STAGIONE 2002/03

 


 

LA RICONFERMA

Dopo la strepitosa annata 2001-2002, Cantù deve ripetersi. Dopo un’estate dai grossi punti di domanda, la società riesce a trattenere i gloriosi americani che hanno scritto una pagina indelebile della storia della Pallacanestro Cantù. Thornton, Hines, McCullough, Stonerook. Li hanno chiamati “I 4 moschettieri”. Grazie a loro (ma non solo) Cantù è tornata in alto tra le grandi, rivelandosi così la “sorpresa” del campionato, riuscendo ad arrivare ad uno sputo dalla finale. Compito ben più arduo è quello di mantenere lo status di “grande”, dato che quello di “rivelazione” è automaticamente svanito. Nella stagione 2002-2003 Cantù non è più la mina vagante del campionato, ma è una squadra ben costruita, allenata da un coach estremamente preciso e competente (non a caso Sacripanti è stato eletto miglior allenatore della passata stagione), con giocatori consolidati, oramai entrati nell’ottica e nella mentalità del basket nostrano. Insomma niente più sorprese, basta con gli stupori. Cantù targata Oregon Scientific, è un diesel. La primissima in casa è una vittoria facile contro la cenerentola del campionato, Fabriano. Ma alla seconda giornata arriva la prima sconfitta stagionale. E’ il 26 settembre e L’Oregon lascia 2 punti a Reggio Calabria. Ma pochi giorni dopo i brianzoli cadono ancora a Pesaro, in una partita che verrà ricordata come una delle più brutte mai viste. Qualche dubbio investe i “Bar Sport” e le voci di corridoio. Ma il riscatto è a portata di mano. Arriva Siena al Pianella e Cantù torna a vincere. Ma l’avvio di stagione è un’altalena di alti e bassi. Ancora una sconfitta, nel Derby di Varese (5a giornata). Alla 10a giornata arriva la sconfitta (ancora esterna) a Roseto, poi l’Oregon vince 10 partite consecutive: Livorno, Avellino, Udine, Virtus Bologna, Treviso, Roma, Trieste, Fabriano, RC e Pesaro. Di mezzo c’è anche una parentesi importante, quella Coppa Italia dalle grandi emozioni e dalla delusione della sconfitta in finale contro la Benetton, complice l’infortunio di Thornton. Ma per ora fila tutto liscio dalle parti di Cantù. Una sconfitta inaspettata che colpisce d’un tratto la squadra è quella di Udine. Forse l’unica volta che Cantù ha peccato di superbia. Proseguendo rapidamente nella scansione della stagione 2002-03, si arriva ad un punto di svolta, un giro di boa che cambia radicalmente le sorti di tutta la squadra. E’ il 19 marzo. E’ bastata una frazione di secondo, un cambio di velocità dandosi la spinta a terra e la mano di Jerry McCullough ha dato forfait. Out tutta la stagione. Il barometro della squadra non c’è più. Dopo poco tempo arriva la sfida che vale una stagione intera. A Roma l’Oregon può anche perdere, a patto che non vada sotto di 16 o più lunghezze. Sembra impossibile. Cantù si presenta nella Capitale con 2 nuovi innesti: Copeland e Dupont, un play e un pivottone. Ma oramai gli equilibri tecnico-tattici della squadra sono già a farsi benedire, e per questa sottile disfunzione tutto va a rotoli. La difesa, l’attacco. Insomma Cantù è nel pallone. E a Roma ne prende 30, perdendo così la seconda piazza, importantissima per il fattore campo ai Playoffs e per gli accoppiamenti della post season. Oltretutto va a farsi benedire anche l’Eurolega. Un pellegrinaggio verso luoghi sacri. Il danno è enorme e la beffa ancor di più. Più in là si scoprirà che i presentimenti di trovare la Fortitudo ai quarti, diventano una realtà più che concreta. La società si mobilita e ingaggia Tyson Wheeler, playmaker con una forte vocazione al tiro, con sembianze da guardia. Sacripanti fa di tutto per integrare il neo arrivato nei meccanismi della squadra. Sedute tattiche, videotape. I Playoffs iniziano col botto, la vittoria casalinga e una prestazione super di Thornton. Ecco, Bootsy è stato il migliore in assoluto in stagione regolare con cifre eccellenti e una costanza incredibile, che non rispecchia nemmeno nella minima maniera quanto cuore e quanto orgoglio abbia buttato sul parquet. Un grande. Thornton piazza un 36ello e un 33ello alla Skipper. La Fortitudo sgambetta Cantù proprio al Pianella, inviolata roccaforte brianzola. Dopo una serie equilibratissima e agonisticamente dura, l’Oregon esce sconfitta e tutti i sogni tricolori svaniscono.

Fabio Cairoli - frescomane@libero.it