31 dicembre 2002

La chiesa barocca rischia di crollare: intoppi burocratici frenano il restauro  

 SAMBUCA . (dbo) E' l'unico monumento antico che s'impone alla vista nel grumo delle case di Sambuca abbarbicate sulla collina. Si erge in posizione suggestiva sulla sommità del paese con i suoi antichi colori e cattura subito l'attenzione del turista che poi, con grande delusione, scopre che è impossibile visitarlo. E' la chiesa madre di Sambuca, risalente al 1600 e fino al terremoto del Belice del 1968 luogo privilegiato di culto: un tripudio di stucchi, marmi e colonne. Oggi è chiusa, recintata, squarciata nel tetto, esposta all'incuria e alla distruzione. Ammuffiti gli affreschi, estirpate le piastrelle del pavimento, divorate dalle erbacce la scala esterna e la balaustra, rubate le lapidi, gli arredi, i dipinti dall'inestimabile valore. La vista quotidiana dello stato di abbandono di un bene così caro alla memoria locale ha spinto un lettore che preferisce non vedere pubblicato il suo nome a chiamare il telefono del Giornale di Sicilia per lanciare la sua protesta. "Come è possibile che si lasci crollare un bene architettonico così prezioso solo per delle questioni burocratiche? Perché‚ i lavori di restauro sono fermi da tanti anni?". A rispondere agli interrogativi del lettore, il vicesindaco di Sambuca Michele Vinci: "I lavori di recupero della chiesa, iniziati nella seconda metà degli anni ottanta, sono fermi da una decina di anni a causa di un contenzioso tra l'impresa esecutrice dei lavori e l'amministrazione comunale. Dal momento in cui i lavori si sono fermati i fondi disponibili ci hanno consentito solo di consolidare le strutture esterne e di togliere il ponteggio". Poche speranze per una ripresa dei lavori si colgono nelle parole del vicesindaco, che allarga le braccia sottolineando la mancanza attuale di canali finanziari che consentirebbero all'amministrazione di avviare dei progetti di recupero dell'edificio. "Si era pensato alla realizzazione di una copertura provvisoria del santuario ma le condizioni economiche attuali ci impediscono di fare alcunché‚", conclude Michele Vinci. Ma non sono solo le difficoltà economiche dell'amministrazione ad ostacolare un'eventuale ripresa dei lavori di restauro, secondo quanto riferiscono gli uffici del Provveditorato Opere pubbliche di Palermo: "Prima che venga presentato qualsiasi progetto di completamento dei lavori alla chiesa è indispensabile che l'amministrazione comunale di Sambuca si attivi a risolvere il contenzioso con la ditta esecutrice dei lavori". Sembrerebbe un passo semplice, questo, verso cui anche il vicesindaco si dichiara disponibile, facendo riferimento a trattative di accordo in corso, ma, intanto, tra le pastoie burocratiche, un bene architettonico importante rischia di scomparire del tutto. "Che fine hanno fatto i finanziamenti dallo Stato a favore del Comune dopo il terremoto? Perché‚ la maggior parte di quei fondi sono stati destinati ai lavori di urbanizzazione?", riprende il lettore. E sarebbe davvero difficile rendere conto delle scelte amministrative che nel corso di trentacinque anni dagli eventi del Belice sono state indirizzate alla ricostruzione. Una sola cifra valga per tutte: nel 1990 con un decreto ministeriale venivano stanziati al comune di Sambuca più di otto miliardi di vecchie lire: nemmeno uno di essi fu destinato, come si evince dalla Gazzetta, a lavori di recupero e di restauro. Daniela Bonavia