A Mia Madre
La vita nel suo corso ci porta tristi
note, nel dolore mi esprimo con maggior vigore,
ma le proteste insorgono dall’imo
piu` profondo anche se accettar si deve.
Se ti senti trasparente al dolore
significa che la sofferenza e` trascorsa troppo.
Soffrire serve a saper gioire ma oltremodo
si vorrebbe soffrir meno.
Ho preso a scrivere in modo strano,
occorre che io m'acconcia sebbene fluido appare il mio pensiero.
Perché ragioni, mio dolce Elisir
Grigio Otranto, se un istante e` sufficiente a colmare l'infinito
di un sogno? Ho scritto questa frase
per onorare il tuo sogno.
Gia` la risposta mi sovviene facile,
anche se cogitabondo a volte la ignoro:
Dovevamo godere di quell'istante.
L'ora e` relativa allo spaziotempo
che intercede tra una dimensione e l'altra eppure si puo` raggiungere in
un solo momento di pura esistenza.
Esistere in quel momento corrisponde
ad una vita e ritrovarsi ogni giorno e` il piu` bel gioco.
Cerco il lume che cela il mio io e
trovo a volte ombre rugginose.
La luce che mi salvava la vedevo ogni
volta nel tuo sguardo di bimba, nel cucciolo che non
muore mai.
Io, uomo, degno di esser tale non
sono, se il cucciolo che sono ripudio.
Stanco ma indomito saro` fino al sopraggiungere
dell'ultimo muro.
L'ultimo muro, quello materiale che
hai scavalcato.
Cosa hai trovato dopo dipende da quello
che volevi ci sia.
Forse un muro di gioia, che s'adombra
di infauste note terrene che il coro degli angeli combatte.
Quel coro che tu oggi dirigi.
Urla le tue le melodie che gli stolti
come me non sanno a volte sentire.
Ma non temere, non saranno inutili.
Vorrei chiederti scusa per tante cose,
scusa per non aver capito quello che dovevo fare, scusa per quello che
invece ho fatto. Come quella volta che mi regalasti una cassetta musicale,
strano per te che di musica giovanile non ti intendevi. Io, invece di ringraziarti,
ti presi a mali parole, ora quella cassetta e` la piu` cara che ho e quella
che mi piace di piu`. Scusa Mamma.
Scusa Mamma per tutte le volte che
non ho saputo comprenderti, tu, invece, eri l’unica persona che mi capiva;
scusa per tutte le volte che sono uscito e ti ho lasciata sola. Scusa per
non essere arrivato in tempo a coronare il tuo sogno, quello di vivere
tutti insieme sotto lo stesso tetto. Scusa se non ti ho detto tutti giorni
che ti amavo. Scusa se te ne sei andata in un letto, sola senza di me senza
i tuoi figli accanto in quel del 29 settembre 1998.
Sono gia` passati quasi tre anni e
non me ne avvedo.
Ora, sopraggiunta la sera, volgo il
capo a ponente aspettando il domani lontano eppure vicino come il lumicino
di una tomba in un cimitero abbandonato.
Lo so` vivrai sempre nel mio cuore.
Ma alle volte non basta, e se un attimo
di debolezza si insinua mi nutriro` di esso e gioiro` della forza che il
tuo ricordo mi dona nella speranza di quelli che saranno.
Ti voglio bene Mamma.
Tuo figlio Arnaldo.