VACANZA GRECIA DEL NORD E ISTANBUL (TURCHIA)  

BY BACCILIERI PAOLO 

 4 - 26  AGOSTO 2001

 

 LA GRECIA DEL NORD  E ISTANBUL (TURCHIA) E' STATA VISITATA   VOLTE

PARTECIPANTI (17): ANNAMARIA, ANTICHIANO, ANTONELLA, ANTONIO, BARBARA, CLAUDIA, DORIANO, FABIO, GIUSEPPE, GIUSEPPINA, LUCA, PAOLA,  PAOLO, PAOLO, SARA, SERGIO, TIZIANA 

 

 

 

ITINERARIO 

Viaggio tra Grecia e Turchia europea

L'estate scorsa (agosto 2001) in tre camper e quattro caravan abbiamo trascorso tre settimane in Grecia centro-settentrionale e Turchia europea, arrivando fino ad Istanbul.

La sera del 4 agosto abbiamo lasciato il porto di Ancona a bordo del confortevole e veloce traghetto dell'ANEK, con sistemazione di camper e caravan sul secondo ponte coperto e avendo a disposizione l'attacco luce e la possibilità di accedere ai nostri mezzi per tutta la durata del tragitto.

Il mattino seguente il viaggio è continuato con belle vedute sulle selvagge e misteriose coste, pressoché disabitate, del sud dell'Albania da una parte e dell'isola di Corfù dall'altra, molto più affollata e turisticizzata, con paesini, imbarcazioni e villette fra le varie insenature. Dopo 14 ore di attraversata sbarchiamo ad Igoumenitsa dirigendoci verso Joannina, poi, superato il Katara Pass, tra boschi, prati e animali al pascolo, raggiungiamo nel tardo pomeriggio "le Meteore", sistemandoci presso l'ottimo camping Vrakos Kastraki vicino a Kalambaka. Abbiamo quindi visitato i famosi monasteri bizantini, che sorgono, in posizione panoramica, sulla sommità di imponenti ammassi rocciosi e che racchiudono al loro interno chiesette ortodosse magnificamente affrescate, piccoli musei e raccolte di oggetti vari.

Abbiamo poi ripreso il viaggio dirigendoci verso la penisola Calcidica e, percorrendo la pianeggiante E92 e l'autostrada (in fase di ampliamento) in direzione di Thessaloniki, Nea Moudania, abbiamo raggiunto il camping Rea a Vourvourou, all'inizio di Sithonia. Il posto è molto bello e fruibile, con possibilità di campeggio libero e di effettuare tante escursioni nei dintorni; è vicino ad Ormos Panagias, da dove, in motonave, siamo partiti per costeggiare da vicino la penisola del Monte Athos, avendo così la possibilità di ammirare i caratteristici monasteri costruiti lungo la costa fino ad Ouranopoli.

Sicuramente da non perdere è il tour della penisola di Sithonia; un'ottima strada la percorre tutt'intorno con magnifiche vedute sul mare. Il versante orientale è quello meno affollato, molto verde e con stradine e sentieri che raggiungono splendide insenature e spiaggette. A Toroni c'è una situazione invitante per fermarsi, infatti il posto è tranquillo, con il paesino al centro di una lunghissima spiaggia e con la possibilità di campeggio libero in prossimità del promontorio roccioso su cui vi sono i resti di un antico castello e dal quale si gode di un colpo d'occhio fantastico sulla costa.

La penisola di Kassandra non è da meno, soprattutto nella sua parte terminale; per gli amanti delle spiagge sabbiose Paliouri è l'ideale, infatti qui si può trovare una lunghissima cala di sabbia finissima e, grazie alla ridotta profondità dell'acqua, tutti, bambini compresi, hanno la possibilità di sguazzare, senza pericolo, in acque caldissime e trasparenti, anche a parecchia distanza dalla riva.

Alcuni giorni prima di Ferragosto ci siamo diretti verso la Turchia percorrendo l'ampia e veloce strada che costeggia per lunghi tratti il mare, molto bello soprattutto nei dintorni di Kavala. Alla frontiera turca di Hunt (Ipsala) siamo passati senza problemi e tutto si è concluso in poco più di mezz'ora, compreso il cambio di valuta, anche se un po' fastidiose sono apparse le operazioni burocratiche per il controllo dei documenti di persone e mezzi; normalmente una persona per equipaggio deve passare da 4-5 sportelli per timbri e pagamenti vari prima di ripartire.

Il viaggio è poi continuato sulla scorrevole E84 in leggero saliscendi, con scarso traffico all'inizio, poi più sostenuto soprattutto negli ultimi 40 chilometri prima di Istanbul, dove è tutto un susseguirsi di grossi centri abitati, che abbiamo però oltrepassato senza alcuna difficoltà.

All'uscita Florya abbiamo lasciato la superstrada per raggiungere, nelle vicinanze del mare, il camping Ataköy, che è ben collegato al centro di Istanbul con bus e dolmus (minibus privati), mezzi che noi abbiamo proficuamente utilizzato nei due giorni di visita della città.

Abbiamo iniziato dalla stupenda Sultanahmet Camii (Moschea Blu) a 6 minareti, nel cui interno predomina soprattutto il colore blu e poi attraversando giardini con aiuole fiorite e fontane zampillani siamo giunti all'Ayasofya (Basilica di S.Sofia), massima espressione dell'architettura bizantina, ricca di mosaici e decorazioni. Merita sicuramente una visita per la sua originalità, sia lo Yerebatan Saray (palazzo sotterraneo), con le sue 336 alte colonne immerse parzialmente nell'acqua, che il pittoresco Gran Bazar situato proprio nel cuore della città vecchia, dove ognuno di noi ha avuto la possibilità di esibire le proprie capacità di contrattazione nei diversi acquisti.

Poco lontano, in posizione leggermente sopraelevata, sorge la grande ed imponente Moschea di Solimano. Scendendo verso il porto, tra strette viuzze affollate di bancarelle e venditori di ogni genere, siamo arrivati alla Torre di Galata, posta al di là del Corno d'Oro (fiordo che divide la città), dalla quale si gode di una bella veduta panoramica su tutto il paesaggio circostante.

Il giorno di Ferragosto l'abbiamo dedicato alla visita del Topkapi, la sfarzosa residenza dei sultani ottomani, che sorge su una collinetta dalla quale si ha una magnifica vista sul Bosforo ed il Mar di Marmara. All'interno di questa stupenda area verde si trovano l'harem, ambiente con un fascino tutto particolare e che suscita sempre in ognuno tanta curiosità e mistero, una moschea ed edifici caratteristici ospitanti diversi musei, sale, chioschi. Dopo aver visitato l'animatissimo Bazar Egiziano, ricco di spezie e profumi orientali, abbiamo fatto un'escursione in battello sul Bosforo fino alla vicina costa asiatica, concludendo così il nostro breve soggiorno in questa affascinante città, crocevia tra due continenti e punto d'incontro fra diverse culture e civiltà.

L'indomani, ripercorrendo la stessa strada, abbiamo ripreso la via del ritorno, e mai tanto sbagliata fu la scelta di tale giorno (16/8) a causa delle centinaia di emigranti turchi in uscita dal loro Paese, che hanno fatto aumentare a diverse ore i tempi di attesa alla frontiera. Due giorni dopo si transitava normalmente in circa mezz'ora. È già buio da qualche ora quando riusciamo finalmente a rientrare in Grecia dove ci fermiamo per la notte nel parcheggio della frontiera.

Di buon mattino riprendiamo il viaggio con destinazione la regione del Pelion nella Grecia centro-orientale.

L'E90 (la stessa dell'andata) è molto bella e scorrevole con scarso traffico; poco prima di Lagos la strada ritorna verso la costa ed entra in un bel parco naturale, passando fra un grande lago interno ed una vasta area lagunare, in cui crescono canneti e diverse specie palustri e oltre a poter osservare vari tipi di uccelli, ad un tratto appare anche, su un vicino isolotto, un grazioso monastero raggiungibile a piedi dal parcheggio attraverso un ponticello in legno.

Nel tardo pomeriggio raggiungiamo il camping Hellas di Kato Gatzea, punto ideale per la visita di questa splendida penisola, ancora poco turisticizzata, coperta di boschi di castagni ed ulivi, con caratteristici paesini di montagna come Makrinitsa, dove passeggiando tra le viuzze si possono ammirare botteghe artigianali, nobili casette con balconcini in legno e nella piazzetta una piccola chiesa del '200 ed una antica fontana.

Vorrei ricordare che il Pelion ha un'orografia molto accidentata e che, per passare da una spiaggia all'altra, occorre salire e scendere continuamente, anche di alcune centinaia di metri, su strade spesso ripide e con molte curve.

Di straordinaria bellezza è il versante orientale, con spiagge e calette poco affollate contornate da rocce e scogli ed un mare stupendo con acque limpide e cristalline; tra le più belle vorrei segnalare quelle di Agios Joannis, Milopotamos, Potistika e Kastri, quest'ultima proprio di fronte a Skiathos, isola che noi abbiamo visitato in battello da Platania.

Dopo circa una settimana trascorsa nella rilassante tranquillità del Pelion, lasciamo questo ambiente e ci accingiamo ad affrontare la parte finale della nostra vacanza in terra greca, visitando l'interessante area archeologica ed il museo di Delfi, con sosta nel modesto ed essenziale camping Kaparelis di Kirra.

Il 25 agosto è il giorno dell'imbarco; dopo aver percorso l'ottima strada che costeggia il golfo di Corinto, passando per Andirio, poi Arta e Parga, siamo giunti al porto di Jgoumenitsa, dove, alle ore 23, il traghetto è partito alla volta di Ancona riportandoci a casa dopo 20 giorni indimenticabili trascorsi tra storia, arte e natura della Grecia ed il profumo dell'Oriente di Istanbul.

 NOTIZIE UTILI - Per entrare in Grecia è sufficiente la carta di identità, mentre in Turchia i proprietari dei mezzi debbono avere il passaporto in corso di validità e per gli animali (es. cane) occorre il certificato di buona salute rilasciato dal veterinario; per maggiori dettagli contattare l'Ufficio Informazioni dell'Ambasciata della Turchia di Roma (tel. 06.4871190).

La rete stradale è buona e, soprattutto in Grecia, vi sono grandi lavori di ammodernamento delle principali vie di comunicazione; il costo dei carburanti è più basso del 20% rispetto a quello dell'Italia. Per meglio orientarsi durante il viaggio sono molto utili sia l'Atlante stradale Euro-Atlas, edito da Studio F.M.B. di Bologna, che le Guide verdi del Touring Club Italiano.

 CAMPEGGI - In Grecia il livello medio dei campeggi è buono, con servizi ben funzionanti e puliti; il costo per un camper con due persone e attacco luce varia dai 13 ai 18 Euro per notte; sono generalmente ben ombreggiati e mai troppo affollati; parecchi accettano il pagamento con la carta di credito e molti conoscono la lingua italiana.

Il campeggio libero è possibile farlo un po' ovunque, ad eccezione di alcune zone come le Meteore e Delfi, dove la polizia vieta la sosta notturna al di fuori dei campeggi.

 Ecco i campeggi in cui ci siamo fermati:

 'Vrachos Kastraki' a Kastraki (Kalambaka) - Vicino alle Meteore, con piscina, ampio, ben ombreggiato ed organizzato.

 'Rea' a Vourvourou (Sithonia) - All'inizio della penisola, sul mare, molto confortevole e ombreggiato.

 'Alexandroupoli' ad Alexandroupoli - Situato alla periferia ovest della città, sul mare, ottimo camping di passaggio.

 'Ataköy' ad Ataköy (Turchia) - Poco segnalato, vicino al mare a circa 10 km dal centro di Istanbul, sufficientemente organizzato, ampio ed ombreggiato, ben collegato alla città con bus e dolmus. Per raggiungere il campeggio si esce dalla superstrada all'uscita Florya, proseguendo per una strada che all'inizio corre vicino all'aeroporto, quindi dirigersi verso Ataköy e la costa.

 'Hellas' a Kato Gatzea (Volos) - Vicino al mare, sulla costa occidentale della penisola del Pelion; ottimo campeggio, immerso in una splendida natura tra alti alberi di ulivo, diretto ottimamente da giovani ben organizzati.

 'Kaparelis' a Kirra - Sul golfo di Corinto vicino al mare, a circa 10 km da Delfi; camping di passaggio, ombreggiato, ma poco curato ed in uno stato di già evidente abbandono.

                                                                                                                              GIUSEPPE PRITONI

                                                                                                                             San Giovanni in Persiceto (BO)

GRECIA

SUPERFICIE

131.944 Kmq. (106.778 Kmq. terraferma - 25.166 Kmq isole - pianura 20%)

15.021 Km di coste - 1.500 isole (169 abitate)

1.215,5 Km lunghezza dei confini - terraferma

POPOLAZIONE

10.264.156 abitanti (censimento 1991) - densità 78 ab./Kmq

MONETA

DRACMA (equivale a circa 5,7 Lire Italiane)

CORRENTE ELETTRICA

220V (standard europeo)

LINGUA

GRECO MODERNO, altre lingue straniere diffuse sono l’inglese, il francese, l’italiano specialmente nelle località turistiche.

FUSO ORARIO

1 ora avanti rispetto all’italia (l’ora legale entra in funzione contemporaneamente) es.:Italia ore 12.00 - Grecia ore 13.00

RELIGIONE

Cristiano-Ortodossa (98% della popolazione)

NOTIZIE & STATISTICHE:

L’occupazione in Grecia è così suddivisa : il 27% della popolazione nell’agricoltura, 28% nell’industria, 45% nei servizi (ultimi dati 1987).

Il 65% della popolazione risiede nelle città (Atene 30%), 10% in periferia, 25% in comunità rurali.

La cima più alta è il MONTE OLIMPO (2.917m.). Il fiume più lungo è l’ALIAKMONAS (altri: ACHELOOS, PINIOS, AXIOS, NESTOS, STRYMONAS, EVROS). Il punto più profondo delle acque dei mari che circondano la Grecia è il FREAR OINUSSES (4.846m) seguono Rodi 4.043 e Karpathos con 3.294.

LA GRECIA FA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA DAL 1981.

FORMALITA’ PER L’INGRESSO IN GRECIA

PASSAPORTO o CARTA D’IDENTITA’ valida per l’espatrio.
Per i bambini sprovvisti di documento è sufficiente un CERTIFICATO DI NASCITA con foto autenticata dalla Questura di appartenenza.
La Grecia ha aderito al Trattato di Schengen (Gennaio 1998) per l´apertura delle frontiere senza il controllo dei documenti d´identità presso porti e aeroporti (i documenti d’identità sono comunque necessari in caso di controllo e devono essere validi per l’espatrio).
Si può soggiornare in Grecia per 3 MESI a scopo turistico;
per l’estensione del soggiorno è necessario contattare l’UFFICIO STRANIERI (YPIRESIA ALLODAPON) della Polizia di Stato Ellenica.

Esistono restrizioni doganali (normativa U.E.) per l’esportazione di tabacchi ed alcoolici.

TELEFONIA MOBILE

Funzionano ovunque i telefoni cellulari abilitati al sistema europeo GSM.
La scheda ricaricabile GSM è in vendita presso i centri autorizzati e permette l’uso del telefonino GSM ricaricabile anche in Grecia con un nuovo numero.
I gestori sono KOSMOTE, STET HELLAS e PANAFON.Per l’uso di ricetrasmittenti CB (baldacchini) è necessario il permesso rilasciato alla frontiera dalle Autorità Elleniche.

DOCUMENTI PER AUTO & MOTO

Per guidare è sufficiente la PATENTE DI GUIDA ITALIANA ed il LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE (o FOGLIO SOSTITUTIVO del P.R.A.).

Nel caso in cui il conducente non sia il proprietario del veicolo, si consiglia una DELEGA del proprietario (emessa dagli uffici notarili o dal Comune di residenza) possibilmente tradotta in lingua greca e vidimata dai Consolati Ellenici presenti in Italia.
Gli autoveicoli possono circolare liberamente su tutto il territorio per un periodo massimo di 6 MESI (turismo) con possibilità di estensione sino a 15 MESI.

NON E’ OBBLIGATORIA LA CARTA VERDE RILASCIATA DALLE COMPAGNIE ASSICURATRICI (Direttiva Consiglio Comunità Europee 72/166, dal 01.07.1988).

Le cinture di sicurezza per gli autoveicoli (direttiva 91/671/CEE) ed il casco per le moto sono OBBLIGATORI.
Tutti i veicoli (anche i motocicli 50cc) devono essere immatricolati;

per i motocicli sotto i 50cc è necessaria la patente di guida per autovetture o moto - cat. A.

In caso di smarrimento della patente la dichiarazione sostituiva rilasciata dal PRA deve riportare l'indicazione "SOSTITUISCE PROVVISORIAMENTE LA PATENTE DI GUIDA" e deve essere valida per l'espatrio.

 

ASSISTENZA SANITARIA

Il PRONTO SOCCORSO è GRATUITO.

Il MODULO E111 (U.E.) rilasciato dalle USSL italiane di appartenenza consente all’assicurato e ai familiari che si trovino in un paese di dimora diverso dallo Stato competente di ottenere, da parte degli organismi assicurativi ellenici (IKA), le prestazioni in natura in caso di malattia e maternità ed anche a titolo provvisorio, in caso di infortunio sul lavoro o di malattia professionale.

L’IKA rilascerà all’interessato un libretto sanitario senza il quale le prestazioni in natura non vengono concesse;
per i marittimi alla CASA DEI MARITTIMI ("OIKOS NAUTOU").

Il modulo deve essere presentato qualora siano necessarie le prestazioni, compreso il ricovero in ospedale.

PREFISSO TELEFONICO

Dall’Italia: 0030 + prefisso locale in Grecia (escluso lo zero , es.: Atene 1) + numero desiderato

Dalla Grecia verso l’Italia: 0039 + prefisso locale in Italia (es. 06 Roma)+ numero desiderato

Costo degli scatti per telefonate dalla Grecia verso l'Italia (tariffe Agosto 1997):

Tutta la settimana (anche domeniche e festivi)

giornaliero 06.00-22.00 : 183 dracme al minuto

notturno 22.00-06.00 : 137 dracme al minuto

LIMITI DI VELOCITA’

In città 50Km/h, sulla rete provinciale 80km/h, sulle strade statali 100km/h.

SOCCORSO STRADALE

L’E.L.P.A. (Automobile Club Ellenico - 2-4 Mesogheion str. - Atene), interviene su tutta la rete stradale con carri attrezzi di colore giallo. Per i titolari di tessera-abbonamento ACI il servizio è gratuito. I telefoni di emergenza sono collocati sulle Strade Nazionali (ATENE-SALONICCO-EVZONI, ATENE-CORINTO-PATRASSO, CORINTO-TRIPOLIS). Tel.Informazioni: 104 o 01/7488800 - Fax 01/7786642

Il servizio è effettuato anche da Società private (express service 154, interamerican 168, sos service 193, hellas service 157, PROTECTION 113).

CAMBIO

Ai posti di frontiera 24 ore su 24, all’Aeroporto di Atene 07.00-23.00, nei porti internazionali, presso tutte le Agenzie di cambio autorizzate e banche, sportelli automatici ATM , esercizi alberghieri con percentuale di servizio trattenuta. Nelle località turistiche, gli esercizi restano aperti tutti i giorni (anche festivi) con orario prolungato.

 

ORARIO DELLE BANCHE

BANCA NAZIONALE in Karageorgi Servias str. (Sintagma)

LUN/MAR/MER/GIO 08.00-14.30 & 15.30-18.30

VENERDI 08.00-13.30 & 15.00-18.30

SABATO 09.00-15.00

DOMENICA 09.00-13.00

ALTRE BANCHE

LUN/MAR/MER/GIO 08.00-14.00 VENERDI 08.00-13.30

CARTE DI CREDITO & PRELIEVO CONTANTI

Ovunque (specialmente nelle località turistiche) accettate e molto diffuse presso tutti gli esercizi convenzionati (alberghi, ristoranti, negozi, ecc.). E’ possibile ritirare denaro contante (dracme) con carte di credito & bancomat internazionale presso gli sportelli bancari, sportelli automatici per il prelievo, sportelli postali ed uffici autorizzati.

PREZZI DEI CARBURANTI in dracme per litro

le tariffe sono libere e possono variare da distributore a distributore ed in provincia sono maggiorate.

L’orario dei distributori è sulle Strade Nazionali 24 ore su 24, in città dalle 07.00 alle 19.00, servizio notturno con turni o self-service. La BENZINA VERDE è reperibile con facilità ovunque.

Benzina super (98 ott.): 297 dracme /l. (1693 lire)
Benzina verde (95 ott.): 283 dracme/l. (1613 lire)
Benzina verde (98 ott.): 312 dracme/l. (1778 lire)
Gasolio: 280 dracme/l. (1596 lire)
G.P.L. 165 dracme/l (940 lire)

SHOPPING-ORARI

GRANDI MAGAZZINI/SUPERMERCATI/CENTRI COMMERCIALI

Da Lunedi a Sabato 08.00-20.00

ALTRI NEGOZI

Lunedi/Mercoledi/Sabato 09.00-15.00

Martedi/Giovedi/Venerdi 09.00-20.00

FARMACIE

Tutti i giorni 08.00-14.30 (escl.Sabato/Domenica/Festivi a turno)

RAPPRESENTANZE DIPLOMATICO-CONSOLARI

- Ambasciata italiana ad Atene: Odos Sekeri, 2, 10674 Atene, tel. 00301-3617260/3, 00301-3617273/4, fax 00301-3617330, e-mail: ambaten@hol.gr

- Consolato italiano ad Atene (Attica Beozia): Odos Meandru, 19, 11528 Atene, tel. 00301-7249117, 00301-7240688, 00301-7239045, 00301-7240514 e fax 00301-7232739, e-mail: itconath@hol.gr

- Vice consolato onorario a Rodi: Odos Ippoton, 85100 Rodi, tel. 0030241-27342, fax 0030241-33980.

- Agenzia consolare onoraria a Kos: Ippokratus, 26, 85300 Kos, tel./fax 0030242-21991

- Agenzia consolare onoraria a Santorini: Periochi' Aghios Nicolaos, 84700 Santorini, Loc. Merovigli, tel. 0030286-23632 e fax 0030286-24725.

STORIA

Intorno al 3.200 a.C. sulle isole Cicladi, al centro del mar Egeo, fiorisce la civiltà detta appunto delle Cicladi, di cui restano curiose statuette in marmo dal significato incerto. La migrazione di popoli dall’Anatolia a Creta determina in seguito la fondazione della civiltà minoica (2600-1450 ca. a.C.). A testimonianza della sua ricchezza economica e culturale rimangono i resti dei fastosi palazzi di Festo e di Cnosso (affreschi). I minoici avevano complessi rituali dedicati al toro, l’animale sacro di Poseidone (dio del mare), ai quali probabilmente è legato uno dei miti più conosciuti, quello del Minotauro. La conquista micenea dell’isola di Creta pone fine allo splendore delle città minoiche.

La civiltà micenea (1550 - 1125 a.C.) si sviluppa invece nel Peloponneso e vede tra i suoi re Agamennone, che secondo Omero (Iliade) guidò l’esercito greco nella guerra contro Troia. Il predominio miceneo nella storia greca si conclude con l’invasione dei Dori.

Dopo un periodo di generale decadenza, si entra nell’età arcaica (700-500 ca. a.C.) caratterizzata dalla diffusione in tutto il Mediterraneo della cultura greca e dalla nascita delle poleis (città-stato), tra le quali emergono le città rivali di Sparta e Atene. Segue il periodo classico che culmina nel V secolo a.C. con l’età di Pericle (dal re che governò Atene e che fondò la lega di Delo). Durante questa periodo Atene raggiunge lo splendore per la quale è universalmente conosciuta; risalgono a quegli anni il Partenone e i Propilei, le opere di Fidia, i vasi del Pittore di Byrgos, le tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide, la Repubblica di Platone.

La proverbiale rivalità tra ateniesi e spartani fa scoppiare le cosiddette guerre del Peloponneso (460-445 a. C. e 431-404 a.C.). Il IV secolo a.C. vede l’ascesa dei macedoni con Filippo II e Alessandro Magno. Filippo II vince la battaglia di Cheronea (338 a.C.) che segna la fine dell’indipendenza greca. Il figlio Alessandro Magno intraprende la conquista dell’Oriente, estendendo i domini dell’impero fino all’Indo; alla sua morte il regno viene diviso tra i suoi generali. Ha così inizio l’età ellenistica, caratterizzata dalla fusione tra la cultura greca e quella orientale.

All’inizio del III secolo a.C. comincia la conquista romana della Grecia. Sotto il dominio romano Corinto diventa la città principale, ma Atene conserva il ruolo di centro spirituale e culturale. La Pax Romana unita alla costruzione di strade e acquedotti favorisce inoltre l’aumento della popolazione e della ricchezza.

Nel 50 d.C. l’apostolo Paolo inizia la predicazione del cristianesimo in Grecia. L’imperatore Costantino, sotto il cui regno il cristianesimo diviene la religione di Stato, sposta la capitale a Bisanzio (330 d.C.), che ribattezza Costantinopoli. Quando nel 395 d.C. l’impero romano viene diviso, Bisanzio rifiorisce sotto Giustiniano (527-565 d.C.) e vengono costruiti numerosi kástri. Bisanzio cade per opera dei crociati che appoggiati dai veneziani, ai quali nell’XI secolo d.C. aveva concesso i diritti di commercio con la Grecia, mettono a sacco Costantinopoli (1204).

Il 29 maggio del 1453 i turchi ottomani sotto la guida di Maometto II espugnano Costantinopoli, segnando la fine dell’impero di Bisanzio e di quello romano. Solo tre anni dopo occupano anche Atene dando inizio al dominio sulla Grecia.

Nel 1821 in Grecia comincia la guerra per l’indipendenza dai turchi, preparata dalla Filikí Etaireía, la società segreta fondata nel 1814 a Odessa, sostenuta dal re di Baviera e dallo zar di Russia, e che vide tra i suoi simpatizzanti molti intellettuali europei, primo fra tutti lord Byron. Il 1° maggio del 1924 viene proclamata la repubblica, seguita da una serie di colpi di stato che culmino nella dittatura di Joannis Metaxas.

Pochi anni dopo l’invasione da parte dell’Italia dell’Albania (1939) determina l’entrata di Atene nella seconda guerra mondiale. La Grecia subisce la cruenta occupazione delle truppe tedesche, italiane e bulgare contrastata dal Fronte Nazionale di Liberazione. Non appena le truppe dell’Asse si ritirano scoppia la guerra civile.

Dopo la parentesi della dittatura dei Colonnelli, con il referendum dell’8 dicembre del 1974 la Grecia ritorna a essere una repubblica. A partire dal 1981 la politica greca è dominata dalla figura di Andreas Papandreu, leader del Pasok, che viene nominato primo ministro fino al 1989 e poi nuovamente nel 1993 (nel 1996 muore). Intanto con la disgregazione della Iugoslavia sorge il problema della Macedonia, che la Grecia rivendica come proprio territorio e che nel 1993 l’Unione europea e l’ONU ribattezzano Repubblica ex iugoslava di Macedonia.

GASTRONOMIA

La cucina greca non è molto elaborata, ma offre alcune specialità apprezzabili che si diversificano da regione a regione. Unisce caratteristiche tipiche della cucina turca a quelle della cucina mediterranea con carni arrosto e molto pesce. Un pasto con prodotti tipici inizia con un bicchiere di Oúzo, un’aperitivo a base di anice, accompagnato da stuzzichini assortiti, e può essere seguito dalla tradizionale insalata greca (pomodori, cetrioli, féta, peperoni, cipolle e olive nere), dallo Tzazíki (salsa di cetrioli e yogurt e aglio), o altri antipasti come la Melitsánasálata (salsa di melanzane), la Rossikisaláta (insalata di patate fredda con maionese), la Taramasaláta (paté di uova di pasce). I piatti principali possono offrire la Magirítsa (zuppa con frattaglie, uova e succo di limone), il Souvlákia (spiedini di carne di agnello e maiale), oppure carne di maiale allo spiedo, il Mousakás (torta di melanzane, besciamella e carne trita), il Giouvétsi (agnello arrostito con pasta), il pollo allo spiedo, farcito con riso, formaggio e uva passa, il Galopoúla gemistí (tacchino ripieno con castagne, uva passa e olive).

Il pesce fresco viene cucinato soprattutto nelle località di mare, fritto o ai ferri. Fra i formaggi onnipresente la Féta (con numerose e diverse stagionature), oltre alla Mizithra (di pecora molle e saporito) e al Kaséri (tipo pecorino stagionato).

I dolci sono di origine turca quindi estremamente zuccherini, ma meritano un assaggio la Baklavá (noci, pasta e miele), il Kataifi (noci e miele avvolti in pasta) e il Rizógalo (budino di riso).

Oggi è ormai molto diffuso il caffè espresso, tuttavia il caffè tipico viene servito alla turca in infusione e va quindi lasciato decantare. Uno dei migliori prodotti è lo yogurt che si trova un po’ ovunque e viene servito con miele e noci. Tra l’altro è bene ricordare che per un pranzo veloce e molto economico sono diffusissimi i chioschi che vendono panini con il cosiddetto hiro, carne di montone allo spiedo e dove di solito è possibile consumare anche un’insalata. In generale i pasti in Grecia vengono consumati piuttosto tardi, il pranzo intorno alle 14 e la cena dopo le 22.

GEOGRAFIA

La penisola Greca, a sud est dell'Europa, con una superficie di 131.944 km.q. è costituita dalla Grecia Continentale (Attika, Peloponneso, Grecia Centrale, Tessaglia, Epiro, Macedonia, Tracia) e dalle Isole dell'Egeo e dello Ionio.

Geograficamente appartiene all'Europa, dato che costituisce la punta dell'estremo sud della penisola balcanica.

Il piccolo gruppo delle isole Ionie, nel mar Ionio, delimita la Grecia ad ovest. Al contrario, numerose sono le isole del mar Egeo che in alcuni punti formano gruppi di isole, come le isole dell'Egeo settentrionale e orientale, le Sporadi, le Cicladi e il Dodecanneso, ed altre isolate a sud come Creta.

Le Cicladi sono costituite da 39 isolette delle quali 24 sono abitate.

Le Sporadi si trovano nella costa orientale della Grecia continentale dell'Eubea, e conservano una pura fisionomia isolana e un'intaccata tradizione popolare.

Il gruppo del Dodecanneso comprende dodici grandi isole e numerose altre isole minori, ognuna con le proprie caratteristiche e particolarità. Infine nel mare che si stende dalle coste dell'Attica fino a quelle del Peloponneso troviamo un altro gruppo di isolette, le isolette del golfo Argosaronico.

Dal punto di vista geografico la Grecia è a grandi linee caratterizzata da una varietà di forme.

 

TURCHIA

INFORMAZIONI GENERALI

Documenti: Passaporto

Visto: Direttamente in frontiera, pagando all'arrivo circa lire 5 dollari.

Aeroporti: 1) Atatürk a 24 Km. da Istanbul. Check-in 60 minuti, 2) Sabina Gokcen nei pressi di Istanbul, appena inaugurato

Capitale: Ankara (2.837.937 abitanti)

Forma di governo: Repubblica parlamentare

Festività: 1, 29 e 31 gennaio, 6, 9 e 23 aprile, 19 maggio, 30 agosto, 29 ottobre

Fuso orario: 1 ora in più (Ankara h.14 - Roma h.13)

Elettricità: 220 V

Lingua: Turco

Moneta: Lira turca. Orario di apertura delle banche: 8.30-12.00 e 13.30-17.00

Popolazione: 67.000.000 (Italia: 57.530.000)

Religione: Mussulmana

Superficie: Kmq. 779.400 (Italia: 301.300)

Telefono: Dalla Turchia il prefisso internazionale è lo 0039, seguito dal numero del distretto con lo zero e dal numero desiderato. Dall'Italia il prefisso telefonico internazionale è lo 0090. Servizio Italia in diretta. Per chiamare l'Italia con telefonata a carico del destinatario e tramite operatore italiano, formate lo 008.0039.1177.

Documenti e formalità doganali

Si entra in Turchia con la carta d'identità o il passaporto validi, cioè non scaduti. Se guidate un'auto di vostra proprietà dovete essere in possesso di passaporto. Il periodo di soggiorno turistico in Turchia è di tre mesi, se si desidera trattenersi per un periodo più lungo è necessario richiedere il visto.

Non esistono particolari restrizioni doganali. È però seria fonte di problemi l'essere in possesso di stupefacenti: infatti sia la polizia che la giustizia turche sono tra le più dure e inflessibili al mondo di fronte a infrazioni che coinvolgano il possesso o commercio di droghe, anche leggere.

Non è molto risaputo ma è necessario pagare 5 $ USA di tassa d'ingresso o visto quando si arriva in Turchia. Solitamente negli aeroporti internazionali, prima degli sportelli del controllo passaporti, c'è una scrivania con un signore in attesa, senza alcun cartello che indichi il suo compito o funzione. Ed è dopo aver fatto la coda davanti al funzionario addetto all'esame del passaporto che ci si sente dire di dover pagare la suddetta gabella, proprio a quel signore di fronte al quale bisognerà giocoforza ritornare.

Valuta / Banche / Poste

La valuta ufficiale è il Lira Turca (TL) che viene suddivisa in 100 centesimi (kurus). Si trovano banconote da 50.000, 100.000, 250.000, 500.000, 1.000.000 e 5.000.000 TL e monete da 1.000, 2.500, 5.000, 10.000, 25.000, e 50.000 TL. Un Euro è pari a 1.017.000 £ turche (1Euro = 1936,27£ italiane).

Non vi sono restrizioni d'importazione di valuta, i traveller cheques vengono regolarmente cambiati nelle banche e in molti negozi o alberghi. Le carte di credito sono sempre più diffusamente accettate, così come i marchi tedeschi e i dollari. Anche le lire italiane sono regolarmente accettate al cambio. Ciò che lascia un po' sconcertati quando si arriva in Turchia è che, a causa di svariate svalutazioni ripetutesi negli ultimi anni, tutto è calcolato su cifre milionarie. Una buona cena può costare tre milioni di lire turche.

Niente paura, sono solo trentamila lire italiane o giù di lì. Ma attenzione alle banconote che, stranamente, non riportano i puntini per suddividere gli zeri: può accadere di dare tagli da 500.000 invece che da 50.000. Gli orari degli sportelli postali sono i seguenti: da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.30. A Istanbul e Ankara gli uffici postali centrali rimangono aperti 24 ore su 24. Le cassette pubbliche per l’invio sono un po’ ovunque e di color giallo. I francobolli sono in vendita presso gli uffici postali. Il servizio postale è efficiente. Spedire una lettera di 20g e una di 50g per l’Europa costa rispettivamente 3000TL, e 5000TL mentre una cartolina costa 2500TL.

ISTANBUL

Istanbul, città unica al mondo costruita su due continenti, un piede in Asia un altro in Europa. Istanbul, crocevia tra est e ovest, tra Europa e Asia, tra antico e moderno, a cavallo del Mar di Marmara, del Mar Nero e del Corno d’Oro.
Istanbul, come Roma creata su sette colli, capitale di tre imperi: il Romano, il Bizantino, l’Ottomano.

Istanbul, la più grande metropoli che si affaccia sul Mediterraneo, centro economico della moderna Turchia, proiettata verso il futuro ma ugualmente fiera del suo passato, di una storia a cui hanno fatto da sfondo, nel corso dei secoli, cupole e minareti, sultani e povera gente.

Istanbul. Eccola, dunque! Con i suoi stupendi palazzi, i suoi favolosi musei, i chiassosi bazar, i due ponti sospesi sul Bosforo; variopinta alchimia di sensazioni, di odori forti e pungenti, di vaporetti con le sirene urlanti, di venditori, di ambulanti, di preghiere lamentose. Un giro per la città e si ritrovano di colpo riunite tutte le epoche e tutte le culture. Città in fondo sconosciuta, dove si combattono mille elementi etnici e si incontrano tutte le decadenze, dove miseria e ricchezza convivono senza eccessive disperazioni, dove il fatalismo è rappresentato dalle sembianze di un gatto. Il gatto turco, in particolare, quello di Istanbul, diverso da tutti i gatti del mondo, con le orecchie lunghe oltre misura, il muso appuntito, la coda vaporosa. Si dice che ad Istanbul la cosa più bella sia il Bosforo ed è vero. Se Michelangelo avesse aderito all’invito di un sultano prodigo, chissà, forse il Buonarroti avrebbe saputo ricavare un capolavoro in più da tramandarci. Lui che di colori era così grande maestro. Ad Istanbul il colore è la nota più viva, infatti. E’ come l’incarnazione di un arcobaleno che si dà convegno sotto le volte dei bazar, tra le stoffe, i tappeti pregiati; o sulla terrazza del Topkapi Sarayi o nelle sale del Tesoro, tra lo sfavillio degli smeraldi ed il rosso acceso dei rubini, o nell’harem che è tutto un ricordo di concubine, di pianti, di gioie e di affanni. Come non rimanere del resto abbagliati davanti a miniature e manoscritti di inestimabile valore, davanti alle collezioni imperiali di argenti e di cristalli, davanti alle porcellane cinesi, davanti alle reliquie del profeta Maometto. Nel labirinto delle costruzioni del Topkapi il tempo sembra essersi fermato, assorto in riflessioni metafisiche, con la mente rivolta ai percorsi di Pierre Loti che – seduto di solito ad un tavolino di caffè – seppe cogliere tutta l’atmosfera di una Costantinopoli ormai in declino.

Con la testa gonfia di luoghi e definizioni comuni, ecco che allora ci si ritrova di fronte, all’improvviso, il palazzo di Domabahçe fatto costruire dal sultano Abdumecit I, con il suo lampadario di cristallo a 750 luci, con il suo tappeto (il più grande del mondo), con la stanza dove il 10 novembre 1938 chiudeva gli occhi Kemal Ataturk fondatore della Repubblica turca. Ecco, sulla riva asiatica, palazzo Beylerbeyi, palazzo Yildiz, palazzo Kucukcu. Ecco i Padiglioni minori: quello degli Specchi, quello dei Tigli, il Merasim, il Maslak, il Maiyet, il Floria. Sono tanti, mai però quanto è il numero delle moschee. Si dice che siano 1500. Impossibile visitarle tutte. Da eretici infedeli conviene entrare a Sultanahmet non prima di essersi tolti le scarpe. Un acre odore di sudore umano, misto a polvere e a muffa, viene a zaffate dalla parte più scura che precede il nartece. E’ l’ora della preghiera. Qualcuno ricorda che questo è un luogo sacro e che sarebbe meglio non scattare fotografie. All’ospite inopportuno si ripete il versetto del Corano: "Dio ha posto un sigillo sopra i loro cuori e sopra il loro udito. Sopra il loro sguardo è il velo". Ma perché preoccuparsene? Le ceramiche blu di Iznik, all’interno della cupola di Mehmet Aga, producono ben altro effetto. Se le orecchie sono tappate, gli occhi non hanno veli e possono cogliere così tutto lo splendore della moschea di Suleymaniye del grande Sinan, lo splendore ancora della moschea Fatih, della moschea Yeni, della moschea di Eyup dove è sepolto il seguace di Maometto. Sono mille luci , che piovono dagli archi e dalle gallerie dei ginecei sulla testa degli oranti, a separarci da questo mondo. L’ondeggiare di un flusso perpetuo di fedeli allontana le immagini e le disperde. In quel protrarsi spaventoso e sincrono, in quello sbattere di ginocchia e di fronti, in quel sollevarsi di dorsi e in quel riposarsi strano sulle piante dei piedi, con le mani sulle ginocchia, c’è veramente un’altra razza, un altro pensiero, un altro mondo.

Il risveglio è brusco, ed è quando si coglie più oltre lo splendore di Santa Sofia, "Haghia Sophia" che in greco significa "Sapienza divina". La ideò, pare, l’imperatore Giustiniano che ne affidò i lavori ad Artemisio di Ralles e ad Isidoro da Mileto. Secondo alcuni, solo ispirandosi a Dio i due artisti poterono plasmare un’opera così stupenda. "O Salomone, ti ho superato" esclamò alla fine Giustiniano. Un buon motivo perché Maometto il Conquistatore nel 1453 trasformasse la chiesa in moschea. Ma a che serve rammaricarsene? Ora non lo è più. Quello che conta, d’altra parte, è continuare il giro senza trascurare il Museo archeologico con il bel sarcofago di Alessandro; magari dedicando quel poco di tempo che rimane al museo dell’Oriente Antico, a quello dell’Arte turca ed islamica, a quello dei tappeti, a quello delle ceramiche. E, volendo, si potrebbe chiudere il <tour> con una visita all’ex Chiesa di San Salvatore in Chora con i mosaici dell’XI secolo, alla cisterna bizantina con le sue 336 colonne corinzie, all’Ippodromo. Galata e la sua torre, sono ancora lì ad aspettarti, alla fine di tutto.

Afflitta da una cronica e profonda crisi economica la Turchia sembra per nulla preoccuparsene. Men che meno Istanbul che è il condensato di tante contraddizioni per i tarli che la racchiudono, per la lussuria poliforme che la preme, per la decadenza perenne che l’avvolge; per cui non meraviglia affatto vedere alberghi lussuosissimi accanto a povere case di legno, abitazioni eleganti vicino a piccoli villaggi di pescatori, grandi industrie a fianco di attività artigiane, sedi di importanti giornali e televisioni ad un passo da fatiscenti tipografie. L’occasione migliore, per uno sguardo generale, è imbarcarsi allora su un vaporetto; e, una volta a bordo, ammirare la bellezza del Bosforo dove avevano navigato gli Argonauti, scendendo - se lo si voglia - ad Ortakoy tra gli artisti, spingendosi fino a Tarabya e Sariyer oppure all’isola dei Principi per passeggiare in carrozzella, ammirando le navi da crociera attraccate ad Atakoy. E semmai si abbia la passione per il golf, ecco uno sport che si può praticare benissimo, forse con qualche imbarazzo per la scelta: se al <Klassis Golfand Country Club> o al <Kemer Country Golf Club> o all’<Istanbul Golf Club>. E’ come stare all’Argentario. Proprio come i quartieri di Taksim, Nisantasi, Tesvikiye ti rimandano a via Condotti e a via Montenapoleone. Qui, sull’Istiklal caddesi o sulla Rumeni caddesi è possibile infatti ammirare i più bei show-room; da Bulgari a Cartier, da Versace a Benetton, a Fendi, Stefanel, Valentino. E quando si dice prestigio, niente di meglio che far shopping all’"Akmerkz" considerato uno dei migliori e più grandi centri commerciali d’Europa. Ciò nondimeno – e non suoni anacronistico – è sempre il Kapali Carsi, o Bazar coperto, a destare interesse con i suoi 4000 negozi, in un intreccio di strade, stradine, vialetti. Si dirà che è solo folklore. Sarà anche così, eppure è qui il fascino della città come la si ritrova, accalcati tra la folla che preme, nel Bazar delle Spezie o mercato egiziano, nei mercati delle pulci non lontano da palazzi ora vuoti. Ad abbondare sono ancora una volta i ricordi. Qui fu l’imperatrice Eugenia, lì abitò Guglielmo II, lassù Abdul Hamid soffrì d’amore, là è sepolto Von der Goltz. Gli ombrosi "yali", dove gelosi amanti nascondevano le loro belle, sono diventati asili ai corvi di giorno ed ospizio ai gufi la notte. La notte, appunto.
La notte fatta di divertimenti, di night, di casinò, di danza del ventre. In una piazzetta una giovane zingarella fa anche lei la sua danza. Avrà, sì e no, dieci anni. E’ brutta ma, ballando, è bellissima. La gente la guarda affascinata, presa dalla musica e dal movimento di quel corpo che si muove da solo. Sì, Istanbul è pure la zingarella; la stessa, forse, che incontrò Giulio Cessare allorché - raccontando di Bisanzio al ritorno di un viaggio disse: "Non potei credere ai miei occhi".

La salute

Non è necessaria alcuna vaccinazione per recarsi in Turchia.

Per cure di pronto soccorso negli ospedali turchi non è richiesto alcun pagamento.

Indispensabile portare con sé un kit di medicinali e il necessario per il pronto soccorso. Attenzione alle scottature solari, alle punture di ricci e meduse per i bagnanti, a non mangiare né frutta né verdura non lavata. Il grado d'igiene in Turchia è piuttosto buono, ma la prudenza non è mai troppa. Non vi sono controindicazioni per l'acqua dei rubinetti: generalmente è potabile, anzi, in Turchia è piuttosto buona. Indispensabili i repellenti per zanzare. Spesso nelle toilette non c'è carta igienica perciò è bene portarne in borsa una piccola scorta. I servizi igienici sono quasi sempre molto essenziali e si contraddistinguono con la parola kadin per quelli femminili e erkek per i maschili. A Istanbul vi sono ospedali stranieri, uno inglese, due francesi, uno americano e uno tedesco. Le autoambulanze e i pronto soccorso, come negli altri Paesi islamici, sono contrassegnati da una mezzaluna rossa su fondo bianco.

Carburanti


Benzina Super (96 ott.) Costo: 672.700 Lire turche/l. 
Benzina verde (95 ott.) Costo: 672.700 Lire turche/l. 
Gasolio Costo: 499.100 Lire turche/l.
(agg.: Mar. 2001) 

Rappresentanze diplomatico/consolari

Ambasciata ad Ankara: Atatürk Bulvari, Kavakhdere 118, tel. 00903124265460-63, fax 00903124265800. E-mail: itaamb@superonline.com, Home page: itaamb.org.tr

ISTANBUL Tom Kaptan Sok., No: 15, Beyoglu Tel: (212)2431024 Fax: (212)2525879

Numeri telefonici utili

Vigili del fuoco 110; Polizia 155; Emergenza 115; Ambulanza 112; Informazioni generali 118.

In autobus

I dolmus¸ sono una tipica istituzione veicolare turca. Dolmus¸ in turco significa letteralmente «farcito, ripieno». Nel caso specifico, è un veicolo farcito dai passeggeri che riempiono (o stra-riempiono) minibus o piccoli pullman che fanno servizio collettivo lungo un percorso stabilito, sia cittadino che extraurbano. Insomma, una via di mezzo tra il bus e il taxi. Girare la Turchia in dolmus¸ è il modo più economico, avventuroso, divertente e socializzante che esista. Basta avere a disposizione tempo quasi illimitato, una buona dose di pazienza, buonumore e non soffrire di artrosi.

Nella otogar (stazione d'auto) di ogni città o villaggio turco, i dolmus¸ stazionano in attesa di avere tutti, o quasi, i posti disponibili occupati per poi partire verso la destinazione scritta su un cartello piazzato sul cruscotto. Si paga durante la corsa o all'arrivo. Chi deve scendere nel corso del tragitto paga ovviamente meno di chi copre l'intera distanza. Un tratto di strada o un percorso cittadino in dolmus¸ è un'esperienza notevole per capire un po' di più la Turchia. In campagna viaggerete insiema a frutta, verdura, se non galline; in città sarete coinvolti nello shopping di casalinghe che si sono recate in centro o nel pendolarismo d'impiegati e operai.

I campeggi

I migliori e meglio attrezzati sono quelli appartenenti alla catena Mokamp Kervansaray e B.P. Mocamp. Ogni anno viene stampata a cura del Ministero per il Turismo una pubblicazione intitolata Camping in Turkey che può essere utile consultare. Le tariffe sono molto convenienti, in alcuni casi decisamente economiche. Si preferiscano comunque quelli delle due organizzazioni citate, che sono frequentati perlopiù da turisti stranieri.

Negli ultimi anni sono stati improvvisati campeggi dai proprietari di appezzamenti di terreno vicini a spiagge o zone archeologiche. Nella stragrande maggioranza dei casi sono delle autentiche delusioni: servizi igienici quasi inesistenti, scarsa pulizia, gravi carenze gestionali.

È tuttora possibile fare campeggio libero in Turchia avendo cura di non accendere fuochi e di non lasciare immondizie. Piantare le tende accanto a stazioni di servizio, per una sosta di una sola notte durante tappe di trasferimento, è una buona idea: i gestori sono d'accordo nel lasciare libero accesso ai servizi igienici e consentono di fare anche il pieno d'acqua oltre che di benzina. In più, come si è detto, ogni stazione di rifornimento ha un ristorantino annesso.

Cosa comprare

Sono molte davvero le tentazioni in Turchia. Un discorso a parte lo meriterebbe il solo Bazar di Istanbul sul quale ci dilungheremo nel capitolo dedicato alla più grande metropoli turca. Ma in ogni città di un certo rilievo, una zona del centro che presenti molti negozi allineati e magari coperti da un tetto forma il bazar cittadino. Alcuni sono deludenti, altri, come quello di Izmir, sono autentiche scoperte piacevoli.

Cosa si compra in Turchia? Tappeti a parte, vi sono molti capi d'abbigliamento in pelle o in cotone, ma talvolta l'esecuzione e il taglio non sono proprio quelli consoni al gusto italiano. Da qualche anno le imitazioni di famose griffe si sono rarefatte a seguito di roventi battaglie legali; persistono marchi non autentici copiati però con molta buona volontà soprattutto nelle pelletterie. Ora bancarelle e negozi vendono soprattutto T-shirt, felpe, sandali, borsette e borsoni in pelle o in kilim, cinture, jeans e simili.

In Cappadocia si sono moltiplicati i banchetti che vendono orribili riproduzioni in formato mignon dei coni tufacei o dei camini delle fate eseguiti con la morbida pietra lavica locale a scapito dei bei guanti e calzettoni eseguiti a mano in spessa lana locale dai colori forti e bellissimi che erano una delle specialità della zona. Anche la lavorazione dell'onice e dell'alabastro si è andata via via diffondendo sempre più con la produzione di oggetti di complemento d'arredo. Molti laboratori sono in Cappadocia.

I negozi che vendono gioielli in oro sono aumentati notevolmente nelle località più frequentate della costa; anche i monili in argento, argento e corallo o argento e turchese, di ispirazione ottomana, riempiono molte vetrine. Le ceramiche sono presenti dappertutto: perlopiù si tratta di produzione proveniente da Kutahya, la città della ceramica che rifornisce mezza Turchia di piatti, vasi, piastrelle dalle decorazioni che si rifanno alla tradizione iraniana e trasmessa in Turchia da artisti persiani fatti venire qui sin dal XVII secolo da sultani amanti di questo tipo d'arte applicata.

Il rame, l'ottone, il bronzo e l'argento sono tutti impiegati per realizzare vassoi, candelabri, pestelli e mortai, teiere, piatti, pentole, lampade, bacili, vasi, caraffe, caffettiere, posaceneri, insomma, tutta una sequenza di oggetti spesso molto belli e di fine linea artistica, talvolta però banale. Anche nel campo dell'intarsio del legno si possono trovare begli oggetti come scacchiere da dama, backgammon o altri giochi, nonché scatole e cornici.

Per i fumatori di pipa, in Turchia si trovano molte pipe di meerschaum o schiuma di mare, (in turco lületasi), una sorta di sasso morbido bianco composto di magnesio poroso e resistente al calore nel quale si scavano fornelli per pipe molto graziosi, spesso a forma di volti di pascià, regolarmente incappucciati di turbanti. Le più famose sono quelle che provengono da Eskisheir. Oggi con la meerschaum (la parola è tedesca ed è divenuta quella che contraddistingue internazionalmente questa lavorazione) si realizzano anche bracciali, spille, monili vari. In Turchia la quotazione della schiuma di mare è molto conveniente.

Bazar e mercati

Mercanteggiare nei bazar e nei negozi turchi è un'arte sottile, delicata, un arpeggio dialettico e gestuale insinuante. Il venditore sfodera tutta la sua arte di convincimento: la mimica diventa irresistibile, quasi quasi si finisce per credere di essere diventati i beneficiari di un atto di grande generosità del commerciante improvvisamente incapricciatosi del cliente al quale vuole fare un favore immenso cedendo sul prezzo.

Tirare sul prezzo diventa un veicolo di conoscenza: vengono fuori aneddoti e storielle che più falsi non si può ma, chiacchierando, impercettibilmente il prezzo cala e la convenienza reciproca s'avvicina. Se poi capita di essere il fortunato primo cliente della giornata, lo sconto solo in apparenza stratosferico è d'obbligo, perché il venditore giura e stragiura che per propiziarsi tutta la giornata di buoni affari deve cedere sul primo. Perché il buon giorno si vede dal mattino: lo si dice anche qui e si fa finta di crederci. Non è educazione rifiutare il tè, il caffè o la coca cola che viene offerta nel mezzo di una trattativa. Anche se vi si mettono solo sopra le labbra, non bisogna rifiutare.

Nel mercanteggiare la fretta è negativa e si ritorce contro chi ce l'ha, perciò è consigliabile scordarsi l'orologio e le nostre metodologie d'acquisto, entrando in una dimensione dilatata di tempo e di rapporti. Mai assumere l'aria di chi la sa lunga; il venditore la sa sempre più lunga di chi compera. Meglio un sorriso in più che indisporre il mercante, meglio prenderla alla larga, cambiare ogni tanto discorso per poi tornare all'attacco.

Da evitare in assoluto i magazzini con autobus per turisti parcheggiati all'esterno, così come i negozi dove vi vogliono portare con insistenza caparbia guide o autisti, oppure quelli consigliati caldamente da portieri d'albergo o camerieri. Meglio andare da soli alla ricerca dei propri punti d'acquisto: si avrà la sensazione di aver fatto una scoperta personalissima e si eviterà la sgradevolezza di sentirsi pilotati e strumentalizzati come un turista sprovveduto.

LA TURCHIA A TAVOLA

Alla domanda «come si mangia in Turchia?» si risponderà con un sincero «molto bene». Il che è la pura verità. I piatti turchi in stragrande maggioranza rappresentano specialità della cucina medio-orientale arricchite da un tocco autentico di fantasia e ricercatezza. Ci si basa sempre e comunque su ingredienti freschissimi: le verdure in primo piano, e poi carni e pesci cotti su braci di legni aromatici. I pesci profumano d'acque profonde, i dolci possono rappresentare la quintessenza della soavità: miele, mandorle, uova e latte.

La sintesi gastronomica che scaturisce dall'incontro della cucina asiatica con quella mediterranea ha proprio in Turchia il suo momento più alto. Provare per credere.

La gastronomia

Vediamo come si può comporre un pasto tipicamente turco.

In apertura, una buona scelta di mezeler, piattini di antipasti che più misti non si può: olive, melanzane, zucchine, formaggio di capra, le dolma (foglie di vite ripiene di riso). Poi si passa alla tazza di çorba, la zuppa densa di legumi, da mangiare fredda in estate.

Balik, il pesce, è sempre ottimo e fresco. Va detto che i prodotti ittici surgelati sono qualcosa di ancora relativamente poco conosciuto in Turchia: ma fino a quando? Il pesce lo si gusta a fette al forno, sulla brace o fritto. Frutti di mare, calamari, polipi e seppie si trovano anche in umido. Una festa per gli occhi e il palato, poi, sono le verdure cotte con olio e mangiate tiepide o fredde: melanzane, pomodori, zucchine e peperoni imbottiti e non, ma tutte assolutamente deliziose. Ogni cuoco sa insaporire queste bontà vegetali con un tocco personale, segreto che è sempre un'erba aromatica o una spezia.

L'imam bayildi (l'equivalente di «il prete è svenuto», si suppone per la bontà insuperata del manicaretto), è una melanzana imbottita di pomodori e altro, cotta al forno, e rappresenta uno dei piatti più accattivanti di ogni menù turco.

Come dessert si passa alla baklava, strati di pasta sfoglia farciti di creme dolci o helva. Buoni anche i budini, tra i quali spicca per popolarità il güllaç con pistacchi. Tra i budini c'è ampia scelta: attenti a non confondere il kadin budu (coscia di donna ) con il kadin göbegi (ombelico di donna), ma le forme antropomorfe dei due dessert aiutano a non sbagliare. Altro buon budino è il sütlaç, fatto con latte e riso e confezionato in rotonde terrine di terracotta molto graziose.

Il pane e l'acqua sono sempre già pronti in tavola.

Se non si è in grado di leggere un menù redatto in turco, si può provare a dare un'occhiata in cucina e scegliere tra marmitte e teglie indicando quello che si vuole assaggiare.

Come prima colazione alla mattina quasi tutti gli alberghi presentano ormai un self-service con ciò che è d'uso mangiare in Turchia prima d'iniziare la giornata: pomodori freschi tagliati in spicchi, cetrioli, pane freschissimo bianco, focaccette salate e dolci, yogurt, fette di formaggio magro di un paio di tipi, spesso ottenuto da latte di capra, olive verdi e nere, frutta, fette d'anguria, tè e caffè, latte.

Iskender kebap

Sono più di uno i tipi di kebap che si possono ordinare una volta sedutisi a tavola in Turchia. L'Iskender kebap è molto popolare. La traduzione del suo nome suona più o meno come «arrosto di Alessandro». Alessandro Magno? No di certo: il suo inventore è stato un certo Iskender Usta, maestro Alessandro, il quale, noto cuoco di Bursa, nel 1867 ebbe l'idea di inventare uno spiedo verticale rotante, alimentato da un fuoco di carbone imbrigliato in una griglia posteriore. Sullo spiedo si stratificano le fette di carne, da tagliare man mano che questa si cuoce ruotando davanti al calore del fuoco retrostante. In tal modo la carne si arrostisce lasciando sciogliere il suo grasso che cola umettando l'arrosto e facendolo cuocere senza mai bruciarne la superficie esterna.

Le spezie usate per insaporire i vari strati di carne sono la specialità segreta di ogni cuoco, ma tutti usano il timo, molti un po' di cumino o altre spezie mai fortissime; tutti salano la carne senza esagerare. Iskender Usta ebbe anche l'idea di raccogliere i pezzetti di carne che con un coltello affilatissimo affettava via via nel pane piatto e morbido chiamato pide aggiungendovi pomodori, salse e insalata fresca. Il successo dell'Iskender kebap è sempre più ampio, tanto che ormai si trovano banchi di questa specialità un po' in ogni angolo del mondo. Oltre alla denominazione di Iskender kebap lo si può trovare indicato anche come Bursa kebap. Quando lo si gusta al ristorante si può aggiungere sul piatto insieme alla carne anche un poco di yogurt rinfrescante.

Le bevande

Il capitolo bevande inizia con il tè (çay), onnipresente anche in ogni trattativa commerciale che si rispetti. Viene servito in bicchierini dalla forma simile alla corolla di un tulipano e lo si manda a prendere nei locali dove si prepara solo tè. Ragazzini svelti saettano tra ristoranti e negozi distribuendo bicchierini di tè tenuti in equilibrio su vassoi forniti di alti manici a cupola dove le tazzine restano in perfetto equilibrio. Le foglie provengono dalle piantagioni del Mar Nero; la bevanda che si ottiene è aromatica e forte.Molto apprezzato è anche il tè aromatizzato alla mela, elma cay, ambrato, profumato e rilassante.

Il caffè si può ordinare in vari modi: sade (senza zucchero), az sekerli (con poco zucchero), orta sekerli (mediamente zuccherato), çok sekerli (molto zuccherato).

I vini turchi non sono né molto conosciuti né propagandati, anche a causa della scarsa simpatica in cui la religione islamica tiene le bevande alcoliche. Ma sono buoni, talvolta ottimi. Il rosso (kirmiz sarap) viene da vitigni piantati in Anatolia; dalla zona di Irmiz (Smirne) vengono i vini bianchi (beyaz sarap).

Il raki è il forte liquore all'anice che si beve allungato con acqua fresca come aperitivo. La birra (bira) è molto diffusa, non troppo forte e buona.

I formaggi

Formaggio si dice peynir e quello che più si consuma sulle tavole turche è fatto con latte di pecora o di capra, nelle varianti fresco o stagionato. Il beyaz peynir (formaggio bianco) è fatto con latte di pecora ed è onnipresente nelle prime colazioni, le kahvalti, insieme con cetrioli, pomodori, olive e pane con marmellata o miele. Più raro ma buono è il kasar peynir, giallo e più grasso, di media consistenza e simile alle nostre caciotte. Il tulum peynir, invece, è salato, si sbriciola ed è fatto con latte di capra.

Dove mangiare

Sono diversi i tipi di locali in cui ci si può sfamare in Turchia: restoran, lokantalar, kebapçi, pideçi. Vediamone le differenze. I primi sono i ristoranti dove le tavole sono sempre adorne di tovaglie bianche e non mancano i tovaglioli puliti, C'è una lista delle vivande del giorno, si possono ordinare alcolici e il servizio è premuroso e ben curato. Le lokantalar sono all'insegna del servizio alla buona. In una vetrina refrigerata i cibi pronti sono esposti in grandi casseruole; le tovaglie sono in plastica, raro che si possa ordinare vino. Le porzioni sono abbondantissime, il cibo saporito, la scelta è grande. E si spende poco. I kebapçi invece sono il corrispettivo delle nostre tavole calde: vi si mangia il conosciutissimo kebap, un grande spiedo disposto in verticale davanti alla fonte di calore sul quale si arrostiscono fette stratificate e pressate di carne di pollo o di montone. Una variante è il kebap di carne tritata o quello formato da un unico taglio di carne. Di solito si consumano con pane, verdure fresche, yogurt e riso, conditi da salse. Spesso nei kebapci si possono anche gustare le köfte, ottime polpette aromatizzate secondo la ricetta segreta di ogni cuoco. Nei kebapci, a volte non vi sono né sgabelli né tavolino, e ci si trova a mangiare in piedi. I pideçi, possono essere paragonati alle nostre pizzerie; qui si preparano i lahmacun, sottili sfoglie di pane sulle quali vengono distribuiti vari condimenti: carne tritata, pomodori, peperoni, cipolle, formaggio di capra o altro. Spesso questa sorta di piadina viene poi arrotolata e mangiata in piedi. Infine ci sono i büfe, sorta di snack bar dove c'è ampia scelta di börek (pasta sfoglia a strati ripiena di formaggio e prezzemolo, carne trita o altro) oppure ancora i lahmacun.

Le friggitorie nostrane in Turchia vengono chiamate gargote e sono specializzate in spiedini di pesce, di frutti di mare o trippe di ovini. Specialità di queste friggitorie sono le midye, spiedini di cozze enormi e polpose. Sono quanto di più economico offra il Paese per sfamarsi e il cibo fritto al momento è gustosissimo. Difficile però trovare anche qui un sedile sul quale riposarsi mangiando.

Nelle kahvehane i Turchi passano ore e ore fumando il narghilé, la pipa ad acqua che aiuta la concentrazione e lo scambio d'idee. Insieme con il narghilé nelle kahvehane ci si concede anche il piacere di sorseggiare lentissimamente innumerevoli tazzine di caffè forte, denso, la quintessenza della bevanda scura. Guai a mescolare una tazzina di caffè turco! I fondi devono potersi depositare.

Le pastahane, o pastanesi, sono le pasticcerie, dove si entra e, dopo un attento esame dei dolci esposti, si indicano le prelibezza che si desidera assaggiare. Anche qui tutto è esposto in bella vista, in basse teglie appena uscite dal forno. Ai tavolini sono pronte caraffe d'acqua fresca, oppure si può ordinare un bicchierino di tè alla mela piuttosto che un delizioso ayran, la bibita fatta di yogurt, acqua, un pizzico di sale e una fogliolina di menta. I dolci turchi abbondano, trasudano miele, il che li rende nutrientissimi. I grandi golosi potranno risolvere il problema del pranzo con una sosta in pasticceria.

Nei banchetti ambulanti si possono assaggiare i pideçi, barchette di pastafrolla farcite di uova, formaggio, verdura cotta.

I simit, poi, sono ottime ciambelline con il buco tempestate di semi di sesamo che si vendono ad ogni angolo di strada, così come il chewing gum turco, semi di zucca salati e passati al forno. Li sgranocchiano tutti.

Telefono

Per chiamare la Turchia dall'Italia bisogna digitare il prefisso 0090 seguito dal prefisso locale.

Per chiamare l'Italia dalla Turchia, si compone lo 0039 seguito dal prefisso della località che si vuol chiamare senza lo 0 iniziale.

Il servizio telefonico 041 serve per dettare i telegrammi.

Elettricità

La corrente elettrica, in tutta la Turchia, è a 220V. Le prese sono in gran parte uguali a quelle impiegate in Italia, rarissime le prese a spina piatta a coltello. Perciò per asciugacapelli, rasoi e ricariche di telefonini non è necessario procurarsi alcun trasformatore o prese mutiple internazionali. Il telefonino GSM riceve e trasmette in quasi tutte le zone turistiche turche e ad Ankara, ma in vaste zone anatoliche non ha rete sufficiente.

Le pile elettriche si trovano con facilità ma, prima di pagarle, sarà prudente provarle sull'apparecchio che ne ha bisogno, il che evita la delusione di trovarsi tra le mani pile scariche.

Fuso orario

Un fuso orario di differenza con l'Italia: perciò quando da noi sono le 10 di mattina, a Istanbul le lancette dell'orologio segneranno le ore 11.

Emergenze

La Polizia è tanto presente quanto discreta e nelle grandi città esiste anche la sezione di Polizia Turistica alla quale rivolgersi in caso di problemi con esercizi o simili. I poliziotti di questo corpo sono ovviamente poliglotti.

Oltre alla polizia in Turchia ci sono anche i jandarma, più o meno i nostri carabinieri, che sono presenti in modo capillare anche nei villaggi più minuscoli di tutto il Paese.

La polizia stradale è severa, ma sa essere anche comprensiva con i turisti.

Esiste un servizio nazionale telefonico che mette in contatto con la più vicina stazione di polizia o dei jandarma. I numeri telefonici di pronto intervento più importanti sono: 055 per chiamare la polizia, 081 per contattare i jandarma.

Per chiamare i Vigili del Fuoco si deve comporre lo 000 e lo 011 per chiedere informazioni telefoniche.

In Turchia le farmacie si chiamano eczane, ed è questo nome che si deve cercare tra le insegne quando se ne ha bisogno. I farmacisti parlano quasi sempre almeno una lingua straniera e sono disponibili a dare consigli per curare malesseri di scarso rilievo.

Il servizio 077 serve per chiamare un'ambulanza.

GEOGRAFIA

Il territorio della Turchia si estende su 814.578 kmq per la quasi totalità in Asia, con un'appendice in Europa tra la Grecia e la Bulgaria. La parte europea e quella asiatica sono divise tra loro dal Bosforo, dal mar di Marmara e dallo stretto dei Dardanelli. Il paese si trova tra il 35° e il 42° di latitudine nord e il 25° e il 44° di longitudine est.

La Turchia confina a nord con il Mar Nero, a ovest con la Bulgaria, la Grecia ed il Mar Egeo, a sud con il Mar Mediterraneo, la Siria e l'Iraq, a est con l'Iran, l'Armenia, la Georgia e l'Azerbaijan.

La sua linea costiera è di 8400 Km di lunghezza di cui 2800 appartenenti alla sponda egea. La costa settentrionale, bagnata dal Mar Nero, presenta un andamento lineare e morbido, con una variante nella parte orientale più aspra, influenzata dalla presenza dei monti del Ponto; quella meridionale assume un aspetto imponente grazie ai contrafforti esterni del sistema montuoso del Tauro. L'unica ad avere un aspetto tipicamente mediterraneo è la costa occidentale: qui una serie di vallate si allungano verso il mare formando baie e golfi.

A nord e a sud la Turchia è percorsa da due massicce catene montuose: il Tauro a sud e il Ponto a nord. Il Tauro, con un'altitudine media di 2000 m, si eleva a ridosso della costa meridionale, sviluppandosi verso est fino ai monti del Ponto, i quali delimitano a settentrione il paese e si presentano come una serie di catene disposte longitudinalmente mediamente sui 3000 m. Nella parte estrema orientale si trova la cima montuosa più significativa di tutta la Turchia, il monte Ararat di 5123 m, dove la leggenda vuole che si sia arenata l'Arca di Noè dopo il Diluvio Universale.

Fra le due catene montuose si estende un unico vasto altopiano, l'Anatolia, dove si alternano steppe e colline a letti di rocce sterili. Attorno si elevano i massicci vulcanici, che spiegano l'intensa sismicità della regione.

La presenza di catene montuose a ridosso della costa ha ridotto notevolmente la presenza di fiumi sul territorio e quei pochi sono piuttosto corti. Il più importante è il Kizilirmak, lungo 1182 km, che si getta nel Mar Nero. Nella regione orientale nascono anche il Tigri e l'Eufrate, che continuano il loro corso in territorio iracheno.

I laghi non sono numerosi e non presentano estuari: le acque provengono dalle precipitazioni e dai brevi corsi d'acqua. Il maggiore è il Van Gölü, o Lago di Van, di 3734 kmq, che si trova nell'Anatolia orientale. Il secondo lago per estensione è il Tuz Gölü, o Lago di Tuz: la sua estensione varia a seconda delle condizioni climatiche: in inverno si estende per 2500 kmq, mentre d'estate arriva a ritirarsi anche fino a 1600 kmq. Quest'ultimo ha un altissimo grado di salinità, pari a circa il 32 per mille.

Grazie alla sua particolare conformazione, la Turchia permette di essere divisa in regioni geografiche, ciascuna con peculiari aspetti territoriali: la Tracia o regione degli stretti, è la regione che si estende attorno al Mar di Marmara e comprende lo stretto dei Dardanelli e lo stretto del Bosforo. Il primo si allunga per 60 km ed è profondo circa 50 m; il secondo è più piccolo, con una lunghezza di 26 km ed una larghezza di 1200 m. E' su di una sua insenatura, il Corno d'Oro, che sorge Istanbul. La Costa dell'Egeo alterna a brevi catene montuose profonde vallate; la regione mediterranea del Tauro comprende la catena montuosa omonima che si estende da ovest sino al golfo di Alessandretta dove sorge la città omonima; l'Anatolia è un vasto altopiano collocato ad un altitudine di 1000 m: occupa quattro regioni storiche della Turchia (la Pisidia, la Galazia, la Licaonia e la Cappadocia) e si estende per 236.347 kmq; l'altopiano presenta infossature (laghi) ed elevazioni (massicci). Infine la costa del Mar Nero è costituta da diverse catene parallele al mare, separate da valli orientate nella stessa direzione.

Risorse naturali: carbone, petrolio, uranio, bauxite, cromo, rame, piombo, mercurio, zinco, boro, ferro, zolfo, lignite.

Utilizzo del territorio: 35,3% suolo arativo, 25% boschi e foreste, 11% pascoli steppici, 28,7% rilievi montuosi.

Rischi naturali: terremoti e sismicità.

Problemi ambientali: disboscamento, depauperamento dei suoli dovuto ad intenso allevamento, inquinamento delle grandi città.

 

CAMPING

N.

PERIODO

CAMPEGGIO

LUOGO

TELEFONO

1

5-7/08

VRACHOS KASTRAKI

KASTRAKI (KALAMBAKA) METEORE

TEL. 0432-22293,23744

2

7-12/08

REA

VOURVOUROU (SITHONIA)COSTA EST—CALCIDICA

TEL. 0375-91100,91170

2B

12-08

ALEXANDROUPOLIS

ALEXANDROUPOLISCONFINE GRECIA-TURCHIA

TEL. 0551-28735-26055

3

13-15/08

ATAKOY

ATAKOY—ISTANBUL (TURCHIA)ZONA AEREOPORTO12 KM PRIMA DI ISTANBUL

TEL. 212-5596014 E 5596000

4

17-23/08

HELLAS

KATO GATZEA (VOLOS)COSTA OVEST — PELION

TEL. 0423-22267,22268

5

23-25/08

KAPARELIS

KIRRA (ITEA)DELFI, MAR DI KORINTHOS

TEL. 0265-32330

 

DISTANZE IN KM

LOCALITA’

LOCALITA’

KM

S.GIOVANNI IN PERSICETO

ANCONA NORD (PORTO)

240

ANCONA NORD

BARI NORD (PORTO)

490

IGOUMENITSA—JOANNINA

KALAMBAKA (METEORE)

220

KALAMBAKA

LARISSA

80

LARISSA

THESSALONIKI

160

THESSALONIKI

SITHONIA (SARTI)

140

SITHONIA (SARTI) - PALEOHORI

ASPROVALTA

140

ASPROVALTA

KAVALA

90

KAVALA

ALEXANDROUPOLIS

180

ALEXANDROUPOLIS

ISTANBUL

300

ISTANBUL

IPSALA (FERES CONFINE TURCHIA-GRECIA)

270

FERES

KAVALA

210

KAVALA

ASPROVALTA

90

ASPROVALTA

THESSALONIKI

80

THESSALONIKI-LARISSA-VOLOS

KATO GATZEA

260

KATO GATZEA-VOLOS-LAMIA

ITEA

200

ITEA-ANDIRIO-ARTA

IGOUMENITSA

370

 

 

 

IGOUMENITSA — LARISSA

THESSALONIKI

460

THESSALONIKI — KAVALA

FRONTIERA GRECIA-TURCHIA (IPSALA)

380

FRONTIERA GRECIA-TURCHIA (IPSALA)

ISTANBUL

270

 

Notizie utili

DOCUMENTI

CARTA D’IDENTITA’ (VALIDA) PER LA GRECIA

PERSONE

I PROPIETARI DI AUTO, CAMPER E ROULOTTE PER ENTRARE IN TURCHIA DEBBONO AVERE IL PASSAPORTO.PER TUTTI GLI ALTRI PASSEGGERI VA BENE LA CARTA D’IDENTITA’ VALIDA PER L’ESPATRIO E NON SCADUTA. I BAMBINI E RAGAZZI SOTTO I 15 ANNI POSSONO ESSERE INSERITI NEL PASSAPORTO DI UNO DEI GENITORI, E PER I PIU’ PICCOLI NON OCCORRE NEMMENO LA FOTO. ALTRA SOLUZIONE E’ QUELLA DI FARE UN “LASCIAPASSARE” CON FOTO DEL BAMBINO, RILASCIATO DALLA QUESTURA IN CUI COMPARE TRA I PAESI IN CUI SI PUO’ RECARSI, ANCHE LA TURCHIA.

VEICOLI

OCCORRE LA PATENTE DI GUIDA, libretto e carta verde dell’auto; chi vuole entrare in turchia con un mezzo non di sua propieta’ (cioe’ intestato ad un altro non presente al momento) occorre avere una delega del propietario, da fare prima di partire, e presentare in frontiera, per potere passare.

ANIMALI

CANI E GATTI — PER ENTRARE IN TURCHIA, OCCORRE UN CERTIFICATO DEL VETERINARIO COMUNALE CHE ATTESTI CHE L’ANIMALE E’ IN REGOLA CON LE VACCINAZIONI ED E’ IN BUONA SALUTE. IL CERTIFICATO DEVE PORTARE LA DATA MASSIMO DI 15 GIORNI PRIMA DEL PASSAGGIO DELLA FRONTIERA. SE PASSIAMO LA FRONTIERA IL 13/8, VA BENE LA DATA DEL 30/07.

TELEFONINO

PER LA TURCHIA, DAL 2000, NON DEVE PIU’ ESSERE DICHIARATO IN FRONTIERA.

PASSAPORTO

IL PASSAPORTO E’ VALIDO PER 5 ANNI, DALLA DATA DEL RILASCIO; CHI GIA’ POSSIEDE IL PASSAPORTO VALIDO, NON OCCORRE CHE LO BOLLI SIA PER LA GRECIA CHE PER LA TURCHIA.ANCHE LA CARTA D’IDENTITA’ E’ VALIDA PER 5 ANNI.

SOLDI

LIRE ITALIANE, DRACME GRECHE , CARTA DI CREDITO

METEO

CLIMA CALDO E SECCO; LA PARTE NORD DELLA GRECIA E’ UN PO’ PIU’ FRESCA RISPETTO AL CENTRO E AL SUD

ABBIGLIAMENTO

VESTITI LEGGERI; CAPPELLO PER IL SOLE; SANDALI, SCARPE TIPO TENNIS O TREKKING LEGGERE.

ASSISTENZASANITARIA

PER LA GRECIA FARSI RILASCIARE DALLA PROPIA USL IL MODELLO E111, PER LA TURCHIA NON CI SONO CONVENZIONI E CI ORGANIZZEREMO ALLA MEGLIO, NEI TRE GIORNI DI PERMANENZA.

UFFICIO TURISTICO TURCHIA

ROMA 06-4871190 E 4871393

CARTA STRADALE

STUDIO F.M.B. BOLOGNA 1:800000 (ROSSA)MICHELIN 1.700000 (ROSSA)

GUIDE VERDI

DEL TCI DI GRECIA E TURCHIA

CONTROLLODOCUMENTI

ALLA FRONTIERA TURCA, SI PERDERA’ UN PO’ DI TEMPO PER IL CONTROLLO DOCUMENTI, SIA DEI MEZZI CHE DELLE PERSONE; SUBITO DOPO LA FRONTIERA TURCA C’E’ L’UFFICIO CAMBIO.

 

 

CLICCA SULLE IMMAGINI PER UN AVANZAMENTO MANUALE (totale 34 foto)

IDEATO E CREATO DA BACCILIERI PAOLO EDIZIONE 16 DICEMBRE 2001