Non rifugiarti nell'ombra
di quel fólto di verzura
come il falchetto che
strapiomba
fulmineo nella caldura.
E' ora di lasciare il
canneto
stento che pare s'addorma
e di guardare le forme
della vita che si
sgretola.
Ci muoviamo in un
pulviscolo
madreperlaceo che vibra,
in un barbaglio che
invischia
gli occhi e un poco ci
sfibra.
Pure, lo senti, nel gioco
d'aride onde
che impigra in quest'ora
di disagio
non buttiamo già in un
gorgo senza fondo
le
nostre vite randage.
Come quella chiostra di
rupi
che sembra sfilaccicarsi
in ragnatele di nubi;
tali i nostri animi arsi
in cui l'illusione brucia
un fuoco pieno di cenere
si perdono nel sereno
di una certezza: la luce. |