LA COCCINGLIA
(di Enrico Chiarot, tratto da "Piante grasse", rivista dell'AIAS)

 

coccicot.jpg (5526 byte) Cocciniglia cotonosa femmina

Nel presente articolo tratteremo di un insetto assai temuto dagli amatori delle piante grasse: la cocciniglia. Chi ha avuto la sgradita sorpresa di avere un attacco di questo piccolo essere sa bene come sia complicata la lotta; per impostarla al meglio vale la pena conoscere qualcosa in più sulla loro biologia.

Le cocciniglie sono "cugine" degli afidi (entrambi Rincoti), perciò il danno sulla pianta è direttamente proporzionale al numero d'individui colonizzanti; il loro alimento, costituito dagli umori vegetali, è assunto tramite apparato boccale perforante succhiatore. Avidi nella fase dell'assunzione, tali insetti dispongono di un filtro che trattiene acqua, zuccheri, sostanze minerali, necessari al fabbisogno fisiologico; il rimanente liquido, pompato all'interno del corpo, è espulso tramite opportuni orifizi all'esterno. È frequente notare quindi come, associata ad una colonia parassita, sia presente la melata zuccherina, base alimentare di una moltitudine di funghi patogeni ed altri insetti.

Le cocciniglie possiedono uno spiccato dimorfismo sessuale: mentre i maschi sono di solito alati ed abili negli spostamenti (condizione fondamentale per l'accoppiamento ), le femmine sono di solito attere (prive di ali), frequentemente immobili fino ad arrivare nelle condizioni estreme alla perdita di zampe ed antenne (catametabolia) e seppur vitali si riducono ad assolvere l’esclusiva funzione di astuccio protettore delle uova e dei giovani neonati. Se si associa questa condizione all'enorme produzione di cere, si capisce come tale insetto sia indifferente agli insetticidi di contatto.

Le cocciniglie comprendono una moltitudine di specie, molte delle quali con caratteristiche etologiche completamente differenti; vi sono individui specializzati a suggere l'umore vegetale sulle parti epigee, ed altri prevalentemente sotterranei (ad esempio il ben noto Rhizoecus falcifer).

Da queste brevi righe il lettore comprenderà come debba essere oculata la gestione di tali parassitosi, e ormai sa anche bene che nei miei articoli cerco sempre di suggerire metodi curativi assolutamente ecologici, per il motivo che (oltre alle ben note ragioni di salvaguardia ambientale) le piante grasse nel nostro territorio vivono spesso e volentieri su terrazze, su finestre, piccoli giardini, in ogni caso sempre adiacenti alle mura domestiche, all'uomo, ai bambini agli animali.

Qualora si verifichi un attacco di cocciniglie alle vostre amate piante grasse occorre innanzi tutto cercare di identificare gli individui con una buona lente da filatelia (facilmente reperibile), notando se le forme presenti sono mobili o immobili, la presenza di cere e cuticole varie, ecc.. Qualora si notino gli scudetti perforati da piccoli buchi, non occorrerà effettuare alcun trattamento: è l'esito di un'opera di parassitizzazione di qualche larva di dittero od imenottero.

Gli operatori dovranno essere attenti anche a riconoscere i predatori di questi insetti che spesso si possono confondere con essi a causa della somiglianza con le cocciniglie stesse; è il caso del Criptolaremus montruozieri la cui larva è ricoperta di cere ed è facilmente confondibile con le cocciniglie del genere Planococcus. Per non incorrere in tale errore bisogna osservare la velocità dei movimenti dei due insetti, sensibilmente maggiore nel predatore. Se l'attacco dovesse essere portato da cocciniglie a scudetto, si dovrà con estrema accortezza ribaltare lo scudetto ed osservarne l'interno: se vi sono una moltitudine di piccolissimi animaletti (le forme giovanili della cocciniglia) vitali, allora si dovrà effettuare il trattamento immediatamente; attendere qualche giorno significherebbe innescare la diffusione dei piccoli in ogni zona del vegetale ed il loro irrobustimento con cere protettive.

Condizione essenziale per la lotta è innanzitutto la rimozione più accurata possibile di tutti gli individui adulti dapprima tamponando con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool (per sciogliere le cere); si procederà quindi con un piccolo spazzolino da denti a grattare delicatamente la superficie fogliare, togliendo i vari scudetti. Per la cocciniglia a virgola si utilizzerà l'infuso di origano (1 kg di pianta fresca o 150 g di pianta secca per ogni litro d'acqua), diluito tre volte, operando una spennellatura nei periodi estivi o quello di felce aquilina (1 kg di foglie fresche per ogni 10 litri d'acqua) spennellando le zone infestate.

Per concludere una curiosità: la famosa "manna degli ebrei" altro non è che una cocciniglia, la Trabutina mannipara e, forse, non tutti sanno che un altro appartenente a questa famiglia, il Kermes vermilio, viene utilizzato per la colorazione (rossa) di alcuni famosi aperitivi di uso comune.

 

 

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