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Gli Arditi del Popolo furono un'organizzazione antifascista
nata nell'estate
del 1921
da una scissione della sezione romana degli Arditi
d'Italia per iniziativa di un gruppo di iscritti guidati dal
simpatizzante anarchico
Argo
Secondari ed appoggiati da Mario
Carli: l'obiettivo della scissione fu quello di opporsi alla
violenza
delle Camicie
Nere.
Questo movimento si opponeva alle spedizioni punitive fasciste
e cre� vere e proprie milizie
per la protezione dei quartieri
e dei centri oggetto di attacchi armati da parte dalle "squadracce"
fasciste.In sintesi gli Arditi del Popolo furono
l'organizzazione militare antifascista di fronte unito,a forte
componenente anarchica e comunista, in cui si coagularono le formazioni
di difesa proletaria.
Citazioni storiche
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�Fino a quando i fascisti continueranno a
bruciare le case del popolo, case sacre ai lavoratori,
fino a quando i fascisti assassineranno i fratelli
operai, fino a quando continueranno la guerra
fratricida gli Arditi d'Italia non potranno con loro
aver nulla di comune. Un solco profondo di sangue e di
macerie fumanti divide fascisti e Arditi [1]�
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�...Ben lontani dal patriottardo
pescicanismo,fieri del nostro orgoglio di razza,consci
che la nostra Patria � ovunque siano popoli
oppressi: Operai Masse Lavoratrici Arditi d'Italia A
NOI! [2]�
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Caratteristiche
Un gran numero di Arditi
confluirono nel movimento fascista,
anche se l'adesione non fu unanime ne' maggioritaria. Il
rapporto con il fascismo non fu sempre lineare e negli anni
successivi si arriv�, nella fasi pi� convulse e
controverse, anche all'espulsione di iscritti al PNF
dalle associazioni degli Arditi d'Italia.
Dopo la prima
guerra mondiale gli Arditi affluirono nell'Associazione
Arditi d'Italia, fondata dal capitano
Mario
Carli, lo stesso che, dopo l'assalto di un gruppo di Arditi
assieme a Marinetti
alla casa del Lavoro di Milano,
scrisse il noto articolo "Arditi non gendarmi" e
distrusse il connubio instaurato nel primo dopoguerra fra Arditi
e fascismo.
Gli Arditi parteciparono attivamente alla Reggenza
Italiana del Carnaro e all'impresa
di Fiume sotto la guida da Gabriele
d'Annunzio, che proclamarono loro comandante.
Una radice della nascita degli Arditi del Popolo si trova
nell'impresa
di Fiume in cui furono sperimentate dai Legionari forme di democrazia
libertaria. Vista anche la presenza di frange della sinistra
rivoluzionaria,
la stessa impresa
di Fiume fu appoggiata anche da Lenin,
che vedeva in D'Annunzio un possibile capo rivoluzionario. In
quella fase, d'altra parte, D'Annunzio era influenzato dalle
idee di Alceste
De Ambris, sindacalista
rivoluzionario,e legato da rapporto di amicizia con
D'Annunzio,fermo restando che quest'ultimo aveva anche proprie
idee di indirizzo egualitaria.
Lo Stato
libero di Fiume,nella pratica, fu distrutto dall'Esercito
italiano, coadiuvato da un nucleo di squadristi fascisti,in
seconda istanza, (l'episodio culmine dell'attacco militare
� passato alla storia
come Natale
di Sangue).
Nascita
Gli Arditi del Popolo nacquero nell'estate del 1921
dalla sezione romana degli Arditi d'Italia. Loro fondatore
� stato Argo
Secondari, pluridecorato tenente
delle fiamme
nere (Arditi che provenivano dalla fanteria).
Secondari era di tendenze anarchiche,
come l'ardito Gino
Lucetti, responsabile di un attentato contro Benito
Mussolini (cui fu poi intitolato il battaglione
Lucetti che ag� durante la resistenza
sui monti dell'alta Toscana).
La nascita degli Arditi del Popolo viene anche annunciata da Lenin
sulla Pravda[2],
l'Internazionale
Comunista era favorevole a questa organizzazione come si
legge sul resoconto nell'incontro fra Nikolai
Bucharin e Ruggero
Grieco, quest'ultimo rappresentava l'ala bordighista del
partito comunista d'Italia,durante l'incrontro, (frazione in
quel momento maggioritaria e quindi vincolante per tutti i
militanti per disciplina di partito) fu ripreso per tali
posizioni con durezza, Bucharin, ricord� che il partito
rivoluzionario di classe sta dove � la classe, in tutte
le sue epressioni, e non a discuterne in salotto (vedi Eros
Francescangeli: gli Arditi del popolo). La posizione di Antonio
Gramsci era ben diversa e partiva dai presupposti gi�
in nuce di quando lui tent� tramite il tenente
comunista
Marco Giordano, della Legione di Fiume,
di entrare in contatto con Gabriele
d'Annunzio, ovvero,sinteticamente, era una posizione di
attenzione e possibile appoggio: i legami fra Repubblica di
Fiume e potere Sovietico erano forti in quel periodo ed
all'interno della Legione di Fiume vi era una consistente ala
filosovietica (vedi:"alla festa della rivoluzione" di
Claudia Salaris).
Personaggi ed imprese
bandiera utilizzata dagli Arditi del Popolo
Altro personaggio di rilievo nelle formazioni antifasciste
degli Arditi del Popolo nel Ravennate fu Alberto
Acquacalda, massacrato da un gruppo di fascisti.
La consistenza di queste formazioni viene - secondo alcuni
studi - fatta ammontare a circa 20.000 uomini. Altre stime fanno
salire a 50.000 uomini la loro consistenza considerando insieme
iscritti, simpatizzanti e partecipanti alle azioni.
Tra gli Arditi del Popolo poi divenuti celebri si ricordano: Riccardo
Lombardi (non iscritto ma partecipante alle azioni), Giuseppe
Di Vittorio, Vincenzo
Baldazzi (detto Cencio); numerosi Arditi caddero
durante la guerra
di Spagna militando nelle Brigate
internazionali).
L'evento forse di maggior risonanza che coinvolse gli Arditi
del Popolo fu la difesa di Parma
dallo squadrismo fascista nel 1922:
la versione pi� acreditata parla di circa 20.000
squadristi fascisti, prima al comando di Roberto
Farinacci e poi di Italo
Balbo, avrebbero attaccato e sarebbero stati respinti e
messi in fuga da appena 350 Arditi del Popolo, comandati dai
pluridecorati reduci della prima
guerra mondiale Antonio
Cieri e Guido
Picelli, (che moriranno poi in Spagna).
Fondamentale per la resistenza e la vittoria fu l'appoggio di
massa dato dalla popolazione e il supporto di retrovia fornito
soprattutto dalle donne parmensi (ne parl� lo stesso
Balbo con malcelato elogio), che comunque in molti casi
parteciparono anche ai combattimenti.lo storico Renzo
del Carria a questa vicenda specifica dedica un capitolo dal
titolo significativo nel suo libro proletari senza
rivoluzione: "La giusta linea non seguita, Parma come
esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al
fascismo"
Continuit� storica
Una certa continuit� pu� essere ravvisata fra
Arditi del Popolo e Resistenza
anche se gli scopi erano ben diversi: gli Arditi, anche se in
modo politicamente confuso, erano per la formazione di una Repubblica
con basi progressiste estreme, almeno rispetto a quelle su cui
poi si fonder� la Repubblica
italiana (vedi Carta
del Carnaro). L'ira dei fascisti si scaten�
soprattutto contro i capi degli Arditi del Popolo, che furono
incarcerati o massacrati dagli squadristi, spesso con la
connivenza degli organi di polizia
dello Stato.
Secondo talune tesi della storiografia contemporanea, gli
Arditi avrebbero potuto battere il fascismo se non fossero stati
abbandonati dai partiti
democratici
e dal neonato partito
comunista (ad eccezione di Antonio
Gramsci(stralcio
articolo Gramsci,come gia' spiegato), la cui fazione era
per� allora minoritaria), che contravvenne alle
indicazioni dell'Internazionale
comunista che aveva esplicitamente invitato ad appoggiare
gli Arditi.
Alcune formazioni partigiane nella Resistenza assunsero il
nome di Arditi del Popolo: tra le pi� note e sulle quali
si hanno maggiori e pi� documentate notizie, quella nella
quale fu attivo Antonello
Trombadori, poi esponente del PCI.
Tom Bhean, storico del fascismo,asserisce:
|
�Difficile dire se una maggiore unit�
tra gli Arditi del Popolo e la sinistra avrebbe potuto
fermare il fascismo. Ma questo non avvenne soprattutto
per il settarismo del Pcd'I e per le divisioni del
Psi.�
|
|
|
Inoltre il Bhean fa un eplicito parallelo e richiamo storico
fra la situazione di allora ed i movimenti attuali anti
globalizzazione sostenendo la tesi dell'importanza della
partecipazione a tali movimenti anche da parte dei militanti che
ne criticano la mancanza di obbiettivi strutturati
strategicamnete,in quanto attualmente sono il solo metodo per la
costruzione di un'alternativa allo sviluppo capitalistico come
si sta prefigurando.
Gli Arditi del Popolo nel cinema e
nella letteratura
A parte la letteratura specifica di indirizzo storico
sull'argomento, che ormai � rilevante dopo anni di
disinteresse o quasi, anche il mondo dell'espressione artistica,
bench� in modo piuttosto episodico, si occup�
degli Arditi del Popolo; tra le opere pi� note ispirate
alle loro gesta va ricordato "Cronache
di poveri amanti", film
di Carlo
Lizzani tratto dal libro di Vasco
Pratolini; uno dei personaggi � Maciste
(interpretato da un magistrale �tanto pi� non
essendo un attore professionista- Adolfo
Consolini), ex Ardito del Popolo che viene assassinato dagli
squadristi. Anche Alberto
Bevilacqua parla degli Arditi del Popolo, anche se
l'argomento non � centrale per la trama del suo libro
"Il viaggio misterioso". Pi� recentemente Pino
Cacucci ha dedicato il suo "Oltretorrente"
alle vicende degli Arditi del Popolo nella Parma degli anni
venti e delle loro lotte contro le aggressioni fasciste nei mesi
precedenti la marcia su Roma dell'ottobre 1922. Gli Arditi del
Popolo, come pure Gino
Lucetti, hanno ispirato anche alcune canzoni popolari e
partigiane come il quella del "Battagione Lucetti"
ricordata da Maurizio
Maggiani nel "Coraggio del pettirosso".
Bibliografia
- AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi
immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio
1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma
e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di
Parma
- AA.VV., Pro Memoria. La citt�, le barricate, il
monumento, scritti in occasione della posa el monumento
alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di
Parma, Parma, 1997
- Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano,
2003
- Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana,
l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di
Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini,
Pisa, 2001
- Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek,
Rom, 2000
- Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni
Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Marco Rossi, 'Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di
guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni
Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
- Luigi Balsamini, 'Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla
difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano
Ed. , Salerno.
- "Storia del Partito comunista" Paolo
Spriano- Einaudi, Torino, 1967-1975 - 5 volumi
- Del Carria, Renzo, Proletari senza rivoluzione. Storia
delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, 2 voll.,
Milano, Edizioni Oriente, 1970 (I ed. 1966), (in particolare
il XVII Capitolo "La giusta linea non seguita":
Parma come esempio di vittoriosa resistenza
politica-militare al fascismo (1-6 agosto 1922).
- Alberto Ciampi,[3]
"Gli indomabili", Traccedizioni, Piombino 1999
ovvero sindacalisti
rivoluzionari, arditi
antifascisti, futuristi
di sinistra , comunisti
e anarchici
▼
Espandi
specifica sulla storia di Parma dal 1919 al 1922
- AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi
immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio
1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di
Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la
Provincia di Parma
- AA.VV., Pro Memoria. La citt�, le barricate,
il monumento, scritti in occasione della posa del
monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del
Comune di Parma, Parma, 1997
- Alberghi, Pietro, Il fascismo in Emilia Romagna: dalle
origini alla marcia su Roma, Modena, Mucchi, 1989.
- Le Barricate a Parma 1/5 agosto 1922, numero
monografico di �PR. Parma Realt�, n. 15,
dicembre 1972.
- Balestrini, Nanni, Parma 1922. Una resistenza
antifascista, a cura di Margherita Becchetti, Giovanni
Ronchini e Andrea Zini, Roma, DeriveApprodi, 2002.
- Bonardi, Pietro, La violenza del 1922 nel Parmense,
Parma, Centro studi della Val Baganza, 1992.
- Bottioni, Graziano, La nascita del PCI a Parma
1921-1926, Parma, Biblioteca �Umberto
Balestrazzi�, 1981.
- Brunazzi, Luciana, Parma nel primo dopoguerra
1919-1920, Parma, Istituto storico della resistenza per
la provincia di Parma, 1981.
- Campanini, Giorgio, Chiesa e movimento cattolico a
Parma fra Ottocento e Novecento: studi e ricerche,
Parma, Il Borgo, 1995.
- Cavalli, don Giuseppe, Le �Cinque
giornate� di Parma e Ulisse
Corazza, in Il contributo dei Cattolici alla lotta
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Convegno di studi tenuto nei giorni 1, 2, 3 maggio 1964
a Parma-Salsomaggiore, Parma, Associazione Partigiani
Cristiani, 1995, pp. 243-270.
- De Micheli, Mario, Barricate a Parma, Roma, Editori
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- Degli Innocenti, Maurizio - Pombeni, Paolo - Roveri
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- Dietro le barricate. Parma 1922, Parma, Comune di
Parma - Provincia di Parma - Istituto storico della
resistenza per la provincia di Parma, 1983. Furlotti,
Gianni, Parma libertaria, Pisa, BFS, 2001.
- Minardi, Marco , Pro Memoria. La citt�, le
barricate, il monumento, a cura di Marco Minardi, in
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- Palazzino, Mario, �Da prefetto Parma a
gabinetto ministro interno�. Le barricate
antifasciste del 1922 viste attraverso i dispacci
dell'ordine pubblico, Parma, Archivio di Stato di Parma
- Silva Editore, 2002.
- Comunisti a Parma. Atti del convegno tenutosi a Parma
il 7 novembre 1981, a cura di Fiorenzo Sicuri, Parma,
Istituto Gramsci Emilia-Romagna e Parma - Biblioteca
�Umberto Balestrazzi�, 1986.
- Sicuri, Fiorenzo (a cura di), Guido
Picelli, a cura di Fiorenzo Sicuri, con un saggio di
Dianella Gagliani, Parma, Centro di documentazione
�Remo Polizzi�, 1987.
Note
- ↑
Dichiarazione del tenente Argo
Secondari, pluridecorato della prima
guerra mondiale, all'assemblea degli Arditi del Popolo
del 27 giugno 1921, riportata da �Umanit�
Nova�, Roma,
29 giugno 1921
- ↑
sintesi di parte di documento per questura Roma 1922
fornito dall'infiltrato
- ↑
studioso del futurismo di sinistra[1]
Voci correlate
Errico Malatesta cono un gruppo di Arditi del
Popolo
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personaggi collegati e operanti nel "Fronte Unito
Arditi del Popolo"
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