Il ponte di legno
Mi sveglio, stamani con in mente il ponte di legno. Spalanco la finestra
ed il sole mi da il suo caldo saluto.
Ieri era una giornata di nebbia, che forse l'autunno usa per preparare
i suoi colori. Infatti oggi il sole era felice,
poteva illuminarli. Capisco che non posso perdere questo momento.
Mi sciacquo il viso, mi infilo una tuta da ginnastica e scendo.
Inforco la bici e mi avvio verso il Parco del Ticino chiamato "La Fagiana".
Dista solo 5 Km da casa mia e per raggiungerlo mi basta attraversare
il paese e alcuni campi coltivati.
L'aria e` fredda, la sento sul viso, del resto e` il primo di novembre.
Decido di attraversare le vie piu` antiche dove i colori dell'autunno
trovano caldi riflessi sui mattoni delle vecchie case.
Ecco infatti, che le tegole rosse fanno da contorno alle persiane,
a volte sgangherate, aperte sui muri di tufo.
Dai comignoli esce fumo, mi immagino un caminetto acceso, con i ceppi
scoppiettanti e con la brace ardente.
Improvvisamente mi colpisce un profumo, un aroma di cose vere, l'inconfondibile
sapore di un minestrone di verdure.
Cose di campagna.
Mi avvio per la discesa che porta in valle, sono 4km di lieve pendio
che passa attraverso i campi arati,
un trattore da lontano continua il suo lavoro,
testimone di come la terra non conosca ne` feste ne` riposo
e come i contadini seguano il suo volere.
Belle le zolle di terra marrone, friabile, appena dissodata dal vomere,
pulita, quasi da mangiare. Arrivo al cancello di ferro battuto che
delimita l'entrata del bosco.
Alberi secolari, piante di vario tipo e suoni lontani di uccelli festosi
fanno da compagnia all'aria divenuta piu` fresca sotto il bosco, piu` frizzante.
Prendo il sentiero che mi conduce al ponte di legno.
Un ponticello costruito interamente con assi e travicelli, atto a far
passare giusto una bicicletta o una persona.
Attraversa un piccolo torrente di acqua sorgiva che dona al bosco quell'aria
magica di bosco delle favole.
Mi fermo proprio in mezzo ed osservo il paesaggio.
Ecco le foglie autunnali, ecco il muschio sul lato nord dei tronchi
ed ecco lontano la capanne delle guardie del parco. Abbasso gli occhi e
guardo dentro l'acqua. Alcuni pesci stanno fermi contro corrente,
in attesa del cibo che immancabilmente finisce nelle loro bocche aperte.
Esco dal ponte e scendo sulla sponda del laghetto di acqua sorgiva.
E li' mi colpisce la geometria di un albero spezzato da un fulmine.
Il tronco superiore giace capovolto su se stesso ed i rami in modo
innaturale sono diventati radici.
Solo le foglie che continuano a nascere sono rivolte verso l'alto.
Osservando la natura si puo` comprendere quanta forza lei abbia e traggo
esempio da quest'albero, che nonostante abbia ricevuto un grave danno,
non rinuncia alle sue foglie.
Mi accingo sulla via del ritorno, ricordandomi che ora la discesa e`
naturalmente una salita.
Mi impongo la sfida di non fermarmi, sono solo 4 chilometri.
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I colori delle foglie d'autunno
E facile fermarsi nelle nostre campagne e
trovare un campo di papaveri come questo.
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