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Cristoforo Beggiami

Savigliano

LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

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Oggi alle 14,30 nella parrocchia di San Pietro a Savigliano i funerali dello scrittore

L'ADDIO DELLA «GRANDA» A BACCOLO

Ricoverato all'ospedale di Cuneo, è stato stroncato da ictus. Consigliere comunale Psi negli Anni '70 si battè per il decentramento universitario in provincia. Il ricordo dell'ex direttore della biblioteca del capoluogo.

CUNEO. «Era nato signore. La sua cultura lo ha contraddistinto come scrittore, ma la gentilezza e disponibilità ne hanno fatto un uomo veramente grande». È il ricordo di Piero Camilla, studioso e storico cuneese che per anni ha diretto la biblioteca civica della città, dove Luigi Bàccolo amava trascorrere interi pomeriggi a rileggere gli autori del passato e a entrare nella cultura di un tempo.

«Eravamo grandi amici -prosegue Camilla-. Lo ricordo così, per i suoi modi di fare, di rapportarsi con la realtà e la storia. Una figura di un certo tono. Trascorrevamo molto tempo insieme a discutere e a confrontarci su diversi temi di letteratura. Nei dibattiti culturali sapeva attutire i contrasti e le diverse posizioni su un determinato argomento».

Luigi Bàccolo, 79 anni, originario di Savigliano è morto l'altra sera pochi minuti dopo le 19, all'ospedale di Cuneo, stroncato da ictus. Da mercoledì scorso era ricoverato al «Santa Croce». Abitava con la moglie Elsa in via Statuto 6. Profondo conoscitore del Settecento e Ottocento francese le sue opere sono conosciute oltre i confini nazionali.

Si era laureato in Lettere antiche nel '48 alla Normale di Pisa con «Saggio su Pirandello», che è stata la sua opera prima. Luigi Bàccolo fu per anni professore ai licei classici di Savigliano e Cuneo. Parallelamente all'attività di insegnante, si dedicò al giornalismo collaborando a «La Stampa», «Il Mondo», «Storia illustrata». L'ultimo volume dello scrittore fu «Il Commiato del mago e delle fate» dell'82.

Oggi centinaia di Cuneesei, amici di Savigliano e personaggi del mondo della cultura renderanno omaggio alla salma. I funerali si svolgeranno alle 14.30 nella chiesa di San Pietro a Savigliano.

E proprio a Savigliano Bàccolo ricoprì la carica di consigliere comunale, eletto nelle liste del Psi a partire dal 28 agosto 1970, quando subentrò come primo escluso al dimissionario Giuseppe Cerutti. Il 3 novembre '75 entrò di nuovo in Comune in sostituzione del consigliere Enrico Eandi. Rimase sempre molto legato alla sua città natale dove il padre per molti anni fu direttore didattico delle scuole elementari.

I saviglianesi lo ricordano quando al pomeriggio accompagnava la mamma lungo la passeggiata intorno a piazza D'Armi, prima a piedi e poi, negli ultimi anni di vita della madre, in auto. Negli anni Settanta fu uno dei principali sostenitori dell'università a Savigliano, quando per la prima volta si parlò di decentramento da Torino.

Proprio al giornale «La Stampa» pochi anni dopo aveva confidato la sua delusione perché l'amministrazione comunale saviglianese non era stata in grado di ospitare una facoltà.

Da anni si era trasferito a Cuneo. Nel capoluogo molti lo ricordano come lo scrittore che ha abitato in città, pensando all'Europa, «Bàccolo -spiega Costanzo Martini, responsabile dell'editrice "Primalpe"- ha avuto il coraggio di non andare fuori provincia. Le sue opere hanno una valenza europea. Ma la «Granda» è sempre stata la sua passione. Nell'ultimo suo romanzo Bàccolo parla del suo amore per Savigliano, così come ha raccontato la passione per le sue terre nel saggio scritto per "CN provincia Granda"». [r.s.]

(«La Stampa», 10 dicembre 1992)

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