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ELEZIONI IN ALGERIA
Algeria, urne deserte nella Cabilia ribelle 
ALGERI — Una giornata elettorale carica di tensione in Cabilia, la regione orientale dell'Algeria a maggioranza berbera. Ieri, all’apertura dei seggi, per le elezioni politiche generali, la Cabilia è rimasta virtualmente isolata: le organizzazioni berbere hanno indetto tre giorni di sciopero a sostegno del boicottaggio del voto lanciato dalle due maggiori forze di opposizione non islamica, il Fronte delle Forze Socialiste (Ffs) e il Raggruppamento per la Cultura e la Democrazia(Rcd). Le poche notizie che arrivano dalla regione, dove le autorità hanno vietato l'accesso alla stampa estera, ufficialmente per ragioni di sicurezza, riferiscono di scuole, uffici, banche e negozi chiusi e le strade di Tizi Ouzou, il capoluogo regionale, pressoché deserte. 
Mercoledì scorso i militanti berberi hanno dato fuoco a due scuole che dovevano essere altrettanti seggi elettorali. Ci sono barricate sulle principali strade di accesso sia a Tizi Ouzou che alla seconda città cabila, Bejaia. Le autorità algerine hanno inviato nella ragione 15.000 uomini di rinforzo. Lo slogan del boicottaggio in Cabilia - che campeggia ovunque sui muri delle città - è «Non al voto, non al perdono»: non si può votare, dicono i dirigenti berberi, per «un potere che ha assassinato la nostra gioventù e incarcerato i nostri studenti». L'anno scorso, per la selvaggia repressione contro le manifestazioni di piazza, in Cabilia e nel corso di una gigantesca manifestazione ad Algeri sono rimaste uccise un centinaio di persone e diverse migliaia ferite. 
Il quotidiano "Liberation" parla del voto come di una «parodia» dato che la popolazione «esausta, pensa ormai solo a sopravvivere». Secondo il quotidiano «la Cabilia grida ciò che il Paese pensa», e cioè che i giochi siano già tutti fatti e che dunque queste elezioni siano sono una farsa: il parlamento conta ben poco perché in realtà, dietro il governo, il vero e unico potere è quello dei militari, quel pugno di generali che gli algerini chiamano «les decideurs», coloro che prendono le decisioni. 
I partiti in lizza sono 23, ma si tratta di formazioni sconosciute, quasi tutte filo-governative, create soprattutto per dare l'impressione del pluralismo. Oltre tutto questo, l'opposizione denuncia possibili massicci brogli. Così che è opinione degli osservatori che il giorno che veniva presentato come quello del riscatto e del ritorno alla normalità potrebbe trasformarsi in una catastrofe annunciata. 
A metà giornata il tasso di affluenza alle urne era del 28,23 per cento alle. Il più alto tasso di partecipazione si è registrato a Tinduf (estremo sud-ovest del Sahara algerino) con il 78,15 per cento. Il più basso nella ribelle Cabilia con meno del 2 per cento. 
Dal Giorna: Il Messaggero
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