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L’ex municipalizzata con la Cir partecipa all’asta per otto impianti dell’Enel
Seabo vuole investire nelle centrali elettriche

LUCIANO NIGRO
21/02/01

Adesso SEABO punta sulle centrali elettriche. Proprio così, dopo essere entrata nelle telecomunicazioni in concorrenza con Telecom, dopo aver stretto un patto con la Falk per gestire l’inceneritore del Frullo, la ex municipalizzata che un tempo si occupava solo di acqua, gas e rifiuti è entrata in Energia Italiana la società promossa dalla Cir di Carlo De Benedetti che concorre all’asta per l’acquisto dall’Enel di Elettrogen, il primo pacchetto di centrali elettriche che la società guidata da Franco Tatò e Chicco Testa sta per mettere sul mercato.
Si tratta di otto impianti di generazione, tre dei quali idroelettrici (Terni, Cotronei, Catanzaro) e cinque termici (Monfalcone, Ostiglia, Fiumesanto, Tavazzano e Trapani) con una capacità complessiva di 5400 mega watt, 1800 dipendenti e ricavi che nel ’99 ammontavano a circa 2000 miliardi. La gara per queste centrali, le prime ad entrare sul mercato, vede in corsa 12 grandi cordate. In una di queste, la notizia è delle ultime ore, è entrata Seabo che ha rilevato l’11 per cento di Energia Italiana Spa. Un altro 11% è stato acquisito dal Monte dei Paschi di Siena, mentre il 78% resta in mano a Cir. Alleati di Energia Italiana, nella gara per Elettrogen, sono inoltre la statunitense Mirant e l’austriaca Verbund.
Poco più che simbolico il capitale sociale versato dalla ex municipalizzato, poche centinaia di milioni. Ma se l’asta dovesse avere successo, Seabo si ritroverebbe nel bel mezzo di una gara a colpi di rilanci in miliardi di Euro.
Nell’operazione Seabo è entrata in proprio, riservandosi tuttavia di portare con sé le ex municipalizzate romagnole con le quali ha già dato vita a Casa.Web, anch’essa assieme al gruppo De Benedetti.
Per Seabo si tratta del primo significativo passo nel difficile e inesplorato mondo dell’energia elettrica. Finora si era limitata a produrre una piccola quantità (20 mega watt) all’inceneritore, una quantità 2530 volte più piccola delle centrali per le quali è in gara e a distribuirne altrettanta a un consorzio di Api e Cooperative con la società Seabo Trading. Ma si trattava di piccole cose. L’ingresso in una grande cordata, invece, è il primo passo verso la produzione di energia in proprio.
Seabo, per questa partita è pronta anche a rischiare e ad investire capitali propri. Nelle precedenti operazioni si era limitata ad aprire l’azionariato a capitali esterni. Gli accordi sulla società dell’inceneritore e sulle telecomunicazioni avevano fatto entrare alcune decine di miliardi nella casse dell’azienda controllata dal Comune di Bologna. Questa volta, invece, la società è pronta a mettere mano al portafogli. La ragione? Oltre ad entrare da protagonista nella grande partita dell’energia elettrica, sarebbe tra le prime multi utility a farlo, Seabo vorrebbe infatti partecipare in futuro alla costruzione di nuove centrali (termiche) nei pressi di Bologna. Un’ipotesi riguarda Crevalcore uno dei punti di confluenza di gas, acquedotti e linee elettriche dove sarebbe vantaggioso produrre energia destinata al consumo nella provincia di Bologna.