VACANZA IN GIORDANIA  

BY BACCILIERI PAOLO 

 APRILE 2001

 

 LA GIORDANIA E' STATA VISITATA   VOLTE

PARTECIPANTI : CLAUDIO E MARIA CLARA

 

 

 

GIORDANIA

Giordania (Arabo, al-Mamlakah al-Urdunniyah al-Hashimiyah), regno del Medio Oriente confinante a nord con la Siria, a est con Iraq e Arabia Saudita, a sud con l'Arabia Saudita e il golfo di Aqaba e a ovest con Israele. Ha una superficie di 89.206 km2 e la capitale e la città più grande del paese è Amman. Territorio Il territorio della Giordania è formato da un arido altopiano che si innalza bruscamente lungo la sponda orientale del fiume Giordano e del mar Morto, raggiungendo un'altitudine che varia dai 610 ai 915 m, per poi digradare dolcemente verso il deserto siriano, nell'estrema sezione orientale del paese. La valle del Giordano è una profonda depressione della Rift Valley, che raggiunge la profondità di -213 m sotto il livello del mare nella zona del lago di Tiberiade (mare di Galilea), e di -395 m nel mar Morto, costituendo il punto di massima depressione del mondo. Profondi canyon e aspri rilievi, che raggiungono i 1500 m, caratterizzano l'Altopiano arabo nella regione meridionale del paese. 

Il clima della Giordania è caratterizzato da accentuate variazioni stagionali di temperatura; non c'è una vera e propria stagione fredda ma in gennaio, mese più freddo dell'anno, la temperatura media è di circa 7,2°C. Nella valle del Giordano la temperatura può raggiungere i 48,9 °C in agosto, mentre la temperatura media estiva a Amman è di 25,6 °C. Le precipitazioni si verificano quasi esclusivamente nella stagione invernale e variano dai 660 mm nella regione nordoccidentale del paese ai 127 mm nell'estremo lembo orientale del paese. 

Il territorio della Giordania è in gran parte desertico; soltanto nel distretto di Jabal Ajlun, tra Amman e il confine con la Siria, crescono querce, olivi, pini d'Aleppo e palme. La fauna è rappresentata da iene, gazzelle, stambecchi, volpi, pernici e manguste. Popolazione La Giordania ha una popolazione di 3.823.636 abitanti, con una densità media di 43 abitanti per km2 (1993), costituita in gran parte da arabi, con la prevalenza del gruppo degli arabi-palestinesi (circa il 60%) provenienti dalla zona di Israele e dei territori annessi. Le uniche minoranze etniche sono costituite da circassi (1%) e armeni (1%). Il 5% della popolazione appartiene a gruppi di nomadi e di seminomadi. Il tasso di urbanizzazione è di circa il 70%. Città principali Amman è la capitale e la città più importante del paese; il numero dei suoi abitanti è cresciuto da 321.000 nel 1966 a quasi 648.000 nel 1979, perché la città ha ospitato un gran numero di profughi provenienti dalla Cisgiordania dopo la guerra dei Sei giorni con Israele del 1967; attualmente la sua popolazione è stimata in 1.272.000 abitanti (1992). Altre città importanti sono Zarqa, Irbid e Aqaba, unico porto del paese.

 Lingua La maggioranza dei cittadini della Giordania è musulmana sunnita; i musulmani sciiti sono una piccola minoranza. I cristiani, per un terzo appartenenti alla Chiesa ortodossa, sono circa il 5% della popolazione. L'Islam è la religione di stato e l'arabo la lingua ufficiale del regno. Istruzione e cultura Il regno di Giordania ha compiuto significativi progressi in campo educativo nell'ultimo decennio, nonostante le ingenti spese sostenute per l'esercito e per il gran numero di profughi ospitati nel paese. 

La scuola pubblica primaria, gratuita e obbligatoria dai cinque anni d'età, ha una durata che varia dai quattro ai sei anni. Le università più importanti del paese sono l'Università di Giordania (1962), l'Università Mu'tah (1981), entrambe con sede a Amman, e l'Università Yarmouk (1976) a Irbid. Esistono inoltre importanti istituti di istruzione superiore come lo Statistical Training Centre e istituti di specializzazione per agricoltura, scienze bancarie, scienze sociali e amministrazione pubblica. La Biblioteca pubblica di Amman e la biblioteca dell'Università di Giordania sono importanti centri di studi mentre preziose raccolte storiche, religiose e archeologiche sono conservate nel Museo archeologico giordano, nella Galleria dei mosaici e nel Museo del folklore. 

Economia Industrialmente sottosviluppata, povera di risorse naturali e con un territorio troppo arido e poco adatto all'agricoltura, la Giordania non è economicamente autosufficiente ed è costretta a contare sugli aiuti stranieri (in modo particolare su quello dei paesi arabi, ricchi di petrolio). La fragile economia del paese è stata messa a dura prova, dopo il 1967, dalla perdita dei fertili terreni della zona occidentale occupata da Israele, e dal massiccio afflusso dei profughi palestinesi. Negli anni Ottanta buona parte dell'economia del paese poggiava sul ricavato del trasporto di merci dal porto di Aqaba all'Iraq e sulle rimesse dei cittadini giordani che lavoravano negli stati del golfo Persico; queste risorse entrarono tuttavia in crisi dopo l'invasione irachena del Kuwait nell'agosto 1990 e il conseguente embargo voluto dalle Nazioni Unite. Il prodotto nazionale lordo del paese è stato nel 1992 di 4,4 miliardi di dollari USA (circa 1150 dollari USA pro capite). Agricoltura La scarsità di terreni coltivabili e l'aridità del paese limita molto la produzione agricola della Giordania. Solo il 5% dell'intero territorio è arabile e solo una piccola percentuale dei terreni coltivati è irrigato. Grano e orzo sono i prodotti principali, ma il loro quantitativo non è sufficiente a coprire il fabbisogno del paese; all'inizio degli anni Novanta sono state prodotte 65.900 tonnellate annue di grano e 69.400 di orzo, oltre a olive, fichi, uva, albicocche, cetrioli e pomodori (principalmente per l'esportazione). Una certa importanza riveste l'allevamento del bestiame: oltre agli animali da cortile, vengono allevati soprattutto ovini, bovini e caprini. La perdita di territori importanti per le coltivazioni ha determinato un calo della percentuale dei lavoratori impiegati nel settore, passata dal 37% del 1965 al 7% del 1990. La zona occidentale, prima del conflitto con Israele del 1967, forniva il 25% del grano, il 70% della frutta e il 40% degli ortaggi prodotti in tutto il paese. 

Industria L'industrializzazione del paese, avviata su piccola scala all'inizio degli anni Sessanta, aveva rapidamente raggiunto un buon livello di sviluppo prima della guerra del 1967; ma la perdita della zona occidentale, occupata da Israele, ha comportato per la Giordania anche la perdita di circa un quinto delle attività industriali: nella zona infatti c'erano stabilimenti per la produzione di sapone, sigarette e olio d'oliva, importanti per il consumo interno. Le attività industriali maggiori (fosfati, cemento, energia idroelettrica, raffinerie di petrolio) sono attualmente localizzate nella zona a est del fiume Giordano. Nella zona orientale si trovano stabilimenti tessili, farmaceutici, alimentari e impianti per la produzione di vetro, articoli casalinghi, zucchero e carta. Flussi monetari e commercio L'unità monetaria corrente è il dinaro giordano suddiviso in 1000 fil (0,6979 dinari equivalgono a 1 dollaro USA 1995). La Banca Centrale di Giordania amministra tutte le riserve monetarie, e opera nel mercato finanziario. Oltre ad alcuni prodotti alimentari che vengono principalmente commerciati con gli stati confinanti, la Giordania esporta fosfati, prodotti farmaceutici, tessuti e abbigliamento. Importa generi alimentari, petrolio grezzo, mezzi di trasporto, macchinari, prodotti chimici, ferro e acciaio, componenti elettrici ed elettronici. I principali partner commerciali sono Iraq, Arabia Saudita, India, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Cisgiordania e Giappone. Nei primi anni Novanta le importazioni della Giordania ammontavano a 1,5 miliardi di dollari USA all'anno mentre le esportazioni a soli 919 milioni di dolla USA annui. Un'importante risorsa è costituita dal turismo il paese viene visitato ogni anno da oltre due milioni di turisti. 

Trasporti La Giordania ha una moderna rete stradale lunga circa 6007 km e asfaltata in prossimità delle grandi città. L'unica linea ferroviaria del paese si estende per 620 km e collega la zona che confina con la Siria ad Amman, prosegue dalla capitale fino a Maan, e da qui si divide in due tronconi: uno prosegue verso sud-est e raggiunge l'Arabia Saudita, l'altro si dirige verso sud-ovest e giunge fino al porto di Aqaba. I collegamenti aerei sono assicurati dalla Alia-Royal Jordanian Airline con scali nell'aeroporto internazionale di Amman. 

Ordinamento dello stato In base alla Costituzione del 1951 (approvata nel 1952), la Giordania è una monarchia costituzionale. Il sovrano della Giordania è il capo dello stato ed esercita il potere esecutivo insieme al presidente del Consiglio e agli altri membri del governo, che devono risponderne al parlamento. Il re può dichiarare guerra, concludere la pace, convocare, aggiornare e sospendere la Camera dei deputati. Il potere legislativo spetta al re e al parlamento formato da Camera e Senato. Le misure legislative, approvate nel 1986, avevano stabilito in 142 il numero dei deputati della Camera, suddivisi in 71 rappresentanti dei collegi elettorali della Zona Orientale, 60 rappresentanti dei distretti della Cisgiordania e 11 eletti tra i palestinesi rifugiati nei campi della Zona Orientale. Dopo aver abbandonato la pretesa di rappresentare i palestinesi, la Giordania ha rivisto la propria legge elettorale e ha posto in lizza 80 seggi nelle elezioni del 1989. I 30 membri del Senato vengono nominati dal re e la loro nomina è soggetta all'approvazione del Parlamento. La Giordania, come molti paesi arabi, ha un sistema giudiziario comprendente corti civili e corti religiose. Nel sistema giudiziario civile la magistratura si occupa delle cause minori, mentre la cause di maggiore rilevanza vengono dibattute nelle Corti di prima istanza e le decisioni di queste Corti sono soggette alla revisione della Corte d'Appello. La Corte Suprema e la Corte di cassazione si occupano delle cause contro lo stato, esaminano le richieste di appello e interpretano la legge. Le corti religiose giudicano in base alla legge musulmana della Shariah e si occupano di matrimoni, divorzi, interdizioni, testamenti e cause di tutela per i musulmani che, oltre al tribunale civile, intendono avvalersi di quello religioso. Le minoranze non musulmane possono rivolgersi alle corti delle diverse fedi religiose. Le popolazioni nomadi possono rivolgersi alle corti tribali. La Giordania è divisa in otto distretti amministrativi o governatorati. I primi tre governatorati, comprendenti la Cisgiordania occupata da Israele nel 1967 non sono più amministrati dalla Giordania, in base a una disposizione del 1988 di re Hussein. Gli altri cinque distretti sono amministrati da governatori nominati dal sovrano. La popolazione nomade ha un'amministrazione separata. La messa al bando dei partiti politici, imposta prima del luglio 1963 e revocata nel 1991, non ha impedito agli appartenenti al Partito comunista, al Gruppo dei fratelli musulmani e ad altre formazioni di svolgere attività politiche importanti e decisive sia per le elezioni parlamentari del 1989 sia per quelle tenutesi nel 1993. Storia Popolato fin dai tempi più remoti, il territorio dell'attuale Giordania fu patria degli ammoniti e sede dei regni di Edom, Gilead e Moab. Più volte conquistati, i regni furono annessi all'Egitto e alla Siria, furono dominati da Babilonia, Persia e dai Seleucidi, per passare poi sotto l'impero romano. La Giordania fece parte dell'impero bizantino e fu conquistata dagli arabi tra il 633 e il 636 divenendo un paese islamico, anche se durante il periodo delle Crociate una parte del territorio giordano fu annesso al regno di Gerusalemme e governato dai cristiani. Dal 1517 al 1918 la Giordania fu parte dell'impero ottomano. L'indipendenza della Transgiordania La Giordania riuscì a liberarsi della dominazione turca al termine della prima guerra mondiale, nel settembre 1918, grazie all'azione congiunta delle truppe arabe e britanniche. Nel dopoguerra la Giordania e i territori che attualmente fanno parte di Israele furono assegnati, con un mandato della Lega delle Nazioni, alla Gran Bretagna. Nel 1922 il governo britannico divise il mandato in due parti, assegnando le terre a ovest del Giordano alla Palestina, e i territori a est del fiume alla Transgiordania, nominalmente governata da Abd Allah ibn Hussein già dal 1921. Nel febbraio 1928 un trattato con la Gran Bretagna riconobbe come stato il territorio della Transgiordania. Durante la seconda guerra mondiale la Transgiordania ospitò sul suo territorio le basi dell'esercito britannico che combatteva contro le forze dell'Asse per riottenere il dominio sul governatorato dell'Iraq, e nel 1945 entrò a far parte della Lega Araba, organizzazione creata per coordinare la politica internazionale degli stati arabi e per controllare le mire israeliane sulla Palestina. Il 22 marzo 1946 la Gran Bretagna rinunciò al mandato sulla Transgiordania, riconosciuta come stato sovrano indipendente, e stipulò un accordo di mutua assistenza in base al quale la Transgiordania avrebbe beneficiato di armamenti e addestramento militare in cambio della permanenza sul territorio di installazioni e basi militari britanniche. Nel maggio seguente Abdullah ibn Husein fu proclamato re. La Lega Araba e la Giordania L'esercito della Transgiordania, conosciuto con il nome di Legione Araba, si alleò con le forze di altri paesi appartenenti alla Lega Araba e nel maggio 1948 attaccò lo stato di Israele, appena costituito. Durante la guerra la Legione Araba occupò la zona centrale della Palestina in cui si trova la città vecchia di Gerusalemme. L'armistizio con Israele fu firmato il 3 aprile 1949 con l'annessione alla Transgiordania dei territori occupati. Il 24 aprile 1950, nonostante l'opposizione degli altri membri della Lega Araba, il re Abdullah proclamò la sua sovranità sui territori arabo-palestinesi, garantendo diritto di cittadinanza ai residenti in Cisgiordania e proclamò il Regno hascemita della Giordania, cancellando il prefisso trans e affermando la discendenza diretta, tramite il nonno Hashim, dal profeta Maometto. Ad Abdullah, assassinato il 20 luglio 1951, succedette il figlio Talal I, deposto l'11 agosto 1952. Nello stesso giorno il Parlamento giordano proclamò re Hussein I, affiancandogli un Consiglio di reggenti fino al compimento della maggiore età (2 maggio 1953). All'inizio degli anni Cinquanta i contrasti per le acque del fiume Giordano, importanti per lo sviluppo agricolo, portarono a frequentissimi scontri tra le armate giordane e quelle israeliane. La questione araba e la separazione La Giordania entrò a far parte delle Nazioni Unite il 14 dicembre 1955 e per tutti i primi mesi dell'anno successivo i suoi delegati e quelli di Israele denunciarono duri attacchi armati e continue violazioni dei confini. La Giordania avrebbe dovuto godere degli aiuti di Egitto, Siria e Arabia Saudita, che con il patto decennale, firmato il 19 gennaio 1957, si erano impegnati a corrispondere sussidi per 36 milioni di dollari USA annui in modo da ridurre la dipendenza della Giordania dai paesi occidentali e soprattutto dalla Gran Bretagna, la cui politica era considerata antiaraba e favorevole a Israele. L'uscita dal governo giordano del presidente del Consiglio e di altri membri della sinistra, voluta dal re nell'aprile dello stesso anno, convinse la Siria e l'Egitto a rompere il patto di assistenza. Il 14 febbraio 1958, due settimane dopo che Egitto e Siria avevano formato la Repubblica Araba Unita (RAU), i governi conservatori di Giordania e Iraq annunciarono la nascita della Federazione Araba. Nel luglio successivo, caduto il governo iracheno a causa degli intrighi e della propaganda sfavorevole della RAU, venne sciolta anche la Federazione e la Giordania ruppe le relazioni diplomatiche con le nazioni che facevano parte della RAU. Nonostante fossero riprese le relazioni tra Giordania e i paesi della RAU nell'agosto del 1959, i rapporti tra re Hussein e il presidente Gamal Abdel Nasser rimasero sempre tesi e Hussein addossò a Nasser la responsabilità dell'assassinio di Hazza Majuli, premier giordano ucciso nell'agosto del 1960. Gli anni Sessanta Durante il 1961 e il 1962 la Giordania godette di un periodo di relativa tranquillità, senza scontri politici interni e senza agitazioni antigovernative dei profughi. Il paese accettò serenamente anche il matrimonio del re (maggio 1961) con Antoinette Avril Gardiner, di nazionalità britannica. Dopo le elezioni del dicembre 1962, furono riammessi alla vita politica anche i partiti, dichiarati fuori legge durante gli anni delle tensioni tra Giordania e RAU. Divennero meno tese le relazioni estere, nel settembre 1961 la Giordania riconobbe ufficialmente il nuovo regime siriano e instaurò nuovi rapporti con il presidente Nasser. Dopo la rinuncia all'incarico di un premier e le dimissioni di un altro nella primavera del 1963, i partiti politici furono nuovamente messi al bando e le elezioni di luglio diedero vita a un nuovo governo che inaugurò un periodo di altri due anni di tranquillità. Nel 1964, spinta dalla Lega Araba che premeva per formare un fronte comune contro Israele, la Giordania nuovamente riallacciò le relazioni diplomatiche con i paesi aderenti alla RAU. Nuovi scontri con Israele per i diritti sull'acqua del fiume Giordano portarono alla Conferenza del Cairo del settembre 1964, alla quale partecipò anche re Hussein. La guerra con Israele Nonostante i ripetuti appelli all'unità le nazioni arabe erano divise in due schieramenti: Siria, Egitto e Iraq facevano parte del gruppo più estremista, mentre il gruppo moderato era composto da Giordania, Arabia Saudita e Tunisia. Alla metà degli anni Sessanta si deteriorarono le relazioni tra Giordania e Siria, retta dal regime di sinistra del Partito Baath, ed ebbe inizio una serie di scontri alle frontiere dei due paesi. I conflitti furono incrementati dai guerriglieri arabi aderenti all'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) che passati dalla Siria in Giordania, attaccarono Israele con azioni terroristiche attribuite alla Giordania, fino ad arrivare a veri e propri raid contro Israele nel novembre 1966. La tensione arabo-israeliana crebbe rapidamente e Hussein, ritenendo imminente la guerra, firmò un trattato difensivo con Nasser il 30 maggio 1967, assicurandosi da una parte l'appoggio dei profughi ma coinvolgendo attivamente il proprio paese nella "guerra dei Sei giorni", scoppiata il 5 giugno dello stesso anno. Il 7 giugno la Giordania, che aveva perso la Cisgiordania occupata dagli israeliani e la cui aviazione era stata completamente distrutta, fu costretta ad accettare il cessate il fuoco delle Nazioni Unite. Nell'immediato dopoguerra il paese tentò di rinforzare le relazioni diplomatiche con i paesi occidentali e di riappropriarsi dei territori occupati, cercando di proporre iniziative di pace che non fossero unilaterali; Egitto, Algeria e Siria preferirono sostenere le azioni contro Israele dei guerriglieri che avevano le loro basi principali in Giordania. Nel settembre 1970 i guerriglieri palestinesi, supportati dalla Siria, fecero scoppiare in Giordania la guerra civile, impadronendosi di Amman e dei territori a nord del Giordano. Dopo aver raggiunto un accordo per il cessate il fuoco, re Hussein ordinò al premier Wafi Tal di intraprendere azioni militari contro i guerriglieri, arrivando a sconfiggere il movimento nel 1971. La reazione degli arabi fu durissima e il 28 novembre il premier Tal fu assassinato da alcuni aderenti all'organizzazione Settembre Nero mentre era in corso la Conferenza della Lega Araba al Cairo. Nel 1972 Hussein propose la creazione di uno stato arabo federato comprendente la Giordania e i territori della Cisgiordania occupati da Israele, ottenendo il netto rifiuto delle organizzazioni palestinesi e di molti stati arabi. Nel febbraio 1973 gli Stati Uniti rinnovarono a re Hussein le promesse di aiuti economici e militari. Dopo un incontro con i leader di Egitto e Siria, il 18 settembre dello stesso anno re Hussein amnistiò 1500 prigionieri politici tra cui vi erano anche 750 guerriglieri palestinesi. La guerra dello Yom Kippur e il dopoguerra La continua tensione tra arabi e israeliani sfociò nella guerra del Kippur, che ebbe inizio il 6 ottobre 1973, con un attacco egiziano durante la festività ebraica del Kippur. La Giordania partecipò alla guerra inviando le sue truppe a sostegno dell'esercito siriano già impegnato a combattere contro gli israeliani sulle alture del Golan. Dopo la guerra crebbe l'importanza dell'OLP in Medio Oriente e la Giordania nel 1974 la riconobbe come l'unica organizzazione rappresentante il popolo palestinese, rinunciando alle pretese sui territori della Cisgiordania in cambio degli aiuti economici e militari promessi dalle altre nazioni arabe. Nel novembre dello stesso anno re Hussein sciolse il parlamento per riformarlo senza i rappresentanti della Cisgiordania, ma le elezioni vennero rimandate fino al 1976. Nel 1975 la Giordania si accordò con la Siria per prevenire possibili attacchi israeliani e nel 1978 si rifiutò di aderire agli accordi di pace di Camp David, che non prevedevano il ritiro di Israele dai territori arabi occupati, stigmatizzando l'atteggiamento dell'Egitto che concluse accordi separati di pace con Israele (1979). Il supporto del governo giordano all'Iraq nella guerra Iran-Iraq, iniziata nel 1980, provocò la rottura delle relazioni della Giordania con la Siria che perseguiva una politica filoiraniana. Nel gennaio 1984 il parlamento si riunì in regolare sessione (la prima in dieci anni) e decise di indire le elezioni parlamentari per il marzo successivo. Nel luglio 1988 la Giordania rinunciò definitivamente a ogni rivendicazione sui territori della Cisgiordania a favore dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Nelle elezioni generali (le prime dopo 22 anni), tenutesi nel novembre 1989, emerse con forza lo schieramento dei fondamentalisti islamici. Dopo l'invasione irachena del Kuwait nell'agosto 1990, re Hussein tentò inutilmente il ruolo di mediatore e sembrò sostenere l'Iraq durante la guerra del Golfo, inimicandosi gli Stati Uniti, l'Arabia Saudita e gli altri stati arabi. Alla fine della guerra del Golfo l'embargo dell'Iraq (principale sbocco economico per la Giordania), e l'afflusso di profughi provenienti dal golfo Persico crearono una serie di problemi economici, fecero bruscamente innalzare al 30% il tasso di disoccupazione del paese e provocarono la svalutazione del dinaro giordano. Nell'ottobre 1991 iniziarono gli incontri di pace per il Medio Oriente a cui partecipò anche la delegazione congiunta giordano-palestinese. Sempre nel 1991 re Hussein revocò la messa al bando dei partiti politici in vista delle elezioni. Le elezioni parlamentari del 1993, multipartitiche dopo quelle del 1956, fecero perdere molti seggi ai partiti conservatori e portarono per la prima volta le donne in parlamento. Nel luglio 1994 fu firmato un primo accordo giordano-israeliano e nell'ottobre 1994 fu concluso tra re Hussein e Israele il trattato di pace che mise fine a 46 anni di guerra e pose le premesse per la cooperazione tra i due paesi.


 

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IDEATO E CREATO DA BACCILIERI PAOLO EDIZIONE 22 MAGGIO 2001