(Da "Emilia Romagna Eventi" aprile 2000 - Dario
Montanari)
La piazza di Fontanelice, oltre
che punto di ritrovo per la popolazione, è il centro di tutte le
manifestazioni del paese. Qui è acceso il tradizionale fuoco dell'8
dicembre, la cui origine risale intorno al 1850 quando, dopo la fine
della peste, la popolazione per rendere omaggio alla Madonna accese
un falò bruciando tutto ciò che era contaminato dalla terribile
malattia.
È sempre nella piazza che si
svolge ogni Lunedì di Pasqua dal 1956 la Sagra della "Piè Fritta"
promotrice della tradizionale corsa degli asini.
In estate tutti i sabati sera
di luglio le vie del paese si popoleranno di artigiani i quali
riprodurranno antiche tecniche di lavorazione di alcuni materiali e
dove pittori, scultori e fotografi faranno scoprire le varie
tendenze dell'arte.
Sempre in estate per onorare il
suo nome di Città del Vino, la sera del 10 agosto, con una
manifestazione intitolata "Calici sotto le stelle", si potranno
degustare, nella piazza del paese, i migliori esempi della
produzione locale e sotto la guida dell'Associazione astrofili di
Imola sarà possibile guardare le stelle cadenti e osservare altri
corpi celesti.
Per un paese sensibile alla
conservazione delle vecchie tradizioni non potremmo che trovare
nella sua gastronomia un posto di rilievo occupato dai piatti in cui
sono usati magistralmente i prodotti locali (funghi, tartufi,
selvaggina, erbe aromatiche), riproposti o sapientemente reinventati
dai ristoranti e dall'offerta dell'agriturismo locale. Le colline
che la circondano testimoniano la fiorente economia agricola nella
quale occupa un posto di rilievo la produzione di ottimo Trebbiano e
Sangiovese di Romagna, tanto da rendere Fontanelice nota fra le
Città del Vino.
Oltre ai vigneti, campi di
grano e frutteti (di notevole impatto visivo al momento della
fioritura) si alternano ai prati e ad un fitto paesaggio boschivo
popolato da cinghiali, cerbiatti, fagiani, scoiattoli, dove il
fiorire di ginestre, l'intrecciarsi di arbusti di rose selvatiche e
more, l'infittirsi di abeti e querce, testimonia la perfetta armonia
con la quale ancora oggi il paesaggio umanizzato si inserisce in
quello naturale.
Vedere
anche Sagra della
Piè Fritta
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