Dal
centro di calcolo al minicomputer: alcune esperienze di catalogazione e
classificazione relative alle arti (1985)
Eugenio
Battisti
Vorrei esporre qui alcuni risultati raggiunti, mediante
l'uso del calcolatore, nella manipolazione di dati o di immagini, anche se si
tratta di esperienze non sistematiche, nate solo dal desiderio di controllare
direttamente anche nell'ambito delle nostre discipline la potenzialità delle
strumentazioni elettroniche che stanno diventando sempre più duttili ed
accessibili. Queste esperienze sono state possibili per merito della
straordinaria competenza di Ray Masters, presso la Pennsylvania State
University, cui si deve la originaria programmazione grafica dei personal
Olivetti ed un grosso incremento del centro di calcolo interfacoltà; e quindi
di Pier Luigi Bandini, succedutogli presso il Dipartimento di Architettura. E
la prima osservazione da fare è proprio questa: anche nel nostro campo i
progressi sono possibili solo quando si acquista direttamente una qualche
capacità operativa. La ragione dei successi ottenuti presso la Pennsylvania
State University è l'impegno messo nella computerizzazione prima dagli
specialisti di bibliografie (come quelle della Modern Language Association,
di Chaucer e di Shakespeare), quindi dei bibliotecari che hanno
creato il sistema Lias, uno dei più semplici e potenti sistemi di
consultazione automatica, anche per telefono e a qualsiasi distanza di una
grande biblioteca universitaria, eliminando del tutto la necessità e la
convenienza di una natura scritta.
Gli esempi che porterò riguardano tre esperimenti
diversi: una bibliografia in certo senso tradizionale, la manipolazione
anamorfica dei rilievi degli affreschi del Correggio nella cupola del Duomo di
Parma, e un tentativo appena iniziato per una schedatura non iconografica ma
strutturale e stilistica delle immagini.
a) Nel 1978 è stata presentata come tesi di master
alla Pennsylvania State University da M.L. Krumrine e D.M. Miller una
bibliografia degli studi iconografici dal 1952 al 1974 incluso, su ogni
argomento e in ogni lingua, ad eccezione di quelli apparsi in riviste
archeologiche, recuperandoli dai repertori bibliografici consultati non per
indici, ma per spoglio diretto, compatibile con quello delle bibliografie
letterarie e quindi può assorbire i dati e temi emersi dallo spoglio degli
scritti di soggetto letterario. L'utilità di questa commistione risulta
evidente se si pensa al problema della illustrazione di un famoso testo, come
il Paradiso Perduto di Milton. Ci fu l'intenzione di far sì che le
migliaia di articoli e le centinaia di soggetti inclusi nella bibliografia
fossero reperibili sia mediante computer che attraverso la consultazione
diretta del listato. Altra preoccupazione fu di creare preventivamente dei
raggruppamenti, cioè degli alberi concettuali che aiutassero a passare da tema
ad un altro, senza bisogno di rinvii specifici, e soprattutto facessero
rientrare, in modo quasi automatico, i sottotemi entro categorie più ampie allo
scopo di evitare una stolta frammentazione e la ben nota aridità dei soliti
riferimenti iconografici, privi troppo spesso di spessore culturale. Ad esempio
da un nome di ninfa si passa, per consultazione successiva, alle altre ninfe, e
si può risalire alle divinità o agli elementi naturali cui sono connesse. Si è
costituito a tale scopo ‑ distribuendo in gruppi omogenei o affini i dati
derivati dalla catalogazione completa ‑ un ordine gerarchico
dei temi che corrisponde in parte a quello dei grandi cataloghi rinascimentali
e barocchi di emblemi, alla disposizione dei libri negli scaffali della
Biblioteca Warburg e al sistema tematico dell'Iconclass senza tuttavia
coincidere con queste strutture: l'organizzazione inoltre è continuamente
modificabile, ed ulteriori dati possono venire derivati dai titoli stessi degli
articoli, utilizzati come parole chiave. La consultazione, in sede di centro di
calcolo, può avvenire mediante molteplici incroci, di
autore, luogo di pubblicazione, data, soggetto, consentendo curiose
constatazioni: come l'enorme espansione degli studi iconografici nei paesi
dell'Europa Orientale, negli ultimi anni, con una prevalenza però di soggetti
non religiosi o mitologici, ma storici e politici.
Questa grossa bibliografia, per i tempi in cui fu
fatta (dal 1975 al 1979) era una novità, e richiese delle operazioni
integrative che furono assimilate nel generale catalogo delle biblioteche
americane, come la uniformizzazione dei nomi delle riviste di storia dell'arte.
Ci furono anche delle difficoltà burocratiche e di
gestione impreviste. Fu assai difficile inizialmente far accettare la tesi in
segreteria, giacché a causa dei lunghi listati allegati non rispondeva al
formato ed al tipo di scrittura richiesta dai processi standard di
microfilmatura; e naturalmente venne chiesta alle autrici una introduzione non
solo esplicativa ma anche storica. Risultò poi impossibile gestire
pubblicamente questa bibliografia, per la mancanza di un fondo di ricerca che
potesse coprire le spese continue di schedatura, e non si ottennero fondi
federali a causa della temuta concorrenza con il RILA che tentava allora la
computerizzazione di tutti i suoi dati. Queste difficoltà sono prova e
conseguenza di un ritardo nell'uso del computer da parte della storia dell'arte
dieci anni gia notevole, e ancora non sormontato, se si pensi che già nel 1961
iniziò il Genetics Citation Index
da cui si sarebbe svolto il massimo sistema di indici oggi esistente, cioè
il Citation Index oggi diviso in una serie scientifica ed un'altra
umanistica. Tuttavia il nostro scopo era assai più modesto, e la destinazione
del materiale era solo interna, di dipartimento. Val la pena pero di ricordare
un'altra difficoltà. Non si riuscì nonostante la più amichevole collaborazione,
a far inserire il nostro indice nel sistema computerizzato della biblioteca
centrale universitaria a causa della necessità di assistere gli utenti non
minimamente specializzati con uno speciale servizio informativo, e quindi la
bibliografia non fu continuata. E' una esperienza questa da tenere in conto, in
quanto tali difficoltà bloccarono molte iniziative analoghe, nonostante la
loro utilità. Si dovrebbe forse tentare di superarle attraverso un consorzio di
università. La stesura delle schede, d'altra parte, dovrebbe essere realizzata
direttamente da un computer, che legga e trascriva i dati, lasciando al
programmatore solo il compito di distribuirli ed identificarli mediante parole
chiave: il costo ed il tempo sono altrimenti esorbitanti. Ad ogni modo questa
resta l'unica bibliografia del genere esistente, anche se una parte dei dati in
essa raccolti sono ora accessibile tramite il servizio on line del Repertoire
d'Art.
b) Assai più complesso come uso di macchine, anzi al
limite della tecnologia attuale per la quantità di dati richiesti, è stato
l'esperimento, solo parzialmente realizzato, condotto con una équipe di
studenti di architettura guidata da Pierluigi Bandini, di ricostruire il
processo di anamorfosi cui dovettero inevitabilmente essere sottoposti i
disegni preparatori del Correggio per la Cupola dei Duomo di Parma, prima, di
diventare i cartoni esecutivi. Essi infatti furono deformati, cioè ridotti o
allungati in altezza, a seconda della curvatura della cupola e dello
stazionamento dei riguardanti in modo che l'effetto finale risultasse
plausibile. I cartoni esecutivi sono invece derivabili da un coraggioso rilievo
1/1 realizzato da Massimo Baldi ed Elio E. Rodio, e pubblicato in
"Rivedendo Correggio", Roma, 1981, ed il computer permette ‑
una volta digitalizzate le immagini ‑ di modificarle secondo qualsiasi
parametro. La difficoltà però sta nella complessità di digitalizzare i disegni
non geometrici ma per così dire a mano libera, e nella necessità, per ottenere un risultato convincente,
di poter mettere in rotazione dentro lo schermo tre o quattro vele
contemporaneamente. Si sono per ora fatti saggi parziali, ma già altamente
suggestivi ed utilissimi. Il Correggio compì un accurato studio della curvatura
della volta, e si servì oltre che di scorci, di vari espedienti, introducendo
inoltre per ragioni espressive degli intenzionali errori di dimensioni e di
prospettiva.
Egli si comportò diversamente a seconda della
altezza delle vele e della curvatura, costruendo gli affreschi in tre strati
diversi e sovrapposti, per ciascuno dei quali valgono diversi parametri di
anamorfosi. Analoghi metodi di indagine al computer sono stati usati per un
soffitto barocco genovese, per cui però si dispone del fondamentale sussidio di
resti dei reticoli graffiti la cui maglia risulta scalata proporzionalmente
secondo la curvatura della volta.
C) Il terzo esperimento di cui vorrei parlare
riguarda la possibilità di una schedatura delle immagini programmata in modo
tale da consentire l'immediato reperimento di pitture aventi analoghi colori,
forme specialmente astratte, ecc., con un numero illimitato di riferimenti. La
schedatura potrebbe avvenire assegnando una lettera o un numero o entrambi a
dei temi, motivi o elementi formali: un dipinto di Mondrian così potrebbe
essere letto attraverso i colori rosso giallo blu e la loro percentuale di importanza, come una serie di forme, cioè
un numero di quadrati, come un sistema di ritmi dando luogo ad una serie di
brevi stringhe consultabili o nell'insieme o singolarmente. Uno dei vantaggi di
questa schedatura e rappresentato dalla quantità di dati che si possono
raggruppare mediante combinazioni di lettere e numeri. Inoltre si potranno
individuare statistiche di ricorrenze per periodi o aree geografiche servendosi
degli analoghi programmi realizzati dalla biologia per la identificazione delle
sequenze DNA, e che o girano anche su personal computer, mentre la
miniaturizzazione dei data base consente di compiere le necessarie schedature
su un mini, o addirittura su un portatile. La difficoltà qui sta non nel mezzo
tecnico, ma nel sistema di schedatura, che dovrebbe essere standardizzato
almeno in funzione dei vari archivi di arte contemporanea, ed e perciò bene
parlarne in incontri come questi, che possono creare almeno il desiderio di un
coordinamento preliminare.
Eugenio Battisti
In ANISA, Corso di aggiornamento su "Arte:
storia, linguaggio, comunicazione visiva",
a cura di Angiola Maria Romanini e Carla Guglielmi,
Istituto di Storia dell'Arte medievale e moderna,
Università di Roma La Sapienza, 7-12 ottobre 1985.
Last
update: 30-12-1999
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Francesco M. Battisti battisti@ing.unicas.it