta e frammentaria la Antonilli, confusa, nonostante un incipit interessante, la Cortellazzo, singhiozzante la Maiorino, mentre la Vaiani finisce per limitare ad una passione amorosa drammatica e sensuale i se pur buoni spunti descrittivi.


***

Plaka mistero diurno
niente da queste parti parla della notte neanche la notte
e le ombre non scendono come un sipario
calano da sempre da stamattina da ieri
immotivato tutto ha più senso
bianco febico bianco riflesso
il cielo in primo luogo
le case di fantasmi che chiami e niente risponde
colazioni psichiche apparecchiate sulle tavole
e poi le strade a da ultimo il mare
e poi noi


(Massimiliano Palmese)

 

***

Ascolta l'ombra delle cose
l'ombra che batte sulla luce
e non tradisce e non separa
quella voce afona, quel silenzio muto
che parla di una rosa
di un fermaglio dimenticato
del figlio che non è tornato.
Le unghie del tempo
possono ferire un volto
ma resta una croce fatta di luce
che carezza e stupisce
anche i morti e gli amanti.

(Roberto Bartoli)

 

IL BORGO VECCHIO (TRANI)

La città si allarga -bubbone
che cresce con la velocità dei secoli-
ma l'antico non muta,
l'antico è lì, ancorato a un illusione
di durata, a un sogno di sopravvivenza.

I pescherecci in sequenza nel porto
oscillano a turno la danza del divenire
in una tragica serenità di abbandonata vita.
La nuvola dei gabbiani sul celeste strappato
e il vento slacciato sul mare verde
hanno artigli ch'estirpano pensieri,
hanno un canto che gonfia il repiro
sotto gli abiti troppo stretti,
sono linee di febbre
sul cuore roccioso del mondo.

Calato nei miei calzoni
sfoggio sorrisi di circostanza
con dentro l'angoscia della strada smarrita.
Ce ne andiamo grano a grano
soffiati nel tempo.
Le pietre parlano mute

restando.

(Sabino Cassatella)

 

***

La mia vita incustodita
e percorsa sal vento del deserto
mi brucia gli occhi
li rende girasoli appassiti.

Dove sono dunque
le tue mani sottili
e quella secchia stracolma di turchese
che cola refrigerio
per chi come me
vive solo d'assenze
sotto il sole a picco.

(Giuliana Vaiani)

POESIA ITALIANA

 

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