21 febbraio, 2001
 
 

A Mia Madre
 
 
 
 

La vita nel suo corso ci porta tristi note, nel dolore mi esprimo con maggior vigore,
ma le proteste insorgono dall’imo piu` profondo anche se accettar si deve.
Se ti senti trasparente al dolore significa che la sofferenza e` trascorsa troppo.
Soffrire serve a saper gioire ma oltremodo si vorrebbe soffrir meno.
Ho preso a scrivere in modo strano, occorre che io m'acconcia sebbene fluido appare il mio pensiero.
Perché ragioni, mio dolce Elisir Grigio Otranto, se un istante e` sufficiente a colmare l'infinito
di un sogno? Ho scritto questa frase per onorare il tuo sogno.
Gia` la risposta mi sovviene facile, anche se cogitabondo a volte la ignoro:
Dovevamo godere di quell'istante.
L'ora e` relativa allo spaziotempo che intercede tra una dimensione e l'altra eppure si puo` raggiungere in un solo momento di pura esistenza.
Esistere in quel momento corrisponde ad una vita e ritrovarsi ogni giorno e` il piu` bel gioco.
Cerco il lume che cela il mio io e trovo a volte ombre rugginose.
La luce che mi salvava la vedevo ogni volta nel tuo sguardo di bimba, nel cucciolo che non
muore mai.
Io, uomo, degno di esser tale non sono, se il cucciolo che sono ripudio.
Stanco ma indomito saro` fino al sopraggiungere dell'ultimo muro.
L'ultimo muro, quello materiale che hai scavalcato.
Cosa hai trovato dopo dipende da quello che volevi ci sia.
Forse un muro di gioia, che s'adombra di infauste note terrene che il coro degli angeli combatte.
Quel coro che tu oggi dirigi.
Urla le tue le melodie che gli stolti come me non sanno a volte sentire.
Ma non temere, non saranno inutili.
Vorrei chiederti scusa per tante cose, scusa per non aver capito quello che dovevo fare, scusa per quello che invece ho fatto. Come quella volta che mi regalasti una cassetta musicale, strano per te che di musica giovanile non ti intendevi. Io, invece di ringraziarti, ti presi a mali parole, ora quella cassetta e` la piu` cara che ho e quella che mi piace di piu`. Scusa Mamma.
Scusa Mamma per tutte le volte che non ho saputo comprenderti, tu, invece, eri l’unica persona che mi capiva; scusa per tutte le volte che sono uscito e ti ho lasciata sola. Scusa per non essere arrivato in tempo a coronare il tuo sogno, quello di vivere tutti insieme sotto lo stesso tetto. Scusa se non ti ho detto tutti giorni che ti amavo. Scusa se te ne sei andata in un letto, sola senza di me senza i tuoi figli accanto in quel del 29 settembre 1998.
Sono gia` passati quasi tre anni e non me ne avvedo.
Ora, sopraggiunta la sera, volgo il capo a ponente aspettando il domani lontano eppure vicino come il lumicino di una tomba in un cimitero abbandonato.
Lo so` vivrai sempre nel mio cuore.
Ma alle volte non basta, e se un attimo di debolezza si insinua mi nutriro` di esso e gioiro` della forza che il tuo ricordo mi dona nella speranza di quelli che saranno.
Ti voglio bene Mamma.

Tuo figlio Arnaldo.