Eugenio Battisti e la nascita dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda

 

MARIA LUISA GATTI PERER                                                                                                           home 

 

 

Il Congresso Internazionale che ora si inaugura vuole innanzitutto essere un omaggio alla personalità poliedrica di Eugenio Battisti, studioso votato all'interdisciplinarietà, praticata con convinzione nell'ambito dei suoi studi sulla cultura quattro‑cinquecentesca, ma anche nel proporre ‑ dobbiamo aggiungere ‑ nuove piste di ricerca alla storia dell'arte e alla storia della cultura, quali, per citarne qualcuna, la storia delle utopie o la storia della città, cui sono dedicate due sezioni del presente Congresso.

 

La bibliografia di Eugenio Battisti comprende oltre 900 titoli, che spaziano dalla collaborazione a quoti­diani e a periodici, quali l'ormai mitico Mondo, alle voci più impegnative dell'Enciclopedia Universale dell'Ar­te che lo vide tra gli ideatori attenti a perfezionare una formula inedita, ai saggi di sorprendente attualità: basti qui ricordare l'Antirinascimento. Eugenio Battisti fu sempre teso ad approfondire, rinnovare, attualizza­re, coordinare, organizzare le ricerche avvalendosi delle tecniche più moderne piegate al servizio degli studi umanistici. La sterminata bibliografia d'aggiornamento alla seconda edizione dell'Antirinascimento basti ad esemplificare. A lui era pertanto doveroso dedicare un congresso dal titolo «Metodologia della ricerca: orien­tamenti attuali». Legioni di giovani ‑ molti dei quali ora testimoniano nelle Università come docenti della sua opera di maestro ‑ seguirono i suoi insegnamenti, e l'accoglienza riservata alla proposta dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda per cui siamo ora riuniti dimostra l'affetto e la stima che colleghi ed allievi mantengono nei confronti di una personalità non sempre facile da capire per la vastità dei suoi interessi e la sete di rinnovamento che pervase tutta la sua vita di studioso, ma sempre comunque ammirata anche per l'impegno personale che profuse nella ricerca.

 

Sua moglie, prima collaboratrice, che con lui condivise il cammino spesso solitario verso nuovi lidi degli studi storico‑artistici, potrà meglio di me tracciarne un sia pur breve profilo. E desidero innanzi tutto, anche a nome di tutto il Congresso, ringraziarla per il dono della bibliografia degli scritti di Eugenio Battisti, che i relatori potranno avere e che sarà di estremo aiuto per tutti.

 

A me spetta in questa sede spiegare perché l'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda, presto affiancato dall'Università Cattolica e dal Politecnico di Milano, è il promotore di questo convegno.

 

Il 19 dicembre 1989 Eugenio Battisti doveva aprire una sessione di studio del Convegno fiorentino dedi­cato a Mario Salmi che gli fu maestro, con una relazione sulla Storia dell'Arte realizzata da questo studioso. Ci giunse invece, repentina e sconvolgente, la notizia della sua morte. A me, che ero iscritta a parlare subito dopo di lui, toccò ricordarlo con parole accorate. E non potei fare a meno di rammentare con gratitudine la sua opera di co-fondatore dell'Istituto della Storia dell'Arte Lombarda, concludendo con l'impegno ‑ che venne poi ratificato dal nostro Consiglio ‑ di dedicare a lui un congresso di studi.

 

Mi sia consentito, in questa sede, tracciare alcune linee fondamentali dell'opera svolta per il nostro Istituto da Eugenio Battisti.

 

La prima idea della necessità di riunire gli studiosi per la fondazione dell'I.S.A.L. scaturì dalla relazione tenuta da Battisti al Convegno Internazionale «Premesse per un repertorio sistematico delle opere e degli artisti sulla Valle Intelvi», promosso dalla rivista Arte Lombarda, in collaborazione con un'associazione loca­le, a Villa Monastero di Varenna, dall'1 al 4 settembre 1966.

 

In tale contesto, rispondendo ad alcune domande che gli avevo posto, Battisti tracciò le linee di quella che avrebbe costituito e costituisce tuttora l'operosità scientifica del nostro Istituto, allora non ancora esi­stente. Parlò dell'internazionalità degli stili visivi, dell'esigenza di organizzare ‑ nell'ambito degli studi locali ‑ dati, informazioni, schede, immediatamente fruibili da tutta quella società di specialisti che ‑ e qui cito le sue parole ‑ « si estende per mezzo globo, dalle università russe a quelle della costa del Pacifico, e che in pochi anni si accrescerà di nuove leve asiatiche e africane. Cattiva informazione ‑ ribadiva ‑ è anzitutto un fattore di errore; in secondo luogo un fattore di immobilità». La presenza tra noi oggi di Eiko Wakayama, professore dell'Università di Osaka, che si laureò a suo tempo con me all'Università Cattolica, e fu per lunghi anni collaboratrice a titolo gratuito dell'I.S.A.L., indica quanto l'affermazione ‑ che potrebbe sembrare iperbolica ‑ di Battisti fosse profetica.

 

Precisava, poi, la caratteristica tipicamente lombarda di un gruppo di maestranze «che non solo si reca­no all'estero per lavorarvi, conservando assidui legami con le vallate native, ma mantengono per secoli in

 

 

 

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piedi una vasta organizzazione comunitaria, tale da imporsi quasi ovunque con una specie di monopolio commerciale, per secoli alimentando con nuove leve la propria forza di corporazione internazionale e mante­nendola compatta ».

 

in breve, al termine del convegno, in una indimenticabile riunione che durò tutta la notte ‑ in cui partecipava, mi sia consentito ricordarlo, anche mio marito Virginio Gatti ‑ decidemmo di dar vita ad un Istituto che costituisse un centro di studi. L'Istituto venne di fatto fondato il 9 aprile 1967. Nel primo corso I.S.A.L. di specializzazione sull'arte del Rinascimento, di cui Battisti fu, assieme a me, coordinatore, due sue relazioni: «Origini della Prospettiva» e «La prospettiva del Mantegna», seguite da una tavola rotonda sulla prospettiva lombarda, spalancarono le porte a studi fecondi ancora in corso.

 

Questa fu quindi l'origine del nostro congresso, animato dalla gratitudine personale per uno studioso, un Maestro, un amico, che diede la sua opera sempre, ove richiesto, con rara generosità, sia per la migliore organizzazione scientifica dell'Istituto, sia per indicazioni di metodo a giovani laureandi dell'Università Cat­tolica dove io insegnavo ed insegno, alcuni dei quali, come Sergio Gatti ed Eiko Wakayama, sono qui oggi con noi a testimoniare di lui.

 

Ma il convegno si è poi allargato ‑ come era doveroso che fosse ‑ ad altri gruppi di studio riunitisi attorno a Battisti nelle diverse università italiane e straniere dove egli fu Maestro e agli infiniti estimatori. E devo qui pubblicamente ringraziare Gabriella Ferri Piccaluga che fu tramite prezioso.

 

L'adesione è stata al di sopra di ogni aspettativa. Anche coloro che non possono oggi essere presenti hanno promesso di inviare la loro relazione per gli Atti. Il Congresso si svolge con il patrocinio, come ha già detto il nostro Presidente, di numerose personalità, a iniziare dal Presidente della Repubblica.

 

Il Servizio Formazione Permanente dell'Università Cattolica si è adoperato per la migliore accoglienza agli studiosi. Di questo sono personalmente grata alla signora Clerici.

 

Un'ultima considerazione: gli Atti di questo Convegno vengono pubblicati dalla rivista Arte Lombarda, divenuta dal 1990 l'organo istituzionale dell'Istituto per la Storia deli Arte Lombarda. Non sembri improprio che questa rivista, giunta al suo trentottesimo anno di vita, ospiti un convegno dal titolo «Metodologia della ricerca». Anche per gli studi sull'arte lombarda occorre una verifica di metodo che può venire solo da un più ampio orizzonte, quale quello che ci ripromettiamo appunto da questo Convegno.

 

La convergenza di tanti studiosi in nome di Eugenio Battisti costituisce pertanto, oltre che testimonian­za per il Maestro e collega, fonte di gratitudine da parte dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda.

 

Milano, Università Cattolica maggio 1991 ‑ dicembre 1993

 

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