Lou Roch
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N°3 - Ottobre 2000

Editoriale di Patrik Perret

 
“Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo…” recita una celebre canzone che racconta del desiderio forse un po’ naif di alcuni giovani amici ostinati, almeno a parole, a non essere inghiottiti dalla “routine” delle loro vite, desiderosi di qualcosa meglio di “…una moglie ed un impiego in banca…”  Forse i quattro amici di cui ci parla Gino Paoli hanno qualcosa in comune con i tre studenti che da quattordici mesi si occupano ci questa piccola pubblicazione.
Ad esser sincero non so bene cosa ci abbia spinto ad intraprendere la bella avventura di questa mini rivista: sicuramente non l’ambizione di “…cambiare il mondo” ma più probabilmente un desiderio semplice e genuino di divenire “una voce per tutti, anche per chi generalmente non viene ascoltato”, come venne scritto nel primo editoriale. Forse ha anche influito la voglia di lasciare scritto qualcosa a testimonianza dell’intraprendenza e  della vana gloria di questi frenetici anni giovanili.
 Quasi senza accorgercene è trascorso un anno dalla prima e un po’ burrascosa uscita del numero uno de “Lou roch” e credo sia giunto il momento di trarre le prime, sommarie, conclusioni.
La linea indipendente e “super partes” della nostra piccola pubblicazione è stata ribadita fino alla nausea “onde evitare qualsivoglia fraintendimento” come si ebbe modo di scrivere ripetutamente nei precedenti numeri e credo che infine ogni dubbio sia stato sopito.
Con grande piacere abbiamo assistito ad un considerevole aumento di interesse di molte persone verso questa modesta iniziativa e siamo loro riconoscenti per l’incitamento e le dimostrazioni di stima e appoggio.
Dal 28 luglio 1999, giorno in cui partì il nostro progetto editoriale, si sono succedute quattro edizioni de “Lou Roch” e probabilmente i suoi “fondatori” non pensavano certo di percorrere tanta strada assieme. In quella assolata giornata estiva, ritrovati a Pourcil in occasione della festa patronale, maturammo la convinzione, da allora mai messa in discussione, di compiere la scelta giusta. Eravamo consci che essa avrebbe comportato alcuni rischi e che probabilmente avremmo incontrato ostacoli di varia natura durante il nostro percorso, ma la fiducia nella nostra buona volontà e impegno ci ha permesso di perseverare.
 Tra “redattori”, in questo anno di attività passato lavorando fianco a fianco, abbiamo avuto la possibilità di fortificare un’amicizia già collaudata e sincera, condividendo momenti di grande euforia come quelli di sconforto o sbandamento. E’ maturata una sincera e profonda stima e complicità che ci ha permesso di affrontare le mille piccole sfide che un’iniziativa del genere inevitabilmente comporta. Ma soprattutto abbiamo avuto la possibilità di conoscere  e confrontarci con molte persone a cui siamo profondamente grati, conoscendo, di alcune, aspetti fino ad allora ben celati.
Ulteriore motivo di soddisfazione è rappresentato dal numero dei collaboratori che sta lentamente ma costantemente aumentando ad ogni nostra uscita a dimostrazione che molte persone hanno davvero tante cose da dire. Da questo numero, inoltre, si è unito all’ormai consolidato gruppo che organizza e diffonde Lou Roch un nuovo e prezioso collaboratore, ulteriore forza propulsiva per i fini di questo ambizioso progetto. Grazie alla sua collaborazione abbiamo ora la possibilità di essere presenti all’interno di un sito anche su internet. Mi permetto di concludere con l’esortazione pubblicata nel primo numero e, ad un anno di distanza, più che mai valevole:
 “Se questo progetto vi interessa, vi affascina, vi fa schifo fatecelo sapere. Siamo curiosi di tutto. Ci faranno molto piacere le collaborazioni, i commenti, i consigli, le denunce che vorrete pubblicare, gli aiuti (…). Le critiche negative ci serviranno da stimolo per migliorare.”
 

When all are one and  one is all
To be a rock and not to roll*

Cantavano i Led Zeppelin in “Stairway To Heaven” e forse queste loro significative parole possono esserci d’insegnamento e sprone per continuare la nostra lunga strada.

*(Quando tutti sono uno e una cosa sola è tutto
   Essere saldi come una roccia e non un sasso che rotola)
                                                                                                                                                             Patrik Perret