Charles de Jacques

Biografie

Benjamin Moser: SONTAG. Una vita. Rizzoli, 2023 | Giuseppe Mendicino: CONRAD. Una vita senza confini. Laterza, 2024 | Paolo Pagani: IN CAMMINO CON WALTER BENJAMIN. Il naufragio di un genio e le idee della sua epoca. Neri Pozza, 2024

La biografia come genere letterario ha valenze insieme narrative e storico-saggistiche. Spesso è proprio il primo elemento, romanzato finché si vuole, a costituire il vero lasciapassare alla vita del biografato. Quella voluminosa di Benjamin Moser su Susan Sontag sembra inizialmente (e in modo alquanto noioso per ciò che riguarda infanzia, genitori, bella genitrice e prime esperienze) miscelare in maniera non solo equilibrata ma ottimale i vari elementi, con opportuni, ma di fatto meno dettagliati di quanto si vorrebbe, avvicinamenti al contesto culturale, alle frequentazioni, le amicizie  di una scrittrice della quale volendone esaltare le sommità intellettuali si ottiene a mio parere l’effetto contrario, e lo dice chi come lo scrivente ne apprezzò in passato la cospicua opera saggistica, probabilmente preso più dall’originalità di qualche tematica che dal suo spessore.

Sono dapprima rimasto tentato di accomunare nella delusione anche la biografia conradiana di Giuseppe Mendicino ma non volendo rendere un cattivo servizio a un autore come Joseph Conrad che senza chiedere devozione la genera spontaneamente mi sono per fortuna liberato da temporanei malsani umori di rifiuto nei confronti del genere.

Efficace la lettura che Mendicino (biografo di Mario Rigoni Stern e attivo saggista su scrittori e scrittrici accomunati da impegno etico e civile) fa di alcuni romanzi spingendosi inoltre all’esame di alcuni film derivati da Conrad come Sabotage (1936) di Hitchcock, tratto da The Secret Agent, per passare a I duellanti (1977) opera d’esordio di Ridley Scott tratta dal racconto The Duel. A military tale e finire con l’avventurosa quanto drammatica realizzazione di Apocalypse now (1979) di Coppola ispirato a Hearth of Darkness (che per certi versi ha ispirato pure Interstellar di Christopher Nolan dove è esplicitamente citato da un personaggio).

Interessante un breve capitolo nel quale si raccontano l’ammirazione che scrittori come Jack London e André Gide provarono per Conrad. Il primo esprimendola in una lettera che ottenne una affettuosa risposta per un uomo che, come lui, aveva lavorato sul mare. Il secondo, fra affinità e profonde diversità, l’espresse in una cinquantina di lettere e nella dedica (“À la Mémoire de Joseph Conrad”) apposta in Voyage au Congo. Carnets de route uscito nel 1927 presso Gallimard. Ai due classici Mendicino associa anche Gavin Young per il suo Sui Mari di Lord Jim del 1991 (Settecolori, 2022) “di rara qualità narrativa e di coinvolgente investigazione”. Un capitolo a parte, fra scrittori amici, merita il doloroso rapporto, per la morte prematura, con Stephen Crane che a Londra nel 1897 volle fortemente incontrare il già affermato scrittore iniziando un’amicizia conclusasi purtroppo con la morte dell’americano nel giro di pochi anni. Gli accenni di Mendicino agli scrittori italiani riguardano Italo Calvino, Mario Rigoni Stern e Primo Levi. Quest’ultimo volle inserire fra i suoi riferimenti etici e intellettuali sia Bertrand Russell (che rievocando il rapporto d’amicizia con lo scrittore anglo-polacco sottolineò le differenze in un comune rilievo conferito all’etica della libertà individuale) sia Joseph Conrad “lo scrittore senza illusioni”.

La disposizione era ormai buona quando poi mi sono messo a leggere la biografia di Benjamin di Paolo Pagani. In fin dei conti - malgrado l’episodio tragico della fine, le amicizie, i wandervogel, Monte Verità, il Collége de Sociologie e la teoria mistico-critica - Walter Benjamin è il protagonista intellettuale di cui meno sentivo il bisogno di una biografia (del resto già affrontata con diversi altri saggisti e biografi). Mi sono lasciato convincere dal sottotitolo del libro ed effettivamente Pagani conficca il suo protagonista nelle temperie del tempo che fu con rapide eppure vigorose escursioni culturali che per mio azzardo (o arbitrio) inquadro nelle mosse degli scacchi giocate da Benjamin con Bertolt Brecht.