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LA DANZA in Spagna dal XVI secolo a oggi
La parentesi che si apre fra fine cinquecento e fine seicento, fra danza francese e danza italiana è quella del sensuale baile spagnolo, che fiorito nelle colonie penetra via via anche a corte. Purtroppo non è che una moda ed in meno di mezzo secolo la sua influenza si assimila a quanto esso offre di meglio, ne resta solo una scia luminosa nel secolo barocco. La prima forma ad arrivare al mondo cortigiano è il canario, che deriva da un antico rito funebre. E' circa il 1620 quando arriva in Italia la sarabanda, cioè il ballo ed il canto scurrile. Giunge sia in Italia che in Francia assai castigato, perdendo il carattere erotico e riducendosi a mero movimento di corte. Uguale origine ed uguale fine ha la ciaccona. Ultimi a trionare sono il fandango la jota l'habanera e la folia. Sono, ad eccezione dell'habanera, le danze più coltivate in Spagna. La folia deriva da una danza carnevalesca ed è eseguita in coppia, è davvero un'esplosione di entusiasmo.
La jota, scaturita dal popolo aragonese, è ballata suonata e scandita dalle castagnette, agitate con arte dall'uomo e dalla donna, che l'uno di fronte all'altra, ripetono le stesse figure con il piede e gli stessi passi, finché una nuova coppia non prende il posto della prima. Dal fandango si propaga quell'onda di sensualità che si plasma e configura nelle varie scene di seduzione: i due ballerini non si toccano mai ma tengono gli occhi fissi l'uno nell'altro. Nell'ampio panorama ispanico ampio spazio hanno le danze regionali, le danze di scuola, ossia la stilizzazione dei balli classici spagnoli, il neospagnolo, che riunisce le esperienze delle varie danze, il flamenco, cioè il ballo antico dei gitani di Sevilla. La Spagna è l'unico paese in cui non solo le danze si conservano incorrotte, ma sono eseguite con slancio e abbandono entusiastico.
ULTIMO AGGIORNAMENTO 2 MAGGIO 2002
pagina creata e curata da Sara Buratto